giovedì 25 ottobre 2007

Tiziana Cera Rosco



In principio, nella poesia della Cera Rosco s’avvertiva l’incarnazione del mito della ‘donna terribile’, della Mater non benevola, che tutto macina, Gea in perpetuo conflitto con Urano, ma che pur gode delle sue attenzioni, del suo dominio. Già da qualche tempo, tuttavia, la sua poesia ha cominciato una lunga metamorfosi nella direzione dell'esperienza integrale del vivere, metabolizzando sempre più eros e thanatos nel corpo della relazione. In queste poesie, avvicinatasi alla lucida ed ebbra percezione del precipizio che accompagna la scrittura di Milo De Angelis, Tiziana traccia confini domestici, spezza come il pane "i gesti necessari alle creature", per ricomporli sulla tavola del dialogo familiare. Istituisce dunque una zona franca, una "sponda" salvifica dalla quale ricominciare a leggersi dentro attraverso l'altro, con l'altro, accettando "una luce che entra anche così / per verbi semplici". E seppur presente, la cifra mistica tende sempre più a stemprarsi, a combaciare con i ritmi degli accadimenti terrestri, la cui sacralità consiste nell'eccedersi continuo del mistero creaturale, del finito mancante di nulla, anziché, come nelle prime prove, restando in ostaggio della cosmogonia pagana e della fascinazione (talvolta narcisa) per i grandi mistici dell'occidente.



*

Il grido che sentiamo all’altra sponda
non era il nostro.
Noi eravamo qui
la parte fissa delle stelle che cadono
come se entrambi sapessimo
di non essere spaventati come pensiamo
che non è paura questo vento
se tu vivissimo
ti lasci asciugare fino a me
ognuno col suo libro umano
pubblicato dalle cose.
Non c’erano creature ostacolate dall’erba
o dal folto di noi laghi
ma un’acqua che è un vuoto
il buio acustico di agosto
quella parte di Dio da dove arriveremo
ora che stare è essere la posizione dell’altro
sulla schiena, come una parola perfetta
notturna, ben distesa

una parola dedita allo spazio.




*

Lavorare ad un ordine tutto l’accaduto
è prima di tutto correggere il genere di me
la femmina che non comprende assenze
e pensa al bene come a qualcosa da sfamare.
Ma se credo allo stesso modo dei falchi di stasera
tirando con l’ala un silenzio allo stremo
dove anche la lucidità della preghiera
mi viene sinistra, di taglio
vedo che posso solo con la mia natura neutra
sollevare
distendere anche il momento delle labbra
parlarti come devo
in uno spazio più alto, senza sonno.
Cerco di essere scientifica
come Democrito scandire
ascoltando la materia in atomi
anche quando ci eravamo messi a tavola
ridendo del pasto e mi pesavi
spezzando quella cosa che pensiamo
di me e di te
spezzando
quella cosa che spezziamo.



*

Sono giorni come questi
risvegli
l'armadio scarno delle poche parole
montate a mano
il guardaroba di sostanze calde per ottobre.
E' - tra le riflessioni confuse
che vengono da troppe soglie di ieri -
un corredo pulito
accettare una finestra
una luce che entra anche così
per verbi semplici.

E' indossare una grammatica più vera
recuperarei gesti necessari alle creature
la confettura e tutto di noi
gli usi propri della fedeltà

elementi

quelli che ci vedranno dall'eterno
come reperti di un destino, archeologie
le parole, i figli

il nostro sforzo prossimo a salvarci.



*

Ma forse sono queste debolezze
che danno equilibrio agli uomini
assomigliare a quel che non si dice
il pensare poco seriamente di non capire
come una scomparsa che rimargina la sera
una resa vocale mentre parli
che non suona. O che non senti.

