Per poter
apprezzare appieno nella loro specifica complessità le cantiche de
"L'Assassinio del Poeta", il poema interminabile di Gio Ferri,
pubblicato da Anterem Edizioni a partire dal 2003 con i primi nove canti e
arrivato nel 2010 al XXXV, è consigliabile, in particolare ai novelli
esploratori di poesia contemporanea, aver frequentato un Corso di preparazione
pre-poetica. Corsi di approccio alla poesia contemporanea non ce ne sono molti,
ed è un peccato, potrebbero essere utili 'traini' verso una 'galassia' di
scritture che per lo più rimane sotterranea anche ai potenziali lettori. E'
importante che il lettore della poesia di Gio Ferri sia preparato, perché solo
così potrà riconoscere e apprezzare appieno le continue citazioni, parafrasi,
allusioni, mascheramenti, che ri-portano nel con-testo 'materiali' da tutta la
tradizione in versi italiana e occidentale. Si fa molta strada nel testo
percorrendo versi ottonari e novenari, la metrica tipica della cantata
popolare, ma poi si incontrano altre forme di messa in scena della scrittura,
che ci conducono anche alla prosa poetica e alle sperimentazioni linguistiche
di tutto il Novecento. Si incontrano in questo viaggio dal tono parodistico e
'picaresco', tracce di classici greci e latini, del 'dolce stil novo', della
Divina Commedia, dei poemi cavallereschi, della poesia barocca, del Leopardi
delle "Operette morali" e poi del simbolismo, del surrealismo, del
teatro di Beckett, delle neoavanguardie... Non è certo scrittura innocua,
questa di Gio Ferri, è poesia che prende posizione, che cerca di orientarsi e
di orientare il lettore attraverso una premeditata azione di disorientamento.
Il paradosso è posto come realtà di fatto. Si vive, in fondo, nel paradosso.
La poesia e l'arte non sono, forse, ardite utopie paradossali? Accedere al
paradosso e temporaneamente accettare la perdita delle consuete coordinate di
orientamento, sperimentare questa vertigine 'dionisiaca' nel pensiero poetante,
diviene, in queste pagine, azione terapeutica. Azione che interrompe ogni illusione
di verità data, e rivela l'unica verità riconoscibile proprio nel nulla e nel
suo 'temporaneo annichilire' nella molteplicità fenomenica, in questo caso dei
significanti/significati, in piena coscienza della lezione di Andrea Zanzotto.
Il viaggio dell'attempato Commissario alle prese con una serie di omicidi che
lo portano ad indagare nell'ambiente della poesia, non è lontano anche dal
rinverdire atmosfere felliniane. Dalle quali poi diventa naturale ritrovarsi in
una specie di moderno 'satyricon', ricco di avventure erotiche più
immaginarie che reali, appunto, surreali. Ci troviamo in un intreccio di piste
e trame sempre fuorvianti, che rimandano sempre ogni possibile soluzione.
Eppure emerge chiara in tutta questa complessità la situazione problematica in
cui si trova la poesia e l'arte contemporanea. Dove è quasi scontato ricordare
ancora che il livello di originalità di un'opera, è troppe volte inversamente
proporzionale alla sua immediata commerciabilità. Il Gio Ferri poeta, non
smette di essere il Gio Ferri critico militante: pur camuffando nomi e cognomi
non si sottrae alla sua indole. Con la sua riconosciuta onestà intellettuale,
cerca di discriminare l'erba buona da quella cattiva, di indicare al lettore
una via, di spiegare ciò che per lui è valore in poesia e arte. Una via,
comunque, ed è importante ribadire questo, non una meta. Una via fatta di
attenzioni e interrogazioni. E' indubbio che quest'opera sia ambiziosa. Ma non è
un difetto. Non può essere un difetto se un autore cerca di lasciare di sé la
traccia più completa possibile, di coniugare passione, scienza e conoscenza.
Questa è un'azione etica. Gio Ferri non si preoccupa del numero dei suoi
lettori, di certo egli sa che chi lo vorrà leggere fino in fondo, e in questo
viaggio, anche comprendere, dovrà avere gli 'attributi'. A un lettore così non
mancheranno piaceri e salutari distrazioni, ma anche importanti stimoli per una
personale riflessione sullo stato attuale delle cose poetiche.
Armando Bertollo, 12 settembre 2012
Scrive Gio Ferri, a proposito del proprio libro:
L’assassinio del poeta è un enigma, com’è abbastanza normale per qualsiasi
assassinio. Un giovane è stato trovato morto e sfigurato sui binari della
ferrovia. Pare che sia un poeta assassinato. Da chi? Forse da un altro poeta?
Poeta è l’assassino o l’assassinato?
