Che i poeti siano una razza dannata, lo si vede da quello che scrivono. Che siano poco riconoscenti lo scrive invece Claudio Di Scalzo su Tellusfolio(precisamente qui). L'occasione è la mia uscita dalla rubrica Poesia & Blog, che gentilmente Claudio mi aveva offerto di gestire. Se posso aggiungere qualcosa, dico: ci sono tanti modi per frequentare la poesia, in rete; io posso giustificare il mio, non quello degli altri; tuttavia, l'aspro giudizio di Claudio sui poeti ("Quanti minuscoli dannunziani in questi Blog! E quanti Majakovskini meschini in questi Blog") mi sembra espressione di un problema diottrico (o di prospettiva) anziché della natura dell'oggetto: la rete infatti è assorbente, succhia dalla realtà melma e nettare, inchiostro e pane. Infine: a leggere bene l'invettiva di Tellus, direi che la vera questione, che emerge in ogni riga, sia la riconoscenza che i poeti dovrebbero avere nei confronti della rivista, che si prodiga a sostere la pluralità, la bellezza, la cultura eccetera. Chiedo: in questa lotta, che cos'è mezzo, che cos'è fine? I poeti dovrebbero sostenere la rivista o sostenere la cultura? Tellus, al fine di sostenersi, si prodiga per la poesia? La poesia è un mezzo per la sopravvivenza della rivista? Il fine è l'autoconservazione? Ciò che conta è triplicare le visite? Aumentare gli abbonamenti alla rivista cartacea? Mescolare Moana Pozzi e Palazzeschi, così da allargare il bacino d'utenza?
Al di là di una buona (si fa per dire) spruzzata di astio generalizzato e di due riferimenti ad personam veramente pesanti e infelici, continua a sfuggirmi (e la cosa non mi dispiace affatto, in verità) il senso complessivo dell'articolo/invettiva/laudatio sui. Cosa vuole? Essere linkato?
RispondiEliminaMah!
Ciao, Stefano.
fm
esattamente. per riconoscenza al lavoro che Tellusfolio sta facendo alla poesia italiana. noi invece stiamo giocando.
RispondiEliminaciao a te!
gugl
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RispondiEliminail problema dell'ego-centrismo dei poeti, però, è reale...
RispondiEliminaclaudio (di scalzo) ce l'ha con gli "ingrati", e forse esagera nelle sue affermazioni.
comunque tellusfolio dà spazio liberamente/generosamente...
baci!
s.
Silvia, senza nessuna polemica, ma chi sarebbero gli ingrati?
RispondiEliminaCentofanti, definito "neo integralista"? Ma lo conosce, personalmente? Cepollaro? Nei suoi spazi in rete non c'è nessun link, non c'è mai stato. Come mai, ad esempio, Nazione Indiana, che è il litblog più letto della rete, e dove è linkato da sempre, non gli ha mai scritto una lettera di rimostranze?
Il problema è un altro, secondo me: se io (il soggetto è generico, in questo caso) metto dei links, è perché ritengo quello spazio degno di nota: per questo, e solo per questo. Almeno per come la penso io.
Lo stesso vale per le pubblicazioni: se uno pubblica un autore, dei testi, un'intervista, una recensione, è perché gli interessano e ha piacere a farli conoscere e circolare il più possibile. O avviene perché ci si aspetta in cambio un "ritorno"? Questa è logica da mercanti, non da gente che ha a cuore le sorti della poesia. O no?
Ho pubblicato un centinaio di poeti in pochi mesi, sul mio blog, e il novanta per cento di loro gestisce spazi in rete: non mi è mai passato per la testa di chiedere la "restituzione" del favore. E quale favore, poi? Io non facevo e non faccio favori a nessuno: penso solo a far circolare, più che posso, quella che, per me, è buona scrittura poetica. E questo vale anche per Stefano e per pochi/tanti altri.
Quindi, penso che prima di scrivere certe cose che, magari contro le stesse intenzioni dell'autore, finiscono per essere solo offensive e irrispettose nei confronti del lavoro degli altri (un lavoro gratuito, fatto rubando tempo e spazio ai figli, agli studi e a quant'altro), forse bisognerebbe pensarci bene, oppure fare nomi e cognomi ben precisi, senza sparare nel mucchio ad alzo zero o fare di ogni erba un fascio.
