Fa piacere trovare, in testa a Il lavoro del luogo, opera vincitrice della sezione poesia al concorso Pubblica con noi 2007 (Fara 2007), i commenti di due amici come Massimo Sannelli e Antonella Pizzo, entrambi a sottolineare la simbiosi tra biografia e scrittura, proprio loro, che hanno fatto di questa simbiosi la ragione stessa della poesia. E fa piacere che Giovanni mi abbia incaricato di scrivergli la prefazione, nella quale parlo di "gorgo/giogo fortemente emotivo" che diventa rito (poesia, appunto) affinché l'io narrante possa sopportare la propria gettatezza nel mondo, una poesia "la cui crosta splende di cristalli e concrezioni levigate, pur mostrando, nel suo interno e in trasparenza, il magma mobilissimo di un dolore immedicabile".
*
transiti dove le cose sono esposte e dove
ci si va anche repressi, tenuti indietro
a scegliere come si vuole che di noi
non si parli. è la distribuzione dell'affanno
il coefficiente variato che rende normale
una piega; che ci confonde la nausea.
*
si danno gli ordini, intanto che al macello
ci sono uomini. non so infatti checcazzo
si faccia ora dicevi. ridondano al fine le convinzioni
e non ci sta con la testa, ed è come un vento, oggi.
e c'è la disco-music dietro le carcasse di vacca
e si balla, gesù. si balla come dei matti.
*
nel luogo ci starebbero le associazioni, le prove
per le bands giovanili, quelli del motocross,
..........................................e Alessandra
che in strada fa l'entrée del varietà sulla musica
della banda del paese, ora un cambio di marcia.
*
perdona se nel conclave degli orti stavamo
come gentili ad innaffiarci e crescere
mettere radici nei luoghi arresi al pensiero
che non più uno spostamento fosse possibile
una fuga imbranata dal vizio di riaprirsi
comunque considerare che sia spaesarsi
del canto che qui non germoglia. basta il fatto
generato vedi a farci confluire, a catturare
metro su metro la collana dove infilare
le liti. almeno ovunque ne riparleremo
smotteranno cumuli di fango e - cielo - avremo
.....................gli anni dalla nostra.
*
transiti dove le cose sono esposte e dove
ci si va anche repressi, tenuti indietro
a scegliere come si vuole che di noi
non si parli. è la distribuzione dell'affanno
il coefficiente variato che rende normale
una piega; che ci confonde la nausea.
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si danno gli ordini, intanto che al macello
ci sono uomini. non so infatti checcazzo
si faccia ora dicevi. ridondano al fine le convinzioni
e non ci sta con la testa, ed è come un vento, oggi.
e c'è la disco-music dietro le carcasse di vacca
e si balla, gesù. si balla come dei matti.
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nel luogo ci starebbero le associazioni, le prove
per le bands giovanili, quelli del motocross,
..........................................e Alessandra
che in strada fa l'entrée del varietà sulla musica
della banda del paese, ora un cambio di marcia.
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perdona se nel conclave degli orti stavamo
come gentili ad innaffiarci e crescere
mettere radici nei luoghi arresi al pensiero
che non più uno spostamento fosse possibile
una fuga imbranata dal vizio di riaprirsi
comunque considerare che sia spaesarsi
del canto che qui non germoglia. basta il fatto
generato vedi a farci confluire, a catturare
metro su metro la collana dove infilare
le liti. almeno ovunque ne riparleremo
smotteranno cumuli di fango e - cielo - avremo
.....................gli anni dalla nostra.
Giovanni Turra Zan, vicentino di Dueville, è nato nel 1964. Laureato in Psicologia dell'Educazione e diplomato al Conservatorio Musicale di Vicenza, è approdato tardi alla scrittura. Lavora nei servizi sociali e facilita gruppi di mutuo aiuto al lutto. Vive con Alessandra in un appartamento sopra ad un'autoscuola e ad una famiglia di brasiliani. Nel 2005 ha pubblicato la sua opera prima Senza, Agorà Factory editore, (prefazione mia).
nota: "Alessandra" è Alessandra Conte, di cui si è scritto in questo blog qualche tempo fa.
