Cristina Fratini è il nome vero di Cristina Annino. Il suo primo libro, Non me lo dire, non posso crederci, uscì nel dicembre 1969 per conto dei Quaderni di "techne" diretti da Eugenio Miccini, che ne scrisse la prefazione. Il libro è battuto a macchina e contiene 26 poesie. Ne posto tre, dove è possibile già sentire l'Annino matura: l'io maschile e maschera, l'elencazione che mette in relazione (e talvolta in cortocircuito) il privato e il pubblico, l'energia d'un sadismo surreale. A questo, si aggiunga il particolare momento storico filtrato nei versi senza alterarne il tono cronachistico, scelta amplificata dalla paratassi, che alleggerisce il dramma senza toglierne la forza.
I
Accendere
prendere una sigaretta;
non approfittate della voglia di parlare
che ho oggi
Amo il padre e la madre
mio padre e mia madre
gli abiti che indossano
il profumo che si dividono
senza mai reggere a un capitolo
del tutto personale.
"Ci siamo" dissi
e come un Francesco mi accinsi
a uscire sulla via senza mai
girarmi e impicciolivo nell'occhio di loro
il padre e la madre
lei triangolare lui rombo
sopra il davanzale quieti a guardarmi
mentre sparivo.
Ora fumo pensavo
ora accendo una sigaretta
e una mano ancora mi pende fino al ginocchio.
Il dormire mi preoccupa
e i tecnici della psiche e il mio passato piromane
e l'infanzia sottile che mi chiude
il torace.
Sono magro di media statura
i capelli tagliati corti
nulla di inconsueto.
L'assassinio di via del Guanto
Penso a Jacques, quel bravo ragazzo
nella stanza dove il sarto venne trovato morto
(rapina ricatto gelosia),
i medici sostengono altrettante premesse biologiche.
Ho deciso di non dare più alcun dispiacere a Janine.
Ma Janine, la crisi sarà lunga:
si combatte nel Kaschmir, in Indonesia,
la produzione industriale lamenta
la depressione dei settori dell'edilizia,
neppure il centro sinistra è riuscito
a migliorare la situazione.
Questo però puoi crederlo
(la sera al ristorante, la via del Guanto).
Spinse con tutta la sua forza
il calore della tenerezza, una lana finissimo, d'agnello
dove affondi sentendo dalla radio
che Sukarno non è stato ucciso.
Abbiamo fatto così,
con fede immutata abbiamo lavorato
alla tua pelle, abbiamo tarlato il '700 veneziano,
il carrello del soggiorno, il tappeto orientale;
una via aperta a qualche domanda.
XXIV
Ne citiamo uno tra i più clamorosi:
in un francobollo della Germania Ovest
si può leggere
"Uccidetevi più spesso
per capirne tutta la meccanica".
Io sono appena tornato dall'Etiopia,
io sono stanco,
sposato e padre di quattro bambini ermafroditi,
abili nel ballo, nel canto, nella recita dei versi,
molto apprezzati dai concittadini.
Sono dunque un uomo arrivato
l'ha detto anche l'imperatore Hailé Selassié
in occasione della mostra centenaria di Dante
da me organizzata.
Giungo a casa, voglio sdraiarmi,
odio i tedeschi,
tu cara accanto all'abat-jour, preparata da chissà quanto.
Tra noi è sufficiente una cosa da niente,
un'occhiata per capirci;
siamo qui, nella più desolata morte privata,
ora ho chiuso la porta, amore,
dammi subito il caldo di quattro figli anormali,
il loro "babbo" che è ogni volta un miracolo.
Un graditissimo ritorno. Una festa leggere gli esordi di Cristina Annino, già inconfondibile. I genitori figure geometriche che sembrano figure di un quadro di Savinio, e Sukarno, la radio, la Germania Ovest. Una surrealtà che ci appartiene nel profondo, le cose che si scambianodi posto con le persone. Quello di Cristina è anche un mondo apparentemente folle, forse solo più equo, dove l'umano e l'inumano, se non hanno pari opportunità, hanno comunque pari dignità.
RispondiEliminaE tutto scorre come se ogni poesia fosse un cortometraggio sul nonsenso assennato della vita.
Un caro saluto a Cristina e un grazie al padrone di casa.
Franz Krauspenhaar
bè, io aspetto martedì sera per "conoscere" meglio la Annino, professor Guglielmin. Questo lo considero un assaggio. Buona domenica sera. Giovanni Turra Zan
RispondiEliminaGentile Franz, bella anche la tua intervista fatta su Nazione indiana, che invito tutti a leggere
RispondiEliminahttp://www.nazioneindiana.com/2007/12/27/scriverei-anche-di-un-sasso/
ciao Giovanni, ci vediamo martedì con il "gemello carnivoro".
gugl
Beh, veramente difficile, direi impossibile, aggiungere anche una virgola a quanto scritto da Stefano e Franz.
RispondiEliminaMi "azzìtto", non prima di aver salutato tutti, in particolare la nostra amatissima ospite.
fm
Mille grazie Stefano per aver segnalato l'intervista a Cristina, e per averla apprezzata!
RispondiEliminaA presto,
Franz
Oh, e un saluto caloroso al mio amico Francesco Marotta!
RispondiEliminaFranz (il ritorno):-)
Cristina è curiosa (e interessata) di sentire i nostri commenti. Benvengano, dunque.
RispondiEliminaun caro saluto agli ospiti.
gugl
Anch'io sono perfettamente d'accordo con quanto ha scritto Franz.