E questo altro e noi
vederlo quando lo vedi tu
domandarci se siamo esposti
e chiusi agli altri come oggetti, tirati
cartesiani
è improvvisamente cambiare la moneta
pagare il companatico per questa umanità
privata e meno astratta
il radicale carattere di un ultimo
che non giura più
non serra la politica di un uso
esige il si e il no
l’asciutto che fortifica il sentire
un parlare limpido delle proprie incompetenze
per Filo e per Segno

è il dolore

è l’aderenza a quello che diciamo.
Cose che si sanno nella comparsa di noi.



*

Sarà che sei tornato
con il tuo palato di balena
ed io giona infiocinata dentro
e tutta la tua acqua da spostare con le spalle
sarà che così ferma come una lucertola
il mondo è caduto mille volte tagliandomi la coda
l’inguine con cui arpionare il sole
sarà questo tornare di tutte le cose
di tutte le cose che puoi chiamare
e che si voltano
e non si stancano di tornare mai più.

Lucertola
ho cavalcato moltiplicazioni di te
trattenendo la tua venuta
Anni interi
tutta la tua venuta.



*

Guardare con perfetta anima
qualità – peso
una certa conduttibilità dell’umano
è soprattutto riconoscere
la primitiva predicazione del tempo
la pulizia che porta
questo grado che il presente sgombra
qualcosa di silenzioso ed infallibile anche a me
mentre torno a casa
e non aspetto una scrittura anticipata
ma la vita che avviene

come una manna aperta
lenta
una lingua proporzionale alla mia bocca.


da Il Compito (Niebo, La Vita Felice), di prossima uscita.


Tiziana Cera Rosco è nata nel 1973, dove vive con due creature.
Ha pubblicato Lluvia (Lietocolle,2004), Il sangue trattenere (Atelier, 2003), Calco dei tuoi arti (Lietocolle, 2002) ed è nelle seguenti antologie: Il presente della poesia italiana (Lietocolle 2006), L’arcano fascino della bellezza, tributo a Dario Bellezza (Giulio Perrone ed. 2006) Lavori di scavo. Antologia di poeti nati negli anni ’70 (RaiLibro, 2004), Poesia in Festival (Teatro Olimpico, Vicenza 2003), Gli Argonauti (Archivi del’900, 2001), Gli Angeli di Novi Sad (Quaderni del Battello Ebbro, 2002), Almanacco del Mitomodernismo (Alassio, 2000).
Attualmente, dopo una scrittura per letture teatrali Dio Il Macedone, sta scrivendo il suo primo romanzo.

41 commenti:

  1. ottima analisi stefano. la condivido a pieno. e un saluto a tiziana.

    matteo fantuzzi.

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  2. fantastica,non mi dilungherò,è che mi smuove tutto il bassoventre.La prima volta che ho letto qualcosa di suo di poesia ancora non ci capivo niente e già sentivo quelle parole mie.Semplicemente fantastica.Patty
    P.s.comunque questa me la paga,prof!sà perfettamente a cosa mi riferisco=)

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  3. ciao Matteo, se ti muovi tu significa che l'autrice vale davvero! (ma non ne avevamo dubbi, vero? :-)

    patty, per piacere: non comunicare per questioni private via blog, te l'ho già detto! Però è bello che tutti sappiano che te l'ho fatta leggere già l'anno scorso (guarda che sei una privilegiata!). Se t'interessa, quest'inverno passa per schio.

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  4. ok...
    beh, mi faccia sapere la data esatta, mi interessa parecchio. patty

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  5. ma come, a quest'ora non sei ancora a letto? (da sola, eh :-)

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  6. Se non ricordo male, hai già proposto Tiziana qui su blanc, ed il mio primo incontro con la sua poesia risale ai tempi di poesiaespirito...anzi no, ancor prima la pubblicò gianfranco fabbry sul suo blog.
    Bellissma lei, bellissima la sua poesia. Allora come adesso. Adesso meno mistica, meno carnale eccetto quella lucertola che veramente, come dice bene patty, s'avviluppa alla budella.
    A proposito di Patty: allevi poetesse come in un vivaio, professore? ;)

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  7. mi interesserebbe sapere il motivo /se c'è/ del titolo in spagnolo del suo primo libro "Lluvia". qualcuno lo sa?
    complimeti per i testi, poeta che conoscevo /conosco/ poco. colpa mia!

    un abbraccio

    alessandro ghignoli

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  8. Cara Ali, non l'avevo ancora presentata su blanc. Una mancanza che spero di avere in parte colmata.

