Viste le varie letture fatte in queste settimane, posto una memoria di Gianfranco Fabbri del gennaio 2005, molto suggestiva e preziosa, direi. Spero faccia piacere ai lettori. Di Gianfranco, ricordo il bellissimo blog La costruzione del verso
LA MIA ANTOLOGIA PERSONALE
Nel corso della mia vita “poetica” ho letto molte volte in pubblico. Negli anni ’80 e ’90, soprattutto, ma anche in questa stagione presente. L’inizio della splendida avventura è stato a Torino, nel primo dei due decenni ricordati, in occasione di una importante iniziativa a cura dell’Università, del Comune e del Teatro Stabile. In pista c’erano tanti autori, di cui adesso mi è impossibile ricordare i nomi, se non fatta eccezione per alcuni, oggi molto noti. Peccato che non riesca più a trovare il cartellone dello spettacolo (un poster molto bello). Il buon Barberi Squarotti, assieme a Stefano Jacomuzzi, dirigeva le danze con molta perizia, all’interno di un Palatenda vasto e gremito di un pubblico giovane e colto. Rammento ancora l’emozione di noi “principianti” - che so: Elio Grasso, Roberto Bertoldo e Pier Castrale - e la sicumera dei più paludati (mi sembra di ricordare un Majorino, un Vassalli (allora poeta) e forse un Carifi e un Mussapi). C’erano poi gli “indigeni”: un cortese, ma freddo, Giorgio Luzzi e i cari amici Alberto Vitacchio & Carla Bertola, della rivista “Offerta speciale”. Erano tempi belli, per me, anche se le cronache non promettevano nulla di buono ( dì lì a poche settimane sarebbero scoppiate le stragi di Ustica e della stazione di Bologna). Il decennio degli Ottanta fu poi disseminato di numerosissimi appuntamenti poetici. Vediamo un po’ se la memoria mi sorregge: a Lugo, tanto per citare uno dei più fulgidi reading: nel bellissimo Palazzo Trisi, assieme a Gian Ruggero Manzoni, Giovanni Scardovi e i notissimi Adriano Spatola e Giulia Niccolai. A Firenze, con Roberto Venturi, i già citati Bertola e Vitacchio, nonché la Mariella Bettarini e quelli di Gazebo. A Bologna, con il corpulento Giorgio Celli, il compassato Arnaldo Ederle, la Giovanna Bemporad dalla memoria prodigiosa e, nuovamente, con un serio e triste Mussapi. Ricordo con particolare affetto le moltissime edizioni del Mercatino della Poesia di Ravenna, all’interno delle quali ebbi modo di conoscere tanti bravi poeti, tra cui spicca Valerio Magrelli, un ragazzone rossiccio di capelli e di dotato di una educazione rara. Ricordo le belle telefonate intrattenute con lui, i mesi successivi al nostro incontro; e adesso, anche se non lo sento più da anni, l'ormai famoso amico lo tengo in me con grande ammirazione (adoravo, e adoro, la sua “Ora serrata retinae”).
Secondo me, sono queste avventure collettive, le vere antologie cristallizzate nel mio “profondo”. E’ estremamente importante, col senno di poi, affiancare il volto e l’animo di un poeta, conosciuto di persona, alle sue opere: è fondamentale sentir leggere il “personaggio”. Ne sono esempi suggestivi i piccoli “spaccati di vita” divisi con due grandi donne: il primo, a Pescara, con Amalia Rosselli, nel breve respiro di una colazione e nella relativa sua lettura, e a Forlì, per la seconda volta, con Giovanna Bemporad, della quale rammento (come già detto prima) la prodigiosa capacità di rimandare “in automatico” le vaste parti delle sue traduzioni dai classici. Giovanna, poi avvicinata più a fondo, mi si è svelata come persona sensibile, ma inquieta. Ricordava sempre gli amici d'infanzia Pasolini e Pagliarani, nonché la sua Ferrara “giovane e adolescente”.
