venerdì 28 settembre 2007

La magnifica bestia

E' appena uscito La magnifica bestia di Anna Maria Farabbi, per conto della meranese Travenbooks, che ha fatto la coraggiosa scelta di un testo a fronte in tedesco, per i mercati della mitteleuropa. Copertina colorata, che rinvia ad un antro, nel quale, immaginiamo, la magnifica bestia dimora. Un antro-ventre, dai contorni azzurri come l'oceano, o un occhio che custodisce il segreto della propria origine, del mito che l'ha creato. La parola vi sosta, esattamente sul bordo dove s'incontrano il terrestre ed il divino, testimoni essi stessi della nascita della poesia, che Anna Maria, Madre del Principio Costantemente Iniziale, lascia essere per Santa Dispersione Cosmica.
Chi ama il canto di Sainkho Namtchylak sa di che cosa sto parlando.
********
*
Sono presenti in me:
quel bambino cieco, privo di braccia a causa della guerra, che sta leggen­do con le labbra, fotografato da David Seymour (Roma 1948), e Jean Dominique Bauby che, non volendo arrendersi alla malattia, scriveva con le palpebre. Uno mi in/segna a leggere e l'altro a scrivere. Entrambi, con­temporaneamente: la preziosità del ricevere e l'estenuante pratica di ogni relazione, la profondità del sentire e la parsimonia, la cerimonia, del se­gno.


*


L'invisibile multiforme uccellina
affonda nel mio petto
con leggerezza precisa e sibilante.

Non so chi sia da dove
la figura dell'arco......Sento

muoio e mi moltiplico.

*

Porto con me la bestia e la foresta intera
battendo la mia pelle di tamburo.

Il dolore è basso. Cammina
dentro le piante dei piedi.
Mi bruca la pancia.

Ma nell'ombelico profondo
mia madre canta.


*

C'è un'alba in cui l'uccellina maestra ha dolore
e sceglie di tacere.
Di lavorarsi dentro il becco.
Nell'intensità del sole non dice: risponde
con l'intensità zitta nel becco.

Come si sta soli né mani né piedi.
Come si sente la storia biologica
del proprio corpo....offrendosi al sorgere. Orientandosi.
L'osso della fronte es/posto all'alba
e la polpa alle radici.

Il dolore non può fare altro
e non guarisce con la poesia.
E la poesia non sta nell'osso ma nella polpa.

Chi sta zitto per immersione e per forza
si trasforma. Coltiva umilmente il proprio orto.
Impara a divenire nel battito. Ad abitare la cellula
del suo sangue la trasparenza del fiato:

nel passaggio che è paesaggio
tra l'inspirazione e l'espirazione.



*

Comunque sia....ovunque
è in terra con me: presente:
il fatto è questo.
Vicina o lontana non conta.

Io non sono figlia del dio del lutto.....ma della madre.
Non creo per compensare. Non canto separazione o esilio
ma l'appartenenza profonda

la gioia tessendo il baratto.


*

Il m'io poema esce.
S'in/china. S'interra profondamente diventando terra:
vocali consonanti rosso cardiaco
fiato bacio e bestia.

23 commenti:

  1. Altre poesie nel post del 6 febbraio 2007.

    gugl

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  2. un canto saturato di luoghi - molteplici e difformi -.
    chissà come suona in tedesco.

    un abbraccio

    alessandro ghignoli

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  3. ho appena ricevuto il libro di anna maria e sono felice di trovarne lettura qui. è molto bella la presentazione che ne fai seppure sintetica e breve. un'altra sua preziosa perla. bellissimo
    (un saluto g e grazie del passaggio su VBD)
    Affettuosamente
    mapi

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  4. ho come la sensazione che, come tuti i libri veri, piaccia tantissimo o dispiaccia senza appello.

    gugl

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  5. Grazie.
    Anche questo,
    è un posto
    niente male.

