giovedì 25 maggio 2023

Guglielmin, Un regno di ciechi senza doni (Marco Saya Edizioni)


 Quarta ci copertina:

In questo libro ci sono quattro fili che si intrecciano: la trama dell’Amleto shakespeariano, il fare teatro nei suoi elementi fisici e simbolici, il metapoetico, la mia autobiografia. Al centro dell’intreccio c’è la Storia, con le sue ossessioni: il potere, l’identità, la famiglia, il libero arbitrio, la figura femminile.

 

Un grande vuoto pervade l’insieme, quello prodotto dalla modernità centripeta, che la scrittura colma soltanto in parte attraverso una regia che monta i frammenti e decide a quale voce dare o non dare la parola. Un’operazione che non cerca la meraviglia o il gesto di rottura con il canone: ogni testo porta invece con sé l’esperienza tragica del vivere. La mia poesia onesta si dà così, talvolta anche usando leve stilisticamente sperimentali, sia per centrare meglio l’oggetto del discorso e sia per una vocazione al dialogo postmoderno – di matrice filosofica – con la tradizione, che da sempre accompagna la mia scrittura.


Qui alcune poesie, ma il vero senso dell'opera si dipana seguendo passo passo lo svolgersi del dramma, scrittura di secondo grado non soltanto della vicenda amletica, ma della vita stessa degli uomini e delle arti rappresentative.

martedì 16 maggio 2023

Rafael Cadenas (ne scrive Erika Reginato)

 

      Foto di Vasco Szinetar 

RAFAEL CADENAS, PREMIO CERVANTES

IL POETA DEL VENEZUELA, LIBERA LA PAROLA

Erika Reginato

 

Il poeta Rafael Cadenas (Venezuela, Barquisimeto 1930), il più importante rappresentante della poesia in lingua spagnola, oggi ai suoi 93 anni, è considerato il più grande poeta, scrittore e saggista venezuelano, è stato meritevole del Premio in Lingua Castellana “Miguel de Cervantes”. Il giurato ha riconosciuto la trascendenza creatrice che ha fatto della poesia un motivo della esistenza. La sua opera esprime desolazione, l’ordine del verbo e del silenzio e la ricerca della lingua.

Il “Cervantes” non è un premio ad un’opera, ma il riconoscimento di una vita dedicata alla letteratura. La vita di Rafael Cadenas è stata consacrata alla difesa e diffusione dello spagnolo. Il poeta venezuelano ha sorpreso al pronunciare il discorso dal tradizionale leggio, dell’Università di Alcalá (Spagna). Lo ha fatto scandendo le parole e permettendosi lunghe pause come nelle sue letture poetiche, e nel suo intervento si ha riferito a Rilke e Walt Whitman come i suoi maestri letterari. Ha sottolineato che è necessario vivere in democrazia, e ricorda le parole di Einstein: il nazionalismo è il morbillo dell’umanità.

La poesia più famosa, “Sconfitta”, è stata un simbolo negli anni ’60: Io che non ho mai avuto un mestiere / che davanti a tutti gli avversari mi sono sentito debole/ che persi i migliori titoli della vita…

Una poesia scritta dopo l’esilio che il poeta ha vissuto nell’isola di Trinidad durante la dittatura di Pérez Jimenez.

 

Rafael Cadenas, professore universitario, dichiara: l’università Centrale del Venezuela vive momenti difficili e ha sottolineato “che una università sommersa al indottrinamento, smette di educare liberamente". Continua dicendo come la lingua spagnola sia “martoriata” dagli anglicismi come altre lingue.  E poi dice: "questo premio non è nessun sogni, che si deve fare con piena libertà". Ha finito il suo discorso ricordando che Cervantes, fu un grande difensore della libertà e ripete le parole di Don Chisciotte che dice a Sancio, il suo fedele scudiero: “La libertà è uno dei doni più preziosi dal cielo concesso agli uomini…è per la libertà, come per l’onore, si può avventurare la vita”. Provocazione dei successi politici mondiale, ma il poeta anche vuole fare riferifento a quella avventura che affrontò nell’esilio, nel labirinto umano e scrive Cadenas:

Solo ho conosciuto la libertà all’improvviso, quando ritornava al mio corpo.