Sono tanti i poeti che ho conosciuto nelle loro manifestazioni “ordinarie: Lunetta, ad esempio, che dice barzellette in occasione di un gaio San Silvestro, a Roma, in casa dell’amica Raffaella Spera; il vecchio Luzi che si adonta al ricordo di un comune amico scomaparso, non più tanto suo amico; l’imbarazzo di Valentino Zeichen ai complimenti del pubblico; la gentilezza estrema di un Sanguineti (quasi un ossimoro, con le sue strutture testuali) e tanti, tanti altri ancora, che adesso inanellano la teoria dei miei tipi umani. Una vera e propria antologia, vissuta sulla pelle e sul dialogo. Da questi incontri ho sempre tratto vantaggio, qualunque siano stati gli esiti riportati; attraverso gli avvicinamenti ho dato modo alla mia scrittura di venire fuori dal limbo della riservatezza. Me ne sono reso conto anche l’altro giorno, nel salotto della mia cara amica Francesca Serra, a Ravenna, quando, nel preparare la scaletta di una triplice lettura con lei e l’amico di sempre, Luciano Benini Sforza, ho sentito riecheggiare quel “cibo buono” dell’intesa; quell’elemento “salutare” che è l’intreccio di voci e di umori, che conduce all’unione armonica con l’“altro” e con la propria coscienza.
Grazie infinite, caro Stefano, per questo "antico" ripescaggio. La tua sensibilità mi ha procurato la misura reale del tempo che passa. Un abbraccio pieno d'affetto e di ammirazione per il tuo lavoro letterario.
RispondiEliminaTuo Gianfranco
caro Gianfranco, sei stato tu ad insegnarmi accoglienza e decisione, le due virtù essenziali per gestire con saggezza un blog.
RispondiEliminaQuesto dunque è un omaggio minimo, in confronto al tuo dono.
gugl
Mio carissimo amico. Che dire! Che attendo una futura, nostra collaborazione.
RispondiEliminaSe qualcuno vorrà dialogare sul "passato recente" sarò lieto di partecipare al salotto.
Buona serata, Stefano.
Tuo Gianfranco
hai dato, ai poeti nominati, un tocco originale ed epidermico.
RispondiEliminaa me, per esempio, piacerebbe sapere se il pubblico colto, di cui parli, era davvero così numeroso.
gugl
Ho solo ammirazione, stima e un affetto grandissimo per Gianfranco: un critico e un poeta raffinatissimo e coltissimo, ma soprattutto, quello che più vale, una eccellente persona che mi onora della sua amicizia.
RispondiEliminaAbbraccio entrambi, scusandomi della forzata latitanza.
fm
è vero Stefano, Gianfranco ha questo dono di farti vedere in tridimensionale quello che racconta, con quel suo gusto raffinato di caratterizzare i personaggi e trasmetterti "epidermicamente" il vissuto.
RispondiEliminale sue letture poi, sono così... come dire.... umane.
un gran saluto a tutti e due.
roberto
Prima di tornare a letto, sconfiggo la febbriciattola discorrendo un poco con voi, miei carissimi amici.
RispondiEliminaStefano: no, il pubblico colto non era così numeroso come potrei aver fatto credere. Molti erano gli autori e parecchie le occasioni per leggere e confrontarsi (erano tempi differenti: io stesso, molto giovane e libero, non mi ponevo problemi nel prendere un treno e via...). Però , se il numero degli aventi dovesse risultare direttamente proporzionale all'interesse generale, allora dovrei dire Sì; è vero, c'era anche più pubblico colto di oggi.Ti saluto con stima, mio caro amico.
Francesco: sei troppo buono con me. Generoso. Bene te ne voglio, e tanto. Caro mio autore del tempo che ormai fu. Ti abbraccio moltissimo! Tuo Gianfranco.
Roberto: ecco un'altra persona alla quale sono attaccatissimo. Per un sacco di buone ragioni. Grazie di essere qui. Un affettuoso abbraccio.
Una buona notte a tutti e tre.
