Vi invito a leggere, in La Poesia e lo Spirito, il cappello che ho scritto a Il mese di giugno di Massimo Sannelli. E a leggere le poesie di Massimo, ovviamente!
1
per la difesa è il verno sotto neve
bianca i semi neri si prolungano, si dilatano
nelle radici; cioè i rami, per la
difesa si ode suono, si parla chi
non amai, chi non ama? le difficoltà
sono alla rete, il lettore ha uno schermo
che decifra: ospita, di sottigliezza
in poi, il paradiso, a te, e la cella.
4
è forse una sera che taglia
i due tempi, o il tardo
pomeriggio, nel lavoro: la dentatura
o la lingua, che leccava, leccava. Muore
il piacere, con diligenza la cenere
fisica è meno corrotta, vergine;
al risveglio si trema.
7
"uno scrittore-donna, una bestia
che parla", vera: quando si gioca
su un teatro che vince, nato
sensibile, che si vede affinare,
un grado dopo i trenta anni, e quelli
delusi mirabilmente. Anche la mano
è comandata al tatto. Anche ci sono
molte opere: nessuna è generale.
La bestia dura giorni otto, o dieci,
di un maggio, e dieci anni di pensiero, dopo:
accomando del tatto, tra il Campo, le piazze
nere, la Strada Nuova.
13
il volgare, tale un moto di zampe;
simili cornici, caricate a modello.
Udite che fu fatta questa
virtù performata, tutta lingua che dalla
notte arriva alla notte e toglie.
15
per amore di lingua fu
il chiuso, rinominato vespro,
l'icona, rinominata con il
nome di testo; la festa
allo schermo. Su una
partenza che il nome di Dio
assottiglia e cambia, il vecchio
nel nuovo. Che cosa dal peso al petto
scende e trasforma, vòltati; la pulizia in
stampe, disegni, difesa, difendendo-
si. Non meno la mente, le mille volte
che scendere è povera cosa e vacua.
sovviene il falso amore e chi, eroe,
forma nel corpus domini una festa.
Massimo SANNELLI, Il mese di giugno, in ID., Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini, Fara Editore 2006
per la difesa è il verno sotto neve
bianca i semi neri si prolungano, si dilatano
nelle radici; cioè i rami, per la
difesa si ode suono, si parla chi
non amai, chi non ama? le difficoltà
sono alla rete, il lettore ha uno schermo
che decifra: ospita, di sottigliezza
in poi, il paradiso, a te, e la cella.
4
è forse una sera che taglia
i due tempi, o il tardo
pomeriggio, nel lavoro: la dentatura
o la lingua, che leccava, leccava. Muore
il piacere, con diligenza la cenere
fisica è meno corrotta, vergine;
al risveglio si trema.
7
"uno scrittore-donna, una bestia
che parla", vera: quando si gioca
su un teatro che vince, nato
sensibile, che si vede affinare,
un grado dopo i trenta anni, e quelli
delusi mirabilmente. Anche la mano
è comandata al tatto. Anche ci sono
molte opere: nessuna è generale.
La bestia dura giorni otto, o dieci,
di un maggio, e dieci anni di pensiero, dopo:
accomando del tatto, tra il Campo, le piazze
nere, la Strada Nuova.
13
il volgare, tale un moto di zampe;
simili cornici, caricate a modello.
Udite che fu fatta questa
virtù performata, tutta lingua che dalla
notte arriva alla notte e toglie.
15
per amore di lingua fu
il chiuso, rinominato vespro,
l'icona, rinominata con il
nome di testo; la festa
allo schermo. Su una
partenza che il nome di Dio
assottiglia e cambia, il vecchio
nel nuovo. Che cosa dal peso al petto
scende e trasforma, vòltati; la pulizia in
stampe, disegni, difesa, difendendo-
si. Non meno la mente, le mille volte
che scendere è povera cosa e vacua.
sovviene il falso amore e chi, eroe,
forma nel corpus domini una festa.