Rafael Cadenas scolpisce la parola che nasce da quel silenzio dove trova il “nulla” ungarettiano ma anche risale da questo profondo pozzo e costruisce il linguaggio personale che estrae dalla sua propria isola e che pulisce con lavoro e lucidità. La parola poetica di Rafael Cadenas possiede nel suo equilibrio, una carica di appartenenze ed un’esattezza, fino all’incontro della parola unica, universale e rinnovatrice che trova la su immagine.

 

      

Poesie di Rafael Cadenas

Tradotte da Erika Reginato

 

Una isla' (1958)

 

Si el poema no nace, pero es real tu vida,

eres su encarnación.

Habitas

en su sombra inconquistable.

Te acompaña

diamante incumplido.

 

Un’isola (1958)

 

Se la poesia non è nata, ma la tua vita è reale,

tu sei la sua incarnazione.

Vivi

nella sua ombra indomabile.

Ti accompagna

diamante incompiuto.

 

 

Amante (1983)

 

Eludías

el encuentro

con el tú

magnífico,

el que te toma

y te anula como tempestad

y de ti arranca al que busca.

 

Amante (1983)

 

Evitando

l'incontro

con il tu

magnifico

colui che ti prende

e ti annulla come una tempesta

e da te toglie quello che cerca.

 

Las paces (1988)

 

Lleguemos a un acuerdo, poema.

Ya no te forzaré a decir lo que no quieres

ni tú te resistirás tanto a lo que deseo.

 

Hemos forcejeado mucho.

 

¿Para qué este empeño en hacerte a mi imagen

cuando sabes cosas que no sospecho?

 

Líbrate ya de mí.

 

Huye sin mirar atrás.

 

Sálvate antes que sea tarde.

 

Pues siempre me rebasas,

sabes decir lo que te impulsa

y yo no,

porque eres más que tú mismo

y yo sólo soy el que trata de reconocerse en ti.

 

Tengo la extensión de mi deseo

y tú no tienes ninguno,

sólo avanzas hacia donde te diriges

sin mirar la mano que mueves

y cree poseerte cuando te siente brotar de ella

como una sustancia que

se erige.

      

Imponle tu curso al que escribe, él

sólo sabe ocultarse,

cubrir la novedad, empobrecerse.                                        

 

Lo que muestra es una reiteración

cansada.

 

Poema,

apártame de ti.

 

 

Le paci (1988)

 

Mettiamoci d'accordo,

poesia.

Non ti costringerò più a dire quello che non vuoi

né a resistere così tanto a ciò che desidero.

 

Abbiamo faticato molto.

 

Perché questo sforzo per renderti a mia immagine

quando sai cose che non sospetto?

 

Sbarazzati di me ora.

 

Scappa senza voltarti indietro.

 

Salva te stessa prima che sia troppo tardi.

 

Bene, tu mi superi sempre,

sai come dire cosa ti spinge

e io no,

perché sei più di te stesso

e io sono solo colui che cerca di riconoscersi in te.

 

Ho l'estensione del mio desiderio

e tu non ne hai,

ti muovi solo dove stai andando

senza guardare la mano che muovi

e crede di possederti quando ti sente che

da lei spunta la sostanza che

si eleva.

 

Disponi il tuo scorrere a quel che scrive, lui

solo sa nascondersi,

avvolgere la novità, impoverirsi.

 

Dimostra solo una reiterazione

stanca.

 

Poesia

allontanami da te.

 

Ars poética. Intemperie (1977)

 

Que cada palabra lleve lo que dice.

Que sea como el temblor que la sostiene.

Que se mantenga como un latido.

 

No he de proferir adornada falsedad ni poner tinta dudosa

ni añadir brillos a lo que es.

Esto me obliga a oírme. Pero estamos aquí para decir

verdad.

Seamos reales.

Quiero exactitudes aterradoras.

Tiemblo cuando creo que me falsifico. Debo llevar en peso

mis palabras. Me poseen tanto como yo a ellas.

 

Si no veo bien, dime tú, tú que me conoces, mi mentira,

señálame la impostura, restriégame la estafa.

Te lo agradeceré, en serio. Enloquezco por corresponderme.

Sé mi ojo, espérame en la noche

y divísame, escrútame, sacúdeme.