    Patty è forte, no? :-)

    caro Alessandro, Tiziana legge i commenti, speriamo che le venga l'entusiasmo per rispondere.

    ciao

    gugl

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  9. ricordavo male è vero
    l'ho associata mentalmente ad un'altra poetessa che tu hai presentato, ma non dico chi ;)

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  10. sarà stata un'altra bellissima? :-)

    gugl

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  11. Ciao Stefano, è da un po' che non lascio commenti qui.

    Hai tracciato un bellissimo profilo del cambiamento stilistico della Cera Rosco.
    Infatti queste poesie mi sembrano meno "selvagge" e ferine di quelle lette in precedenza, come dire, più "addomesticate".

    un caro saluto

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  12. sarà che il matrimonio e i figli addomesticano anche le pantere nere? :-)

    grazie per il passaggio.

    gugl

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  13. si è addolcita insomma, ma è simpatica la cera rosco :-) oltre che bella e brava. ciao a tutti antonella

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  14. piccola precisazione: credo che queste poesie siano migliori di certe altre più sanguigne che ha scritto da giovanissima Tiziana. In queste di oggi c'è più consapevolezza della complessa relazione esistente tra desiderio e scelta, tra quotidiano e mito.

    Fra l'altro, queste le ha scelte appositamente Milo De Angelis (uno che se ne intende :-)

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  15. Non so se siano migliori o meno delle precedenti. Noto un cambiamento.
    Quando si ha molti talenti diventa difficile, per il lettore, non gradire.

    Tuttavia a me il "selvaggio" non dispiace affatto, anche se comporta qualche imperfezione in più ;)

    Noto una certa ironia sul matrimonio e figli, Stefano! Ma alla fine hai ceduto anche tu ;)

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  16. Concordo con vocativo poesia più controllata, più matura, equilibrata ecc. ecc non significa necessariamente più bella. E'come mettere a paragone un bambino e un adulto e dire che quest'ultimo è più bello, eppure la bellezza di un bambino è impagabile, insostituibile e la maturità invece...sempre così impastata di vissuto che è sempre come una sorta di verginità perduta.
    E' un argomento sul quale si potrebbe discutere a lungo.
    Tra queste io trovo bella da mozzare il fiato la penultima che, di tutte, mi sembra ancora rechi abbondanti tracce di "selvaggeria"

    e poi quella lucertola guizzante...incantevole, anch'io desideravo scrivere una poesia con la lucertola...e prima o poi lo farò così come volevo una poesia con giraffa ed alla fine è nata.

    ps. vocativo, hai un tic? :P

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  17. a me la lucertola fa venire in mente Castaneda e il peyote.

    avete ragione sul bello e meno bello. diverso, va bene. però queste mi sembrano poesie che escono da quella etichetta generazionale che legava Tiziana alla poesia mistico-erotica.

    Voc, sul matrimonio non mi pronuncio (che poi se legge mia moglie, mi picchia :-)

    gugl

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  18. sono perfettamente d'accordo riguardo al discorso del bello o meno. la bellezza è un concetto troppo vago, a mio parere. è facile essere belli, produrre il bello. essere diversi attraverso l'acquisizione di una consapevolezza che vada oltre gli stereotipi che ci incatenano alla mediocrità ed essere in grado di comunicare questa percezione dell'esistere non nel modo più bello, bensì nel modo più forte, è il vero obbiettivo... anche l'ingenuità è bella, ma è pur sempre ingenuità. che ne ricavi?
    le poesie di tiziana non sono belle, hanno forza e passionalità. sono cuore, istinto e sangue... sì, forse trattenuti (fatti più docili da matrimonio e figli?), ma io li sento ancora chiaramente...guizzanti, appunto, tra verso e verso.
    patty