RispondiEliminagugl
Sono qui a dimostrare la mia stima a Giovanni. Ottima scelta, caro Stefano.
RispondiEliminaAd entrambi un abbraccio affettuoso.
Gianfranco
Grazie per il passaggio. ricambio l'abbraccio.
RispondiEliminagugl
grazie, stefano. attendo commenti, osservazioni, vissuti da parte dei tuoi ospiti. Un saluto ed un abbraccio a te e all'amico Gianfranco. GTZ
RispondiEliminaLe vie virtuali sono davvero misteriose, così può essere che, cercando altro, si incappi in un poeta che si ha avuto il privilegio di conoscere e del quale è inevitabile gustare, anche in questo caso, un assaggio della sua poetica decisa, solida, quasi disadorna, eppure toccante.
RispondiEliminaDonatella
ciao Donatella, benvenuta!
RispondiEliminagugl
grazie Donatella. hai colto alcune delle mie attenzioni/intenzioni: la decisione (a scapito magari di una ricerca linguistica più ardita), la ricerca di una solidità del verso, quasi di una durezza: mi piace immaginare che i miei versi portino con sé anni di scorrere d'acqua calcarea su di essi e incrostazioni, residui minerali. ma.....ci siamo incontrati? un saluto...GTZ
RispondiEliminaè dura, è veramente una poesia dura. fa quasi male. c'è tanta rabbia, rabbia che si fa largo in una rassegnazione fluida e trasparente, consapevole. forse fa quasi paura.
RispondiEliminabuona notte.
da Senza ad ora ... Giovanni è cresciuto , si è spogliato , è coraggioso e duro . Belli questi versi scheletrici, questa scrittura senza fronzoli e scivolate.
RispondiEliminasono d'accordo con gli ultimi due commenti. poesia dura anche se giovanni è dolcissimo. versi scheletrici anche se giovanni ha qualche chilo in più :-)))
RispondiEliminagugl
passo ogni giorno a trovarti, mio caro e mai dimenticato amico stefano, ma come ben sai quasi mai mi fermo a lasciarti un saluto perchè vado spesso di fretta, che il tempo è tiranno e la cose da fare sono sempre tante e tutte urgenti, ma oggi mi fermo a salutarti e a salutare Giovanni e a congratularmi con lui per il meritatissimo riconoscimento, non ho ancora il libro fra le mani ma mi è stato detto che mi arriverà presto, non vedo l'ora di vedere le poesie stampate sulla carta e di leggerne la prefazione. un abbraccio ad entrambi. antonella
RispondiEliminacaro gugl, caro fratello: i miei non sono "chili in più", ma carne che si nutre. Sì, caro mio, io mi nutro ;-) anche se dalle poesie sembrerebbe il contrario. Mi ha molto colpito, nel post precedente, la citazione di Jaccottet. Io credo di aver vissuto, di stare vivendo in modo tale che la scrittura sorga secondo natura, e per ora la natura che mi si rivela è quella a grumi e concrezioni che sta sul fondo. Non è un falso sé, quanto piuttosto la rivelazione di un retrobottega confuso, forse addirittura in disordine, con grumi, da cui partire per avvolgere i temi e il linguaggio attorno a nuclei solidi. Per renderli almeno un po'presentabili, ma senza troppo pudore. Ancora l'angelo non si è liberato, ma ho del tempo davanti a me per lavorarci. Grazie Antonella per la stima, che ricambio (e congratulazioni per il Giorgi!). Patty, spero di non averti spaventato! cosa posso fare per te? Ataliel, grazie. "Spogliato" però non so. Io fatico a trattenermi, altrimenti la mia poesia diventa glabra e sterile rivelazione di sè....e poi si vedrebbero i chili in più che Gugl mi attribuisce falsamente ; - ) Alivento, dove sei? Vicativo? Un saluto, GTZ
RispondiEliminapardon....Vocativo (starà anche lui riposando assieme a Gianfranco? ;-) GTZ
RispondiEliminami fa piacere che Jaccottet sia entrato nella discussione e nel blog, anche perché la sua poesia è nella fase dell'"angelo", come la chiama Giovanni, e dunque va assolutamente ascoltata.
