Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008) è curata da due autori (Enrico Cerquiglini e Luca Ariano) che hanno le idee chiare riguardo alla situazione catastrofica del pianeta. Si può dissentire sul fatto che oramai non possa salvarci "nessuno" e che la campagna italiana sia destinata all'annullamento totale (pp.10-11), ma non certo sulla serietà della preoccupazione, sul valore etico di una decisione: quella appunto di scendere in campo e organizzare un esercito di poeti disposti a sostenere la causa, di esserne i testimonials. Il vero oggetto del discorso è infatti racchiuso nei 5 saggi che corredano l'antologia, e mira a dimostrare come sia necessario ripensare l'organizzazione delle risorse e dei rifiuti, sotto la formula "Rifiuti Zero": "Se qualcosa non può essere utilizzato, riciclato o compostato" non va prodotto. Punto.
Qualche riga, forse, poteva essere tolta; in particolare penso al lungo saggio di Leonardo Mancino, che vuole parlare di tutto (poesia, filosofia, politica, linguistica, ecologia), rischiando di distrarre l'attenzione del lettore dall'oggetto primario: l'ambiente, appunto.
qui, nel sito di Enrico Cerquiglini, trovate i poeti che hanno aderito all'iniziativa. Ci sono nomi importanti, direi il fior fiore della poesia italiana emergente, con punte già consolidate, quali D'Elia, Buffoni, Annino, Bertoni e Lolini. Resta da capire quanti di questi fanno la raccolta differenziata, boicottano le multinazionali che sfruttano il terzo mondo, rispettano l'ambiente. Io cerco di farlo (lo dico perché c'è anche una mia poesia nel libro).
Fra tutti, ho scelto una testo di Alessandro Ansuini. Spero sia di vostro gradimento.
Lettera d'amore dalla banca del fango
Lettera d'amore dalla banca del fango
Mentre ero ancora intento a digerire
una madrigale amorosa
Dura come uno stufato di somarino
ho considerato che uno zampirone
Mosso in senso circolare
potrebbe incantarmi
per i prossimi quindici anni ma poi
(sai dell'uomo che visse al buio
per mille anni con una sola
fessura di luce vicino?)
Tu sei arrivata dinanzi a me
Pura come un cane
E io sono morto una sera di fine settembre
Se non ricordo male
Mi pare ci fossero dei bambini
Che con le bocche spalancate
Erano intenti a raccogliere
Le gocce di pioggia che colavano
Come mercurio da una grondaia
(dissi bambini
bambini
che senso ha sapere
il significato
della parola grondaia?)
in ogni caso nella scena
non arrivasti per offrire un'immagine
mi contenesti
in una strana stanza dove potevi
togliere i rumori e io cercai
di spiegarti in sedici parole
il senso di Alice nel paese delle meraviglie
che è nelle bambine in chiaroscuro
e nei nomi dei personaggi presi
dai luoghi comuni
(ecco perché non porto
cappelli
per non essere scambiato
per il cappellaio matto
lo sai te
lo sai
che quelli col cappello guidano male?)
so già in elenco
le cose che dirai di me
che ti terrorizzo
che pare non abbia mai nulla
di cui preoccuparmi
e parlo come se sapessi
già tutto
(ma no
io non so tutto
considero semplicemente
una maggiore quantità di varianti
e ho una sorta di intuito
nel saper pilotare le scene)
così tutto ciò che possiamo dipingere
e che dovrei trovare la forza
di recuperare
è qualcosa di simile
alle lettere d'amore trovate disperse
nella banca del fango
ma voglio parlare delle poesie che ti regalai
di come so comporre un cavallo di troia
e lasciartelo detonare dentro
come i giapponesi che per punire
uno squalo reo di un aggressione
fanno ingoiare ad altri squali
ricci velenosi
lo so
ti terrorizzo
perché non ho la pietà negli occhi
e posso considerare degni d'attenzione
solo esseri di sofferenza simile alla mia
che è come gli spazi bianchi
fra una parola e l'altra
mi serve per dare un senso alla bellezza
(tu di che sofferenza sei?
Di quelle che hai imparato
A dimenticare
O di quelle che porti
Come un tatuaggio
Sul collo?)
ascolta, mia dolce
potenziale
suicida:
c'era una volta un uomo
(e quindi ci sarà sempre)
che per mille anni visse al buio
in un stanza in compagnia
di una fessura di luce.
L'uomo tastò con la lingua delle mani
Ogni centimetro di buio
Per trovare una via d'uscita
E alla fessura
Per mille anni non prestò mai
Attenzione
Perché cosa può mai esserci
In una cosa che hai già dato
Per scontato
Cosa può esserci
Oltre una fessura?
Quell'uomo un giorno
Si spinse oltre
(una volta fatta passare la testa
è come per i topi)
E dall'altra parte trovò.
