giovedì 25 maggio 2023

Guglielmin, Un regno di ciechi senza doni (Marco Saya Edizioni)


 Quarta ci copertina:

In questo libro ci sono quattro fili che si intrecciano: la trama dell’Amleto shakespeariano, il fare teatro nei suoi elementi fisici e simbolici, il metapoetico, la mia autobiografia. Al centro dell’intreccio c’è la Storia, con le sue ossessioni: il potere, l’identità, la famiglia, il libero arbitrio, la figura femminile.

 

Un grande vuoto pervade l’insieme, quello prodotto dalla modernità centripeta, che la scrittura colma soltanto in parte attraverso una regia che monta i frammenti e decide a quale voce dare o non dare la parola. Un’operazione che non cerca la meraviglia o il gesto di rottura con il canone: ogni testo porta invece con sé l’esperienza tragica del vivere. La mia poesia onesta si dà così, talvolta anche usando leve stilisticamente sperimentali, sia per centrare meglio l’oggetto del discorso e sia per una vocazione al dialogo postmoderno – di matrice filosofica – con la tradizione, che da sempre accompagna la mia scrittura.


Qui alcune poesie, ma il vero senso dell'opera si dipana seguendo passo passo lo svolgersi del dramma, scrittura di secondo grado non soltanto della vicenda amletica, ma della vita stessa degli uomini e delle arti rappresentative.

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