Natale 2013
E quanto, quanto qui rimane
di un istante più profondo
è la stella venuta a ponte
tra il cielo e queste orme,
báttito che schiude - il dorso
del tempo illimitato
in forma, álta, della luce ―
dell’única parola che - sigilla,
librándosi nell’aria,
il non visto - e la coscienza,
la coscienza successiva,
di quánto allora è stato,
allora - è stato ―
____________
Silvia Comoglio
***
Cari amici
Ho appena terminato un giro per l'Italia, presentando la
bellissima raccolta di Saragei Antonini (Egregio sig. Tanto), i saggi di Marco
Scalabrino, la dotta e corrosiva poesia di Nino Contiliano e il nostro (con il
pittore marsalese Giacomo Cuttone) "Canto dei bambini perduti".
Ho conosciuto poeti e intellettuali splendidi, un giovane
(23 anni!) straordinario pittore di Bagheria, altri ragazzi, belli, veri. Ho
riabbracciato Nino De Vita, Lucio Zinna, due poeti che ai "continentali" sono
poco conosciuti, ma che hanno lo straordinario spessore dei maestri veri. Ci
siamo fatti risate gennendo poesia satirica fino alle lacrime con Saragei, Anna
Bonanno e altri e scambiati pensieri, dubbi, perplessità.
Ho avuto un pensiero ricorrente, quasi un tormentone:
questo è un Paese bellissimo, tutto l'anno. Non lo cambierei con nessun altro e
voglio che si mantenga, anzi, che migliori laddove è stato ferito. Un paese
vario, dai colori accesi e tenui, dai paesaggi che cambiano continuamente, di
giorno, di notte. Salendo ho anche fotografato i fenicotteri nelle saline di
Marsala, con l'isola di Favignana alle spalle. Ho gli occhi pieni di meraviglie
e il cuore pesante per tutto ciò che si avverte nell'aria: questa smania di
"ripresa" che si basa su indici, numeri, trend e quant'altro senza tener conto
delle persone, degli animali, dell'ambiente. L'importante è guadagnare e non
importa a che prezzo si ottenga il guadagno e come esso venga distribuito. Non
importa se i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e
che il prezzo di tutto questo sia l'imbarbarimento dei costumi, il degrado
dell'ambiente, l'aria sempre più inquinata, il mare e la battigia sempre più
sporchi.
E ho pensato che questo sistema è pericoloso, nocivo e
inemendabile, che è marcio fino all'osso, che è tanto più forte e più
appetibile quanto più è marcio. Ho il cuore pesante perché questo è l'unico
modello di vita che l'uomo sa attualmente pensare e che ora ci stanno copiando
tutti, nei difetti e non nei pregi: cinesi, indiani, brasiliani, tutti gli stati
"emergenti" (ma emergono da che cosa? e che cosa sta sopra e che cosa sotto, se
qualcosa "emerge"?).
E' una inciviltà che sta aggredendo anche la cultura
contadina della solidarietà, quando nessuno moriva per bisogno, almeno qui in
campagna: c'era sempre una stalla tiepida per dormire, qualcuno che dava un
pezzo di polenta, qualche lavoretto da fare. Ci si faceva carico dei poveri, per
quel che si poteva, i più magri fra i magri, i malnutriti fra i
malnutriti.
Qui a Sondrio ancora non c'è la neve. Ieri notte fumavo
sulla terrazza senza un maglione e non avevo freddo. La stessa temperatura di
Marsala o di Mazara. La natura ci maledice e avremo un'estate secca, dopo quella
scorsa, malaticcia e gonfia (qui al Nord).
Ci sono segnali nell'aria, nel vento delle parole, nelle
eco delle notizie, segni maligni e sinistri che non hanno nulla a che fare con
la Pace, che è figlia della Giustizia prima ancora che dell'Agàpe.
Perciò il mio BUON
NATALE non può venire soltanto dal cuore, ma anche dalla mente,
dalla riflessione, che deve essere guardinga in questi tempi, disillusa e non
consolatoria, con gli occhi bene aperti. Tutto non può ridursi a un annuale
"volémose ben", come dicono in Veneto, o a tarallucci e vino, come dicono i
pugliesi o, se vogliamo, a cantuccini e vin santo.
Perciò il mio augurio è che la nostra poesia, la nostra
narrativa, la nostra saggistica, le nostre letture, il nostro agire, siano dardi
nelle costole di questo sistema corrotto e cinico, e nello stesso tempo
medicamenti, come l'amore vero, che non cerca diversivi consolatori ma che
graffia e fruga la ferita infetta per farla sanguinare per purificarla e
disinfettarla, un amore che prende a schiaffi chi dorme, perché chi dorme non
ama. Questo, credo, sia il nostro dovere, il nostro ruolo insostituibile, la
ragione che fonda la natura stessa dell'arte, della poesia, della filosofia, del
pensiero critico. Il compito di sollevare dubbi e conflitti, per affrontarli e
comporli nella Pace e per quanrto possibile nella verità, come facevano Eschilo
e Omero.
Buon Natale a tutti e Buona Pace. E "L'innocenza al
potere!", come diceva un poeta.
Gianmario
Un augurio perché questo sia un Natale del cuore e, come dice Gianmario, della mente, della riflessione, a te, Stefano, a Gianmario e a tutti gli amici di Blanc.
RispondiEliminaSilvia (Comoglio)
grazie! Auguri anche a te!
EliminaBuon Natale e buoni tutti gli altri giorni a te, Stefano, e a chi passa di qui. E un pensiero per Fernando Bandini.
RispondiEliminaFrancesco t.
Anguri caro Francesco, a te e alla tua bella famiglia.
RispondiEliminaE un pensiero a Fernando Bandini, poeta di azneciv come diceva lui.
Mi associo agli auguri a Gianmario, a Stefano e agli ospiti di BLANC. Anche qui, come dal blog di Marotta, leggerò nel 2014 i poeti in "catalogo" e sceglierò un testo da quelli che mi interesseranno per la mia pagina facebook, allo scopo di parlare di poesia. Saluti e Buon Anno. Giuseppe
RispondiEliminaGrazie Giuseppe. Spero che troverai poeti di tuo gradimento anche quest'anno!
Elimina