venerdì 20 maggio 2011

V.S. Gaudio



Non si è mai abbastanza colti per entrare nelle stanze di V.S. Gaudio, nome di gioia e nom de plume, forse, dal volo ondivago, cui riconduce la radice sanscrita plu, appunto, e puma, anche, felino sornione sul picco selvatico e metamorfico istrione, serissimo nel tener conto d'ogni congiunzione, diversione e quadratura astrali, nel legare l'uno e i molti nella bacinella archetipica, così che "egocipita" e "miocinetico" inchiodino entrambi, per falsa etimologia, l'ego gaudente del dio schizzato o del suo supplente, che, quando scrive, sogna e batte in testa come i motori a scoppio nella giostra fuorigiri del mondo, che vuole pluriverso e a "zig zag" secondo il metodo postgalileiano, posteuclideo e dunque tutto spinto nel quanto heisemberghiano e nel dove, anche metaforico, che in questi inediti veste Rorschach, annunciato in un rimbrotto affettuoso per il compleanno di Antonio Spagnolo, sodale nel gioco prospettico. Nelle Tavole d'amore di Rorschach, inedite come le più recenti mirabilia gaudiane, l'untore si cimenta con i semi linguistici, li stana per la gemmazione dei pilastri del mondo o così pare, in epigrafe, perché invece, nel passo successivo, rimane nell'acrostico, nell'acrobatico, senza eccessi, per lui, s'intende, e comunque non nell'acritico, laddove fa la tac al test, ne evidenzia le crepe ed anche, sulla scorta delle "nuvole di Stern", i contorni troppo nitidi delle macchie, per altro simmetriche all'eccesso, a suo dire. Ma il bello, a mio dire, è che malgrado l'armamentario cerebronico, più tenue qui che altrove, invero, e il paratesto, nonostante la sfida sfingica e l'elefantiasi citazionista del flâneur, Gaudio è un poeta importante, seppur ignorato dalla casta, uno che sa e opera per la salvezza degli alfabeti, in modo "intensivo più che estensivo", capitalizzando l'indoeuropeo con Derrida, due sentieri che si biforcano sullo sfondo di una malinconica vacanza al mare, con i suoi "azzurro pastello", i gialli sorprendenti e le "notti inquiete", gli stessi colori, le stesse emozioni che leggiamo, noi che amiamo la vita, nelle tavole di Rorschach.




TAVOLE D'AMORE DI RORSCHARCH

▪[Per i quadarari nel gergo ammašcânte, il solleone, il 21 luglio, è ‘u justrusu vrušènte. C’è qualche motivo solare se “vrùa”, il “grano”, il “frumento” o “contenuto del campo”,sia in qualche modo la radice di “vrušènte”, “che brucia”; “vrišowu” non può che essere “oro”.Per questo “justra”, che è archetipo sostantivo di “justrusu”, “giorno”, è “lira”, “soldo”. C’è una verità archetipica:”vr”, da cui “vrnoti” e anche “vrj”, in sanscrito, è lo schema verbale di “circondare”, “scegliere”, “selezionare”, “amare”. ‘Ndu justrusu vrušènte, allumarunu ‘a muccusa: Antonio Spagnuolo, V.S.Gaudio, Ernest Hemingway, e rupu: Beppe Grillo, Bruno Ganz, Robin Williams e Charlotte Gainsbourg.]▪




Forse scivola ancora il numero
ma nelle Tavole di Rorschach
non ci sono sere per tendere varianti
né una falda del cigno o l’Angelus
civettuolo della sera, in questo nostro mese
nell’unghia l’estate dobbiamo spostare
per tirar fuori ferite indifferenti
o tornare agli anni della luna
con un taglio in fondo alla stanza
a trafugare la riga del nome

ci fosse stata nella I tavola
una bocca di coccodrillo con il suo occhio
che è un colpo di scena o quantomeno ha in sé
l’essenza solare dell’acacia
per lasciar passare D , Dd come risposta
di dettaglio raro, là dove c’erano glicini
o soltanto orme, scansioni, segni
che restano sospesi nel quaderno di un’ora