Massimo SANNELLI, Il mese di giugno, in ID., Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini, Fara Editore 2006
Hai scritto una bellissima nota, Stefano. Importante e necessaria.
RispondiEliminaImportante, tra l'altro, perché contiene, in nuce, una chiara indicazione di quale possa essere l'approccio più giusto e corretto alla poesia di Sannelli.
E necessaria, come il tuo commento di stamattina su "lapoesiaelospirito".
fm
grazie Francesco.
RispondiEliminaun caro saluto.
sannelli è un mistico. è il corpo delle parole e le parole del corpo. sannelli non è un mistico.
RispondiEliminaforse, è un mistico nell'accezione materialistica di Pasolini, ma soprattutto è Sannelli. Potremmo tutti essere noi stessi, cercandoci, ossia "parlanti". Quasi sempre, invece, siamo "parlati".
RispondiEliminaVersi che sembrano giungerci da un mondo lontano, i cui valori parrebbero quelli che ci vivevano un tempo. Frantumazioni lievi e solennità non esibita.
RispondiEliminaUn abbraccio a Massimo.
Gianfranco
questo aspetto (i valori perduti) andrebbe approfondito perché, se fosse vero (non è immediatamente evidente la cosa, mi pare), avvicinerebbe molto Massimo a Pasolini anche sotto questo profilo.
RispondiEliminaciao Gianfranco!
"uno scrittore-donna, una bestia
RispondiEliminache parla", vera: quando si gioca
su un teatro che vince, nato
sensibile, che si vede affinare,
un grado dopo i trenta anni, e quelli
delusi mirabilmente. Anche la mano
è comandata al tatto. Anche ci sono
molte opere: nessuna è generale.
La bestia dura giorni otto, o dieci,
di un maggio, e dieci anni di pensiero, dopo:
accomando del tatto, tra il Campo, le piazze
nere, la Strada Nuova.
questi versi li ho già letti qualche mese fa, su absolute credo, e si concludevano diversamente
complimenti per il bel lavoro introduttivo, Stefano
Ecco, per ora, ci sono ancora
ciao "per ora". bacio, qui.
RispondiEliminaSannelli: da seguire nel suo percorso verso testi che abbiano dentro un fuco che scotta invece che una fiamma da estasi di santi ovvero tutta sublimata. Ce la fara` ma solo se morira' il senso religioso del mondo che ancora e' dietro l'angolo in questi testi. O forse questa tensione tra passione e ascesi puo' continuare a funzionare? Certo gli effetti sono alti eppure io almeno mi aspetto una liberazione, una riscossa. Forza Sannelli fuggi agli antipodi di Clemente Rebora! Con ammirazione e una punta di provocazione. Cari saluti. Pietro
RispondiEliminaGentile Pietro, non so se Sannelli leggerà il suo commento, visto che sono passati 3 anni da quando è uscito questo post. Io lo spero.
RispondiEliminagrazie
non c'era tanta differenza. solo lo stile era freddo, in omaggio ai grandi freddi. ho distrutto tutto, per rifarlo nuovo e caldo. quindi più passione che altro, e più Altra che Altro. non l'uomo e gli uomini - gli uomini sono ovunque -, ma LE donne. e poi ho anche deciso di non *volere* più morire: anche per questo ho chiuso mille porte e ponti (qualche giorno fa sono uscito dall'ultimo gruppo, una giuria validissima - ma di poesia deve giudicare solo chi la pratica in modo più sovrumano che umano). è l'ultima volta che scrivo in un blog - prima era un obbligo, una religione... per qualunque cosa, c'è la realtà, per esempio un email : massimo.sannelli@gmail.com
RispondiEliminacoraggio, sempre
massimo
che splendidume!
RispondiEliminaAntonio Bux
sì, Antonio. Grazie.
RispondiEliminail *cappello* che hai scritto a Massimo è veramente...splendido!
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