mercoledì 5 ottobre 2011

Faraòn Meteosès / Stefano Amorese


Ben più stratificato del libro precedentemente presentato su Blanc, il "poemetto quasi a motore" di Faraòn Meteosès, alias Stefano Amorese, Automotrice a voce per inchiostri acustici scalpita sul tasto delle "esse" in suffisso per disarticolare un discorso patostorico ossia sulla malattia multipla che attanaglia l'historia, barocca per prostrazione finale che l'ha resa automotrice lanciata sul niente che ci aspetta. Non si salva nessuno da questa caduta, né il Deminurgo "che strascrisse [...] sottodettatura": "così si discosse da un cilindrasse e da una biella nelle Cervella" riferendosi, appunto, all'automotrice "concreata nell’embrione e nel Criterio delle Temperie Contemporanee / nell’impulso propulso dal Centro Motorio del Verbo", né gli operai, prede tutti del multimediale, dal quale digitano "il suffisso e l'Abbiccì".

Diviso in 4 sezioni che riprendono il funzionamento del motore a scoppio (aspirazione, compressione, espansione, scarico), il poemetto aspira e comprime il compendio dei saperi scientifici-umanistici occidentali, li impolpetta, ci soffia dentro sino a gonfiarli al parossismo e infine li sputa, dalla prima riga all'ultima, con gran piacere dello sfintere orale, gran scappamento del suo motore creativo e godimento sicuro per chi ha la fortuna di sentirne i suoni dal vivo, "nonostante i molti audiolesi", essendo questo anzitutto una poesia sonora, un "a voce", come la locomotiva, "fabbricata nell’officina della Parola effusa che si fa carne / che sbuffa sulla salita ripida della pietraia / a strapiombo sulla scarpata del promontorio".

Come scrisse Gabriele Pepe in un commento a Psicofantaossessioni e ancor più vero nell'Automotrice, "la sua poesia spazza via tra sberleffi e schiaffoni tanti luoghi comuni ammuffiti della poesia e del mondo:vecchi sepolcri, falsi idoli, salottieri a prezzo fisso, clan, tribù, bastimenti di versicoli e di poetichese da passeggio, lacché, nani e ballerine ecc. Ma la sua a ben leggere è poesia dello sgomento, della consapevolezza della cloaca, del dolore, dell'impossibilità di poter cambiare davvero le cose. Poesia della sconfitta consapevole ed eroica".