Un attempato e ancor piacente Commissario, di media
buona cultura, come tutti i Commissari d’altr’onde, s’intromette per ovvie
ragioni d’indagine nel mondo della poesia e dell’arte, e riscopre piaceri,
diciamo pure estetici, comunque sentimentali, dimenticati fin dai tempi del liceo.
Piano piano, trascurando un poco il suo compito istituzionale, si riavvicina
per l’appunto alla poesia. Quasi credeva che in giro non ce ne fosse più. E'
vero che trova una situazione assai trasformata, dai tempi della sua
giovinezza. D’altronde se l’enigma del delitto potesse mai essere risolto, è in
quell’ambiente che può trovare qualche utile indizio.
E gli nasce anche un sospetto: che la Poesia medesima
sia la vera colpevole, ai danni di ogni logica (anche investigativa), o
discorso comune, cosiddetto di buon senso.
Per ora tuttavia la storia appare interminabile. Si
scrive quindi (forse da solo, come si usa oggi ritenere) un poema
interminabile. I Canti I-IX sono stati pubblicati nel 2003 da Anterem Edizioni,
Verona, con il titolo L’assassinio
del poeta. Chanson de Geste Exécrable.
Qui, con i disegni di Romolo Calciati, si pubblicano i
Canti X-XV. Ma non saranno gli ultimi. Se ne parlerà per
lungo tempo, se il trascrittore della vicenda, per sua fortuna, e per sfortuna
dei pochi lettori ,a lungo dovesse sopravvivere. Sebbene in una storia di
delitti... I lettori di poesia, poi, in genere, sono assai crudeli....
Per chi non lo sapesse (ma chi non lo sa?) il
sottotitolo La femme égorgée è
a sua volta il titolo di una scultura surrealista di Alberto Giacometti. Qui è
comunque congeniale ai disegni dell’amico Romolo Calciati.
Alcuni passi dei Canti X-XV sono stati
pubblicati in anteprima dall’Annuario
Odradek, 2004.
CANTO TREDICESIMO
In cui si narra che il Commissario cerca,
invano, di trarre un teorema dai due omicidi ( e loro scarse prove) che, ormai,
lo coinvolgono non solo a livello professionale.
Indaga prega minaccia
slaccia dislaccia silenzi:
gli amici amanti e quanti
poeti
poetucci pittori
gli
attori gli editori
menefreghisti
affaristi
libri
libercoli, i detti
sottili,
le intelligenze
illuse
ottuse sprecate,
letture
sogni di segni
persi gli umani sostegni.
Mano per mano alle
prese
anno per anno e più
mese per
mese, eppur l’ora
per ora, analisi mai
arrese.
Non c’è indizio
valente
giudizio. Una
voragine un precipizio.
Unica
testimonianza
- ed è d’invana importanza? -
quei
dolci versi necrofili
dispersi, lasciati ai bianchi
cadaveri — rossi striati
di sangue, anima che langue.
C’è il dono del Vecchio Poeta.
Tace vanito, accecato,
sa, non sa, non vuole, dir
suole: “Sono angeli, angeli”.
e si sfugge con la sua
verità metafisica.
Pur quantunque l’assassino
sia una persona: un poeta?
Oppur che disprezza e spezza
quell’in-sfinita bellezza.
La Giardiniera e Frisette
sono ormai fantasmi come
Ada e Saffo, così colei
che canta l’amore d’ogni
giorno. Seppur trasparenze
idea vaga circomplessa
presenza assente valente
senso entità della mente.
C’è un’incombente gioia
della vita che taluno
non sopporta per l’eccesso
o per solingo difetto.
Troppo ama troppo è amato
oppure mai è pur amato.
Scarnìto nel suo lamento
uccide perch’è ucciso,
evapora perchè ha ucciso.
Dov’è? Ormai si scolora
nella trasparenza dell’aria.
Intorno, vicino, dentro
di me. Che sa? Che amor vuole?
Che mai confessa nelle ore
passionali o maledette?
Ciascun di noi è l’assassino?
Si srotola quel dolore,
l’amore, ad ogni creatura
ogni arsura della mente.
Se dentro mi cerco - come? -
trovo la semenza della
morte? Vita d’ogni sorte.
CANTO
QUATTORDICESIMO
Il
Commissario incontra il professor Peter March, letterato e psicologo, che gli
rivela le contraddizioni della prassi rispetto al mondo inspiegato della
poesia. Non c'è compromesso. Il Commissario decide di dimettersi dal suo incarico.
Mister
detective, honest man,
my
friend, non vi riporrete
viando
la conciliazione
pur
sempre preindisponibile.
L’umano
scibile sa:
carnale
senso sol si fa.
Ma il nostro intuibile nesso?
