E' finalmente uscita Caminos del agua, l'antologia "de poetas italianos del segundo Novecientos" a cura di Erika Reginato, trentunenne italo-venezuelana di terza generazione. Sue sono le recenti traduzioni di Milo De Angelis e Davide Rondoni, sempre per la Monte Ávila Editores Latinoamericana, la più importante casa editrice del sudamerica, sponsorizzata direttamente dal governo Chavez. Sulla questione bisognerebbe tornarci, anche per capire quanto la poesia, in Venezuela, possa alimentare la macchina del consenso.
Per il momento, mi limito a indicare i nomi degli autori scelti (che sono solo una piccola parte del lavoro che sta mettendo in piedi Erika per divulgare la poesia italiana del XX secolo), indicandoli in ordine di apparizione: Biancamaria Frabotta, Cesare Viviani, Loreto Rafanelli, Marina Corona, Mario Santagostini, Giancarlo Pontiggia, Tiziano Broggiato, Anna Buoninsegni, Silvia Bre, Giovanna Sicari, Enrico Testa, Alessandro Ceni, Alba Donati, Stefano Guglielmin, Marco Marangoni, Gianfranco Lauretano, Maria Grazia Calandrone, Alberto Cappi.
*
Inesorabile fattore
tu che mai dici il nero
monosillabo dell'io
è la mia pianta del pane
questo futile idioma
di notti indaffarate
a contarsi, a coprirsi.
Questo pallido
vulnerabile seme
che ci alligna dentro
e di noi si nutre,
questa infestante
gramigna festosa.
(Biancamaria Frabotta)
Il saluto
Naviglio delle solitudini
il padre è fermo sull'altra sponda
ha ingoiato tutte le parole
i suoi piccoli gesti d'addio
cadono a terra in frammenti
l'acqua cancella i nomi
il colore delle gote
e i minuti che tenevamo stretti
al petto come mazzolini di fiori
le case ubriache mi spiano dai vetri
camminiamo insieme
io e questo ciclo dall'occhio ferito.
(Marina Corona)
il si bemolle dell'universo
il si bemolle dell'universo
la musica fedele delle sfere
che intona i pensieri di dio
ma disconnette quelli degli uomini
che storditi
mettono al lavoro ogni presagio
per scoprire un tono
un intervallo musicale ma non
il soffice spartito
che comanda le identiche facce
del moto
l'infaticabile armonia che
compone forme e chiarezze
il si bemolle dell'universo
l'unico suono di cui dio dispone
per essere nella pancia del topo
e nel volo dell'aquila.
(Anna Buoninsegni)
*
e poi mi ha sibilato
«e cercati
una parola necessaria
quella con cui restare sola
e fare cena e sonno e vita
la dolce la tenebrosa
assoluta tra tutte da non dire
la spina che ti suona nella bocca
e poi ruggisce perché tu risponda
ti apre ti disonora
ti comanda...»
e io mi sono messa
le mani sulla faccia come chi piange
ho visto prima di tutto una prigione
poi sono nata
(Silvia Bre)
Dicembre 1999
.............................a Milo
Vorrei prenderti e chiederti e avere
come si chiede alla morte di parlare
avere ancora calore ancora guardare il taglio
dei tuoi occhi bellissimi, guardarlo per sempre
come si fissa uno sguardo che non vuoi che svanisca
e ridere e sorridere insieme a quelle parole
rare che poi cadono
e poi ancora perdersi e lottare
con te pronto, insistente, senza indugi
perché tu comprendi la nostra vita incompresa,
quel distillare vita ogni giorno
a te tutti i pensieri, tutte le poesie
le scrivo pensando a quando la marea ci divide
oltre tutti i mali scomposti
e questo mi trattiene nelle mani
mi spinge a chiedere altra vita, altri alberghi
le nostre case invisibili del cuore
e cosi ogni nostra carta troverà il suo posto
e gli amici giusti pregheranno per noi.
(Giovanna Sicari)
*
Dimmi dove si arriva per questa strada
papa, si cammina e si cammina
ci togliamo giacchetta e pantaloni,
insieme lo stesso gesto
per rallentare il tempo, tu così piccolo
che io so più di te, ho portato a compimento
le tue mani, il loro modo di alzarsi,
di girare in aria per ricadere vicine,
insieme abbiamo curato la tua salute,
ma sai ancora tu dove c'è da andare:
è notte, là fuori, lampi inaspettati
indicano un cespuglio, uno steccato
più in là un profilo di pietre
è notte più che notte, è quasi l'alba là fuori
e tu con un sorriso aprì la porta.
(Alba Donati)
Commiato al parco della vita
Ogni cosa toccata dal sole è coronata dalla sua smagliatura. Ogni cosa è l'ultima
lezione di morte: nel composto preludio del sonno,
pieni di profezia e di foglie come l'appena divisa, le
sue scarpe serene - una interruzione ancora
superficiale del sole meticoloso e genuino: l'asciutto
all'inizio della nostra memoria, i tre colpi di chiave di lama.