e nella VI tavola, oh , là c’è
una farfalla che tra D e F
va a finire che per quella piccolissima sporgenza
una testa di serpente venga ad annunciare
la calma dell’insonnia, i travasi dell’orizzonte
o anche i bottoni del meriggio
ma allora sono zampe di un animale che corre,
forse pure una testa di lumaca ancor meglio che l’altra
è gioia costringere i sogni a farsi
nube corrosiva o farfalla controluce
se è vero che vibrano segreti
che cos’è allora che si fa avido come un ragno
se non quello che nella IX tavola
tra cascata e sole, un cannone e una tartaruga
e qualche inganno, l’enigma da schermo in monocordio
l’eco variopinta per la lingua
sai cosa c’è dentro il lampo di luglio
la carne, la ventura, i clamori
un ditirambo stanco di cantare
una melodia impaziente
alfabeti con cui declinare lo spazio delle ginocchia
beccare le cosce intanto che l’altalena
o la malinconia all’improvviso sussurra
un poema impunito che non piega
l’ombra delle sue lunghe gambe, non è
ancora quello il ritmo, né impaziente né attardato
c’è sempre qualcosa del tipo M più intensivo
che estensivo con questa affettività così culturale
e un po’ depressiva questa malinconia climaterica
le mille intemperie della mente
gli intermezzi delle memorie dov’è che forse scivola
ancora il numero fino a scomporre
quasi ad ottunderlo il passato più recente
negli anni della luna, c’è davvero l’Angelus civettuolo
della sera a luglio sullo sfondo il candore delle cosce,
i castighi, i silenzi, le lenti ormai ingiallite
con cui scrutiamo archetipi sostantivi
e con un sussulto lo schema verbale come i suoi fianchi
ribalta la gabbia ove più nulla ha suoni o soffi senza velo

in fondo alla stanza tra l’altalena
che è la scrittura improvvisa del pendolo
l’estate ha ritmi di schiena e di polvere,
tra danza e tenerezze compiante
luglio, lo sai, affonda nella rete del mattino
ferite brevettate, profumi a nodi, prima di
moltiplicare la luce che già a trenta gradi
dall’alba ha la fretta del respiro per la declinazione
sempre alta che simula la solitudine che due ore
innanzi è istantanea e immobile come il silenzio
è questo il momento in cui l’esistenza scivola
fra cancelli domestici, tentiamo indifferenze
per capire il respiro di tante notti inquiete
quando la piega dell’ombra che ha le sue lunghe
gambe ha l’inquietudine di un nome
troppe volte reciso
a luglio in questo cielo che rimane sempre
all’alba puoi scomporre la nostalgia dei gabbiani,
le trasparenze dell’orizzonte, saccheggiare
con un taglio i sintémi del tuo oggetto a
perché è allora che il fotogramma si fa immobile
mentre precipiti a riempire
il mondo che sparisce,
non è, vedi, la III tavola in cui
l’inverno segna passi e sorrisi
e accumula presagi nelle impronte
per spiegare nei versi gli intermezzi della storia

ci fossero state più forma (F) che M motus
un motus partis parvae (Mp) e non un motus rei(Mr)
a luglio la forma color (FC)
e allora la I tavola è una farfalla,
la II due orsi che ballano,
la III due uomini che ballano,
la IV un pipistrello
e la V proprio ancora come una farfalla
in modo che tutto sia Ban (Banale)
e tutto A, risposte a contenuto animale,
tanto che così fatto il test
te ne saresti davvero andato a trafiggere
nel cielo alcuni azzurri pastello
anche se quel ragno della III tavola
segna passi e sorrisi dell’inverno
che è speculare a luglio, come se fosse
una sua latitudine dell’emisfero meridionale
l’Angelus civettuolo della sera
sullo sfondo il candore delle cosce
i castighi, i silenzi, le lenti ormai ingiallite

fosse stata invece la 22a rivoluzione solare
F.
la forma determinante impressioni
in movimento
con stabilità affettiva
non comunica
M. stesa in flessione
in estensione stitica
con dolore inguinale
difficoltà di coito in delirio
all’ora di risonanza relativamente
umana
l’avresti davvero incontrata alle 4 su
per l’eclittica quando cade il sole
nel blocco, è lo choc
vuoto affettivo senza varietà di idee
oggetto svariato, non processato in
successione
poche M
o incontrarla in catena egoistica
affissa
cartellone da strappare
lucciola
pesce pelagico
vorremmo dire cono crepuscolare
con leone che sonnecchia
in silenzio quando squartano il cielo
inizia la caccia
è solo1