RispondiEliminaCara Antonella, il fatto che tu abbia commentato è il più bel regalo che potessi farmi per Natale. Grazie!
Per quanto riguarda il chili in più, bisognerebbe sentire l'amorevolissima e lucidissima Alessandra, ma forse è meglio glissare... :-)
gugl
Da quelle parti non provengono lamentele, caro amico mio. Neanche sotto tortura. Anzi :-))) GTZ
RispondiEliminaBeh, abbiamo condiviso l'aula per le lezioni di neuroscienze e mi hai concesso una dedica sul tuo libro "senza", ma questo non significa certamente che ci siamo "incontrati".
RispondiEliminaSpesso io mi sento e sono trasparente, aria, semplice aria.
Spero di poter leggere la tua nuova raccolta.
Un saluto
Donatella
non intendevo spogliato "poesia come sterile rivelazione di sè" quanto l'asciuttezza del verso raggiunta da Senza in poi.del resto già intuibile.
RispondiEliminaPer Stefano:che il Turra sia dolce e vibrante lo so da tempo e lo confermo. Vederlo gustare il cibo come sapore -sapere è un'esperienza che mi allieta e incanta
Ataliel
stai tranquillo, Giovanni, non mi si spaventa proprio con tutta questa facilità!
RispondiEliminavoglio farti i complimenti, dopotutto non è facile fare una poesia che ancora inquieti sul serio! al giorno d'oggi non è facile... siamo veramente abituati a vedere di tutto senza battere ciglio!
caro Giò, vorrei la conferma scritta di Ale prima di crederti.
RispondiEliminaDonatella: una donna che si sente trasparente vorrei proprio conoscerla. Rarissima!
Atalier: anche te vorrei conoscere, o ci conosciamo già? Comunque Giò l'ho avuto più volte alla mia tavola e, hai ragione: una fame mai vista! (che sia come la lupa dantesca?, no, vero?!)
Patty, perché non dici a Giò che abitate ad una spanna? (ma forse Alessandra è gelosa, meglio che non lo sappia)
buona serata a tutti!
Ataliel: ora comprendo. Sì, confermo, la ricerca è anche questa, anche se sento ancora che la padronanza non è formata. Sento mancarmi la qualità dell'asciuttezza musicale di un Sannelli, o quella concettuale e linguistica di un Giovenale o di un Guglielmin. Di questi senz'altro ammiro la ricerca, l'esperienza e il talento. Per me ancora è maestra la lotta, non l'angelo. Perché c'è questa divisione? Come mai un uomo può, a livello cosciente, sforzarsi di raggiungere una meta, mentre tutto il suo organismo è volto in direzione opposta, e così la sua scrittura? Con te: ci siamo incontrati da qualche parte o ci conosciamo solo attraverso la lettura? Patty: se abiti da queste parti, fuor di gelosie, ti si potrebbe, Alessandra ed io, invitare a cena, se gradisci condividere una vorace e paurosa mangiata. ;-) Donatella: dove posso recapitarti la nuova raccolta? Un saluto, GTZ
RispondiEliminagradisco sempre la compagnia dei poeti!
RispondiEliminaanche se sono quasi sempre a schio, abito ad una spanna da te, sì! cavazzale per la precisione!
mi piacerebbe incontrarvi, te e Alessandra! sarebbe stupido non farlo stando così a due passi!
Dear Patty, bene. Allora scrivi a shinkaiangyo@libero.it (email di servizio...) e ci mettiamo d'accordo.
RispondiEliminaQui tutto tace. La gente sta approfittando del sabato-domenica festivi per qualche gitarella, per riposare, fare spese? A presto, GTZ
Sì, si approfitta per riposare o per oziare, che a volte coincidono.
RispondiEliminaGiovanni, dici davvero? Posso avere il tuo nuovo libro?
Che ne dici se approfitto dell'indirizzo email di servizio che hai scritto qui sopra per inviarti il mio recapito?
Stefano? Basta conoscere me, sono un esempio di trasparenza! ( anche in senso lato)
In ogni caso, credo che nelle donne si veda di frequente quel che l'occhio desidera vedere, non quel che c'è.
Un saluto a tutti.