(Maria Grazia Calandrone)
Per il momento, mi limito a indicare i nomi degli autori scelti (che sono solo una piccola parte del lavoro che sta mettendo in piedi Erika per divulgare la poesia italiana del XX secolo), indicandoli in ordine di apparizione: Biancamaria Frabotta, Cesare Viviani, Loreto Rafanelli, Marina Corona, Mario Santagostini, Giancarlo Pontiggia, Tiziano Broggiato, Anna Buoninsegni, Silvia Bre, Giovanna Sicari, Enrico Testa, Alessandro Ceni, Alba Donati, Stefano Guglielmin, Marco Marangoni, Gianfranco Lauretano, Maria Grazia Calandrone, Alberto Cappi.
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Inesorabile fattore
tu che mai dici il nero
monosillabo dell'io
è la mia pianta del pane
questo futile idioma
di notti indaffarate
a contarsi, a coprirsi.
Questo pallido
vulnerabile seme
che ci alligna dentro
e di noi si nutre,
questa infestante
gramigna festosa.
(Biancamaria Frabotta)
Il saluto
Naviglio delle solitudini
il padre è fermo sull'altra sponda
ha ingoiato tutte le parole
i suoi piccoli gesti d'addio
cadono a terra in frammenti
l'acqua cancella i nomi
il colore delle gote
e i minuti che tenevamo stretti
al petto come mazzolini di fiori
le case ubriache mi spiano dai vetri
camminiamo insieme
io e questo ciclo dall'occhio ferito.
(Marina Corona)
il si bemolle dell'universo
il si bemolle dell'universo
la musica fedele delle sfere
che intona i pensieri di dio
ma disconnette quelli degli uomini
che storditi
mettono al lavoro ogni presagio
per scoprire un tono
un intervallo musicale ma non
il soffice spartito
che comanda le identiche facce
del moto
l'infaticabile armonia che
compone forme e chiarezze
il si bemolle dell'universo
l'unico suono di cui dio dispone
per essere nella pancia del topo
e nel volo dell'aquila.
(Anna Buoninsegni)
*
e poi mi ha sibilato
«e cercati
una parola necessaria
quella con cui restare sola
e fare cena e sonno e vita
la dolce la tenebrosa
assoluta tra tutte da non dire
la spina che ti suona nella bocca
e poi ruggisce perché tu risponda
ti apre ti disonora
ti comanda...»
e io mi sono messa
le mani sulla faccia come chi piange
ho visto prima di tutto una prigione
poi sono nata
(Silvia Bre)
Dicembre 1999
.............................a Milo
Vorrei prenderti e chiederti e avere
come si chiede alla morte di parlare
avere ancora calore ancora guardare il taglio
dei tuoi occhi bellissimi, guardarlo per sempre
come si fissa uno sguardo che non vuoi che svanisca
e ridere e sorridere insieme a quelle parole
rare che poi cadono
e poi ancora perdersi e lottare
con te pronto, insistente, senza indugi
perché tu comprendi la nostra vita incompresa,
quel distillare vita ogni giorno
a te tutti i pensieri, tutte le poesie
le scrivo pensando a quando la marea ci divide
oltre tutti i mali scomposti
e questo mi trattiene nelle mani
mi spinge a chiedere altra vita, altri alberghi
le nostre case invisibili del cuore
e cosi ogni nostra carta troverà il suo posto
e gli amici giusti pregheranno per noi.
(Giovanna Sicari)
*
Dimmi dove si arriva per questa strada
papa, si cammina e si cammina
ci togliamo giacchetta e pantaloni,
insieme lo stesso gesto
per rallentare il tempo, tu così piccolo
che io so più di te, ho portato a compimento
le tue mani, il loro modo di alzarsi,
di girare in aria per ricadere vicine,
insieme abbiamo curato la tua salute,
ma sai ancora tu dove c'è da andare:
è notte, là fuori, lampi inaspettati
indicano un cespuglio, uno steccato
più in là un profilo di pietre
è notte più che notte, è quasi l'alba là fuori
e tu con un sorriso aprì la porta.
(Alba Donati)
Commiato al parco della vita
Ogni cosa toccata dal sole è coronata dalla sua smagliatura. Ogni cosa è l'ultima
lezione di morte: nel composto preludio del sonno,
pieni di profezia e di foglie come l'appena divisa, le
sue scarpe serene - una interruzione ancora
superficiale del sole meticoloso e genuino: l'asciutto
all'inizio della nostra memoria, i tre colpi di chiave di lama.
(Maria Grazia Calandrone)
e tu non ti ci metti? :)
RispondiEliminavoc
ehilà Voc, qual buon vento? ;)
RispondiEliminaottima domanda
l'antologia contiene poesie che già conoscete.
RispondiEliminaciao!
ps. domani mattina parto per le ferie, per cui sta sera toglierò la possibilità di commentare (non si sa mai:-). al mio ritorno, riaprirò i commenti e quelli postati entro stasera si leggeranno di nuovo.
gugl
brutta brutta sarebbe la questione di una poesia che alimenta la macchina del consenso.
RispondiEliminaE parti pure tu.
Bon voyage, Glù.
renée
la questione è particolarmente presente in venezuela.
RispondiEliminaciao Renèe, ti auguro di passare un agosto dignitoso, anzi: splendido!
gugl
come sono andate le bellissime vacanze?
RispondiEliminasono state, appunto, "bellissime".
RispondiEliminae tu, deve sei stata?
gugl
ad aspettarti ovviamente :)
RispondiEliminaali sloggata, pigra e notturna
grande balla :-)
RispondiEliminagugl