Un inedito teatrino
Il teatrino della scrittura, di
Armando Bertollo, è un’articolata raccolta in cui concise pronunce verbali si
alternano a tratti d’incompiute geometrie, inserti fotografici e schegge
linguistiche.
Fattezze particolari e generali
paiono richiamarsi ponendo in evidenza una palese verità: un organismo
complesso è fatto delle parti che lo costituiscono.
Noi lettori siamo indotti a
comportarci come quel fanciullo che, in possesso di un microscopio, si diverte
a osservare un composto cristallino ora tramite l’oculare, ora a occhio nudo,
scoprendo, così, come anche l’evidenza possa sorprendere.
Tutto (o molto) dipende dal punto
di vista e dal gesto compiuto.
Cinque elementi, in particolare,
entrano qui in gioco: il vedere, il leggere, lo spazio, il tempo e il
significato.
Non piccola è la dimensione
iconica della raccolta e i brevi scritti, vere e proprie dichiarazioni dalle
indubbie qualità evocative, non sono contrapposti alle immagini, parendo
piuttosto il frutto d’intenti poetici poco inclini al gusto del frammento
inteso in senso stretto.
Un desiderio d’interezza pervade
tutto il testo:
“Poi l’ombra puntuale, il primo
atto intenzionale, prerequisito significante che fonda lo spazio e il tempo,
tende a significarsi come segno – disegno o come segno – suono, forma del
pensiero”.
Osservazione, lettura, spazio,
tempo e significato si combinano in una vivida entità, in un qualcosa che
proprio in quella forma, in quella maniera, prima non esisteva.
Vivida entità che si presenta
quale personaggio protagonista.
Con garbo, unito ad assiduo
impegno, il Nostro, ben lungi dal limitarsi a confezionare fisionomie, pone in
essere un’articolata messinscena, presentando sulla ribalta del suo “Teatrino”
una persistenza espressiva volta a mostrarsi come tale e non come mera qualità
di uno scritto o di un’immagine.
Il testo e le sue qualità tendono
a coincidere.
Per ottenere simili risultati
occorre avere il coraggio di abbandonare certi rigidi canoni, di correre “Il
rischio di esporsi sul limite della significazione”, consentendo a un’intensa
urgenza espressiva di giungere a quella vigile operosità che riesce a farsi
testo da offrire al lettore – osservatore.
Dico lettore – osservatore,
perché chi s’inoltra nelle parole e nelle geometrie di Armando finisce con il
cogliere in se stesso, in maniera inedita, la naturale presenza simultanea di
aspetti diversi e non contrastanti, differenti e non opposti.
“Nel teatrino tutto è possibile”,
anche riconoscere bagliori che sono già significati, gesti autonomi di un
linguaggio rivolto a rendere evidente quella possibilità ulteriore nella cui assenza l’umano esistere si
ridurrebbe a bolsa replica.
Siamo la costellazione dei segni
in cui viviamo, siamo il divenire di un’energia espressiva non dominata da
regole tirannicamente imposte, siamo, in definitiva, il “rischio” continuo e
ineliminabile di ogni nostra decisione.
La chiara percezione dell’essere
senza tregua esposti, tuttavia, non deve turbarci oltre misura, poiché il
medesimo gesto del comporre versi mostra, assieme all’inquietudine, anche la
tenace voglia di continuare, ossia di proseguire ancora lungo un certo
itinerario, di compiere ancora un certo gesto, di pronunciare ancora una certa
parola.
Insomma, “Una vertigine”, come
dice nella sua nota Giorgio Bonacini, ma, a mio avviso, non senza speranza e, a
modo suo, (poeticamente) ordinata.
Marco Furia
(Armando Bertollo, “Il Teatrino
della scrittura. Attraverso i sintomi”, Cierre Grafica, 2009, pagine non numerate, s.p.)
Qui un'altra immagine e una lettura.
Ciao Gugl!!
RispondiEliminaRitornando qui....grazie per la tua visita...sono felice per questo...
Aspetto che le cose vano megliore lì, con questa crisi...sono veduto di qui...e aspettando i effetti...
Auguri..
auguri a te!
RispondiEliminaChe bella sorpresa! Ringrazio di cuore Marco Furia per il suo contributo, che coglie aspetti inesplorati delle mie pagine di scrittura 'totale'. Nonché Stefano
RispondiEliminaper averlo ospitato. Auguri di Buon Anno a tutti.
Armando Bertollo
grazie Armando.
RispondiEliminaCredo che Armando Bertollo meriti queste letture attenti e partecipate, per la qualità della sua scrittura visiva e per il coraggio, come evidenzia Marco, di
RispondiEliminapercorrere strade d'arte inusuali,
con tutta la vitalità che la poesia richiede per chi fa e chi legge.
Un caro saluto.
Giorgio Bonacini
sono d'accordo!
RispondiEliminai testi di Armando Bertollo sono di altissimo livello, proprio in questo periodo stavo 'rileggendo' le sue cose e rimarcando in me la consapevolezza che la sua scrittura dovrebbe essere presa molto più in considerazione (lo dico perché non l'ho mai visto molto citato, io ho conosiuto il suo scrivere in questo luogo).
RispondiEliminacomplimenti anche alla lettura di Marco Furia, sempre attenta ai particolari.
un abbraccio
alessandro ghignoli
Mille Grazie Carissimi Giorgio e Alessandro.Mi state facendo arrossire!Un abbraccio.
RispondiEliminaArmando Bertollo