Gianfranco
bello leggere -di viva mano- uno spaccato di ciò che poteva essere attraverso gli occhi di un poeta e critico. utile e importante.
RispondiEliminaun abbraccio
alessandro ghignoli
vero!
RispondiEliminagugl
Prima di andare a letto, passo dall'ottimo Stefano per un saluto e una buona notte. La testimonianza diretta, formata non tanto sulla critica ma sulla cronaca spicciola dell'autore,concede alla letteratura uno spiraglio di luce forsa ancora più penetrante dell'analisi stessa dei testi. (Secondo me, beninteso). Un arrivederci ad Alessandro e Stefano.
RispondiEliminaGianfranco
Caro Gianfranco purtroppo ti conosco solo per via telematica eppure ogni volta che ti leggo mi sembra di stare in compagnia di un vecchio caro amico che mi dona racconti pieni di calore e umanità. Mi è sembrato di sfogliare insieme a te il vecchio caro album di famiglia con tutte le foto in bell'ordine cronologico.
RispondiEliminaQuanti poeti hai visto e conosciuto caro Gianfranco! Quasi quasi sono un po' invidioso... ;o))
Grande Gianfranco ti auguro tutto il bene del mondo.
pepe
Gabriele, ti ringrazio per queste tue bellissime parole. E' vero, non ci conosciamo di persona ma è come se fossimo vicini di casa o compagni di scuola. La stessa cosa succede anche con Stefano ed alcuni altri. Evidentemente la scrittura scava e dipinge la persona più di quanto non si creda.
RispondiEliminaUn abbraccio a te e uno a Stefano.
Gianfranco
Ad essere sincera lo invidio anch'io, Pepe, ma un'invidia buona, quella che forse più correttamente si direbbe ammirazione, per tutte le conoscenze di poeti e poetesse, per la preparazione ed il garbo che manifesta sul suo blog, per il senso di soggezione che ormai ogni cosa ben fatta, seria, professionale suscita in me...
RispondiEliminaun caro saluto a tutti e tre.
RispondiEliminaArrivo anch'io per salutare il Gugl (visto nelle foto veneziane sul blog di Fara... spero vi siate divertiti) e omaggiare Gianfranco, una delle persone piu' aperte e propositive che mi sia capitato di incrociare nel web poetico. Vorrei chiedergli come vive l'esperienza degli incontri letterari su questo mezzo, che molto tolgono (almeno 3 dei 5 sensi) rispetto ai "carne e ossa" che testimonia in questo post. ---GiusCo---
RispondiEliminacaro Giuseppe, gli incontri in carne e ossa sono insostituibili, ma anche questa distanza, che filtra gli stati d'animo e amplifica l'immaginazione, non è male.
RispondiEliminaun saluto a te. Sei sempre in inghilterra?
Si' Gugl, confermato altri tre anni in UK, dunque vi annoiero' con radi spunti in global-english, visto che l'english-english ancora non lo mastico a dovere. A dicembre rivedo Muldoon a Manchester, dove vivo ora, e tornando al web e agli incontri dal vivo: peccato che io cancelli pressoche' totalmente la corrispondenza, restano solo i lavori compiuti (e le foto). Pero' il web si adatta bene a questo tipo di attivita', visto che si basa sulla parola e al limite sulla performance, dunque audio-video e' abbastanza. Inoltre il non contatto diretto e continuativo evita i rischi di affievolimento del senso critico e conseguenti pastette. Bye. ---GiusCo---
RispondiEliminavedo che sei sempre 'ben disposto' verso la rete e i suoi abitanti :-)
RispondiEliminagugl
Un saluto ai carissimi Alivento, Stefano e Giuseppe. Le parole, se dette con sincera coscienza, arrivano molto in là. Le vostre buone parole mi incitano a proseguire (soprattutto per il piacere di confrontarmi con persone del vostro livello etico e professionale).
RispondiEliminaUn abbraccione dall'acciaccato Gianfranco (un po' di inflienza).