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  19. patty, ma come fai poi a prendere solo sette nei compiti? :-)

    gugl

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  20. in classe sono sconcentrata!!!! con tutti che mi chiedono consigli anche per le virgole! e poi è il primo sette che prendo!!! dai! già non l'ho digerito! non me lo faccia tornare in mente che mi rovino il sabato! il quattro in chimica mi ha sfiorata a malapena, quel sette me lo sogno di notte! è nei miei peggiori incubi! patty

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  21. Bello e meno bello sono concetti semplici e alle loro spalle c'è il gusto personale così come esso è educato, si potrebbe dire in modo ancor più elementare mi piace non mi piace.

    Mi piace nei bambini, non loro ingenuità, che ingenui, i bambini spesso non lo sono affatto, ma percepire la loro essenza in potenza, il candore della naturale intelligenza, la forza incontenibile dell'esuberanza.

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  22. Mi sarebbe piaciuto leggere un intervento della poetessa sul suo percorso (cambiamento?) di stile. Questi processi, spesso inconsapevoli e leggibili solo ad una certa distanza (quando il cambiamento è maturato definitivamente, rendendosi riconoscibile), sono sempre da prendere con le pinze, anche e soprattutto quando a parlare è il poeta stesso con i suoi possibili depistaggi e la sua prospettiva extra-poetica. Tuttavia sarebbe stato bello leggere cosa ne scriveva lei a proposito.

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  23. anche a me, ma sapete com'è...le principesse :))

    tuttavia comprendo chi non ha voglia di intervenire sui blog, è questa una forma di comunicazione che in certe situazioni personali e di pensiero può apparire quanto mai inutile, vana, defatigante.

    Scusa stefano ma potresti scrivere nella biografia dov'è nata e vive Tiziana?

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  24. credo sia nata a Milano. Lì comunque vive.

    gugl

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  25. Scusate la latitanza ma non sono collegata da casa. Scelta di gennaio.Dunque. wow, grazie!Stefano ogni volta, ogni santa volta che apri bocca su di me, porca di una miseria, ci pigli. Anche con l'ultima cosa che pensavi mi fosse dispiaciuta. Affatto. Ho bisogno di critica. QUesta raccolta per me è stata un lavorio stretto e lungo. E' il libro che ci ha messo più tempo a completarsi (intanto pubblicavo altre cose come LLUVIA, che significa pioggia - le poesie sono state rigorosamente scritte in giorni di pioggia, in una estate - e scrivevo una cosa sul perdono e sulla guerra che si chiama Dio Il Macedone e che mi è costato parecchio - ma è meglio spendere no?-) . E' stato senza fretta, presa e quietata com'ero dalla frase di Rilke "Pazienza è tutto". E poi, non so, volevo essere orientata e non più disorientata. Sempre di RIlke è la frase che lo apre il libro( libro che inzia e finisce con una stessa poesia che cambia di un termine e quel termine è il compito de Il COmpito) e mentre dice che non sappiamo mai qual'è il nostro posto vero aggiunge che "Nella vita un reale rapporto ci orienta".Per questo quando dici dei legami, caro Stefano, per me è tutto qui (in senso spaziale).Sono contenta che si veda la voce e non solo la carne.Ma quel modo della presenza per me non è cambiato. Ho preso a scrivere adesso una cosa che chiamerò Demonio e parla della preparazione di una tartar con carne umana ahahahahaha, di una sorta di sterminio familiare e che spero vi faccia passare la voglia di mangiaree di legarvi a qualcuno ;)Matteo, mannaggia. Ho voglia di scriverti presto, devo chiederti una cosa.Ma patty, ma quanti anni hai?E grazie a chi ha letto e si è preso la briga di scrivere un parere. Rileggo bene i commenti ora (sono al lavoro).dio che bello (non il lavoro ma qui, in senso iperspaziale)
    Tiziana Cera Rosco

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  26. cara Tiziana, risposta che fa venire voglia di venire a milano e abbracciarti!