o quella in cui l’oggetto sempre più
inesorabile e inafferrabile ma eternamente
versatile e reversibile nella rivoluzione solare
dei quarant’anni in cui il cocchiere scende
per godere di Moudron come se fosse Belenos
traccia cancellata aveva doppiato
l’esserci di Anne Frank in Amy Bellette di Philip Roth
e chissà se non c’è il “Touch” della Bibi Andersson
che potrebbe essere passata al tuo meridiano
perché è questo tocco, questa densità del toccare,
questa qualità frattale, somatognostica, del touch off
che, regola della seduzione, irrompe sotto forma
di un gesto, di un segno, di una forma,
inciso sintagmatico di una sequenza, punto temporale
alterità sovrana e fatale della 40a rivoluzione solare2
fors’anche l’Angelus civettuolo della sera,
sullo sfondo il candore delle cosce,
i castighi, i silenzi, perché è lì che scivola
il numero e tu vorresti tornare agli anni della luna
a trafugare la riga del suo nome

sarà per questo che potrebbe essere il reattivo con figure
di nuvole di Stern3 dentro il lampo della rivoluzione solare
a penetrare, a graffiare la carne, la ventura, i clamori,
leggera flessibilità tra forma e reale,
di qua il disegno più intuitivo
di là quello più enumerativo in sillabe qualsiasi
lasciando il tempo aggrovigliato
da un angolo di periferia
faremo le due catene sagittali sinistre,
nel reattivo miocinetico di Mira y Lopez4
tanto che centreremo un’egocipeta sull’eclittica
come se fosse in pieno inverno in reversione,
ogni nostro zig zag corrisponderà alla torsione
assiale dell’orizzonte, laggiù a sceverare le sue deviazioni
assiali da giuntura a giuntura nel profondo
fino a che dopo la pioggia che adesso arriva
spesso a luglio disegno sul confine della scogliera
seminuda la sua toppa a scacchiera
selvaggia spegne il coltello delle tue,
delle nostre parole

[Delta del Saraceno, 19-20 luglio 2010]


1. Cfr. V.S. Gaudio, La 22aRivoluzione Solare, Milano 1974:pagg.38-39.
2. Cfr. V.S. Gaudio, La ragazza di Göteborg e Bibi Andersson, in: Idem, La Ragazza di Göteborg, © 2006; vedi anche in Alessandro e V.S.Gaudio, Del senno di poi è colmo il fantasma,in : http://www.lunarionuovo.it/   n.30, gennaio 2009.
3. Cfr. W. Stern, Cloud pictures: a new method for testing imagination, “Charact. and Person.” n.6, 1937. Si tratta del metodo costitutivo delle nuvole di Stern, che critica il Rorschach perché utilizza macchie a contorno troppo ben definito e figure simmetriche.
4. Il metodo miocinetico di Mira y Lopez (cfr. E. Mira, Myokinetic psychodiagnosis, “Proc. Roy. Soc. Med.”n.33, 1940) è stato oggetto di molti lavori in America del sud in cui è molto utilizzato.


V.S.GAUDIO, saggista, poeta, esperto di giochi, testologo, articolista pataludico e titolare di rubriche per 15 anni della Walt Disney Company; ha pubblicato La 22aRivoluzione Solare (1974), Sindromi Stilistiche(1978), Lavori dal desiderio (1978), L’ascesi della passione del Re di Coppe (1979), Lebenswelt (1981), Stimmung (1984), Hit Parade dello Zodiaco (1991), Manualetto della Manomorta (bootleg 1997),Oggetti d’amore (bootleg 1998); giornalista freelance dagli anni settanta, ha lavorato per le testate dei più grandi gruppi editoriali; tra l’altro, è stato il primo a produrre test non solo per un quotidiano (“La Stampa”)ma anche per un quotidiano sportivo (“Corriere dello Sport”); ha fatto anche satira per “Linus”, “la Repubblica”,”Tango”. Per le condizioni generali inerenti l’editoria libraria,ha deciso di non pubblicare più libri; non ha mai partecipato a qualsivoglia premio letterario. Torinese e romagnolo d’adozione e di formazione, vive solitario sibarita nel Delta del Saraceno nell’habitat di cui all’ascendenza Steiner-Parrot. Di questo autentico fenomeno della nuova classe di J.K.Galbraith, oltre che la radicale sindrome ipoparatiroidea che è il suo plutonico distiroidismo, vanno ricordati alcuni suoi amori (fatta salva la considerazione che, non essendo il poeta un aspirante Custode dell’Antologia, alcuni nomi di grande fama omessi non vanno ritenuti, per tale momentanea omissione, a delectatio morosa irrilevante): Ileana Ongar, Ludmilla Tourischeva, Veronika di Musil, Roberta di Klossowski, Chandra Cheeseborough, Miss Martinguhing, Georgina Spencer, Durka Tiskj [la gru di Anaheim], Amy Smart, Aurélia Gurmadhi, Bridget T., Kathy Goolsbee di P.Roth, Aurélia Pedregoso, Plousia Mekuon, Valérie Andesmas, Lol V. Stein.

