lunedì 15 ottobre 2007

Carlo Molinaro

Incontriamo oggi una poesia in cui la scrittura fa da sponda alla vita, e la vita alla scrittura, in un rimando che trova nella memoria il suo fulcro. Il passato, tuttavia, non è abisso che separa l'inautentico dall'origine, bensì pare sempre appena trascorso ed assomiglia al presente, tanto che questi ne conserva ancora benevolmente le tracce. Ne deriva un canto elegiaco, in cui la tenerezza ed il distacco ironico vincono sull'angoscia. Metafora di questo andare verso un altrove che, pur fuggendo tuttavia, pare già sempre 'quasi qui', è il "treno", quel treno che in Sandro Penna è la vita stessa, ricordata tristemente standoci seduti, da soli, all'alba. In Molinaro, il viaggio è invece un concreto transito verso l'abbraccio della vita, che spesso è femmina, "coppa del mare" in cui giocosamente sostare.



PAROLE SCRITTE SU PAGINE

Vuoi un amore tenero da prendere come un autobus
questo mio cuore è un autobus
l’ho scritto a pagina 193 del mio libro
quindi credo fosse nel 1988
tu l’hai scritto nel 2004 aggiungendo che
in punta di piedi busserai a nuove porte
senza bagagli
è già tardi
sì dico anch’io che è già tardi
meglio affrettarsi
vuoi un amore leggero che ti prenda in pieno
io sono lieve come polvere d’ala
l’ho scritto a pagina 216
vedi che l’ho già scritto
e anche tu l’hai già scritto
che certi treni passano una volta
e non tornano più indietro
l’hai scritto a pagina 49 del tuo libro
quindi credo sia stato nel 2000
vedi che è tutto scritto ma ora basta
con le parole – il capotreno sta fischiando
sali prima che chiudano le porte.







PASSANDO PER LA STAZIONE DI RACCONIGI
IN UN POMERIGGIO PRIMAVERILE


La primavera ha profumo e colore
fin qui dentro il vagone
del treno che si ferma alla stazione
di Racconigi, lentamente.

Vado a Savona a incontrare una tipa
che se fosse com’è la fantasia
sarebbe già la mia
ragazza, amante, fidanzata, sposa
velocemente.

Invece sarà solo conoscente
– probabilmente.

È che sono così: ho un pensiero che osa
quasi ogni cosa
e se alla fine rimane con niente
punta gli occhi negli occhi della vita
con un sorriso deluso un poco ma
riconoscente.





I POETI SONO UOMINI CONCRETI

..................................a Chiara Borghi

i poeti sono uomini concreti
non crediate
se parlano del corpo di una donna
dal corpo della donna la luce si riverbera
nella vasca del cielo
e dalla vasca del cielo nella coppa del mare
e dalla coppa del mare di nuovo sul corpo
della donna: così ogni discorso particolare
diventa universale e ogni discorso universale
s’incarna in un corpo particolare:
i poeti sono uomini concreti
sanno che una poesia non può ribaltare il mondo
sanno che una poesia non può sedurre una donna
questo li rende nervosi come bisce
ma non s’arrendono tanto facilmente
questa sera gioco tutte le mie carte
questa sera gioco tutto il mio fiato
non tengo da parte neppure un respiro





TI LEGGEVO POESIE NUDI NEL LETTO
DOPO L’AMORE


Ti leggevo poesie nudi nel letto dopo l’amore:
non avevamo vent’anni, non era tanto tempo fa,
era oggi pomeriggio e avevamo più di cent’anni
fra te e me. Ti leggevo poesie nudi nel letto:
non è un ricordo lontano perso nelle nostalgie,
era oggi pomeriggio con un cielo grigio e azzurro
mescolato dal vento – e i colori vivaci sul terrazzo.
Non avevamo vent’anni, non era un tempo lontano,
era oggi pomeriggio ed era la prima volta
in vita mia che leggevo poesie nudi nel letto,
tu la prima volta che qualcuno te le leggeva,
e sono nudo al tavolo adesso che scrivo
mentre tu sei quasi addormentata sulle lenzuola spaiate
di due verdi diversi, recuperate insieme
per questa casa che sembra di studenti squattrinati.
È di oggi pomeriggio la luce sui coppi dei tetti,
le mansarde di fronte abitate da slavi e magrebini;
se dico questo secolo intendo dire il ventunesimo,
il nostro: nel Novecento non t’ho conosciuta ma ora
ti ho letto poesie per la prima volta nudi nel letto,
le lenzuola spaiate di due verdi diversi
spinte via dalle gambe, fresche ancora del nostro sudore.




SOTTORIPA

C’è la freschezza buona della sera:
ho visto una finestra scintillare
in un lampo d’arancio. In queste stanze
abitano persone. Ti vorrei,
ragazza, qui: vorrei che usassi il mio
asciugamani: che tu fossi a casa.

Basterebbe scoprire il varco aperto
o il punto di contatto, dove l’anima
ritrova sé nell’altro: l’improvvisa
gioia di combinarsi, come quando
ha un odore di te l’ombra che sale
imprecisa da un angolo del porto.



Carlo Molinaro è nato a Vercelli nel 1953. Terminato il liceo classico, nel 1972 si è trasferito a Torino per gli studi universitari, e da allora è sempre rimasto ad abitare nel capoluogo subalpino dove, dopo la laurea in Lettere, è stato impiegato come redattore per ventisei anni (dal 1977 al 2003) in un’antica casa editrice. Attualmente continua a lavorare nell’editoria, in modo autonomo e precario. La poesia è una sua vocazione costante: ha pubblicato numerosi libri di versi a partire dal 1981; il più recente è La parola rinvenuta (Torino, Genesi Editrice, 2006), una raccolta di poesie edite e inedite che abbraccia la sua produzione poetica dal 1966 al 2006. Una sua silloge è stata pubblicata sulla "Italian Poetry Review" della Columbia University di New York. Nel 2004 ha pubblicato anche un romanzo, intitolato Io sto come mi pare (Milano, Delos Books). Fra i luoghi “fisici” della sua poesia hanno particolare rilievo le città di Vercelli, Torino e Genova. Qui trovate altre poesie.