    ma davvero stai scrivendo una ocsa sulla carne e il corpo maritale e il cibo... non c'è dubbio sul fatt opche tu sia una donna assai complessa :-)

    patty (ma te lo dirà lei) è una mia studentessa di 17 anni: averne di così in classe!

    ciao!
    gugl

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  27. :)
    Meh (come si dice dalle mie parti),
    m'tè scuorn!
    che tradotto vuol dire
    "poffare, mi fai arrossire dalla vergogna" ;)

    Tiziana

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  28. simpatica!:-)

    gugl

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  29. Mi è capitato di leggere da più parti le poesie di Tiziana. Avete già detto tutto quello che un giudizio critico può dire. Dunque io mi limito a farle i complimenti sinceri, perchè testi che abbiano questa forza non è facile leggerne in giro. Soprattutto è strano, illuminante direi, leggerli da un punto di vista maschile, anche se ridurre la sorpresa ad una differenza di sesso è riduttivo.

    Francesco

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  30. Ridurre/riduttivo testimonia come non rileggo ciò che scrivo. L'insegnante gugl potrebbe darmi cinque:-)

    francesco

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  31. Francesco, ci sono ben altri problemi al mondo che la ripetizione di un termine!

    bentrovato.

    gugl

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  32. Si,beh,ho 17 anni,come ha detto il prof!per quello che vale:Tiziana,sei una grande!
    Grazie prof,sempre troppo gentile=)
    buonanotte!
    Patty

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  33. Piccola patty (sembra una canzone dei pooh ) grazie. Se ti va e Guglielmin me lo permette mi piacerebbe avere la tua mail.
    E francesco chi è? Bello sapere chi ti fa i complimenti.

    Scrivo dalla scuola di inglese. Ieri dal lavoro, tutta piena di curiosità.
    Siete per me una relazione clandestina ;)

    Tiziana Cera Rosco

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  34. Ciao Tiziana.
    Francesco è Francesco Tomada, purtroppo non sono allievo di Stefano per evidenti limiti di età, anche se mi sarebbe piaciuto.
    Rinnovo i complimenti. Nell'ultimo mesetto ho avuto il piacere di conoscere, direttamente o (superficialmente) via internet alcune persone e testi che mi hanno riappacificato con la lettura della poesia. Parlo di Fabio Franzin, Francesco Marotta, Massimo Orgiazzi, il mitico Gugl e adesso i tuoi testi.

    F.

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  35. Tiziana, sarei veramente felice di avere corrispondenza con te, anzi, ne sarei onorata; ma anche per me questa è una relazione clandestina, dato che i miei sono contrari ad internet. Comunque sia, ti posso far avere la mail della mia migliore amica, che già sfrutto sempre per questo genere di cose. E non ti preoccupare, gugl lo permette di certo!

    Patty

    P.S. La canzona era "Piccola Ketty"... ! :) fortunatamente non ho nulla a che fare coi pooh.. ;)

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  36. allora patty, mi dai il consenso per dare (in privato) la e-mail di cristina a tiziana? ma cristina ci dà il consenso per dare a tiziana la sua mail, così che patty scriva a tiziana, pur sapendo che leggerà anche cristina?

    boh, decidete voi! :-)

    gugl

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  37. ma sì! la cri ha già dato il suo consenso e comunque la faccenda è provvisoria perchè questa sera, udite, udite, ho convinto mia mamma, dopo un anno di tentativi, grazie alla sempre efficace strategia dello sfinimento (mi metti internet? mi metti internet? mi metti internet?) a prendere internet!!!!!! nel giro di qualche settimana sarà tutto a posto! e la cri sarà risparmiata :) !!!!per ciò dia pure la mail della cri a tiziana.
    a domani. baci.
    patty

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  38. ok, tutto è bene ciò che finisce bene diceva una volta qualcuno.

    gugl

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  39. quello che stavo cercando, grazie

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  40. che meraviglia questo blog, e che meraviglia sono le poesie di Tiziana. Ho trovato questo luogo come un rifugio questa sera. Un abbraccio dal Brasile.
    Francesca

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