Una stanza immensa che
La sua immaginazione
Non sperava nemmeno
Di contenere.
Oltre tutto questo
Considera
La mia morte
E la tua
Già avvenute
In qualche posto e in qualche tempo
Del duemila e qualcosa
Hai piantato un albero?
Hai fatto un figlio?
Ti ricorderanno per il tempo del sorriso
Ti custodiranno immagine
Dietro le volte specchiate della memoria
Sarai una voce
Sarai una scritta
Qualcuno dirà di te ancora una volta
Vedranno il tuo albero
O negli occhi di tuo figlio
Una vecchia riscontrerà
L'acquaforte antropologica
Che ci marchia nella carne.
E poi tutto ciò che hai fatto adesso
Sarà sabbia che sfiora altra sabbia.
E allora:
Posso portarti un fiore?
Posso legarti le mani?
Posso ucciderti piano?
Posso?
una madrigale amorosa
Dura come uno stufato di somarino
ho considerato che uno zampirone
Mosso in senso circolare
potrebbe incantarmi
per i prossimi quindici anni ma poi
(sai dell'uomo che visse al buio
per mille anni con una sola
fessura di luce vicino?)
Tu sei arrivata dinanzi a me
Pura come un cane
E io sono morto una sera di fine settembre
Se non ricordo male
Mi pare ci fossero dei bambini
Che con le bocche spalancate
Erano intenti a raccogliere
Le gocce di pioggia che colavano
Come mercurio da una grondaia
(dissi bambini
bambini
che senso ha sapere
il significato
della parola grondaia?)
in ogni caso nella scena
non arrivasti per offrire un'immagine
mi contenesti
in una strana stanza dove potevi
togliere i rumori e io cercai
di spiegarti in sedici parole
il senso di Alice nel paese delle meraviglie
che è nelle bambine in chiaroscuro
e nei nomi dei personaggi presi
dai luoghi comuni
(ecco perché non porto
cappelli
per non essere scambiato
per il cappellaio matto
lo sai te
lo sai
che quelli col cappello guidano male?)
so già in elenco
le cose che dirai di me
che ti terrorizzo
che pare non abbia mai nulla
di cui preoccuparmi
e parlo come se sapessi
già tutto
(ma no
io non so tutto
considero semplicemente
una maggiore quantità di varianti
e ho una sorta di intuito
nel saper pilotare le scene)
così tutto ciò che possiamo dipingere
e che dovrei trovare la forza
di recuperare
è qualcosa di simile
alle lettere d'amore trovate disperse
nella banca del fango
ma voglio parlare delle poesie che ti regalai
di come so comporre un cavallo di troia
e lasciartelo detonare dentro
come i giapponesi che per punire
uno squalo reo di un aggressione
fanno ingoiare ad altri squali
ricci velenosi
lo so
ti terrorizzo
perché non ho la pietà negli occhi
e posso considerare degni d'attenzione
solo esseri di sofferenza simile alla mia
che è come gli spazi bianchi
fra una parola e l'altra
mi serve per dare un senso alla bellezza
(tu di che sofferenza sei?
Di quelle che hai imparato
A dimenticare
O di quelle che porti
Come un tatuaggio
Sul collo?)
ascolta, mia dolce
potenziale
suicida:
c'era una volta un uomo
(e quindi ci sarà sempre)
che per mille anni visse al buio
in un stanza in compagnia
di una fessura di luce.
L'uomo tastò con la lingua delle mani
Ogni centimetro di buio
Per trovare una via d'uscita
E alla fessura
Per mille anni non prestò mai
Attenzione
Perché cosa può mai esserci
In una cosa che hai già dato
Per scontato
Cosa può esserci
Oltre una fessura?
Quell'uomo un giorno
Si spinse oltre
(una volta fatta passare la testa
è come per i topi)
E dall'altra parte trovò.
Una stanza immensa che
La sua immaginazione
Non sperava nemmeno
Di contenere.
Oltre tutto questo
Considera
La mia morte
E la tua
Già avvenute
In qualche posto e in qualche tempo
Del duemila e qualcosa
Hai piantato un albero?
Hai fatto un figlio?
Ti ricorderanno per il tempo del sorriso
Ti custodiranno immagine
Dietro le volte specchiate della memoria
Sarai una voce
Sarai una scritta
Qualcuno dirà di te ancora una volta
Vedranno il tuo albero
O negli occhi di tuo figlio
Una vecchia riscontrerà
L'acquaforte antropologica
Che ci marchia nella carne.
E poi tutto ciò che hai fatto adesso
Sarà sabbia che sfiora altra sabbia.
E allora:
Posso portarti un fiore?
Posso legarti le mani?
Posso ucciderti piano?
