Una poetessa di cui vorrei leggere altre poesie, se soltanto fossero reperibili, e della quale non so quasi nulla, è Raffaella Spera. Praticamente rimossa dalle patrie lettere, ne ho trovato traccia in un'antologia curata da M. Lunetta nel 1981, che scrive: "Una poesia [la sua] il cui punto nodale è il «soggetto» che certe volte vive rigidamente staccato dall'oggetto, divenendo l'unico polo attivo, altre volte va incontro a decentramenti e dislocazioni molto «casuali», di lucidità o di emotività distruttiva o di leggerezza perfino «frivola». Il vissuto è afferrato a brandelli, a frammenti irricomponibili, con febbrile nevrosi. L'angoscia tenta di irridersi: donde un linguaggio saltellante, che spesso si fissa in ossessive elencazioni: tentate quasi come una possibile fuga, una via d'uscita (impossibile), un esorcismo un po' maniacale..."
1.
Come potrei................. dolcemente astratta
dal finestrino del treno capire mimati bambini
..........pronti a carpire
così pazienti così impauriti..... vengono a cercarmi
con calore di cagna... (che inutile collage!)
me futile vanesia snidata sniffata datata
mi risalgo lentamente
............attentamente.......... cupamuta
sul ponte di Angkor ...Vat.. intrappolata
tra le scaglie di drago / maschere spezzate / alberi furiosi
/ strabici templi / la dea millemanimillecuori... mi
rutta in faccia contumelie / serpenti dalle code di pietra /
le lingue si alzano respirano nascosto /
............................................POICHÉ
qui l'amore è libero
né reggiseni né giarrettiere
.................................(donne scaltre come l'ultima
..........................................Thulin)
uggiosamente spalancate, poppe al vento
senza alcuna pretesa di narrazione-statistica-critica
schivano tutte le...
..................................e tu?
in una solida norma di deliri falliti
gli occhi sigillati (fili delle ciglia nelle orecchie)
(dita arrampicate ai peli della dea)
(sbiancato) (pseudovermizzato)
imbambolato con la faccina di topo
............................................................tu..-
2.
...deserto senza un pugno di erba
materie... prigionie... croste
inutilidisinquietanti ...........(allucinanti) spessori
rumori in una stanza
fasciata di stracci e di sughero
..................il giardino è un fascio di ortiche
rimbalzano piume
schizzano insetti
le serrature sempre più piccole
la sabbia gonfia come cenere:
in questa muta dirczione di ombre/dove
non diventa buio / la duna non riempie Ie braccia
.............................................................je suis malade
.............................................................je vais mourir
fuori del cancello astronomie segnate a carbone
.....in uno schermo ........................................gigante
.......................................................................beffarda
...............................................................incontenibile
........................................................................violenta
con futuro fibrillare
insidiosamente squarcia le gomme
scardina il pipe line
cancella le piste
sventra cammelli assetati
lacera veli neri
.........................ahimè! mancanza assoluta di pietas!
nonostante tutto...
la storia è lunga....... più lunga.... ...grido:
incomprensibile per me e per voi...
«me ne frego — rispondi impassibile — un amico giusto
è il solo privilegio».
Nata a Potenza, Raffaella Spera ha compiuto i suoi studi di Storia e Filosofia a Napoli, dove si è laureata. Dopo una lunga esperienza in Medio Oriente e in Africa, dove per vari anni ha insegnato Lettere nelle scuole italiane all’estero, vive e lavora a Roma. Ha collaborato con la RAI-TV con poesie, servizi e testi radiofonici, ed a numerose riviste. Ha diretto con Mario Lunetta e Dario Puccini una collana di poesia italiana per la casa Ed. Carte Segrete ed ha, per molti anni, curato cicli di incontri fra letterati e pittori.