31 commenti:

  1. Dalle mie "Tavole di ROrschach" edito elegantemente nel 1997 hai violentemente estratto il subconscio per arricchirlo di straripanti metafore. L'inconscio è il luogo della poesia, che si affaccia alla parola per dirla nelle sue meravigliose sfaccettature di colori.Nelle tue vertigini poetiche riesci a donare ancora una volta la fantasia delle illusioni e le visioni, per me ormai lontane, della giovinezza. Tutto in equilibrio . Mille auguri - Antonio Spagnuolo -
    http://poetrydream.splinder.com

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  2. PLU VS PLUS
    Stefano, tiri dentro la radice sanscrita “plu” per il “volo ondivago” e allitteri il “puma” tanto che centri uno dei miei amori, PLOUSIA MEKUÓN, che, appunto, è la tuffatrice patagonica di cui alla mia Stimmung con Antonio Verri sulla cugina saracina di Aurélia Steiner: Plousia Mekuon, la Mulacchiona d’Utranto [cfr. “Incroci” n.20, Bari, luglio-dicembre 2009, consultabile anche online in pdf:→ http://incrocionline.files.wordpress.com/2010/09/indice-ragionato-e-scelta-di-testi-20.pdf
    da pagina 11 in poi]. Ma, con “plu”, ci si connette anche a “plus” che è “bruciare”, “strinare”, schema verbale che fa da specchio all’ammâšcante “vrušènte”, “che brucia”…tanto che sarà per questo che il poeta in questo periodo sta un po’dentro “Set fire to the rain” di Adele[→ http://www.youtube.com/watch?v=VK4TwstB2AM ]?
    OT(Off-topic)
    Detto, tra noi e il fuori tema, ma non dimenticare che siamo non solo nel test di Rorschach ma anche in quello di Stern e di Mira y Lopez, quel felino che è il puma , tra solleone e amori, mi fa pensare alla “tigre” che, in sanscrito, beh, sveliamolo, è …”vyāghra”[ lo svelo forse perché mi è rimasta appiccicata la Littizzetto di stamattina a Radio Deejay che chiacchierava su Dominique Strauss-Kahn che, forse alimentato a “vyaghra”, è bastato che l’animale tirasse il guinzaglio e uno dei potenti della Terra, è naufragato(acqua→plu) o è bruciato(fuoco→plus) nelle fiamme dell’inferno nero?Ma, poi, perché l’attrice torinese ha chiuso il “paragrafo” con Fassino? C’è un tag che accomuna i due politici oltre all’ascendenza francese dei torinesi?Ah, quel “dispositivo di sessualità” di Michel Foucault!?]…

    v.s.gaudio

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  3. La Littizzetto è stato ieri che l’ho sentita alla radio(ieri il commento non s’appiccicava...).

    v.s.gaudio

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  4. Caro Pluplus, mi pare che anche senza tigre sanscrita, tu tiri il can per l'aria meglio di B&B, che dorme con 108 plut-taniche ex barbone (ma depilate) ex modelle ora topole di Berschach, near miralanza, ma impludiche, e focole, anche, ma non focolarine.

    un saluto ad Antonio, che certo manca su Blanc: dovrò presto rimediare.