Posso?
Domenica 4 maggio alle ore 11,30 l'antologia sarà presentata presso la Libreria Feltrinelli, a Parma
RispondiElimina(Via della Repubblica, 2)
Intervengono
Giuseppe Marchetti e Luca Ariano
Saranno presenti i poeti
Alberto Bertoni, Monica Borettini, Mimmo Cangiano,
Stefania Cavazzon, Chiara De Luca, Matteo Fantuzzi,
Stefano Massari, Maria Pia Quintavalla
Grazie Stefano per aver dato spazio all'antologia e ad un progetto in cui ed Enrico crediamo molto ed anche tanti poeti che ci hanno manifestato solidarietà e ci sono vicini in questa lotta.
RispondiEliminaLa battaglia, anzi la guerra, è difficile ma noi ci proviamo...
Grazie anche per l'obiettività ed anche noi ci auguriamo che i poeti facciano la raccolta differenziata;
io la faccio ma secondo me in Italia, rispetto alla Germania per esempio, siamo ancora molto indietro.
Un caro saluto
qui a schio separiamo: carta, alluminio, plastica, vetro, umido, secco, pile, ferro.
RispondiEliminagugl
Io la raccolta differenziata la faccio ma devo dire che siamo ancora molto indietro, in generale.
RispondiEliminaa roma, per esempio, so per certo che solo gli irriducibili la fanno, anche perché spesso gli sforzi di chi separa vengono vanificati da chi raccoglie, soprattutto al sud.
Grazie a stefano per lo spazio dedicato alla mia poesia, maddona, nemmeno me la ricordavo questa poesia. :-)
A
di ansuini si nota la grande maestria di andare a ruota libera
RispondiEliminanel suo genere direi sia unico
tonino vaan
anche a me risulta che a roma sia così, caro alessandro.
RispondiEliminaTonino: cogli bene!
gugl
C'è un fior fiore nella Montagna.
RispondiEliminaAlla faccia delle mille antologie.E bello l'Ale eliotiano innamorato che hai scelto.
ciao Silvia. Bello l'ale, vero. fresco.
RispondiEliminagugl
qui a ragusa separiamo carta e vetro. da parte mia mi sono impegnata a produrre meno spazzatura possibile infatti non faccio più uso di piatti e bicchieri di plastica, niente pellicole trasparrenti e alluminio in rotoli, faccio come faceva la mia mamma, uso contenitori multiuso e le salviette bianche. compro i detersivi sfusi così da poter utilizzare più volte i contenitori in plastica. saluti ecologici antonella
RispondiEliminanon ho detto nulla sulla poesia, lo dico ora. da conservare. antonella
RispondiEliminaUn saluto e un grazie a tutti per le belle parole e uno in particolare a tonino, che non sento da mille anni. :)
RispondiEliminaA
Brava Anto. lo sai che forse questa estate vengo a trovarti? guarda che verifico se hai detto la verità :-)
RispondiEliminagugl
Grazie a tutti gli intervenuti per l'attenzione.
RispondiEliminaLa poesia di Alessandro è da "conservare" come scrive Antonella. Lì sì che non va buttato.
Il problema secondo me non sono le singole persona (credo che in molti facciamo la raccolta differenziata) ma un uso consapevole da parte delle amministrazioni, un controllo capillare.
Vedendo la situazione di Napoli ci si rende conto che in non tutte le regioni funziona, esiste.
Il problema è a monte - come dice Connet - anche secondo me.
Dei poeti sono contento anche perchè vedo che molti sono attivi per presentazioni, con movimenti, qualcuno (non faccio nomi per decenza) si è lamentato che ci sono troppi poeti, che pensava fosse un'antologia più selettiva.
Secondo me non ha capito nulla del progetto e vuol dire che pensa che la sua poesia venga prima di tutto.
Non è un'antologia di critica letteraria (sebbene siano stati scelti poeti secondo noi validi e di un certo livello), altrimenti questo poeta non penso sarebbe stato incluso.
Un caro saluto
....se non altro...questa poesia... proprio non è da buttare!
RispondiEliminami è piaciuta davvero moltissimo!
Patty!
Grazie Stefano per lo spazio riservato a questa antologia. Come ha ben detto Luca l'antologia è un atto poetico-politico, nessuna presunzione di aver censito e raccolto il meglio della poesia italiana contemporanea.
RispondiEliminaIo sono anni che faccio la raccolta differenziata, ma questo non mi tacita affatto la coscienza. La lotta per uno sviluppo ecosostenibile è lunghissima e passa attraverso lotte e contrapposizioni con le logiche delle multinazionali degli inceneritori, del carbone, dell'energia, dei divoratori di acqua.