19 commenti:

  1. è una scrittura -che appare- onesta
    /i poeti sono uomini concreti
    dunque molto generosa
    /ti leggevo poesie
    le rappresento stese al tavolino d’un bar
    o abbozzate in una stanza appena prima d’uscire
    belle

    RispondiElimina
  2. in effetti, la donna-poesia ha molte bellezze, molte armonie differenti.

    gugl

    RispondiElimina
  3. Solo un passaggio per ringraziare dell'attenzione e della pubblicazione. Buone cose a tutti!

    RispondiElimina
  4. grazie a te, Carlo, per le belle poesie che mi hai consentito di pubblicare. Vedrai che troveranno adeguati commenti.

    RispondiElimina
  5. Che belle sia le poesie che il commento introduttivo, non desidero scrivere di più, non ho tempo e neppure voglia di commentare. dico solo che ormai la bella poesia la comprendo dai primi versi e qui c'è ed bella appunto.
    Complimenti a stefano che trova simili perle, complimenti all'autore che coniuga freschezza tepore così difficili da riscontrare nella poesia tuttalavata dei giorni nostri, in quella smielata di certi siti.
    'notte

    RispondiElimina
  6. Caro Gugl
    le poesie di Molinaro di cui ignoravo l'esistenza incontrano il mio gusto e sono indubbiamente belle, ma ahimè tra la mia e la sua poesia non c'è nessuna relazione segreta. Da quanto leggo ci accomuna solamente la generazione....anche se sono più giovane :-)
    Continua a venirmi a trovare, quando hai tempo e voglia, i tuoi suggerimenti sulle mie bozze sono sempre un regalo ben accetto.
    Ciao Sandra

    RispondiElimina
  7. va bene, lo farò.


    gugl

    RispondiElimina
  8. Sottoripa, da leggersi almeno tre volte al dì, proprio quando un filo di respiro cerca esito vagante e lieve e scappa via dal costato, e poi tutte da prendersele e portarsele via nei giorni, in quelli chiusi, che sembrano ostinati, bellissime.
    Ossodiseppia

    RispondiElimina
  9. ottimo commento.

    gugl

    RispondiElimina
  10. La dolcezza che scivola fra le coste delle giornate cercando
    - nel suo farsi cuore e conca - la docilità,
    che forse è possibilità, e quindi sdrammatizzazione del sogno.
    Come a dire sono cosciente della potenza di questo bolo di luce
    ma ne so il limite – il mio; ne traccio la percezione, il respiro,
    lo curvo dentro le risa giocose del corpo, che è segno, forma, movimento.

    Molto molto belle.
    Davvero

    RispondiElimina
  11. ciao guggggl!
    grazie del passaggio,la tua voce è saggia.
    Mi rincuora però che il pezzo in questione è preso tagliuzzato e copiato lì senza troppa velleità, come flusso di pensiero...
    come quella signorina a mollo nell' acque ("Estasi, 1932) che lascia appena il viso all'aria per respirare..

    ;) mitralika

    RispondiElimina
  12. ai lettori (per tranquillizzarli :-): il messaggio di mitralika si riferisce ad un commento che ho lasciato nel suo blog in merito ad un suo testo in prosa.


    ciao Iole. Carlo gradirà senz'altro la tua lettura (e anch'io, naturalmente).

    gugl

    RispondiElimina
  13. ciao gugly!
    sono a casa di un amico che tenta inutilmente di farmi entrare in testa qualcosa di matematica, dato che domani ho compito...
    sarà che la mia mente è quindi gravemente lesa da formule di vario genere e grafici cartesiani, però la linea che seguono queste poesie mi giunge totalmente nuova. è qualcosa di completamente diverso da quello che ho sempre letto, dall'idea che mi ero fatta della poesia contemporanea. mi spiazza. non so come orientarmi. non mi dispiace, ma non sono sicura che mi piaccia. il fatto è che ammetto di capirci ancora troppo poco di poesia, ci sto soltanto provando, dunque non sono autorizzata a giudicare.so solo sembrano tanti onesti ritagli di un passato prossimo, bello che non cadano nel cliché della nostalgia.
    a venerdì. stesso posto, stessa ora!
    baci patty!

    RispondiElimina
  14. oh oh, mi prendo quella delle "poesie nude" e sottoripa come un regalo personale. ci tengo a quest'illusione e dico grazie ;)

    RispondiElimina
  15. care Patty e Caracaterina, è un piacere trovarvi qui e bengraditi sono i vostri commenti.

    a venerdì, con Patty, a quando con Caracaterina? :-)

    RispondiElimina
  16. p.s. tanto per non fare ingelosire le fans: Patty è una mia carissima studentessa. venerdì la vedo in classe, leggeremo l'Amleto insieme.

    tutto calmo sul fronte occidentale :-)

    RispondiElimina
  17. Ah beh, mò sì che ragioniamo, cominciavo a innervosirmi :))))
    Ossodiseppia

    RispondiElimina
  18. :-))) (sangue caldo, eh!)

    RispondiElimina
  19. Leggo spesso le poesie di Carlo sul suo blog, mi fa piacere trovarle anche qui con questi commenti, a me piacciono davvero molto.

    RispondiElimina