Ci vuole molto coraggio per aprire una casa editrice. Tutto rema contro: recessione, disamore per la bellezza, casta becera, finanziamenti zero. Se però il gesto porta a compimento un'idea, una passione, allora anche il coraggio passa in secondo piano. Così come l'aspetto mercantile e ogni altra giudizio che non entri sul merito della qualità. Questo è quanto mi viene da pensare vagliando la scelta di due amici di vecchia data, due poeti che hanno deciso di muoversi autonomamente, moltiplicando così, con criterio, l'offerta di poesia.
Con criterio, dicevo. Quello di Mauro Ferrari, ex direttore di Joker, che ha fondato puntoacapo con l'intenzione di "offrire un’autorevole scelta di titoli al pubblico più qualificato": pochi libri ma buoni, facilmente rintracciabili, curati bene. Magari con qualche antologia di autori i cui testi siano ormai introvabili; e quello di Chiara De Luca, che ha fondato le edizioni Kolibris con "l’esigenza di istituire uno spazio che favorisca gli scambi interculturali in una prospettiva internazionale, per rispondere al desiderio di ampliare gli orizzonti comunicativi e le possibilità espressive degli artisti dei singoli paesi che verranno ospitati nell’ambito di un piano editoriale in costante evoluzione".
Auguro buona fortuna ad entrambi, raccomandando loro di operare delle scelte di campo precise, che contribuiscano a segnare il dibattito sulla poesia italiana contemporanea, a favorire davvero poeti di valore, pubblicando con parsimonia.
Ammetto di non conoscere Ferrari se non di nome.
RispondiEliminaconosco invece Chiara, e l'idea di Kolibris mi sembra che vada nelle intenzioni a coprire uno spazio - di respiro internazionale - in italia drammaticamente lacunoso. buona, buonissima fortuna dunque.
se possiamo contribuiamo, per quello che si può.
francesco t.
ecco, appunto. (la butto là così, senza tanto pensarci...): capisco la necessità di un'esperienza come la kolibris, ma non della nascita dell'ennesima casa editrice...
RispondiEliminas.
(gugl, accidenti, sto diventando un'interventista...???)
moltiplicare i fuochi è un gesto della democrazia; scaldarci l'anima o le braciole spetta poi all'intelligenza degli uomini :-)
RispondiEliminagugl