lunedì 15 gennaio 2007

Vito Riviello


Non sono sicuro che il giocoso o l'ironico o il grottesco siano "poesia minore". Non sono sicuro che l'intelligenza, in poesia, metta la sordina al vero. Di fatto le poesie di Vito Riviello sono intelligentemente vere, paradossalmente chiare ed amano mostrare il piglio clownesco e mite del fare. La malizia infatti non aggredisce il mondo, lo dipinge sbirciandolo da angoli dove il potere langue.


Scrive Riviello in una sua dichiarazione di poetica:

"Il poeta in questi tempi è un rabdomante moralistico che cerca nel "mare dell’oggettività" una impossibile soggettività poetica, pescando qua e là nell’infinito verbale del cosmo. Insieme la poesia diventa atto di pietà, di ironia e di difesa del ‘mal tolto’. Il poeta agisce autorizzato da una connessione che ha bisogno di essere subito riconosciuta, come se l’eternità di una volta fosse diventata la contemporaneità di questa volta."


La prima poesia è stata scritta alla fine degli anni settanta; la seconda, recentemente.



Gran Caffé


A strizzar l'occhio a Mascia
il lussurioso non finisce
non può parlare che il nemico
l'ascolta, finirebbe lussato,
in grazia di una tibia beve
il suo caffè napolitano
che traccia un solco dentro.
Verrà, non verrà... Giulia
col calcolo renale è a Salso,
addio pergolato che li vide
insieme per le foto,
conviene far l'occhio di triglia
alla profuga che canta
alla pro patria che vince.




L'assassino


Testimonierò che il mio assassino
era di aspetto gentile, garbato
anche nei modi di colpire, democratico
nell’infierire a caso, senza privilegiare
punti del corpo particolari,
non ci potrei giurare
ma massacrandomi col machete
recitava Foscolo dei Sepolcri
e sul punto di recidermi la carotide
mostrò un occhio blando
d’antiche tenerezze frustrate
sì da mettermi in pace
ed accettar la sorte d’una follia
discesa per le vie di povertà peregrine
c’hanno tenuto fino all’ultimo
intatta la bontà dell'omo.





11 commenti:

  1. da non confondere con Ciro Vitiello, ospitato da Sebastiano.

    RispondiElimina
  2. Materiale pregiato, specialmente la dichiarazione di poetica e la seconda poesia. Ciao, mio caro Stefano. Un abbraccio da Gianfri

    RispondiElimina
  3. Ciao. la seconda riflrette un clima culturale differente, più preoccupato, più attuale, purtroppo.

    RispondiElimina
  4. Toh, chi si vede :)
    Il serio papà di tutti i poeti giocherelloni :)

    RispondiElimina
  5. voto la seconda, ha dentro un'ironia che mi piace, fa pensare a certi film comici parodia di quelli tragici

    RispondiElimina
  6. Matisse, hai visto chi ho inserito? :-)

    Ali, anch'io preferisco la seconda, e siamo in tre.

    RispondiElimina
  7. Aggiungo questa che Vito mi ha mandato pochi mesi fa:

    "Murales"

    All'origine v'era un indistinto
    Amore disegnato sul muro
    Un semplice nome di Maria
    Salutato dall'ave innamorato
    Poi prese corpo
    Il senso dello scritto

    e un'altra molto meno recente:

    A chi giova se giova
    l'esistenza del covo?
    Cui prodest? A chi prude
    il gioco rude?
    Chi omette se omette
    per quali vie si mette?
    Chi ha omesso l'ha ammesso
    e non concesso.
    Niente è incerto quanto incerto
    il disegno che si profila
    serve all'uopo
    non si vede il raggiro far luce
    senza scopo?

    RispondiElimina
  8. mi pare evidente che Riviello abbia abbandonato il giocoso per uno sguardo più problematico verso il reale.

    ciao

    RispondiElimina
  9. Vito Riviello è un poeta sui generis, decisamente unico, paradossale, drammatico, dada, il grande e terribile Comico è materiale letteario nobilissimo e poverissimo, incandescente, "diverso", mai allineato,diretto, critico, che noi in Italia, come ha detto Giulio Ferroni non sappiamo piu' ( badiamo PIU') riconoscere tanto siamo condizionati dalle "scuole settarie" e dogmatiche delle tradizionali divisioni: lirici/sperimetalisti... etc.. non si tratta di confondere il comico con la battuta o il cabaret, qui si parla di "poesia del rovescio", dello spiazzamento, Riviello ha scritto tanto e non è mai ripetitivo, civile il suo comico "abissale"... critici come Raboni o Ferroni ne hanno scritto a proposito di Riviello...
    grazie Stefano per la varietà di proposte sempre nuova!

    RispondiElimina
  10. un grande, altro che storie...

    poeta che amo molto, non avevo letto questo post. grazie

    Bux, A.

    RispondiElimina
  11. Anche tra i più paludati , non v'è critico che non abbia certificato il talento di Riviello , partito da una appassionata temperie neorealista e consolidatosi nell'ambito del giocoso / ironico / paradossale , nutrito di soluzioni linguistiche rapportabili ad un vero e proprio felice esercizio di invenzione verbale sulla scrittura . Ma la " linea " elegiaca e lirica , presuntuosamente estensiva della istituzionalità stessa della poesia , a tutt'oggi dimostra di avere ampiamente sottovalutato o dimenticato l'apporto intelligentemente eslege che questo autore ha dato alla poesia italiana degli ultimi decenni .
    leopoldo attolico -

    RispondiElimina