 

 

Ars Poética

Traduzione: Erika Reginato, 2011

 

Che ogni parola porti quello che dice.

Che sia come il tremore che la sostiene.

Che si conservi come un palpito.

 

Non ho da dire decorata falsità nemmeno da mettere tinta dubbiosa né aggiungere

lucentezza a quello che c’è.

Questo mi obbliga ad ascoltarmi. Ma siamo qui per dire la verità.

Saremo reali.

Voglio precisioni terrificanti.

Tremo quando credo che mi falsifico. Devo portare in peso

le mie parole. Loro mi possiedono come io le possiedo.

 

Se non vedo bene, tu dimmi, tu che conosci la mia bugia, segnalami

la calunnia, rinfacciami la truffa.

Ti ringrazierò, sul serio.

Impazzisco per corrispondermi

Tu sei il mio occhio, aspettami nella notte

e scorgimi, scrutami, sbattimi.

 

YOU

 

Tú apareces,

tú te desnudas,

tú entras en la luz,

tú despiertas los colores,

tú coronas las aguas,

tú comienzas a recorrer el tiempo como un licor,

tú rematas la más cegadora de las orillas,

tú predices si el mundo seguirá o va a caer,

tú conjuras la tierra para que acompase su ritmo a tu lentitud de lava,

tú reinas en el centro de esta conflagración

y del primero

al séptimo día

tu cuerpo es un arrogante

 palacio

donde vive

el

temblor.

 

Tu

 

Tu appari

ti spogli

tu entri nella luce

tu risvegli i colori,

 incoroni le acque,

tu cominci ad attraversare il tempo come un liquore,

finisci il più accecante dei lidi,

tu prevedi se il mondo andrà avanti o cadrà,

tu evochi la terra per far corrispondere il suo ritmo al tuo lava lenta,

tu regni al centro di questa conflagrazione

come un uccello immobile

e dal primo

il settimo giorno

il tuo corpo è un arrogante

palazzo

dove vive

il

tremore.

  

Cadenas Rafael (Barquisimeto8 aprile 1930) è un poeta e traduttore venezuelano. Per molti anni è stato docente presso l'Universidad Central de Venezuela. Ha ricevuto il Premio Letterario Nazionale (1985), il Premio Letterario Internazionale Guadalajara (Messico, 2009), il Premio García Lorca (2015) e il Premio Cervantes (2022), il più importante premio letterario in lingua spagnola. Tra i suoi libri di poesia e saggi si trovano: Cantos iniciales (1946), Una isla (1958), Los cuadernos del destierro (1960, 2001), Falsas maniobras (1966), Intemperie (1977), Memorial (1977.2007), Amante (1983.2002). Amant (2004), «Amante» . Lover (2004, 2009), Dichos (1992), Gestiones (1992). Premio Internacional Juan Antonio Pérez Bonalde, En torno a Basho y otros asuntos (2016), Contestaciones (2018). Tra i suoi saggi: Literatura y vida (1972), Realidad y literatura (1979), Apuntes sobre San Juan de la Cruz y la mística (1977, 1995),La barbarie civilizada (1981), Anotaciones (1983), Reflexiones sobre la ciudad moderna (1983), En torno al lenguaje (1984), Sobre la enseñanza de la literatura en la Educación Media (1998).

lunedì 1 maggio 2023

Armando Bertollo (ne scrive Sergio Zanone)


 Caro Armando

 