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  5. A proposito di Charlotte Gainsbourg, volevo postare lo stesso commento che ti feci in “poetrydream” a luglio dell’anno scorso(http://poetrydream.splinder.com/post/23045473/proposta-n-209/comment/62352694#cid-62352694 ) : ma, poi, visto che io mi riferivo al suo splendido deretano di cui a un fotogramma dell’”Antichrist” di Lars von Trier, e visto il casino che il regista danese ha fatto a Cannes, non è sorprendente questa sincronìa, mi chiedo: che rapporto c’è tra la tua poesia, il d. assolutamente da solleone di Charlotte Gainsbourg e le longitipe ectomorfe alla F.Hardy, alla Jane Birkin, per le quali la tua libido, in quei favolosi anni Settanta di piombo, diventava di plastica?

    Simona Pisani

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  6. A proposito di Charlotte Gainsbourg, volevo postare lo stesso commento che ti feci in “poetrydream” a luglio dell’anno scorso(http://poetrydream.splinder.com/post/23045473/proposta-n-209/comment/62352694#cid-62352694 ) : ma, poi, visto che io mi riferivo al suo splendido deretano di cui a un fotogramma dell’”Antichrist” di Lars von Trier, e visto il casino che il regista danese ha fatto a Cannes, non è sorprendente questa sincronìa, mi chiedo: che rapporto c’è tra la tua poesia, il d. assolutamente da solleone di Charlotte Gainsbourg e le longitipe ectomorfe alla F.Hardy, alla Jane Birkin, per le quali la tua libido, in quei favolosi anni Settanta di piombo, diventava di plastica?

    Simona Pisani

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  7. I testi di Antonio Spagnuolo soggetti alla Stimmung sono: Tavole di Rorschach, Portofranco 1997 e Dieci poesie d’amore, Altri Termini 1987.

    v.s.gaudio

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  8. sulla questione deretano d'ectemorfa, conto che risponda il diretto interessato :-)

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  9. L’ORECCHIO CON UNA VOLUTA IN PIÙ,L’INDICE DEL PONDUS DI CHARLOTTE GAINSBOURG
    E IL DANTE DI MANDEL’ŠTAM E GOMBROWICZ

    C’era un mio amico poeta che mi diceva che la vita su qualsiasi isola,a Malta, a San Pietro(l’isola tabarchina della Sardegna), a Capri,ma anche a Taranto, per come è tenuta tra il Mare Piccolo e il Mare Grande, scorre in una aristocratica attesa. Non è priva di fascino né di inconvenienti. Comunque sia, tutti sono continuamente occupati, tengono la voce un poco più bassa e diventano un po’ più cerimoniosi di quanto non sarebbero sul continente, oppure a Lecce o a Bari, con le dita allargate delle loro strade e con la loro libertà negativa. Un po’ come diceva Osip Mandel’štam, sembra che il padiglione dell’orecchio si affini e si arricchisca di una voluta, tant’è che cresce il fabbisogno di setole, guarnizioni, filtri., e il bisogno continuo di usare l’aspirapolvere, e anche il bisogno di antistaminici! Non so che rapporto ci sia tra il solleone di Charlotte Gainsbourg e l’indice del pondus di sua madre, quando aveva la stessa età che ha lei nell’Antichrist, posso solo dirti che, essendo le tipe, appunto, ectomorfe longilinee, l’”indice del pondus”, per quanto esso abbia una semantica spettacolare intensissima, non può che essere compreso nella forchetta dell’indice “medio”(27-31) se non “debole”(32-36), che è speculare a un “indice costituzionale” che per le ectomorfe, come ben sai, è sempre sotto 50.00, se, beninteso, sono longilinee. Per riandare a Mandel’štam, a me i dantisti mi fanno venire in circolo l’istamina, e allora mi rileggo il suo “Discorso su Dante” e ritorno a galla…Poi, quando non ne posso più, è il pamphlet di Gombrowicz(contro Dante) che mi risveglia quello che, nel suo “Cosmo”, è il Berg…
    v.s.gaudio

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  10. LA PIAZZA DELLA PUPPORONA DI GIUSEPPE FAVATI
    A proposito del “deretano d’ectomorfa” di cui a S.Pisani e a S.Guglielmin, la beffa su Twitter fatta al sindaco di Milano per via della moschea abusiva in via Puppa nel quartiere di Sucate, mi riporta alla scheda che il compianto GIUSEPPE FAVATI, il mitico redattore capo de “Il Ponte”, ha ne “L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti”[Anonimo del Gaud, © 1999-2002]:

    □ QUEL BOOBS-BANG DI PIAZZA DELLA PUPPORONA
    "Il poeta, famoso non solo per aver ottenuto nel 1970 il Premio Mugello-Resistenza ma anche per la toponomastica della loro città, non fu assassinato nei pressi del Ponte, né sotto,né sopra: il corpo(in verità, i resti) del vecchio scriba fu rinvenuto tra Via all’erta mammella e Piazza della Pupporona, non si sa ancora se nel Canto de’ biblici seni stuporosi o proprio in Corso Bellosguardo ancorché strabico. Firenze,lo sapete anche voi, non è Madrid, dove, come testimonia Gomez de la Serna, i seni hanno la bellezza breve dei seni vivacissimi, anche se in Via all’erta mammella c’è un viavai di seni di francesina, che sono,oltre che belli, alteri e di una soavità indicibile, anzi c’è chi riferisce che l’”erta mammella”, essendo situata tra Piazza del Duomo,Palazzo Medci-Riccardi e Piazza S.Lorenzo, o Piazza della Signoria, Chiesa di Orsanmichele e Galleria degli Uffizi, fa accorrere tutti a radunarsi intorno alla scena di meravigliosi seni alla parigina davanti ai quali bisogna saper tremare. La soavità altera dei meravigliosi seni alla parigina, che è spettacolo primaverile in Via all’erta mammella, non si può dire che sia abituale ostensione in Piazza della Pupporona, dove, si narra,apparvero i seni della moglie di Lucifero, 'i più rimbombanti che siano esistiti’, i più grossi Big Melons mai apparsi in una piazza seppur d’arte”.□

    Che ne dite? La poesia è un’altra cosa. Altro che beffe così pacchiane da web…Per chi volesse dare un’occhiata alla “Toponomastica della corporalità femminile”(a cura di un vecchio scriba) , può rinvenirne la testimonianza in : “Ragioni e canoni del corpo”,a cura di Luciano Troisio, Terziaria Asefi, Milano 2001:pagg.84-85.

    v.s.gaudio

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  11. non a caso, anche Troisio sarà presto di nuovo ospite di Blanc, col suo mammelloludico "Papera Omnia".

    sul testo di Favati, lieto che sia apparso qui, come la madonna dei poeti, sul suo boobs-piedistallo

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  12. (tra parentesi): informo i commentatori che, se non appaiono i commenti, tanvolta è perché il bolg li legge come spam.

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  13. Nella poesia di V.S. Gaudio c’è sempre in atto almeno una delle proposizioni della teoria di Jakobson: 1) una definizione linguistica della poeticità ; 2) una definizione del ruolo sociale della poesia; 3) una descrizione del processo empirico dell’azione poetica. Insomma, si può dire con Cristophe Hanna che è sempre contro la “poetica del gingillo”!
    Gliel’avevo scritto tempo fa come commento su un altro blog, ma forse non se n’è accorto, sa come sono i poeti, quando vedono il web fanno finta che non ci giocano e poi farebbero chissà che cosa pur di apparire!...
    Marco Malaguzzi

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  14. Trovo ancora straordinario il fatto che si possa definire così la mia poetica…Pensi che ero abituato ad avere amiche come Nadia Campana, che, alla mia poesia(era un po’ più giovane di me, eravamo negli anni di piombo), preferiva i versi morbidi dei poeti della “parola innamorata”, insomma tutta quella schiatta di figli e figliocci di Raboni, che l’Anonimo del Gaud, nel suo L’Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti, la sistema ineffabilmente..anche ignorandola in molti casi!
    Nadia Campana, sono ormai più di 25 anni che è scomparsa, è quella che tradusse, forse per prima, Emily Dickinson(Feltrinelli,qualche anno prima che si suicidasse), e che, quando la conobbi, si chiamava, e veniva chiamata, “Nadiella”(è questo il nome che risulta all’Anagrafe di Cesena); fui io a darle il nome “Nadia” nella nostra primavera del ’79 tra Milano e Bologna[cfr.:V.S.Gaudio, Le scarpe di Nadiella, “Lunarionuovo”, nuova serie n.12, maggio 2005; e anche: Idem, Il tempo ha informazioni banali, www.lastanzadinightingale.blogspot.com gennaio 2010].
    Mi perdoni, Malaguzzi, se, nel risponderle, lei mi fa da perno(mai dire “pierno” altrimenti l’omonima poetessa, che apprezzo molto, potrebbe sentirsi “chiamata”…)per ricordare chi mi fu profondamente amica.
    v.s.gaudio