Aspirazione


Fu concreata nell’embrione e nel Criterio delle Temperie Contemporanee
nell’impulso propulso dal Centro Motorio del Verbo
… nel sussulto poematico …
nell’agone in tumulto del diverbio mediatico
di contro al martirio (non volontario?) dell’homo-consumer
e al prolasso del morbo…
disavanzato ad Alzheimer
_
E così si discosse da un cilindrasse e da una biella nelle Cervella
come trascrisse il Demiurgo sottodettatura e a tergo la Nomenklatura
e che si disse che in essa vi fosse in origine…
la stessa Sostanza della caligine
… che si nutrisse in un autorimessa della benzina
di una vecchia carcassa
… che si accrebbe dell’antidepressivo televisivo
nella bulimia del butano e del butolino
e che comparve dalle Caterve inurbane…
pressoché Eterogenee
che s’impresse in un Clone, conclamato al culmine
dell’Anarchia dismessa e Fuoriproduzione!
… che si ricostrusse nell’emporio dei feròdi
e dei ferrormoni e per tre acari sugli scaffali
… che si combusse nella con-Fusione a freddo…
nel Minestrone
in un amplesso bi-asessuato di un linfonodo con un dìodo
asportati dalla mammella rifatta ad Afrodite…
per l’epopee dei quattro salti di Diomede
e che si aggiunse si riprodusse, sia nelle metastasi che nelle protesi
nell’Apoteosi della Crisi del Buongoverno…
che si addusse alla psicosi del Padreterno!
… che si narra, sedusse le bio-masse manomesse dagli Scriba della Gleba
che sui coacervi dei Servi della Cedola,
circondusse il Dividendo e acciaccasse nella suburra
l’autoblindo, sui quei tifosi assiepati negli Stadi larvali
e nei terminali e nei batteri della Salmonella,
che poi si abbarbicò agli antipodi dell’endogamia
e dell’imperio della Borghesia
che prosperò nell’antifona della lotta di Classe…
ormai d’una sola Categoria
… nell’Ottava Casaechiesa di Chicchessia…
nel Segno stagionato e unigenito del… “Cap®icollo”
e dal Farmaco orfano d’asporto e a babbo morto…
nell’Ufficio Decessi della Comunità!
… dopo tutte le batoste, ai dappiedi del letto di Procuste
e partorita, prima che si profilasse nella menopausa,
la Matrona Lacrimosa di tutte le frattaglie, alle soglie…
dei disvalori Intellettuali
… concepita che fu dagli Emuli maculati dalla Chimera
e rinculati nei cirrocumuli dell’Utopia,
fin su nella cornucopia e nella filiera,
compravenduti come le merci e ripetuti…
Arrivederci
… per l’acquisto delle derrate in serie dell’Anticristo
… con le cibarie dell’Abbondanza
e le preghiere immolate alla Penitenza
… nell’atto laico di chi si sciala sul superattico
e finta la sciabola con la pantofola
e che a garganella s’ingolla della pinta di un’ecoballa!
… allorquando fu esplosa per Quiproquò e
per l’extrema ratio
la Pustola del pus dell’Anti-Status, brillando nel Cyberspazio
… la Parola fu presa dal bavero fuori orario,
dall’operaio (del turno notturno ritardatario?)
che travalicando la messa in onda, insorse dalla Disinformazione
e nella baraonda, ritorse sia il Telecomando
che il Ripetitore a ridosso dell’Imperatore
e agì dal suo piccì. Ne digitò il suffisso e l’Abbiccì.
E di costì - Ops… ribadì! E fu così… che a un’ora X
contestò sul serio l’oligopolio…
sul Sesto Segreto di Pulcinella
… sulle clausole ipocrite della Retro-cessione del Quinto,
cancellò dal conto, l’accredito onnivoro per l’Opera Pia e per l’Omissione:
il Cespite inusitato del Capostipite
e consentì l’ingresso della Carica…
al Potere Comburìvoro,
per Convivere nella Fiducia di una Vera Etica,
perché sembrava che di quell’Incendio
ne fosse il Principio e la Fàbula…
ne rappresentasse il compendio
e lungo il tragitto dai Due Punti Morti
ne aperse la Valvola ciclica di Aspirazione
e restituì il Diritto della replica onomatopeica…
dalla Voce dell’Automotrice
........tutrice delle Arti e della Musica Meccanica
........e dei succitati Inchiostri… de-no-mi-na-ti acustici.



