sabato 17 febbraio 2007

Roberto Carifi


Il risvolto di copertina di Amore d'autunno (Guanda 1998), scritto da Giuseppe Conte, parla di Carifi come di un poeta "abitato dall'addio", che ha scritto un libro "pieno di una straziante dolcezza autunnale, percorso da vene di abbandono, di fine, di dolore". Tutto vero. Tutto reale.

*

Esatta è la parola
che viene a noi dal bene,
che afferra come la mano del destino
e piega le ginocchia
e l'uno all'altra ci abbandona.
Se resta un'ombra, amore,
non sarà l'ombra del peccato
ma quella che protegge dalla luce estrema,
che custodisce lo sguardo di chi ama.
A volte il tuo viso muta,
un fragile tremore bacia le tue labbra:
soltanto il bene si mostra così,
nella minuscola piega della pelle,
nel battito sottile dello sguardo.
Il male non ha rossori,
nulla lo lascia impallidire
e si nasconde.


*

Se potessi cantare il tuo nome sarebbe
un'erba cresciuta in pieno inverno,
un tiepido scirocco scioglierebbe il gelo.
Se potessi parlare come quel passerotto
che si posa, muto, sul mio terrazzo!
Ma oggi perfino la pioggia è una lingua straniera
e dovrò mendicare un sorriso.


*

Eppure, amore, corri come un bambino
e lasci il tuo sorriso nell'azzurro,
corre nel filo la tua voce
e accarezza gli angeli malati,
i libri dove imparavo
la cenere del tempo.
Lontano alberi sottili, un'ombra scheletrita
che aprile dona a questo sguardo
di povera anima caduta
tra soffitte di bambole e trenini.
Dentro mi resta un soldatino,
un ussaro di stagno
che mi addormenta sul cuscino.


*

Sapresti inginocchiarti davanti alla rovina,
provare pietà per l'ombra delle cose,
amare un poeta abitato dall'addio?
Ameresti il gelo che ricuce
alle stanze vuote dell'infanzia,
a un cuore di bambola che piange
tra la paura e il sogno?


*

Sono poeta, vedi, sollevo in aria il mio berretto,
dentro c'è un cuore che saluta,
un lampo che tramonta presto,
mentre ti sfioro penso
che l'autunno è un'anima dolente
e mi allontano verso quell'invisibile che amo
e che mi bagna il petto,
e mi allontano e penso che ti farei felice
se non avessi un angelo che mi cammina accanto.

10 commenti:

  1. poesia che sento straodinariamente affine

    RispondiElimina
  2. Carifi è bravo anche se, forse, in gran parte minacciato dai grandi del novecento: da montale a Sereni.

    poi c'è la sua autentica passione per Jabes, che gli permette di essere Carifi.

    gugl

    RispondiElimina
  3. Da anni seguo la sua rubrica su poesia.
    Poesia la sua pregna di lirico stupore che non mi fa proprio impazzire, de gustibus, ma certo di indiscutibile valore.
    pepe

    RispondiElimina
  4. a me piace il modo in cui si pone nei confronti degli autori. Quanti altri poeti famosi conoscimao che fanno così e con costanza?

    ciao

    gugl

    RispondiElimina
  5. pepe, grazie per ieri sera...spero di mandarti presto notizie amene. baci, erminia


    Carifi in un universo così puro che risulta quasi incredibile possa esistere. L'ultimo testo, "Son poeta , vedi, ..." mi ricorda certe poesie di Brecht.

    buona giornata. ermi

    RispondiElimina
  6. grazie per il commento.

    RispondiElimina
  7. Sono stata abbagliata da Carifi con


    Abbiate questo gelo,

    queste mani abbandonate al verme

    che confonde il tempo,

    del Qui non resta che un timbro soffocato,

    l’Ora singhiozzeranno in pochi,

    c’è una marmaglia cieca

    che geme nel mio sonno

    abbiate questa barca rotta

    che remano i miei giorni.


    Le più secche, quelle con gli angoli acuti, sono, a mio avviso, le più svelanti.

    Spero si pubblichi, ho provato con la "belli Cavalli" ma non mi è riuscito. Dicevo cose bellissime....(eh eh)

    RispondiElimina
  8. Silvia, 'l'ultima strofa' non l'ho capita :-)

    Carifi piace anche a me. merita di più.

    gugl

    RispondiElimina
  9. Dicevo solo che ho commentato la Cavalli con amore ma il commento non si è pubblicato sul blog. Sono tanti i passaggi, credo, ed è anche tanta la mia distrazione, credo.

    Un saluto, e complimenti per i begl'autori che proponi.

    RispondiElimina
  10. "...... l'autunno è un'anima dolente
    e mi allontano verso quell'invisibile che amo"
    Ciechi alla luce,i poeti vedono l'invisibile,e, in particolare,ciò che non è più o non è ancora , il passato e il futuro.
    Ma nel labirintico onirico "....e che mi bagna il petto"la grazia redentiva che accompagna ogni profonda consapevolezza.
    Versi che prendono l'anima....

    RispondiElimina