L'antologia è un atto di responsabilità, di presa di posizione e di coscienza, non è - e non dovrebbe essere - il gioco del ci sono, non ci sono, ci sono ma c'è anche tizio che...
Ecologia della mente ed ambientale: questo oggi serve.
La poesia di Alessandro (che saluto caramente) è sicuramente importante e notevole. Nell'antologia ce ne sono davvero molte di importanti.
Grazie a tutti gli intervenuti
Enrico Cerquiglini
sarebbe bello presentare l'antologia al "no dal molin".
RispondiEliminami devo informare se la cosa si può fare?
gugl
Magari caro Stefano fosse possibile presentarla al "no dal molin". La loro è una lotta sacrosanta di autonomia e difesa del territorio.
RispondiEliminaVerrei anche a piedi!
Enrico
Anche io verrei, di corsa e a piedi...
RispondiEliminaGrazie Stefano per l'interesse vivo!
Un caro saluto
sarebbe bellissimo se tu venissi a trovarmi, tienimi informata, mi raccomando. ti ricordo che ciò che ti dissi allora è sempre valido. sai che c'è mancato poco che io venissi a trovare te? :-) ciao a.
RispondiEliminaAnsuini. Da molto amodio questo poeta visionario che zigzaga ti inciampa ingravida non c'è c'è.
RispondiEliminaun saluto.
iole, tagli il senso col diamante. a volte basta il pane :-)
RispondiEliminaun abbraccio
gugl
nonostante una mia discreta allergia per le antologie (ogni allergia è di solito prodotto di un elevato tasso di inquinamento, cioè oggi differenzio alla grande, nella pattumiera di casa come in ciò che leggo ascolto guardo, nonostante ciò la mia brutta allergia ai pollini è un problema di quarant'anni fa, quando il sistema immunitario mi è stato sballato nei primi anni di vita dall'eccesso di disinfezione casalinga e dalle ore trascorse a giocare sotto casa a pochi passi da una ciminiera che emetteva quotidianamente nuvole di fumo nero, e per l'allergia alle antologie, non solo letterarie ma anche musicali, il processo dev'essere stato identico, anche se più recente, negli anni in cui nascevo-adolescevo alla letteratura, cicli e "ricicli" ecostorici) ecco dicevo nonostante ciò ho contattato Campanotto per averne una copia
RispondiEliminaquella di un movimento civile ed ecologista di poeti mi sembra un'idea davvero interessante, però un'antologia rischia di fare la fine delle ecoballe in Campania se non diventa motore di iniziative, dibattiti, laboratori, performance, sinergie con altre arti...
Mario Bertasa
ho preso i contatti con il "no dal molin" se son balle balleranno! :-)
RispondiEliminaciao Mario, graditissimo il tuo spirito.
gugl
Grazie Mario!
RispondiEliminaLa nostra idea è proprio questa, infatti le presentazioni non si limiteranno a semplici presentazioni del lavoro ma la stiamo portando in giro con vari comitati, in luoghi precisi, degradati, dove poter fare in modo che i poeti siano da traino e siano trascinati da spontanei movimenti di cittadini.
Sinergie e collaborazioni di ogni tipo
Lontano da logiche di partito, di nicchia, di lobbies di ogni genere.
Devo dire che fino ad ora i poeti si sono dimostrati entusiasti ed attivi, certo qualcuno si è tirato indietro, ci sta ripensando, ma questo è seguito l'interesse di altri poeti non presenti nell'antologia che sono vicini al progetto.
Ottimo Stefano per la presentazione.
Grazie e tutti e siamo a disposizione per presentazioni, movimenti, ecc.
Un caro saluto
aspettiamo la risposta: per ora ho scritto solo la e-mail.
RispondiEliminagugl
Seguiro' le evoluzioni del libro-movimento, di cui spero Luca e Cerquiglini diano continua nota. Dal punto di vista politico, mi sento lontano dalle posizioni espresse (sono radicale e nuclearista), ma un tentativo di discorso "sociale" che parta da un libro di poesia credo meriti attenzione. In bocca al lupo! ---GiusCo---
RispondiEliminagrazie Giuseppe.
RispondiEliminagugl
bravo gugl a sollevare il problema ecologico-poetico anche, e soprattutto, a livello di responsabilità e impegno individuale, (abbiamo spesso avuto modo di discutere insieme e stefano ne ha senza dubbio piena consapevolezza)che in italia deve ancora essere veramente (seriamente?)affrontato. l'antologia si muove nella direzione giusta anche se, a mio avviso, il titolo poteva essere più esplicito e diretto. segnalo nel libro l'ottimo inedito di fabio franzin (di cui ho potuto conoscere personalmente l'attenzione vigile e la conoscenza dell'ambiente in cui vive e lavora). un caro saluto a tutti e complimenti ai curatori.
RispondiEliminaroberto cogo