giovedì 5 gennaio 2012

Marco Furia su Armando Bertollo


Un inedito teatrino

Il teatrino della scrittura, di Armando Bertollo, è un’articolata raccolta in cui concise pronunce verbali si alternano a tratti d’incompiute geometrie, inserti fotografici e schegge linguistiche.
Fattezze particolari e generali paiono richiamarsi ponendo in evidenza una palese verità: un organismo complesso è fatto delle parti che lo costituiscono.
Noi lettori siamo indotti a comportarci come quel fanciullo che, in possesso di un microscopio, si diverte a osservare un composto cristallino ora tramite l’oculare, ora a occhio nudo, scoprendo, così, come anche l’evidenza possa sorprendere.
Tutto (o molto) dipende dal punto di vista e dal gesto compiuto.
Cinque elementi, in particolare, entrano qui in gioco: il vedere, il leggere, lo spazio, il tempo e il significato.
Non piccola è la dimensione iconica della raccolta e i brevi scritti, vere e proprie dichiarazioni dalle indubbie qualità evocative, non sono contrapposti alle immagini, parendo piuttosto il frutto d’intenti poetici poco inclini al gusto del frammento inteso in senso stretto.
Un desiderio d’interezza pervade tutto il testo:
“Poi l’ombra puntuale, il primo atto intenzionale, prerequisito significante che fonda lo spazio e il tempo, tende a significarsi come segno – disegno o come segno – suono, forma del pensiero”.
Osservazione, lettura, spazio, tempo e significato si combinano in una vivida entità, in un qualcosa che proprio in quella forma, in quella maniera, prima non esisteva.
Vivida entità che si presenta quale personaggio protagonista.
Con garbo, unito ad assiduo impegno, il Nostro, ben lungi dal limitarsi a confezionare fisionomie, pone in essere un’articolata messinscena, presentando sulla ribalta del suo “Teatrino” una persistenza espressiva volta a mostrarsi come tale e non come mera qualità di uno scritto o di un’immagine.
Il testo e le sue qualità tendono a coincidere.
Per ottenere simili risultati occorre avere il coraggio di abbandonare certi rigidi canoni, di correre “Il rischio di esporsi sul limite della significazione”, consentendo a un’intensa urgenza espressiva di giungere a quella vigile operosità che riesce a farsi testo da offrire al lettore – osservatore.
Dico lettore – osservatore, perché chi s’inoltra nelle parole e nelle geometrie di Armando finisce con il cogliere in se stesso, in maniera inedita, la naturale presenza simultanea di aspetti diversi e non contrastanti, differenti e non opposti.
“Nel teatrino tutto è possibile”, anche riconoscere bagliori che sono già significati, gesti autonomi di un linguaggio rivolto a rendere evidente quella possibilità ulteriore nella cui assenza l’umano esistere si ridurrebbe a bolsa replica.
Siamo la costellazione dei segni in cui viviamo, siamo il divenire di un’energia espressiva non dominata da regole tirannicamente imposte, siamo, in definitiva, il “rischio” continuo e ineliminabile di ogni nostra decisione.
La chiara percezione dell’essere senza tregua esposti, tuttavia, non deve turbarci oltre misura, poiché il medesimo gesto del comporre versi mostra, assieme all’inquietudine, anche la tenace voglia di continuare, ossia di proseguire ancora lungo un certo itinerario, di compiere ancora un certo gesto, di pronunciare ancora una certa parola.
Insomma, “Una vertigine”, come dice nella sua nota Giorgio Bonacini, ma, a mio avviso, non senza speranza e, a modo suo, (poeticamente) ordinata.

                                                                                                            Marco Furia


(Armando Bertollo, “Il Teatrino della scrittura. Attraverso i sintomi”, Cierre Grafica, 2009, pagine non numerate, s.p.)

 Qui un'altra immagine e una lettura.



8 commenti:

  1. Ciao Gugl!!

    Ritornando qui....grazie per la tua visita...sono felice per questo...

    Aspetto che le cose vano megliore lì, con questa crisi...sono veduto di qui...e aspettando i effetti...

    Auguri..

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  2. Che bella sorpresa! Ringrazio di cuore Marco Furia per il suo contributo, che coglie aspetti inesplorati delle mie pagine di scrittura 'totale'. Nonché Stefano
    per averlo ospitato. Auguri di Buon Anno a tutti.
    Armando Bertollo

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  3. grazie Armando.

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  4. Credo che Armando Bertollo meriti queste letture attenti e partecipate, per la qualità della sua scrittura visiva e per il coraggio, come evidenzia Marco, di
    percorrere strade d'arte inusuali,
    con tutta la vitalità che la poesia richiede per chi fa e chi legge.

    Un caro saluto.
    Giorgio Bonacini

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  5. sono d'accordo!

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  6. i testi di Armando Bertollo sono di altissimo livello, proprio in questo periodo stavo 'rileggendo' le sue cose e rimarcando in me la consapevolezza che la sua scrittura dovrebbe essere presa molto più in considerazione (lo dico perché non l'ho mai visto molto citato, io ho conosiuto il suo scrivere in questo luogo).
    complimenti anche alla lettura di Marco Furia, sempre attenta ai particolari.

    un abbraccio

    alessandro ghignoli

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  7. Mille Grazie Carissimi Giorgio e Alessandro.Mi state facendo arrossire!Un abbraccio.
    Armando Bertollo

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