Oggi Marina Mariani festeggia il compleanno presso la casa editrice Quasar, con la quale ha di recente pubblicato In campo lungo, antologia che contiene più di sessant'anni di amore verso la poesia. Il libro riflette pienamente l’umanità dell’autrice, il desiderio di non perdere il contatto con il mondo, scegliendo la frase che lo trattenga e, talvolta, nel fissi una scena per via esemplare; mi sembra, inoltre, che essenziale sia per lei parola d’ordine, quasi che il compito della poesia consista nel togliere al vero e al bello ogni rumore di superficie, così che la polpa levigata risplenda. E poi c’è la metafisica contrapposizione fra silenzio e rumore, tra il bianco e la scrittura, di radice ermetica, ma che lei piega ad esigenze di comunicazione più strette, così che la pedagogia e la critica politica, senza appesantire il discorso, entrino nel gioco dell’infinito intrattenimento (come Blanchot chiamava la “letteratura”). Insomma, questo libro racconta quanto di meglio un essere vivente possa conservare del proprio cammino, ciò a cui affidare fiduciosi un destino proprio perché in esso canta la speranza e l’ottimismo responsabile di chi sa cos’è il dolore. E lo fa con quella cifra d’ironia, che mai manca là dove l’illuminismo è ancora modello di conoscenza. Buon compleanno!!!
*
Per anni ho atteso un tuono,
ne calcolavo il rombo:
fortissimo, assordante.
Ora è venuto: è un fremito
così leggero, che appena l'avverto.
Certo fa più rumore
quel fiocco di neve che cade
mollemente sul parabrezza.
*
Ai bambini 1971
così eleganti nei loro costumi da tennis
e così efficienti - a scuola gli insegnano anche a costruire
un portamatite o un portasale -
bisogna pure cercare di spiegare
i nostri corpi maldestri
che vivono a fare.
Vorremmo dire che la poesia
è un granaio d'oro
dove il seme s'ammassa;
ma poiché
il granaio è parola del passato,
l'ammasso ricorda la guerra
e l'immagine nel complesso
la battaglia del grano,
scegliamo una metafora più seria.
A questi bambini
cresciuti coi formaggini
diciamo che noi facciamo
dadi per brodo, cubi
di concentrato.
*
Tra chi dice che tutto cambia
e chi dice che l'essenziale
non è mutabile, e mai
muterà,
il colloquio non è impossibile,
la discussione si può fare.
Bisogna solo lasciare a casa i fucili,
sedersi sul sedile di pietra
sotto l'albero di fico,
bere ogni tanto un bicchiere di vino,
distrarsi all'andirivieni
del cane bracco o pointer,
o al canto d'un uccello,
all'odore di mosto o di stereo
o di mentuccia.
Alla fine ci si saluterà
con una stretta di mano
(non è poi tanto grave,
il cimitero è piccolo e bianco
e intorno giocano i bambini).
I bossi
L'invidia che oggi sento
per i poeti neoclassici
se l'analizzo, vedo:
è per il mondo di bossi
di lauri di cipressi
comunque di sempreverdi
(magari sempremorti
ma infine — sempre)
Quale onore
Se pure qualcuno vorrà tenere il mio libro tra i suoi
il mio libro - bambino che non ho fatto nascere
quale onore sarebbe per me se il mio bambino
mai nato avanzasse tra i sorrisi
e il chiacchierio educato e invitante
Lui intimidito raccogliendo quel poco coraggio
che la confusa madre gli seppe dare
nelle rare parentesi di luce
avanzerebbe - io credo - con la luce
avanzerebbe - io credo - con la luce
fino al posto assegnato
in mezzo agli altri libri suoi fratelli
maggiori
...................immensa gratitudine alla vita
............che ha conservate queste care cose
........................................Umberto Saba
L'investitura
Non affinchè restiate
eterni, o solo a lungo.
Ora so che non la durata
volevo, ma l'Investitura.
Perché la vostra speciale
dignità, ve l'ho data io.