E, per chiudere, un paio di domande.
Come mai "Tellusfolio" non ha links (amesso che io non me li sia persi)?
Come mai (e mi dispiace solo di dover fare un preciso riferimento personale) "Tellusfolio", linkato da mesi sul mio blog, con in più un articolo di Alborghetti in home per dieci giorni, con precisi riferimenti alla "fonte" (un link che gli ha portato parecchi lettori), non ha trovato il tempo e il modo di spendere, non dico un rigo, ma una sola parola sul fatto, e sul mio lavoro?
Nonostante ciò, il link di Tellusfolio è sempre nel mio blogroll e Alborghetti (che aveva dimenticato perfino di passare per "saluto": ma può succedere e, nel mio mondo, non intacca minimamente la stima per le persone), un po' di tempo dopo, è stato da me ospitato, in qualità di poeta, con una corposa antologia.
Questo significa "qualcosa"?
E, se significa qualcosa, non sarebbe anche il caso che qualcuno smettesse di farsi le seghe in pubblico?
(Inutile dire che l'ultima domanda non è rivolta a te.)
fm
mmm.
RispondiEliminamolto realisticamente ogni blogger (già poeta blogger mi sa tanto di confusione) deve considerare un suo lavoro come un un pugno di sabbia che si aggiunge ad una spiaggia. Nessuno dunque può avere la pretesa di essere il miglior blog o migliore testata giornalistica, né tantomeno credere di essere indispensabile all'economia della letteratura e della poesia. Il numero di accessi poi non sempre è garanzia di qualità. I fattori di successo sono molteplici. Il punto è capire se uno ambisce ad avere uno spazio di successo o offrire un servizio.
Le due cose non sono direttamente proporzionali.
Una cosa è la poesia, un'altra il marketing della poesia.
Che poi vi siano poeti che fanno marketing e manager che fanno i poeti, questo è un altro discorso.
Reputo da sempre il blog (e il sito) di cepollaro un esempio di "militanza" poetica di prim'ordine. Che poi non abbia un numero straordinario di accessi è un dato che interessa alla sociologia e non alla poesia.
Il controllo ossessivo delle visite (e dello scambio link) è catalogato nell'ambito delle dipendenze da pc e web. Siamo, dunque, sicuri che sia un bene?
intanto un saluto agli intervenuti
Luigi, i miei erano solo degli esempi, fatti unicamente per avvalorare il mio giudizio su alcuni punti dell'articolo in questione: assolutamente inutile (preferisco usare "questo" aggettivo).
RispondiEliminaTanto, sai benissimo che di links, blogs, appelli e chiamate, classifiche et similia, non può fregarmene di meno.
Ciao.
fm
In realtà, Francesco, mi riferivo all'articolo di Di Scalzo apparso su Tellusfolio, non al tuo commento che condivido in pieno (forse solo la successione dei due interventi ha potuto creare fraintendimento).
RispondiEliminaInfatti il tuo blog è un esempio di "servizio" disinteressato: esattamente quello che per me deve essere un blog.
Se invece qualcuno cerca visibilità mediatica è già vittima-carnefice di un circolo vizioso che bisognerebbe combattere e rifiutare con tutte le forze.
E infatti so bene che tu sei agli antipodi di questo tipo di gestione di spazi in rete. Peccato che non tutti la pensano così...
grazie per il confronto. non posso che condividere ciò che dite.
RispondiEliminaCapisco anche la politica di Tellusfolio, ma è politica, appunto.
gugl
Sinceramente non ho ben compreso il senso ultimo dell'articolo di Di Scalzo. Tellusfolio ha dato spazio anche a me presentando i miei libri e di questo più che ringraziare cosa dovrei fare? Tra l'altro con me le cose si complicano: non sono un intellettuale; la mia è sottocultura di strada poco adatta alle dissertazioni erudite, alla critica più o meno militante ecc.; sono uno qualunque per niente interessante con una vecchia passione per la scrittura poetica che mi porto dietro da quando avevo 12 anni; non gestisco blog, siti letterari, forum e quant'altro; non scrivo su o per riviste, giornali, e-zine di nessun tipo e genere; mi limito, per motivi di assoluta inadeguatezza personale, a scrivere e a proporre agli altri i risultati del mio modesto lavoro. Che altro dovrei fare? Come posso ringraziare in modo adeguato Tellusfolio? Lo so che Di Scalzo non ce l'ha su con me ma quando si generalizza in questo modo anche l'ultimo dei moscerini si crede aquila reale (per evitare fraintendimenti preciso che il moscerino sono io).