Curiosa
domanda della
corteccia,
è frale nella
ragionevole
pretesa
d’una
riposta risposta
dal
rettilio materico
limbo:
egli è siccome un
bimbo,
dai gesti attivi e
sensitivi
impersuasivi.
Eppure sono le cose
quello che sono,
pur reali
pur anche consequenziali.
Molto fatto, molto è dato.
My
friend, fare della prassi
non
è - com’egli parrebbe -
l'
invasivo fare del
poiéin. L’atto
irragionato
del
limbo nella tua atavica
mente,
che mai non si smente,
egli
è pluriverifico
plurisensico,
oltremobile
sempre
verace e ancor sempre,
sí abile,
inverificabile.
Eppure anche
l’istintuale
poiesi ha le sue ragioni.
Le
sue ragioni,
my friend,
non
le ragioni dei nessi
connessi:
le irragioni
di
quelle sue vere e a
noi
ingannevoli prolessi.
No! No! La poesia, mi sento,
ha pur essa il suo buon senso.
La
poesia, my friend, è solo
energia. È stato detto:
" Battito
battito transita
l’Energia...
Oltranza diabatica
dell’Energia...
Il Comun Senso
...pur
avverte l' insistenza
brusca
a tali taccheggianti
scossoni...
E pure impulsa
il
Senso Comune, ma...
...ma
per avidità... e per
varizia
salvadanaia..."*
Mio teorema! Così la
poesia non riporta alcuna
prova e non s’addestra al senso
della logica d’un qual
siasi Senso Comune?
Così
è, così è my friend:
o
legittimi il buon senso
o
disisparisci nella
energia
della poetica
follia:
in cui sta verità.
Lascio vita e vita e gli
tant’anni bruciati amari
dislacciati solitari.
Ma cerco e ricerco ancora
fuor dai miasmi, a miei fantasmi.
·
Parafrasi
sintetica da Itto
Itto
di
Edoardo Cacciatore (Manni, Lecce 1994).
GIO FERRI. Poeta, Poeta visivo,
grafico, critico d’arte e letteratura. Fondatore nel 1983 e condirettore, con
Gilberto Finzi e Giuliano Gramigna, della rivista “TESTUALE, critica della
poesia contemporanea”. Fra le sue opere poetiche più recenti, per Anterem
Edizioni, Verona, il primo libro de L’assassinio del poeta. Canti I-IX
ROMOLO CALCIATI.
Pittore, grafico, scultore. Fra i protagonisti dell’arte italiana e
internazionale del secondo Novecento e dei primi anni del nuovo secolo.
Interprete originalissimo del Neosurrealismo e del Neodada. Patafisico fra i
patafisici Enrico Baj, Vincenzo Accame, Ugo Nespolo, Roberto Sanesi.
Innumerevoli le mostre in Italia, in Europa e Oltreoceano. Sue opere si trovano
nella gallerie d’arte moderna in tutto il mondo.
la poesia e l'arte sono ardite utopie paradossali
RispondiEliminaconcordo!
quando è poesia, non è mai scrittura innocua.
RispondiEliminaquasi cinevisivo. intressante lettura di Armando.
un abbraccio
alessandro ghignoli
cinevisivo, giusto!
Eliminacerto, avendo letto soltato questi versi, difficle, anzi, impossibile farsi un'idea
RispondiEliminad'altronde la premessa che si necessiti di armi appropriate per comprendere, spaventa chi non le abbia (me)
però dopo aver riletto molte volte questo passo, ho la sensazione di trovarmi davanti alla sintesi della vita umana e al valore di parole che sono musica composta con talento e tecnica
Gio Ferri è un intellettuale e un poeta: le due cose non si scindono.
Eliminae invece si scindono benissimo!
Eliminal'intellettuale è legato all'intelletto (somiglia più a un filosofo:-)
il poeta alla pelle.
la mescolanza genera un embrione
ciò che diviene dipende dall'uomo
in Ferri non si scindono. Ogni poeta ha la propria cifra, la propria mistura. dici che questa scrittura è embrionale?
Eliminadecisamente in più punti.
Eliminaconoscere il poeta può essere un vantaggio
(io non ho questo privilegio:-)
Mi auguro che questa operazione coraggiosa si concluda. Mi fa ricordare di quando da ragazzino mi divertivo a imitare le chansons de geste, poi sono caduto nelle trappole dell'endecasillabo e ci son voluti anni per recuperare una maggior libertà metrica. A giudicare dai versi che si leggono, il lavoro sembra insieme ricco e piacevole e non importa che diventi anche popolare: chi cerca la popolarità scrive polizieschi in prosa, non in poesia.
RispondiEliminaconcordo!
EliminaE' splendida 'sta cosa...
RispondiEliminanei prossimi giorni posterò un altro canto
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