RispondiEliminaMi piace questo emergere lieve del surreale. Un surreale che ci viene incontro e si fatica a riconoscerlo come tale perchè, è vero, è qualcosa che ci appartiene nel profondo.
E mi piace, poi, questa leggera apparente follia che aleggia nei suoi testi.
Davvero un bell'equilibrio tra realtà, surreale e non senso.
Complimenti a Cristina.
Silvia Comoglio
"siamo qui, nella più desolata morte privata"
RispondiEliminala trovo splendida. ma perchè surreale? è talmente vera da spaventare, talmente autentica da fare male.
a me paiono quasi fotografie, nitide, nette. le fotografie di un vecchio giornale di cronaca.
il suo vecchio giornale di cronaca, lei, con questa maschera d'uomo, che,però,non mi spiego, lei, con questa maschera, che scrive la sua cronaca, come parte del mondo, come presenza in tutto l'accaduto ed in tutto il presente, nella presenza, nonostante tutta la monotonia del presente, che ancora dice, che ancora, nonostante tutto, parla. del dolore del reale, che non trasla altrove o troppo al fondo, troppo dentro, ma che è consapevolezza nell'accaduto con tutta la consapevolezza del dolore che sarà, ma con tutta la voglia di esserci.
domani è quella pagina senza ancora l'immagine, il titolo e l'inchiostro. carta bianca.
CIAO Silvia!
CIAO a tutti! ;)
Patty!
ciao Silvia, hai ragione: "non senso", direi, dada.
RispondiEliminaciao Patty, sempre un vulcano, eh! ottima lettura. Il surrealismo c'è, guarda bene.
gugl
Super accoglienza per queste mie vecchie poesie! Grazie a tutti. E' una sensazione straordinariamente piacevole sentirsi immersa nell'attenzione di amici che pur non conosci, ma ci sono, amici comunque, anche criticando. Rende il mondo meno piccino.
RispondiEliminaNon è una maschera il mio io maschile. Per non dilungarmi,nell'intervista di Franz su NI, spiego com'è nato. E' una cosina che non conta, non determina niente. Un saluto caro a tutti, Cristina.
giusto, dada.
RispondiEliminaUn ciao a stefano e Patty!
Silvia
guarderò meglio appena avrò finito con questi dannatissimi compiti di matematica.......se ancora sarò in grado di farlo......i logaritmi recano gravi danni alla corteccia cerebrale, lo sapevate? ;)
RispondiEliminaCristina: pare che quando abbiamo una spiegazione facile ad un nostro atteggiamento complesso, ciò si possa definire "mascheramento" o, freudianamente, "razionalizzazione".
RispondiEliminaNaturalmente gli psicanalisti sono tutti pazzi :-)
gugl
Va beh, si possono dire tante cose, certo: mi piace la figura maschile, la stimo e la nutro dentro di me pur essendo felice d'essere donna. Mio padre si aspettava un maschio, quando nacqui, e io ho amato infinitamente mio padre, si può aggiungere che da piccolissima il mio "dispetto" principale era non poter fare il militare da grande, si può andare all'infinito, ma voglio dire, quel che si esprime non ha necessariamente sesso, o sbaglio? Certamente sbaglio, ma così si "aggiunge", non ti pare? Gli sbagli sono un cumulo di emozioni creative, sono le nostre espansioni laterali. Termino ringraziando il carissimo Stefano, che mi ha dedicato tempo e attenzione. Prima non l'avevo fatto.Ciao e a presto, Cristina.
RispondiEliminasì, la poesia si nutre di cose che ci abitano da sempre e che aspettano il momento buono per dire: "eccomi". E tutto ciò, come dici tu, non ha sesso.
RispondiEliminaGrazie per le precisazioni.
un abbraccio
gugl
Bello ritrovare qui gli esordi di Cristina, dato che proprio grazie a Stefano ho conosciuto la sua poesia.
RispondiEliminaIl modo che ha Cristina di guardare le cose nei suoi versi � gi� qui riconoscibile: sembra che la sua vita poetica si rifletta in tutto ci� che vede - dai legami familiari al mondo, i paesi lontani, la radio, gli amici, il "sentito dire" che filtra nella nostra esperienza quotidiana. Sono forse queste connessioni apparentemente senza senso, che invece spesso riscattano quella "desolata morte privata", ci fanno sentire partecipi di un tutto, incomprensibile spesso, ma sempre egalitario. Un saluto a tutti,
Francesca M.
Ciao Francesca Matteoni. Se permetti, invito tutti a leggere la tua intervista a Cristina.
RispondiEliminahttp://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2007/05/20/cristina-annino-uneternita-di-scrittura/
gugl
bravo stef! ottimo lavoro di recupero, presentazione, analisi...
RispondiEliminaun grosso complimento a cristina che non conoscevo.
robco
ciao roberto, grazie.
RispondiEliminagugl
dopo la presentazione e l'ascolto di iersera, gusto anche meglio queste prime parole. Una voce importante, salda, la cui costruzione viene dall'Ombra, ma traghetta all'aperto di un senso da disambiguare con passione. Mi piaceva ieri sera la ricerca comune del senso, tra il chiaro e l'oscuro, l'ansia in cui so-stare. Una scoperta importante, a cui esprimo una vicinanza. Ciao, Giovanni Turra Zan
RispondiEliminaah! gugl! un commentino, ino, ino, su liberinversi? Sai com'è....c'è Patty...vuoi non esserci tu? ; -) Bye, GTZ
RispondiEliminasono passato su liberinversi.
RispondiEliminaciao!
gugl