sabato 18 novembre 2006

Vittorio Reta


il 22 novembre, ore 18,00, alla libreria Feltrinelli di Bologna, sarà presentato il volume Visas e altre poesie di Vittorio Reta a cura di Cecilia Bello Minciacchi, per la nuova Collana di testi italiani contemporanei diretta da Andrea Cortellessa (Le Lettere edizioni).

Visas, unico suo libro, uscì presso Feltrinelli nel 1976, un anno prima che egli si suicidasse. Era nato a Genova nel 1947. Alcune sue poesie le trovate in Parola plurale (Sossella editore) e in AbsolutePoetry



Anche le montagne si colorano di rosa

anche le montagne s icolorano di rosa dei nodi alla gola
negli angoli di casa tua, tra i muri che si sbrecciano
e i crolli
che lasciano muri alti in cima
senza scale,
una porta sull'aria da dove mi fai vedere il mare,
- quel vecchio stagno, una vasca da bagno - dici
se interrompo i riflessi se cerco di raccorciare l'usura
ti inseguo marcescente con le merci del souk con le montagne di menta per il
tè menthe
(mi scavo i piedi nel fango di questa sporcizia africana)
e mi ricalco nell'immobilità da acquatico pesante, da dopo che mi hai detto
che il tuo animale è il delfino,
che non si può mutare nessuna erlebnis in furore
mi rifaccio in mente cartografìe di curve a punta
metto in disordine le topografie, non prendo niente di vivo
mi parlo da sotto in su, su identità ricostruite, mi strappo



*

Quando rallento i tempi e ti vedo

quando rallento i tempi e ti vedo vorrei coordinare innervazioni di spinte
non spiego le parole e sprofondo fra baratri di consonanti
e faccio una di quelle moltidupli di visioni, come le fai tu
con le barre alla sangue, le evolutive, le parentesi in crick al quadrato
rimetto in piedi una serie di io che vengono giù dal cuore uniti
che si scontrano in viaggi d'inverno per cercarti nelle stradine della medina
con corse ai portali,
se ti ritrovo coincidono anche gli orari delle stazioni de! treni
che dovevano andare via da soli,
che portano a Fez
e mi stendo nelle incertezze.

*

Il cromosoma della violenza è ultra fluorescente invece

il cromosoma della violenza è ultra fluorescente invece
decifrando una nebbia di equinozi nei planetari
muovendomi con la probabilità degli encefalogrammi diventati cine
resisto in agguato mi immagino dietro la pietra lanciata il nostro
embrione
senza respirare, dietro agli occhi un problema di dosaggi
mi programmo il condizionamento della fascia satellite
della molecola della vita
il cromosoma della violenza è un capitolo dell'avventura
che contiene la filosofia dei vaccini
al di là dell'immunizzazione permanente
delle malattie metaboliche, la rivoluzione è

(forse ho già vissuto nel tuo corpo con la testa rivoltata come un polipo)
saboto le urla che si accendono come luminose
intermittenti sulla parola FINE
forse i valori della specie potranno essere accresciuti
si potrà
pensare a commissionarci la fascia
naturale chiamata DNA satellite
lasciare sospeso
il gesto applicato
e perde il suo sangue
la città è qui male illuminata, in disordine,
(ti immagino dimora del fuoco, decifro nel buio i punti grigi l'imboccatura
della tua silhouette)
Perché piangi?
È l'afa dei lacrimogeni, a seconda di come li porta il vento,
accantoni l'infanzia quando occupi una città,
i cromosomi della violenza, come li porta il vento,
i piedi affondano nei tappeti, in un tappeto pelvico strappano
vedi, il tuo gesto alla finestra, che alza un braccio mima un gesto
compiuto prima a 500 m di distanza quando una mano ha raccolto una pietra
perciò hai il volto ricoperto di mappe epiteliali
ti si sono stampate addosso le impronte digitali in una immensa circolarltà

ecco, ora asciugati, senza male le radici
aspetta un poco
una scarica motoria
che faccia rifluire l'eccitazione
prima che venga toccato il punto zero
ecco, vedi, abito questo episodio al punto di non poterlo descrivere
seguendo una curva, piano, di spalle prima che venga toccato il punto zero
molte volte si contrae la muscolatura liscia

l'afa dei lacrimogeni, la biologia di una lacrima,

quel movimento in cui si è trascinati via,
guarda sta per finire
per raddoppiare la parola che ha provocato
guarda, vedi, forse, sanguino.


*

E non avresti affatto voglia di stare coricato
tra parentesi sopra un giornale anche scritto in
caratteri piccoli e devastato così tra una stazione
e l'altra per tutta una notte commerciale
il passaggio in lettiga, ecco sì scorrevo tra due
rotaie le natiche sui caratteri quando si riferiva
no alle espropriazioni di un pezzette minimo del
mondo un tappeto di stoffa di poltrona del
Roma express, intanto non la finiamo più con
la relazione di cadere coricato contro gli infissi
Senza dimenticare quella volta
Subito descrivendo un paesaggio
Prospetticamente parlando a memoria seduto sotto il soffitto
In posizione d’annasto

14 commenti:

  1. due parole 'strane': "annasto" è il modo di fiutare dei cani.

    "multidupli" credo rinvii ai verbi tecnici moltiplicare, duplicare, dunque, "multidupli" potrebbe equivalere a: doplicare molte volte.

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  2. Molto interessanti, anche se dovrò tornare per leggere con più rispetto e concetrazione. Ma credo di aver preso l'essenziale.
    Gianfry

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  3. mi ha turbata molto. anche la storia con la Vicinelli...l'amore per la vita, le scelte "d'indole" corrosive e mortali, inconcludenti. insomma, il Poeta, quello che riconoscerei tra mille, scalza, ve ne accorgete, no??, ogni parametro e valutazione con la sua tragica verità. poi questa, trova sempre le competenze e il linguaggio originale. tragicità e meraviglia che mal si accordano, accodano a questo mondo. infinita tristezza. resiste certo sempre bene e in salute l'arroganza. invece. pace e, chissà, Gioia, agli andati.

    persephon

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  4. la vita presa di taglio, per il deraglio del buon senso; è così, persephon?

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  5. così dovrebbe, per il mio insano senso.

    p.

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  6. Continui il tuo personale album di poeti che hanno avuto a che fare con storie violente (suicidi, manicomi). Dovresti scrivere qualcosa su Beppe Salvia (sempre che non l'abbia già fatto, ma non ho memoria).

    un caro saluto

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  7. Ciao Stefano, leggo domani con l'attenzione che merita questo post e dintorni, poi commenterò.

    Ciao Voc, forse per Salvia vuoi tradire Zanzotto?

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  8. Uno dei (pochi, per me) meriti di "Parola Plurale" è quello di aver contribuito a strappare all'oblio un libro (e un autore) di tale portata.

    R.S.

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  9. su Salvia ho scritto un testo uscito sulla Mosca, un anno e mezzo fa.

    anche per me, Reta è stato una scoperta.

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  10. Confesso che non lo conoscevo.
    In queste poesie me lo sento molto vicino.
    Grazie Stefano.
    pepe

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  11. Ciao Gabriele. uil fattio è che ci sono decine e decine di autori (non noti) meritevoli di essere letti. Il blog serve anche a questo, no?

    ciao

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  12. concordo molto col commento di persephon, e mi chiedo perchè a leggere le poesie dei morti suicidi sembra di scorgerlo già tra le righe il loro destino?

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  13. è vero. ma così capita anche a chi muore per naturale decadimento. il fatto è che la poesia è sempre biografia, anche quando non sembra.

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