RispondiEliminaPer un certo periodo ho provato a commentare, quando me la sentivo, nei vari blog che assiduamente ancora frequento, in assoluto silenzio per la maggior parte delle volte, ma alla fine mi è risultato chiarissimo che era meglio tacere ed ascoltare e imparare se possibile.
Questa posizione mi crea imbarazzi enormi ogni volta che vado in giro a chiedere visibilità. Capisco che la rete dà il meglio di sé quando i rapporti corrono in entrambe le posizioni ed è per questo che mi sono defilato non potendo offrire nulla più che qualche poesia, non sempre all'altezza, senza poter contraccambiare in nessun modo il favore e l'interesse ricevuto.
Tutto questo discorso per far capire che non è sempre facile calarsi nelle realtà altrui, nei come e i perché di certe scelte e di certi giudizi o pregiudizi che siano.
Scusate la lunghezza ma sentivo il bisogno quasi inconscio di scusarmi con chi mi ha regalato tanto, Tellusfolio compreso, senza ricevere granché in cambio.
Grazie a tutti.
pepe
Gabriele, offrendo i tuoi testi, avevi dato più di quello che tu potessi immaginare: avevi nobilitato, con dell'eccellente scrittura in versi, il blog che li ospitava. Non dovevi, e non devi, niente a nessuno.
RispondiEliminaSe uno ama la poesia, i poeti che dicono realmente qualcosa se li va a cercare, e li ringrazia.
E anche per i commenti è lo stesso: lasci il segno, perché hai la capacità naturale di puntare all'essenziale e, sempre, senza mai fare sfoggio di medaglieri, patacche e titoli ammuffiti.
E, infatti, uno può avere anche quaranta lauree e aver vinto cinquecento premi, ma se non ha "niente" da dire/dare, se la poesia non lo visita, scrive solo cazzate, buone al massimo per la cerchia degli intimi.
Ciao, un caro saluto a te e a tutti.
fm
Aggiungo il mio commento, sentito certamente, e pressochè doveroso.
RispondiEliminaCaludio Di Scalzo mi nomina come esempio di poeta che accoglie l'invito di Tellusfolio a collaborare con contributi extraletterari.
L'ho fatto e lo farò volentieri (tra l'altro collaboro da tempo anche al sito di cultura economica lavoce.info)ma questo non sigignifica scelta di campo o adesione 'politica' alla testa che mi ospita. Non ho blog personali perchè ce ne sono tanti serissimi e interessanti che non mi è sembrato il caso di aggiungermi. Collaboro e collaborerò volentieri ogni volta che posso con blog individuali e collettivi (sono nella redazione di Viadellebelledonne, moderatore a Oboesommerso, ospite immeritevole e commentatore da Francesco Marotta, Gianfranco Fabbri, Giovanni Nuscis, La Poesia e lo Spirito, posto su Erodiade...Confesso qualche perplessità dunque sull'articolo di Di Scalzo, in particolare sul tono e sull'alchimia delle reciproche gratitudini che non può pesarsi solo con la catena dei link.
Credo di essere sempre stato corretto e posso testimoniare di avere finora sempre ricevuto in cambio, ovunque, spazio, comprensione e gentilezza.
Un caro saluto a tutti voi
Antonio Fiori
1) Prima di tutto - anche se questa non è la sede corretta - mi scuso con Francesco per non essere passato dal suo blog quando davvero una corposissima antologia di miei testi è stata presentata. E' stata una mia mancanza, ma gli scrivero' privatamente per spüiegarmi meglio.
RispondiEliminaPubblicamente pero', le mie scuse.
2) TELLUS: Di Scalzo muove tanto per la poesia, in un sito che arriva a poco piu' di 300mila visite/mese.