Io che non sono nessuno,
come Emily ben sa,
col diadema sto sul trono
quando a voi conferisco Dignità.
E silenziosamente m'acclamate
Regina. Siete in tanti,
adesso che sono vecchia
ad uno ad uno vi posso
guardare, e riconoscere. Da voi
ricevo senza paura
la gloria che da bambina
vedevo. Conoscevo
11 mio compito, e sapevo che alla fine
ce l'avrei fatta. A mio modo,
senza regole, ho voluto stare
con le poesie, nel verso: col mio
ritmo.
*
Per anni ho atteso un tuono,
ne calcolavo il rombo:
fortissimo, assordante.
Ora è venuto: è un fremito
così leggero, che appena l'avverto.
Certo fa più rumore
quel fiocco di neve che cade
mollemente sul parabrezza.
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Ai bambini 1971
così eleganti nei loro costumi da tennis
e così efficienti - a scuola gli insegnano anche a costruire
un portamatite o un portasale -
bisogna pure cercare di spiegare
i nostri corpi maldestri
che vivono a fare.
Vorremmo dire che la poesia
è un granaio d'oro
dove il seme s'ammassa;
ma poiché
il granaio è parola del passato,
l'ammasso ricorda la guerra
e l'immagine nel complesso
la battaglia del grano,
scegliamo una metafora più seria.
A questi bambini
cresciuti coi formaggini
diciamo che noi facciamo
dadi per brodo, cubi
di concentrato.
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Tra chi dice che tutto cambia
e chi dice che l'essenziale
non è mutabile, e mai
muterà,
il colloquio non è impossibile,
la discussione si può fare.
Bisogna solo lasciare a casa i fucili,
sedersi sul sedile di pietra
sotto l'albero di fico,
bere ogni tanto un bicchiere di vino,
distrarsi all'andirivieni
del cane bracco o pointer,
o al canto d'un uccello,
all'odore di mosto o di stereo
o di mentuccia.
Alla fine ci si saluterà
con una stretta di mano
(non è poi tanto grave,
il cimitero è piccolo e bianco
e intorno giocano i bambini).
I bossi
L'invidia che oggi sento
per i poeti neoclassici
se l'analizzo, vedo:
è per il mondo di bossi
di lauri di cipressi
comunque di sempreverdi
(magari sempremorti
ma infine — sempre)
Quale onore
Se pure qualcuno vorrà tenere il mio libro tra i suoi
il mio libro - bambino che non ho fatto nascere
quale onore sarebbe per me se il mio bambino
mai nato avanzasse tra i sorrisi
e il chiacchierio educato e invitante
Lui intimidito raccogliendo quel poco coraggio
che la confusa madre gli seppe dare
nelle rare parentesi di luce
avanzerebbe - io credo - con la luce
avanzerebbe - io credo - con la luce
fino al posto assegnato
in mezzo agli altri libri suoi fratelli
maggiori
...................immensa gratitudine alla vita
............che ha conservate queste care cose
........................................Umberto Saba
L'investitura
Non affinchè restiate
eterni, o solo a lungo.
Ora so che non la durata
volevo, ma l'Investitura.
Perché la vostra speciale
dignità, ve l'ho data io.
Io che non sono nessuno,
come Emily ben sa,
col diadema sto sul trono
quando a voi conferisco Dignità.
E silenziosamente m'acclamate
Regina. Siete in tanti,
adesso che sono vecchia
ad uno ad uno vi posso
guardare, e riconoscere. Da voi
ricevo senza paura
la gloria che da bambina
vedevo. Conoscevo
11 mio compito, e sapevo che alla fine
ce l'avrei fatta. A mio modo,
senza regole, ho voluto stare
con le poesie, nel verso: col mio
ritmo.
Mi associo agli auguri. Con gratitudine per ciò che Marina ha saputo dare alla poesia. Cioè a ognuno di noi.
RispondiEliminafm
Grazie Francesco.
RispondiEliminaAnche Georgiamada si unisce agli auguri, nel suo blog.
