Una poesia di Ida Vitale, uruguayana, esule.
A tutte le donne. E agli uomini. Esuli.
Sopravita
Dammi notte
le convenute speranze,
dammi non già la tua pace,
dammi miracolo,
al fine il tuo luogo,
porzione del paradiso
il tuo chiuso giardino azzurro,
i tuoi uccelli senza canto.
Dammi, non appena chiuda
gli occhi del volto,
le tue due mani di sogno
che incamminano e gelano,
dammi di che trovarmi,
dammi come una spada
la strada che passa
per il filo della paura,
una luna senza ombra,
una musica appena sentita
e già appresa,
dammi notte verità
per me sola,
tempo per me sola,
sopravita.
Dammi notte
le convenute speranze,
dammi non già la tua pace,
dammi miracolo,
al fine il tuo luogo,
porzione del paradiso
il tuo chiuso giardino azzurro,
i tuoi uccelli senza canto.
Dammi, non appena chiuda
gli occhi del volto,
le tue due mani di sogno
che incamminano e gelano,
dammi di che trovarmi,
dammi come una spada
la strada che passa
per il filo della paura,
una luna senza ombra,
una musica appena sentita
e già appresa,
dammi notte verità
per me sola,
tempo per me sola,
sopravita.
Bella!
RispondiEliminaCiao, caro Stefano.
Gianfry
caro Gianfranco, scusa se ultimamente passo poco per il tuo blog, che sta facendo un ottimo lavoro di critica sulla poesia contemporanea e che segnalo agli amici:
RispondiEliminahttp://www.frucco.splinder.com/
Quest'anno più che scrivere voglio guardarmi attorno e leggere nuovi autori, quindi penso proprio che verrò a vistare spesso questo sito. Ciao Sandra
RispondiEliminacara Sandra, la lettura è fondamentale per trovare la propria voce. Benvenuta dunque e benvenuto chiunque sappia sbucciare la frutta con il coltello (come scrivi tu in una poesia)
RispondiEliminaGrazie Stefano,
RispondiEliminasono in effetti una lettrice che ogni tanto scrive. Ciao
Grazie Stefano. Sei un amico!
RispondiEliminaGianfry
grazie!
RispondiEliminaIo non riesco a sbucciare la frutta con il coltello che devo pensare? :o)
RispondiEliminapepe
In effetti sto pensando con insistenza di smettere di scribacchiare. E' un'idea che mi frulla in testa da un po' di tempo da quando finalmente ho preso piena coscienza che galleggiare nel mare magnum della mediocrità è deleterio per me e per tutti quelli che cercano di portarmi a riva. In questa baraonda di voci aggiungere pure il mio fastidioso rumore è sicuramente un delitto forse molto meglio il silenzio, forse. Sto dicendo tutto questo non per raccattare facili incoraggiamenti ma perché è un pensiero che via via si sta facendo più pressante solo che nel mio profondo lo associo con l'idea di morte e ne ho paura. Sono un codardo lo so.
RispondiEliminapepe
gabriele prova a sbucciare una mela con il coltello. serve anche questo per scrivere poesie.
RispondiEliminae comunque non smettere prima che io ti scriva la prefazione al nuovo libro :-)
che bella poesia hai scelto Stefano
RispondiEliminaciao pepe, perchè vorresti far mancare la tua voce? non lo sai che i canti dei vari poeti formano un coro che sale verso il cielo
una preghiera alla notte molto sentita, bella!
RispondiEliminaVedo che il coltello ha colpito...quando ero piccola usava così, poi arrivò il 68...scherzo, mi fa piacere avervi regalato un sorriso.
RispondiEliminaA pepe dico di non smettere anche se lo capisco perché io ragiono come lui. Infatti ho deciso di leggere... e di continuare a scrivere " privatamente" senza pensare a pubblicazioni future.
Un saluto
Sandra
bella l'immagine del coro, Ali.
RispondiEliminabuongirono a tutti!
"dammi come una spada
RispondiEliminala strada che passa
per il filo della paura"
ciao golfed :)
mitralika
bella citazione, mitra :-)
RispondiEliminaGabriele, mi associo a Stefano ;)
RispondiElimina"dammi di che trovarmi" è bellissimo
Cari gugl e voc tranquilli smetto dopo il terzo libro quindi pre e post sono a posto sempre se la lietocolle accetterà di pubblicarmi perché finora non ho ricevuto risposte ufficiali anche se Diana continua a dirmi che non ci saranno problemi.. :o))
RispondiEliminapepe