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  15. La poesia di Giovanni Giudici in quadratura con Zanzotto

    Vuesse, a proposito di Giudici(che è venuto mancare l’altro ieri,cfr. qui post successivo): nell’”altro specchio dis’Astrologia”, nel testo impossibile con Max Jacob, non lo mettesti in “disaccordo” con Pennati e in “quadratura” con Zanzotto? Ma la cosa più originale era che arrivasti, sì, d’accordo con Max Jacob, vallo a dire a qualcun’ altro, a dare come base della sua poetica due aspetti:la congiunzione Rousseau-Trakl e l’opposizione con August Stramm. La legenda degli aspetti tuoi inerenti lo stile del poeta o la poetica erano in merito:la congiunzione=contrazione o gratificazione di atti specifici del particolarismo; l’opposizione=contrazione o gratificazione di atti diffusi dell’universalismo. Riprendo tutto, è naturale, dal tuo testo di satira, fatto usando un testo di Max Jacob: “L’altro specchio dis’Astrologia” di Max Jacob/V.S.Gaudio, “Carte Segrete” n.47, Roma gennaio-marzo 1980.

    P.B.

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  16. @P.B.:

    Se si va per quadrature(ma lo schema connettivo non era da buttare perché per farlo funzionare bisognava riferirsi alla sociologia di Talcott Parsons, tanto per dire), dall’altro lato GIUDICI sarebbe stato in quadratura anche con AMELIA ROSSELLI, aspetto che in qualche modo potrebbe contraddire l’introduzione di Giovanni Giudici all’ IMPROMPTU di Amelia: cfr. A.R., IMPROMPTU, Edizioni S.Marco de’ Giustiniani, Genova 1981. A tirarla giù con questo schema degli aspetti, Amelia Rosselli sarebbe in accordo con V.S.Gaudio[cosa peraltro non contestabile, vista la mia Stimmung AMELIA’S SPRING, “Zeta” n82,Udine dicembre 2007], in armonia con André Breton, in disaccordo con Zanzotto…

    [v.s.gaudio]

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  17. Eccomi. Non potevo mancare a celebrare con sommo gaudio,V.S.
    Bonjour, le poéte.
    Aida Maria Zoppetti

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  18. (Ehm, l'accento acuto si scusa)
    (Spero non sia grave, ma temo lo sia)

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  19. Son pazzi ‘sti francesi! Se è “poétesse” acutizza(il verso?); se è “poète” ottunde( è scemo?). Ma la licence poétique prende l’acuto…come poétastre, d’altronde!Nell’argot, “poète” sta per “parnassien”…
    Comunque, Matisse:
    “Il poeta passava lentamente:
    mutava da accento, ad accento conveniente.”
    [vuesse]

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  20. Rafael Cadenas? Lo adoro!!

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  21. L'Anonimo delle 14:55 lo adora tanto Cadenas che ha sbagliato post, che scuffia!
    v.s. delle 16:24

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  22. gug, dillo. Mi hai mai vista commossa? Mai.
    Ora, invece.
    Dichiaro il 27 maggio giorno della citazione universale.
    Grazie di cuore, vuesse. Per un verso e per molti altri.

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  23. bene per il 27 (giorno di lacrima per eccesso d'empatia. O d'ilarità?)

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  24. LA POESIA DI AIDA MARIA ZOPPETTI:
    IL DISAMORE GIALLO LUNGO IL MERIDIANO DEL CUORE

    Ti commuovi perché la tua poesia è lungo il meridiano del cuore(che è a corrente energetica centrifuga) che si distende; anzi, a voler essere precisi, così deittica e corta è tutta in una mano che viene rinserrata: come se avesse dei punti da toccare, dal punto di tonificazione al punto di dispersione, da quello della sorgente al punto di passaggio. Per restare in tema, o, meglio, nel campo, l’esagramma del tuo stile sarebbe il 33.Tunn, che è il ritirarsi: il cielo sul monte, la forza dell’ombra, e di tutti gli archetipi sostantivi ad essa riferibili,che ascende, la luminosità raccolta, tra l’intelligibilità alta che è la linea intera sopra e la complessità mantenuta tra il codice ristretto del sei all’inizio e la carica connotativa del sei al secondo posto: come se il testo, o l’assetto costituzionale della tua poesia, fosse vincolato “con giallo cuoio di bue”, e il giallo è colore del mezzo e abbiamo quindi la perseveranza del piccolo, che avanza e cresce. Va da sé che, se Flavio Ermini ti avesse inserito in quell’antologia di scritture di fine Novecento, titolata “Ante Rem”(Verona, 1998), avrebbe dovuto metterti nella 4° ripartizione,”La verità frammentaria”, dove sono Corrado Costa, Alberto Cappi, Franco Beltrametti, Massimo Gualtieri, Giovanna Sandri, Edoardo Sanguineti, che, appunto, reca l’introduzione “Per una pratica del disamore” del compianto Gino Baratta.