Raffaella! Chissà cosa farà oggi! Ricordo il San Silvestro di quell'anno; di quando io, davvero alle prime armi, facevo il piccolo editore in erba per conto dell'associazione culturale Nuovo Ruolo. Fui suo ospite, insieme ai torinesi di "Offerta speciale" (Carla Bertola e Alberto Vitacchio), a Gianni Toti e sua moglie e a Mario Lunetta, al quale la Spera chiese la prefazione per un quaderno di poesia che avrebbe poi pubblicato a Forlì con quella associazione. Raffaella, allora, era una donna molto bella, molto affascinante. Abitava dietro San Pietro in un vasto appartamento. E' una brava autrice, sia sul versante più duttile (veicolabile) che sul fronte della ricerca vera e propria. Dopo la pubblicazione sparì dal mio orizzonte. Ricordo che scrissi la mia prima scheda sul suo libro. (Se debbo dir la verità, non ricordo più nemmeno il titolo). Incredibile: la mia prima riflessione su di un poeta. Ricordo che in quell'epoca un'altra Raffaella girava nelle edizioni Nuovo Ruolo: era la Di Ambra, del cui quaderno osai realizzare la copertina. Non erano mica tempi brutti, ricordandoli col senno di poi. Grazie, Stefano, per aver restituito alla mia memoria questo frammento degli esordi.
RispondiEliminaGianfry
Caro Gianfranco è un grande onore che mi fai scrivendo questa preziosa testimonianza
RispondiEliminagrazie a te
gugl
Davvero interessante questa mia sconosciuta conterranea (ma il nome, solo il nome, non mi è nuovo)...
RispondiEliminaUn caro saluto, Stefano
gennaro
ciao Gennaro, difficile che a te un nome sfugga! Se riesci ad avere notizie fresche di questa poetessa, mi farebbe piacere.
RispondiEliminaciao!
gugl
Sei sempre una miniera, una bussola, un fertile arricchimento...grazie...
RispondiEliminaerminia/ossodiseppia
Non l'avevo mai sentita nominare, Stefano, e senza di te mi sarei perso sicuramente qualcosa.
RispondiEliminaVedo di darvi una mano nella ricerca.
fm
grazie. Magari vive ancora in qualche paese del terzo mondo e ha smesso di scrivere da un pezzo.
RispondiEliminagugl
Mi pare difficile, Stefano. Raffaella a quei tempi era una signora elegante, una borghese di sinistra o una radical-chic, come si usava dire. A quel San Silvestro erano presenti anche l'allora direttore dell'Archiginnasio di Bologna e la segretaria della medesima istituzione.
RispondiEliminaTutto può essere, però. Una conversione di vita.
Ci terrei che fosse viva. In quegli anni avrà avuto quaranta-quarantacinque anni: ora potrebbe essere una signora sulla settantina. Ma era proprio affascinante, sul serio.
Gianfranco
se vive ancora a Roma, forse le amiche e gli amici romani che passano di qui, potrebbero dirci qualcosa di più.
RispondiEliminagugl
Io vivo a Roma ma non la conoscevo e non la conosco neanche di nome, grazie Stefano per la miniera sempre aperta e ricca di filoni che ci lasci perlustrare. Quindi purtroppo non posso aiutarvi.
RispondiEliminaVisti i tempi se conversione c'è stata sarà approdata al cattolicesimo di destra, visto pure l'ampio appartamento vicino S. Pietro, che oggi va tanto forte... :o))
Saluto Gianfranco, Francesco e tutti gli amici che da un po' frequento poco anche se in realtà continuo ogni giorno a visitarne i blog.
pepe
ciao Gabriele, guarda che sto ancora aspettando il tuo libro. :-)
RispondiEliminagugl
Mi associo al commento di gennaro "interessante", ecco l'aggettivo che, leggendo, s'è formato nella mente, tutto ciò che interessa muove la curiosità di leggere ancora, di sapere, di conoscere, poi, in genere, chissà di lasciarsi affascinare, come dice bene Gianfry nel suo ricco commento iniziale.
RispondiEliminaEd ora una nota amena, quanti maschietti a commentare costì.
poeta che non conoscevo affatto. bella sorpresa. una riflessione, quando ci mettiamo a discutere di poesia, dei grandi, delle antologie, ecc. e poi ci(mi) mancano nomi (o meglio, poesie) così, mi sento che devo riniziare tutto dall'inizio. e forse va bene propio così.
RispondiEliminaun abbraccio
alessandro ghignoli
scusate: "proprio"
RispondiEliminaag
ciao Alessandro.
RispondiEliminagugl