Nei primi anni Sessanta, parallelamente alle attività dei Novissimi e del Gruppo 63 gli operatori del Gruppo 70 di Firenze provvidero alla diffusione della poesia visiva, corrente poetica sperimentale tipicamente italiana: con Lamberto Pignotti, il suo più attivo teorizzatore, collaborarono Eugenio Miccini. Luciano Ori, Lucia Marcucci, Michele Perfetti e, successivamente, per periodi più o meno lunghi, Achille Bonito Oliva e altri.La poesia visiva è interessata soprattutto ai rapporti con la cultura e la comunicazione di massa, di cui, secondo Pignotti, intende sostituire "la prevalente informazione di tipo pragmatico con una comunicazione di tipo estetico", in un'operazione di recupero dell'ingente materiale significativo dilapidato dai mass media, che investa in pieno l'area dei contenuti.Come ha precisato Miccini, la poesia visiva è una forma di semiosi logico-iconica, in cui la parola e l'immagine intrattengono rapporti simbolico-referenziali.Alla base del collage sussiste una semiosi eterogenea, la codificazione di un sistema semiotico complesso; gli elementi costitutivi concorrono alla produzione, attivata da un intreccio di codici, di unità di nebulose testuali. Mentre i media utilizzano "nessi condizionati per indurre i materiali a una disposizione di tipo lineare, il poeta visivo intende invece dare adito a un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"(Ballerini).La poesia visiva pone in frizione l'espressione (reazione del soggetto alla propria perdita di identità) e l'informazione mediatica (deprivazione di senso del linguaggio visivo e verbale) in funzione di una nuova comunicazione, che attivi la criticità del fruitore nei confronti dell'usura semantica delle comunicazioni di massa e dell'automatismo linguistico, utilizzando procedimenti analoghi a quelli della pop art o del concettualismo.
domenica 21 maggio 2006
la poesia visiva 1
Nei primi anni Sessanta, parallelamente alle attività dei Novissimi e del Gruppo 63 gli operatori del Gruppo 70 di Firenze provvidero alla diffusione della poesia visiva, corrente poetica sperimentale tipicamente italiana: con Lamberto Pignotti, il suo più attivo teorizzatore, collaborarono Eugenio Miccini. Luciano Ori, Lucia Marcucci, Michele Perfetti e, successivamente, per periodi più o meno lunghi, Achille Bonito Oliva e altri.La poesia visiva è interessata soprattutto ai rapporti con la cultura e la comunicazione di massa, di cui, secondo Pignotti, intende sostituire "la prevalente informazione di tipo pragmatico con una comunicazione di tipo estetico", in un'operazione di recupero dell'ingente materiale significativo dilapidato dai mass media, che investa in pieno l'area dei contenuti.Come ha precisato Miccini, la poesia visiva è una forma di semiosi logico-iconica, in cui la parola e l'immagine intrattengono rapporti simbolico-referenziali.Alla base del collage sussiste una semiosi eterogenea, la codificazione di un sistema semiotico complesso; gli elementi costitutivi concorrono alla produzione, attivata da un intreccio di codici, di unità di nebulose testuali. Mentre i media utilizzano "nessi condizionati per indurre i materiali a una disposizione di tipo lineare, il poeta visivo intende invece dare adito a un condotto comunicativo ipostatico rispetto ai valori ideolessicali degli ingredienti, e deviante rispetto alle suture della loro coesione"(Ballerini).La poesia visiva pone in frizione l'espressione (reazione del soggetto alla propria perdita di identità) e l'informazione mediatica (deprivazione di senso del linguaggio visivo e verbale) in funzione di una nuova comunicazione, che attivi la criticità del fruitore nei confronti dell'usura semantica delle comunicazioni di massa e dell'automatismo linguistico, utilizzando procedimenti analoghi a quelli della pop art o del concettualismo.
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l'opera è di lamberto pignotti
RispondiEliminaMASSIMO: so che sei tanto impegnato, non sentirti in obbligo. quando puoi, passi... et voilà.
RispondiEliminaSWAN: un brindisi è sempre il benvenuto!
VOCATIVO: cercherò di non fare concorrenza ai vostri splendidi blog (e appena capisco come si fa, li linko)
FABRY: nacci mi pare aspiri alla poesia totale, di spatoliana memoria (magari ne parlo nei prossimi post) grazie anche a te per essere passato.
Be', sì, Stefano: ultimamente gli impegni si affastellano. Quelli informatici a quelli quotidiani. Tuttavia l'obiettivo è quello di non strafare in nulla e portare tutto al "classico" equilibrio :) Un saluto anche a tutti i soliti noti de noantri :)
RispondiEliminaMassimo
nacci potrebbe essere una via di mezzo tra Wagner e Greenaway :)
RispondiEliminaRaffinatone, hai un blog molto elegante!
RispondiEliminaGianfry
se riesco a scannerizzare alcune diapositive che ho sulla poesia visiva, pensavo di farne alcuni post, commentandoli in modo semplice e accessibile anche ai non adetti ai lavori, che ne dite?
RispondiEliminaun saluto particolare a Rita, il mio 'primo amore'blogghesco:-)
ciao, ce l'ho fatta. e con vero piacere commento, mio prefattore preferito. a presto.
RispondiEliminagio
Stefano, dico che è un'idea buonissima (qui però non si riesce a mettere i riferimenti dei commenti, va be', il tuo ultimo, ecco). Commentare, discutere e soprattutto imparare la poesia visiva sarebbe la prossima frontiera del blog. Attendo che scansioni, allora.
RispondiEliminaBene, l'anonimo di prima era io, Massimo O.
RispondiEliminaciao Gio e ciao Gianfry, siete entrambi benvenuti. non vi conoscete, ma avete molte cose in comune:-)
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