sabato 24 marzo 2007

Rosaria Lo Russo


Un mese fa, nei commenti in Liberinversi, Rosaria Lo Russo ha lasciato questa splendida dichiarazione di poetica. E' un peccato che vada persa.



ciao a tutti, sono rosaria che vi parla. la poetrice in persona. la maschera della poetessa-attrice vocata che vi parla in minuscolo, conscia da sempre, femministicamente, che chi parla non è un io, è un noi. sono d'accordo con ap: vi parlo dal fondo antico di un'oralità che tanti, troppi, vorrebbero ancora mettere a tacere. vi parlo da un teatro che dice la poesia, che la fa come si fa un tavolo, artigianalmente, performativamente, misticamente, ma senza mistificazioni. è il linguaggio che mi parla, è la voce che mi dice. la voce schizofrenica di un noi, di un collettivo femminista degli anni settanta. non ho paura dei sentimenti, ho il coraggio eroico che ebbe amelia rosselli, che ebbero sylvia plath e soprattutto anne sexton. per questo coraggio ci hanno suicidate. per questo coraggio non ci hanno sposate, o ci hanno abbandonate. e ancora non ci sposano, ci abbandonano, ci zittiscono suicidandoci. noi siamo le cortigiane illustri, le suore pazze, le puttane dalle orecchie meravigliose, le libellule, le tremebonde streghe. noi siamo ciò di cui ha paura il potere maschile. noi siamo il teatro di mariangela gualtieri, noi siamo le valdughe pompinare, noi siamo la voce bambina della lamarque. noi siamo le minuscole, minuscolissime donne. le femmine, quelle che ancora segregano, lapidano, burquano, buggerano. noi non portiamo il tailleur ma le vestine nere della valduga e i capelli lunghi di mariangela. noi siamo affabulatrici. noi siamo coltissime. noi siamo ritenute periclose dai tristi, dagli uomini di malaffare e di malafede. dalla mala gomorresca. dai malati di gonorrea. di chi paga per fare l'amore con le donne. noi muoriamo ma non abbiamo mai paura. noi siamo sole
ancora rosaria: e ora che mi sono presentata rispondo a massimo. la mia poesia nasce dalla lettura e dall'ascolto. ho una formazione letteraria classica molto solida e una formazione teatrale altrettanto ferrata. sono stata una studiosa di storia dello spettacolo e ho pubblicato molti saggi su riviste specializzate di storia del teatro e di letterarìtura comparata. se visitate il mio sito vedrete meglio di che si tratta. la mia poesia nasce dunque dalla letteratura sentita e vissuta non come fenomeno esclusivamente intellettuale ma esperito nella carne viva, nel vivo del gioioso dolore di esserci, di essere qui e ora in europa e in america. il linguaggio mi ha attraversata tutta per lunghi anni, dall'adolescenza, il linguaggio poetico e letterario e quello teatrale, ma anche la voce: la voce degli attori che mi hanno formato (carmelo bene e piera degli esposti in primis). e così le mie basi sono varie e vaste. poi è entrato il mondo e le poesie che leggete qui sono il frutto di molte esperienze di lavoro teatrale fonico e di schedature di stampe antiche e di frequentazioni hare krishna. insomma tutto il mondo entra nel macinino di questo linguaggio fagocitante e lo ridice, gli restituisce la sua profonda valenza di suono che crea. che altro dire? adesso la mia poesia è diventata più introversa. ho scoperto la voce del silenzio, le vosi che si ascoltano dal silenzio. il dolore fa male ma è gioioso. amo le poetesse antiche e le mistiche, ma anche Dante e la poesia medioevale. non ho mai smesso di leggere di tutto. nessuno si è mai preso la briga di studiare il mio linguaggio, e di questo un po' mi dispiaccio. ma va già bene essere considerata come fine dicitrice. aspetto vostre nuove Vostra Svisceratissima

rosaria lo russo

12 commenti:

  1. nota: "ap" è Adriano Padua (che saluto)

    RispondiElimina
  2. dichiarazione poetica abbastanza narcisistica direi , nonostante il forte accento sul noi e sul sesso 'debole'. ma forse scrivo questo perche' sono invidioso del successo di rosaria..

    RispondiElimina
  3. però ne circolano gran donne!

    nella prima parte mi ritrovo molto, specie in quel "noi siamo sole" finale

    nella seconda, ahimè, molto meno.

    Ciao Ste, buona domenica

    RispondiElimina
  4. Caro Luca, si potrebbe parlare di un narcisismo di genere, ossia di un corpo plurale, un leviatano femminota che lamenta l'inesistenza di un maschile altrettanto originario. Avrà ragione?

    Ciao Ali, bentornata.

    RispondiElimina
  5. Certo, come presentazione, non le manda a dire ;)

    RispondiElimina
  6. direi di no!

    per fortuna che non dobbiamo sposarla:-)))

    RispondiElimina
  7. narciso è in "noi" ...
    a tutti gli effetti ..
    senza falserie fasulle fasulle ...

    RispondiElimina
  8. d'altro canto, il narcisismo è malattia nata nell'aristocrazia, che la borghesia ha ripreso, convinta che fosse un valore.

    RispondiElimina
  9. Una voce indubbiamente interessante. Sandra

    RispondiElimina
  10. Sandra: è tra le poetesse più importanti del presente italiano! (O almeno pare...)

    RispondiElimina
  11. è un gioco. Puro gioco. Come la briscola o il ciapa mì. Al femminile

    RispondiElimina
  12. enrico dignani10/1/11 18:53

    l'ambito delle poesia italiana vanta gente come Rosaria Lo Russo e chissà quanta altra bella gente a me sconosciuta . Rosaria :
    bella e fresca siccome il mattino.

    RispondiElimina