Compressione


Ed è così che allora avvenne nell’Anno…
dello Zero Spaccato,
come fu tramandato sulla glossa della Prima Nota di Cassa
del Commercialista di Corte (al civico 23)
con tutte le carte del copywriter,
sulla roulette russa del «Cabaret Voltaire»
…col revolver e la cabriolet,
che previde contabilmente la sovrattassa sull’adipe
del contribuente
e la dose concessa ai respiri giornalieri,
ai baratti di alimentari di salariati avariati dall’Avantieri,
messa agli Atti del Congresso dall’Abate Indovino,
alle Idi di Marzo,
decurtatosi però per un terzo,
per le cure alle carie avanzate di altre Cariatidi
e per l’espianto delle adenoidi…
nell’iracondia di tre povere Eumenidi,
che precedette nell’Annunciazione…
dalle audiocassette
e dall’altoparlante, la Rivoluzione…
del Carburante.
E nel troncare la controversia riaccadde l’Allegoria
dalla palanca della Nana Bianca
trascinata sulla sedia gestatoria da quattro precari
autoferrotranviari
che urtò la plastica facciale…
nell’Euroforia… del Centro Commerciale
in rotta di collusione con l’Arca dei Patriarca
in approdo alla Cala dei Prezzi e degli equoindennizzi
con le Tavole dei Sottocosti dei tergicristalli e dei girarrosti,
nella baruffa per la zuppa dello stinco d’ornitorinco e dello stracotto di bradipo
… che si contuse con l’uso indiscriminato dei pallottolieri…
in testacoda sui Rampicatori
che si concluse… nel culdisacco di Poffarbacco
dopo la scoccata di Cupìdo…
sulla caviglia di Edìpo e “Al lupo! Al lupo!” di Esòpo
... che contrattò i Corpi contundenti
con i dissidenti, nel pigio e nel torchio del ferrovecchio
del Dragomanno del Sindacato,
nell’inganno del Cervellone Ritaroccato
sulle percentuali della soda caustica
e sugl’indici dell’economia domestica
di quelle cattive COmpagnie rivali
nella rivalsa sulla milza sul màzzero e sulla mazzancolla
… per i mutui ereditari dei fuochi fatui nei cimiteri
e per committenze subappaltate nelle Necropoli!
… per cui scese giù una Bestemmia eponima…
un anatema alla Tirannia
… per gli accidenti degl’indigenti e per gli accipicchia degl’incapienti
appiccicati nella morchia…
alla macchia costretti e alla mordacchia nella Disgrazia
delle rendite fittizie e…
devitalizie: nelle prigioni delle pigioni… scorporative
alle pensioni… disintegrative,
esperite sulla strada della Disperanza,
sebbene fu propagata dalla Kilowattrice luce
e lungimiranza e in differita,
dall’auditorium, fu trasmesso il sermone…
del più vetusto Pàpapparpagone
e gli assicurati che si trasferirono tosto dall’Uno per Centum,
giammai non temerono,
né il Diluvio imminente delle Piogge Acide
di Giove Pluvio
né l’aggravio del pediluvio
col beneplacito del Pillolotto omeopatico,
dell’ambo Lottomaieutico e del filotto della P2 e della P.38!
E dallo spoglio delle schede da un’Ostrica ostetrica…
in anticipo di gravidanza,
ne uscì il piede perlato di sudore del Mostrostereotipo
che inverse la tendenza
sul clima e sul clinamen, sulla mezzaquaresima
e sul Ramadàn,
che come per atto di fede, si sdoppiò in una Trans
linguacciuta e in un Archètipo Metropolita
… che dal pulpito con furore proclamò sull’adunanza, del Primo Comma bis
la Summa Sentenza,
a chi si ostinava di devolvere gratis…
il modello di utilità a tutta la Pubblica…
Insanità.
E i pluriantennati erano in tanti muniti e pochi al responso oracolare…
forniti dell’auricolare
sull’aureola dei beoti e sulla sacra rotula dei beati…
di già bizzòchi in lucore di Santità!
E la Minoranza era dei non credenti, resistenti
alla promessa dei Lupercali e dei Carnevali
dei due Avversari Cosegretari, che facevano grossa impressione
in doppia coppia e potenza regolari…
nei favori parlamentari,
assisi sugli orinali delle Bicamerali di Compressione Bassa
… sorprendenti per lo scatto e la contromossa
sullo scranno ovale
e sullo schermo piatto,
per gli espedienti col siero sulle dentiere
e coi ritoccasana per le cubitiere
che cucirono il garbuglio a maglia …
coi ferri del mestierante e del postiglione
lì con forchette caudine nel caravanserraglio,
sul ginocchione del questuante nel padiglione
e là per vicissitudine, con le brachette e le ghette,
in lana merino
e quelle in cotone tessute benino…
per il Grande Fratello…
che ha nome Caino!

[...]


Faraòn Meteosès (all'anagrafe Stefano Amorese, Roma 1965). Già mi­litante in diversi gruppi di poeti ed artisti dell'underground romano, con­quista la celebrità per le sue letture poetiche nelle pubbliche piazze della capitale e per la realizzazione di rigorose autoproduzioni editoriali. Al suo attivo Per ludum dicere (teatro di poesia), altre performançes, interventi radiotelevisivi, partecipazioni a varie rassegne di poesia, pubblicazioni su riviste, in rete e su numerose antologie. È autore di Psicofantaossessio­ni (LietoColle, 2007),  Ecolallaliche (Arduino Sacco editore, 2009) e Il dolce cammino - Fermate a richiesta (Aracne editrice, 2010, su un lavoro fotografico di Fabrizio Buratta).

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