mercoledì 18 ottobre 2006

Gianni Toti


Presento oggi un poeta del quale ho sempre ammirato gli equilibrismi politicamente scorretti, ma anche la sua capacità d'essere discreto, fuori dalla calca. Scrive Mario Lunetta in Poesia italiana oggi (Newton Compton 1981): ecco gli "sfavillanti deliri lessical/sintattici/semantici di quell'inguaribile cultore dell'infra-metaetimologia che è Toti: la cui sfrenatezza ha sempre le briglie sul collo, ben tirate, e il collo sotto la testa. Che è poi il testo, con la sua lucida ragione motoria a pieno regime. Toti è maestro in una pratica della scrittura come contraddizione tutta giocata sulla rissa sulfurea dei significanti che partoriscono da sé, in una serie di giostre acri e gioiose, catene e catene di significati, praticamente al­l'infinito. La sua «padronanza assoluta» della retorica e delle lingue (morte e viventi) ne fanno un caso radicale di fortissimo poeta «inat­tuale» dotato di irriverente attualità."



Brevidia
(prime vociferazioni per un Contraddizionario)


ricomincerò dalla tua faccia senza faccia tutta dita

perché se dico ti prendo la mano ti tocco
con queste parole che bucano l'aria

se ti prendo la mano se ti dico ti prendo
la mano ti tocco anche con le parole
con cui ti prendo intanto la mano

se sul silenzuolo ci prendiamo tutto
che altro tocchiamo intangibili intatti
là dove si tocca ciò che non si tocca
con la mano e con la parola?

se noi ci scateniamo allo smontaggio del tatto
con silenzi incrociati a verbi scritti
e nomi d'azione e piccole verghe accentuate
che cosa rimonteremo se non quelle catenule
di polpastrelli tenui muscolature lisce?



work in regress

col cerebronico e gli interminali
già i futuri commemorizziamo
pessime ottimalizzazioni ottime
pessimazioni poetelematiche
cosmatiche cosmetiche...

dati i dati date le date
alle banche date dei "data"
videostampàtevi in ufania:
qui i finzionari che fanno
pensare le macchine che fanno
impensare gli uomini che non fanno
ciò che spensano e sfanno
quando esonerano il cerebello

qui work in regress



contrattacizione

alacriloquente il tuo è un tristilòquio
irsuta lallazione nel poetorio
senza giardino e senza purgazione

meglio tacere paraulando

8 commenti:

  1. Gianni Toti. Nato a Roma nel 1924, laureato in legge. Partigiano, poi cronista de “l’Unità”. Toti gira il mondo come inviato speciale, passando per congressi e rivoluzioni. A partire dagli anni Ottanta, la sua volontà di sperimentare nuovi linguaggi gli fa scoprire il mezzo video; e Toti diventa un “poetronico”, realizzando negli ultimi dieci anni numerose “VideoPoemOpere”.

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  2. videopoemopere?
    ...
    fruibili come cortometraggi?

    vaan

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  3. io non sono mai riuscito a vederne uno, ma magari tu sei più fortunato.

    ciao

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  4. il laureati in legge con le parole ci vanno a nozze, è inevitabile...

    Bella presentazione Stefano, fossi Toti ne sarei felice.

    Voto la prima. Verso uno di uno, due di due, tre di tre e quattro di quattro. Parole che bucano l'aria.
    Adesso aspettiamo Erminia che dice che le piace tutto il resto ;)

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  5. la prima, è in linea con la poetica di corrado costa, mi pare.
    Anch'io la preferisco, amnche se le altre sono più in linea con l'idea poetronica dell'autore.

    dici che i laureati in legge siano abili con le parole? ne sai qualcosa? :-))))

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  6. ciao Stefano e Alivento. Mi piace molto la prima (soprattutto l'invenzione surrealista del primo verso), ma le altre no. non ne riesco a raggiungere il ritmo... ;)

    erminia

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  7. cara erminia, credo che le altre vadano lette silenziosamente e guardate in tutte le loro sillabe incidentali: la difficoltà fonetica penso sottenda la critica alla (la paura della) civiltà informatica, elettronica. Ciò diventa però paradossale nella misura in cui Toti, poi, usa questi strumenti per lavoro, per i suoi video poetronici.
    D'altro canto è nelle corde del gruppo 70 (di cui Toti non fece parte, mi pare, ma che ben conosceva) l'uso degli strumnenti massmediali del "nemico".

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  8. 1.
    La carta della tigre la carta del gatto
    eccola dammi le unghie la zampata
    da questa a quella gamma di tasso dell’antinulla
    incartami adesso spediscimi da te
    impianta gli ioni alle tempie
    termoluminesce e splende buio
    carta azzurra più pallida di questa
    carta paglia carta detta cristallo

    2.
    che cosa non facendo stavamo chiedete?
    stavamo il tempo poetosofando
    studiando la scienza della guerra privata
    ma quest’altro alto ramo della scienza
    è guerra lunga forse è pure eterna

    3.
    parole di legno adesso
    il legno che negli alberi tristi adolesce
    neppure con gli spettri le parole si essiccano
    elegante l’uso delle lame che ad aria
    drenano refili e scarti di pensieri

    4.
    stavamo facendo “Uh” e tu mi scrivesti
    caro Vuessignorìa torinotrebisaccosentinese
    carta paglia carta bibbia e carta
    del pioppo che in silenzio incarto
    legno fino rozzo da intreccio e intaglio?
    da uno a diciannove piume di uccelli
    fino a 400 con il 20 che era una bandiera
    e il tlacuilo che disegnava i libri
    tonalàmatl la carta dei giorni, giorni coccodrillo
    giorni vento, giorni casa, giorni morte,giorni
    scimmia avvoltoio selve fiore giaguaro canna erba
    e ogni giorno dondola come vedete
    tra l’acqua e i denti è così che
    misuravano con la mano il corso degli astri
    la mano sestante ti ossitaglierai su questa carta
    punto boccio talea
    con la bacchetta ironica la penna tragica
    leggitela tutta scrivitela contro
    l’infinitura liscia l’altra parola infingibile
    con il conto dei giorni tonalpohualli

    V.S.Gaudio, La carta della tigre.La Stimmung con Gianni Toti sul poeta ipotimico, "Zeta"n.91, Campanotto editore, Udine gennaio 2010.

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