Leggendo Volumi immaginari (Anterem 2023) parmi sentire il profumo del fieno, del timo, del ciclamino e della menta selvatica. Il libro sembra sorgere in una notte disperatamente chiara, tra il flebile chiarore dei raggi lunari che filtrano attraverso i rami e le foglie dei faggi e dei noccioli, nella tiepida solitudine di piccole ore estive in una notte  di mezza estate. Notte di San Lorenzo? Occhi infinitamente desideranti si protendono nell'oscurità verso il vuoto del cielo, mentre le misteriose forze che abitano il sottobosco  generano ombre, fantasmagorie, sogni e visioni … generano, propria-mente,  il terrore della perdita, il dissolvimento  della  propria mente. Il testo è  una selva  ove lo sguardo  consuma, letteralmente,  il cuore e le ore , delizia (Aulo Gellio: Noctes atticae) e condanna. (Polziano: Sylva in scabiem) Immagini insonni e fuggitive  come  formiche, grilli, lucciole, farfalle notturne, pipistrelli, lucertole … le parole (i segni- parola) lasciano la presa (del significato), abbandonano le spoglie come  gusci vuoti ...  trasmutano, si sciolgono  in frammenti ricombinanti,  si rivestono  della novità  in un utopico e leggiadro Teatrino della scrittura. Tuttavia, volgendosi reciprocamente e donando la propria morte (Derrida),  creano  volumi, generano  spazi,  formano  ponti  (e non solo nella medesima pagina). Un reticolato di relazioni in filigrana si estende fra le pagine del libro abbracciando  una vita intera: una summa, in-somma: Zizek, Klee, Nono, Duchamp ... Ecco,  nell'incontro con gli altri, con l'Altro,  le parole rasentano la Fede – la toccano senza trattenerla (Noli me tangere: vicino al Credere) nell'esperienza trascendente e segreta  della trasfigurazione  (l' incontro con il divino)  per poi lasciarsi  andare  nuovamente libere  alla deriva. Il vassoio di cristallo  è l'immagine di un tabernacolo : Maria (Vas spirituale / Vas honorabile /  Vas insigne devotionis: dalle Litanie della Beata Vergine) offre il corpo di  suo figlio, Gesù  ( il Cristo)   alla clemenza ( clementine) del Padre mitigandone l'ira,  per  la salvezza del mondo (L'affondo del calabroneTra-gico        tallone    d'ira):    si gioca forse  impunemente con il fuoco, con le parole , con l'essenza delle cose? E non è forse anche  il ciclamino un “piccolo utero”? L'interpretazone del testo verbovisivo  oscilla  tra   una  pluralità  di livelli, di piani, di volumi immaginari, appunto, che si compenetrano a vicenda: la natura morta, letteralmente, (Still life: il vassoio di frutta  con  il libro sopra la tavola)  si trasforma  in atto di fede (la  genesi del Mondo, la caduta,  la sua redenzione attraverso  la genesi della Parola: Eva … del frutto il profumo, Maria , il Verbo suo figlio  –  Gesù è  in croce, il   cuore  dimora  vicino al Credere , le braccia sono distese verso il  mondo,  i piedi sono sovrapposti, in-somma). Sono  tra di loro incommensurabili il linguaggio della Fede e quello della Natura? Oppure la Natura stessa, come dice S.Giovanni della Croce nel Cantico spirituale, funge da mediatrice narrando la Gloria di Dio al mondo e parlando di noi a Dio: un abisso grida all'abisso al fragore delle tue cascate? Il brulicare della vita - l'Adamo -  un impasto di piccoli caratteri mobili-  nobili? O forse anche meno nobili, non importa: il testo si confronta con l'antica scuola della retorica (Aristotele, Frontone, Cicerone, Quintiliano) e della magia . Sinestesie. Qualcosa ac-cade, precipita dall'alto, ti colpisce alla testa come una tegola, o come lo schiaffo del maestro Zen: è il Koan del risveglio, l'onda sonora del volo del calabrone  che affonda nello stagno – l'haiku della rana –  re nudo:  l'innocente  semplicità della vita che si sacrifica  (l'Imperatore della   favola di Andersen “I vestiti nuovi dell'Imperatore” , viene  invece deriso  per la sua vanità quando si mostra al popolo). La caduta rompe la regola, esce dal recinto dell'orto-dossia, modifica la grammatica e la sintassi in un gioco (di squadra, di riga, di compasso)

 

                                                               eminentemente serio,

                                                               tremendamente reale,

 

 

soprattutto quando la parola (segno-parola)  si isola e ti inchioda nella solitudine del deserto bianco.

 

Ecco, questi sono solamente alcuni esempi di lettura del tuo libro; il lettore troverà da solo la via del Tao  seguendo il filo della propria immaginazione, poiché il risveglio  è, come la morte, un evento  unico e singolare, oscillante tra il sapore ed il significato della parola:

 

Il sapore della parola

Il significato della parola

palato

pa(r)lato

te-gola

re-gola

desiderio

volontà

orto-

dossia

 

  Z.S. 22/04/2023