Donatella
cara Donatella, forse le donne sono un miraggio? o lo specchio di noi stessi (maschi)?
RispondiEliminaun saluto a tutti
gugl
l'angelo , quale angelo? l'angelo in senso teologico o l'angelo di Rilke? Per alcuni autori l'angelo è il simbolo di aspirazioni impossibili o insoddisfatte...
RispondiEliminaAllora sei un angelo pure tu, caro GTZ.
E poi che angelo? Serafino, cherubini, angelo , arcangelo, troni, dominazioni ,per rimanere nella nostra cultura ed educazione ripudiata ,ma comunque cattolica?
ognuno è diverso e diversa la sua posizione nei cieli. L'angelo è ancora fallibile e non risolto.
punta all'arcangelo.
Iltuo essere e la tua ricerca sono forse facce diverse della stesso diamante.
Per il Guglielmin: sono perfettamente d'accordo con Donatella, voi vedete solo ciò che volete vedere.
Nè miraggi , nè specchi , proiezioni di desideri in senso lato...
Buona serata
Ataliel
meglio lasciar cadere le questioni sull'incantevole mondo dei generi, cara (o caro?) Ataliel (che non se ne andrebbe fuori!) :-)
RispondiEliminaCiao Giovanni, come va?
RispondiEliminaci sono anch'io, quasi
immancabilmente a gironzolare da queste parti, ma a leggere te non potevo mancare!
ti trovo cresciuto, o forse sono cresciuta io, più capace di leggere dentro lo spaesamento, lo smarrimento, lo sconforto, concordo con l'idea di Stefano che legge nei tuoi scritti "la crosta che splende di cristalli", io vi leggo pure asperità pungenti, svolte, abissi, avvallamenti, grotte, stalattiti. Una poesia dalla quale ci si vorrebbe nascondere o fuggire eppure insegue e parla di esperienza cruda del linguaggio semplice devianze del pensiero nel disagio profondo del dolore tangibile e presente.
Ali
belle questi due ultimi contributi. Ci rifletterò. Mi piace l'idea dell'arcangelo, Ataliel!Magari con la spada, guerriero e annunciatore? Grazie anche ad Ali: mancava. Fine e sensibile: mi piace l'idea della poesia da cui fuggire e che ci insegue, nonostante. Grazie a tutte/i della presenza e a risentirci (o meglio...a rileggerci). E grazie a Stefano. Un saluto, GTZ
RispondiEliminagrazie per la mail e l'invito! mi farò sentire presto!
RispondiEliminabaci!
caro gugl
RispondiEliminanon era un pistolone sui generi.
sono una donna trasparente, invisibile ai più.
Ataliel
Come? Un'altra donna trasparente? Allora si comincia ad essere fitte!
RispondiEliminaComunque, rileggendo sopra,comincio a sospettare di avere anche parole trasparenti...
Disturba la disquisizione sui generi perché fuorviante rispetto al discorrere di letteratura?
Eppure ci vedo rimandi continui.
Sarebbe stato interessante approfondire, ma certo in questo modo il tema iniziale poteva essere messo in ombra. Forse.
Buona giornata
Donatella
sì, Donatella, ho glissato sulle donne perché fuorviava sulla poesia di Gipvanni. magari con il nuovo anno ci metto un post apposta, così si baruffa un po'.
RispondiEliminarringrazio anch'io per i ricchi interventi di ciascuno/ciascuna.
gugl
Scusa gugl, non riesco a resistere (poi prometto di zittirmi), ma un "post apposta" è fantastico linguisticamente ed ecologicamente parlando mi ricorda anche il "porta a porta", ossia una raccolta differenziata ben organizzata (perchè nulla vada disperso) :-))
RispondiEliminaChiedo venia a Giovanni.
Un saluto definitivo.
Donatella
sì, qualche volta riesco anche ad essere poeta di regime, ma in fondo: che ce ne im-porta? :-)
RispondiEliminagugl
Im-portare poesie per consegnarle porta a porta....che grande civiltà sarebbe!! E un lavoro scomodo, mal pagato, ma assai dignitoso ed interessante. Grazie a tutte/i, GTZ
RispondiEliminagià :-)
RispondiElimina