Tra l'altro già aveva postato una pagina riepilogativa sugli articoli usciti in rete a proposito di Marina. lo trovate qui
http://georgiamada.splinder.com/post/14488867
anch'io ne avevo già scritto: esattamente l'anno scorso, senza saperlo che era il suo compleanno. Destino!
gugl
Per anni ho atteso un tuono,
RispondiEliminane calcolavo il rombo:
fortissimo, assordante.
Ora è venuto: è un fremito
così leggero, che appena l'avverto.
Certo fa più rumore
quel fiocco di neve che cade
mollemente sul parabrezza.
...macccchebbellezzza...!
mitralika
direi molto femminile, se ciò non urtasse la sensibilità sopraffina di molti maschi che sognano nei paraggi.
RispondiEliminagugl
notavo il delicato omaggio del micetto, le poesie invece le leggo dopo, stasera, del resto devo ancora leggere quelle di vincenzo ho troppe riunioni :P e sono in ritardo con i compiti, professore
RispondiEliminaAuguri a Marina per quel suo tocco confortante in questo orrido mondo e auguri pure a me che oggi compio mezzo secolo.
RispondiEliminapepe
due scorpioncini, allora. secondo me anche ali è scorpione :-)
RispondiEliminagugl
non sono scorpioncina ma angioletta
RispondiEliminascusa stefano, ma non t'è arrivata mia posta?
ali in logout perchè in blogspot non funzionano i commenti
la prima poesia è veramente bella, bella sul serio. penso me la copierò sulla cartellina tra la sua e quella di tiziana, prof!!!!
RispondiEliminaanche io aspetto tuoni e poi arrivano sempre i fiocchi di neve!
auguri per il mezzo secolo di peppe e auguri e complimenti a Marina!
a venerdì, prof!
baci, baci!
patty
sono ancora in tempo, manca mezz'ora alla mezza notte, auguri, auguri a tutti, a pepe che conosco e alla poetessa che non conosco! antonella
RispondiEliminaieri mi sono idmenticato di fare gli auguri a Gabriele: rimedio adesso, se possibile, scusandomi!
RispondiEliminaun saluto a Patty e a Antonella. Ali )perché sei tu l'angiletto, vero?), non mi è arrivato niente per posta (cioè nella cassetta della posta) e nemmeno per e-mail.
non so che cosa sia il "logaut", ma dev'essere qualcosa che quando lo dici (log) di porta fuori (aut); una cosa da sballo, insomma! :-)
gugl
anch'io ho trascurato di fare i miei omaggevoli auguri :)
RispondiEliminapardon
ciao gugl, stavolta dovrebbe essere andata in porto questa "osteggiatissima" trasmissione.
Ecco, quando leggo cose così penso che lo so dove sto andando ed è solo avere abbastanza forza e fiducia e tensione e consapevolezza a leggere, a bearmi della consapevolezza così semplicemente detta nell'ultima poesia, a leggere la leggerissima leggiadria della prima poesia, a leggere l'attenzione dei bambini, la modestia del libro che s'avanza piccolino e prende posto e luce tra gli altri, a quante altre cose che penso e che sono da dire e qui, fortunatemente già dette, a leggere sempre, a riconoscere, a tendere alla grande poesia.
RispondiEliminaGrazie stefano di questa proposta.
Auguri a marina mariani chè il suo compleanno è tutti i giorni ed i giorni a venire per sapere scrivere, per aver scritto così.
caramente
Marina non commenta, ma legge. Gradirà tantissimo le vostre letture.
RispondiEliminaApprezzo molto queste poesie.
RispondiEliminaMi fanno pensare – a una prima lettura – alla Szymborska.
Poi guardo le date.
Scritte molto prima (1971…) della pubblicazione della Szymborska in Italia.
“Femminili”, sì, ma senza il recinto limitante ed autolimitante del “corpo”.
E grande tenuta. Soprattutto grande autorevolezza: ciò che troppo spesso manca alla cosiddetta poesia “femminile”.
Emma
Grazie Emma. E' un accostamento originale che fai.
RispondiEliminabenvenuta.