    v.s.gaudio

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  25. V.S., ricordo il tuo testo di satira sul poeta assassinato, che eri tu, in “Carte Segrete”, era forse il numero 40, verso il 1978. Era una dichiarazione di resa al sistema editoriale e culturale, e allora adesso chi sta facendo il poeta, e in maniera decisamente gaudiana, al tuo posto? O sei resuscitato? E da quando?

    G.Salvatore

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  26. in effetti, VS Gaudio è un bel mistero. Ghost writter di se stesso?

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  27. IL POETA ASSASSINATO E IL PAPPAGALLO SHQIP

    Hai ragione: “Gentile Vicedirettore[Gianni Toti] di “Carte Segrete”,
    V.S.Gaudio è stato fatto fuori. Come ben sa, è dall’inizio del diciassettesimo secolo che l’assassinio di filosofi e poeti è attuato per ridare una certa tranquillità al ns quotidiano. D’altra parte, un tal “poetosofo”(è pregnante l’etichetta di un altro poetomane dei tempi del ns orizzonte, il Gianni Toti del diavolo che, sicuramente, farà la fine di Spinoza, visto come spezzetta il corpo del significante) con un polimorfismo che lo situa tra i deliri dell’immediato di Nietzsche e il rigore cui assoggetta l’Einfühlung di Husserl, non poteva restare a lungo in vita.(…)Thomas de Quincey”(da: “Carte Segrete”n.40, 1978). Ma allora, essendo morto quel poeta, chi cazzo ha scritto, adesso che mi ci fai pensare, la dissertazione sull’ estetica e la teoria dell’andatura, apparsa, a firma di V.S.Gaudio, su “Lunarionuovo”, nuova serie n.15, edizioni Prova d’Autore, Catania aprile 2006[per la precisione: LA MANEIRA DE ANDAR DI SANDRA ALEXIS.Estetica e teoria dell’andatura]?
    Ciò non toglie che Osip Mandel’štam non abbia ragione quando afferma che “Perire per mano d’un Gornfe’ld è altrettanto sciocco quanto morire per colpa d’una bicicletta o del becco d’un pappagallo”[O.M.,”La quarta prosa”, in: Idem, Sulla poesia,Tascabili Bompiani 2003]. Anzi, io aggiungo che perire come poeta per colpa d’una bicicletta senza ruote(importata dall’Albania) sia ancor più sciocco del farsi ammazzare dal becco d’un pappagallo, per quanto, poi, tu possa offrirgli zollette di zucchero e rhum di Jamaica e ascoltarlo con gaudio come va ripetendo in Shqip: “Pa rrotë, pa rrotë”* .

    *"Senza ruota, senza ruota".

    v.s.gaudio

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  28. Non ho pianto e non ho riso, gug La mia commozione non passa per vie così frequentate.
    Guarda. Sto immobile. Respiro lentamente. Auscultami bene: lo senti? 33 33 33. vuesse ha ragione. E che meraviglia il trovarmi all'improvviso accanto a quei nomi che amo.

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  29. ma che girandola di intelligenze passa per questo lido! benvenute a tutte!

    ps. qualora il post non sia più in prima, e vogliate comunque lasciare traccia, lo trovate sotto "maggio 2011".

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  30. Questa è la tagcloud di Wordle randomizzata di :V.S.Gaudio, Le tavole di Rorschach:

    http://www.wordle.net/show/wrdl/3882178/blancdetanuque%3A_v.s.gaudio%2C_le_tavole_di_rorschach

    v.s.gaudio
    p.s.ho paura però che qui cliccando sul link non si vada a destinazione:provate allora a digitarlo!

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