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  6. "Il dolore non può fare altro
    e non guarisce con la poesia.
    E la poesia non sta nell'osso ma nella polpa."

    che raccolta bestiale!

    fantastìc...
    ;)

    mitralika

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  7. dopo Pepe, abbimo un'altra Madre in canto, diversa ma ugualmnte affascinante. Questo recupero della figura materna, in generale - penso anche alle poesie di sannelli - dovrebbe forse esser approfondito, significherà qualcosa o no Guglielmin, secondo te? E' una domanda che mi viene spontanea leggendo questi testi della Farabbi che hanno comunque una forte autonomia. Qui è la Terra, piena, la polpa e non l'osso di Lucy a essere celebrato, c'è un senso di immanenza al limite del "panico" di Pan che è comunque contenuto nella consapevolezza del limite di chi scrive, dell'umiltà che vi traspare ma anche di una percepibile certezza che questa terra e questa polp, siagioia, e/o comunque sia. Che ci sia una madre. E che vada bene così. Simbolo o tnsion in cui mi ritrovo. Dal punto di vista formal direi che le parole non "oscurano" mai, anzi tenttno di rnder chiaro questa tensione archetipa. Molto interessante, i miei complimenti alla Farabbi, di cui avevo già letto dei bei testi, e un invito a Stefano a continure così..Viola Amarelli

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  8. Cara Viola, il ritorno alle Madri, in generale, credo avvenga quando scienza e rivelazione non bastano a spiegare le ragioni profonde del nostro essere qui. In poesia, poi, è un tema caro a molta scrittura femminile, grazie alla Rosselli e ad altre scrittrici di cui in questo blog si è già parlato.
    Mi pare pertinente il contrasto fra l'osso pepiano e la polpa della Farabbi.

    grazie a tutti per i commenti.

    gugl

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  9. Mi piace molto la voce poetica della Farabbi: rende la parola materica, la fa di polpa e suono, la ammorbidisce e poi la addenta fino a rendere il corpoparola.

    E, di più, ha una voce che ticchetta ridente, come sapesse prendere lo scuro delle cose, sfumarlo nell'ironia necessaria a farlo andare oltre.

    Ciao Stefano e tutti i tuoi ospiti.

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  10. ottimo commento, Iole.
    ciao a te.
    gugl

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  11. mi chiedevo se la parte in grassetto nel centro delle poesie sia un caso, un tuo errore di formattazione o abbia un senso

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  12. è così nell'originale.

    gugl

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  13. meravigliosa poesia e audacia metaforica di anamaria: c'è da sentirsi nella lingua lesbiche, come lei, anche se non lo si è.

    ermi

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  14. non lo è :-)

    gugl

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  15. nella lingua, lesbica, ho precisato: so che non lo è! io ad esempio nella lingua sono androgina...altre possono essere maschili. solo questo intendevo...
    :)
    ermi

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  16. è un concetto originale. andrebbe approfondito.

    ciao
    gugl

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  17. l'hanno studiato già ampiamente Judith Butler e Luce Irigaray,all'interno dei Gender Studies Gugl, questo aspetto che connette psicologia e linguaggio (linguistica): si arriverebbe in notevole ritardo se (ri)cominciassimo adesso :)
    basti ricordare che queste studiose sostiene che la lingua è sempre sessuata, connotata al maschile, al femminile o al neutro..e sempre iscritta in una sera che appartiene ad un dato genere prevalente nel linguaggio di un dato autore e o movimento e o società-cultura.
    erminia

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  18. sorry, non sera ma sfera...ed altri piccoli typos dovuti alla stanchezza mattutina. cmq buona giornata.
    ermi

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  19. sì, mi sa che hai ragione. :-)

    ciao!
    gugl

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  20. tant'è che per me Farabbi è la più brava di tutte quelle che incontrano il mio gusto.
    in assoluto. ella lo sa.
    (per quel che conta il mio modesto giudizio in merito.)

    :)

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  21. sì, poi viene la Raimondi. non vorrei trascurarla: queste due - la farabbi e la raimondi - hanno davvero l'istinto poetico: and the gutters to be so.

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  22. allora speriamo che leggano queste tue lodi. Anche a me piacciono.

    ciao.

    gugl

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  23. Ascoltare la voce di Anna Maria Farabbi è come proiettarsi nel viaggio che porta alle origini, un viaggio nell'abisso del corpo che si fa carezza, io l'ho provato...
    Una magnifica bestia, quella che custodiamo.
    un abbraccio :-)
    c.

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