venerdì 20 aprile 2007

Alberto Cioni


Le poesie che seguono sono tratte dai "Quaderni di Barbablù", il cui n.23 (Siena 1984) è una piccola antologia con poeti sicuramente da segnalare. Per ora vi invito a conoscere Alberto Cioni (Roma 1957), del quale in rete non si trova praticamente nulla. Scrive Attilio Lolini nella prefazione: "Alberto è magro e (ora) una specie di ragazzino invecchiato: dice cose intelligenti, legge libri veri anche se, poi, trova difficoltà a parlarne: nessuno lo ascolta (e questo è bene).
Nonostante la differenza d'età siamo coetanei e, forse, io, più giovane di lui. Quando c'incontriamo il "mondo" delle lettere svanisce, ci scambiamo opinioni banali, convenevoli. Ma, sulla poesia, non ci facciamo alcuna illusione; né sulle riviste letterarie (che, pure, progettiamo), né sui poeti nostri amici. Abbiamo, credo, chiara, l'insensatezza che muove a queste operazioni. Cioni ha scritto una piccola raccolta: Storie!, che a me è parsa bellissima. Una specie di trattato sulla pietà. Anche il poemetto che qui compare è notevole e ne direi volentieri se avessi (ma non ho) l'armamentario del critico e del prefatore."

1.
Non sfiorare
cogli occhi la pianta
degli occhi degli altri,
alla forma dei piedi
ai calzoni tirati
aggrappati pure,
ma con gli occhi non devi
guardare negli occhi
altrimenti
t'accadrà questa storia
3.

Chi non sa
è un giovane curioso
e scruta a fondo
e a fondo è indagato
(come nell'omnibus di Cortazar)
esercizio di quiete e di misura
pura passione umana perché mobile è
lo sguardo (dio guarda felino)
scacciapensieri nelle sale d'attesa,
trastullo nei condotti del metrò, bricolage
dell'infinite soste,
il giovane guarda
con la furia placata degli sguardi
6.

una scuola o riflessione del guardare
poteva, credo,
nascere solo da noi, nell'Occidente.
Se guardo l'altro, l'altro è mio,
se guardo costruisco terreni di nessuno,
espongo la mia tela,
del vuoto divento padrone, dell'altro
divengo suo schiavo.
Altrove — racconta l'amico —
su rotte algerine, scurissimi uomini scuri
setacciano a fondo quel pozzo ch'è l'occhio,
lo sguardo infuocato. Tu credi violenze,
pugnali degli occhi,
non pensi ad altre misure, ad altre durezze,
cristalli.
7.

Perduti fanciullini che cercate
le strade dell'est con travelcheques rubati,
l'Oriente è più vicino, è dentro casa.
Il carabiniere cieco
ha un bisnonno algerino.

6 commenti:

  1. "I quaderni di Barbablù" sono stati il supplemento ad alcuni numeri di "Salvo Imprevisti", il quadrimestrale di poesia diretto da Mariella Bettarini,uscito dal 1973 al 1992. nel 1993, dalle ceneri di "Salvo Imprevisti" è nato "L'Area di Broca", tuttora gloriosa rivista fiorentina.

    gugl

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  2. sono belle e musicali però non ho capito questo gioco di occhi, se guardare o non guardare negli occhi l'altro che diventa mio o che divento schiavo/a dell'altro e perchè il carabiniere è cieco. dovrò rileggere sicuramente intanto ciao. antonella

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  3. in realtà, le sette poesie antologizzate hanno per tema il guardare. leggile come un campione di personaggi, una galleria di esseri legate dal guardare e dall'essere guardati.

    ciao
    gugl

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  4. ah, ora capisco, pensavo fossero collegate. ciao a.

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  5. oddio Gulg, scopro soltanto adesso trovandoti da Giò che hai un blog.. :$

    sono imperdonabile :(

    ma contenta di ritrovarti :)

    nuvola

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  6. ciao Nuvola. lo avevi già scoperto, poi dimenticato ora riscoperto, ma ciò non perché perdi colpi, bensì in quanto non c'è nulla di meglio - e tu lo sai - che il cominciamento, l'avvio, la meraviglia del principio :-)

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