Nel pieno dell'estate ho fatto leggere due poesie di Cristina Campo; ora, nel colmo dell'inverno, ne posto un'altra e la dedico a chi ha perduto persone care, a chi brucia nella loro assenza.
Ahi che la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
ha tutto divorato
di questo volto rivolto
a voi! La bocca sola
pura
prega ancora
voi: di pregare ancora
perché la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
non divori la bocca
e la preghiera...
la tigre è la sedia vuota. Graffia.
RispondiEliminaGrande Campo! Parlo (anche) di argomenti affini nel mio miniblog che mi permetto di segnalarti anche per invitarti a inserire tue poesie.
RispondiEliminafarapoesia
Alex
Bravo Stefano: quest'estate mi sa, non avevo scritto nulla, ma ora annoto che Cristina Campo sarebbe da riscoprire, intanto per me e poi per quelli che già non la conoscono. Quindi ottima scelta, anche se il colmo dell'inverno è dalle mie parti piuttosto primaverile.
RispondiEliminaVoc, ti ringrazio per aver notato che tra le cose che posto e le immagini c'è sempre una relazione, anche se non sempre evidente.
RispondiEliminaAlex adesso vengo a farti visita nel tuo "miniblog".
Massimo, anche qui il colmo è piuttosto collinare, ma rimane pur sempre gennaio. La Campo è da leggere, specie per un credente.
il problema è che l'edizione adelphi è esaurita. altre non ce n'erano in commercio.
RispondiEliminala tigre è seduta
RispondiEliminala sedia è vuota
l'assenza graffia
come consuma il desiderio di vedere materializzarsi l'assente, come morde e corrode e consuma...
come ti capisco, Stefano
ops come capisco Cristina Campo :)
salve a tutti. certo, la sedia è vuota perchè c'è l'assenza. la poesia è vera e quindi bella. io, gugl, naturalmente, ti ringrazio per la dedica :-)
RispondiEliminaalex, sono passata dal tuo blog interessante il tu però. un abbraccione a tutti a.
Anto, d'inverno ogni cosa pesa.
RispondiEliminaAli, l'hai letta in modo tutto tuo... ma c'era da dubitarne? :-)
gli ho dato il senso meno tragico che mi venuto di pensare, un'assenza di vita e non di morte
RispondiEliminapreferisco questa Cristina a quelle che hai postato in estate, quelle parlavano di rami spogli pesanti di neve che faceva sentire freddo solo a immaginarli, questa di tigre così fervente che a leggerla si prova arsura :)
brava, bella contrapposizione!
RispondiEliminaCristina poeta che andrebbe maggiormente divulgata. Grazie a Stefano che spesso la ripropone.
RispondiEliminapepe