L'acredine espressa credo sia frutto dell'entusiasmo piu che di un senso tenso al ferire. Di Scalzo ha entusiasmo nell'offire spazio ai poeti che poi sono presentati, cosi come trovano spazio coloro che lavorano all'articolo. Parlo di esperienza personale: ho avuto carta bianca sin dall'inizio, nessuna censura, mai, nessuna sollecitazione, anche quando sono "andato in bianco" per quasi 3 mesi causa trasloco, cosa di cui avevo avverito - seppure in ritardo - Di Scalzo. Non ho sentito ne un MA ne un BA.
Quello che Di Scalzo credo stia cercando non è portare pecore all'ovile, ma spargere le pecore nei prati. Meglio detto, viene offerto uno spazio con un possente entusiamo e posso capire che Di Scalzo si aspetti una condivisione di quell'entusiasmo^. Capisco che cosi come è lui che saltella a destra e a manca in preda all'euforia, egli s'aspetti che lo facciano anche altri.
Ma si hanno caratteri diversi e attitudini diverse.
E a volte i progetti che iniziano, necessariamente terminano.
La rubrica di Stefeano necessariamente doveva terminare, prima o poi. E cosi è stato.
Per quanto concerne nello in specifico la mia rubrichina, potevano essere "puntate" chiuse una volta pubblicato l'articolino. Ma il lavoro fatto ed i poeti presentati, lui ha voluto portarli ancora oltre, facendoli approdare al cartaceo. Vediamo se poi si farà, se ci si arriverà (ma credo di si) ma è questo quello che secondo me è il punto: Di Scalzo ha questo impegno nel sangue, è una febbre, ci vive di giorno e di notte (come mi è capitato di sperimentare).
Credo che si aspetti anche da quanti sono man mano coinvolti lo stesso grado di coinvolgimento. E ci resta male se questo non accade...
Fabiano
Sì, in effetti non se ne capisce il senso, lo scopo. Io stesso, dopo un suggerimento di Stefano, contattai Di Scalzo inviandogli dei testi (in modo abbastanza casuale) e chiedendogli se li riteneva degni di pubblicazione. Credo li lesse frettolosamente. Non capì infatti, a suo dire, il "senso" dei testi inviatigli, ma in effetti io avevo inteso inviargli non una silloge compiuta, ma qualche testo preso qui e lì perché si facesse un'idea....(in effetti non avevo ricevuto la richiesta di inviare una silloge). Dopo qualche email scambiata per chiarire ciò che si può chiarire con delle email (ben poco solitamente...fu più che altro una comunicazione assai scarna su tempi e modi e format...), egli e la rivista generosamente mi offrirono spazio e io, con commento di Stefano, inviai i testi che vidi di lì a poco pubblicati (novembre 2006).
RispondiEliminaInviai poi, nel febbraio 2007, un articolo a firma di un collettivo, sulla gloriosa manifestazione NO DAL MOLIN avvenuta a Vicenza il 17 di quel mese, che fu anche pubblicata. Passato un anno, mi arrivò una email in cui, con tono caustico e anche un po' scazzato, se non aggressivo, mi si ricordava che non avevo partecipato poi così tanto alla diffusione della rivista, che non avevo ampliato la mia partecipazione (dimentichi del contributo di "senso" sulla manifestazione vicentina). E mi si annunciava che, visto ciò, il mio spazio sarebbe stato cancellato e donato ad altri più bisognosi. Insomma, una forma di ripicca per non essere stato un grato adepto della "Tellus di Guardia". La risposta mia fu che avevo già ringraziato (e lo facevo di nuovo), avevo già anche dato un altro piccolo contributo "giornalistico", e che se proprio a loro serviva quello spazio per offrirlo ad altri, per me non c'era alcun problema: non avevo bisogno che il mio post rimanesse lì ad eterna memoria. In realtà il post sta ancora lì (a che serviva comunicarmi, con tono sanzionatorio, della prossima cancellazione se poi non l'hanno eseguita?). Il tono un po' aggressivo e sanzionatorio era un po' eccessivo e, se vogliamo, ridicolo: chi di voi si offende e incazza se dopo un anno gli tolgono il post dal blog di qualcuno o dal sito di qualche rivista? Chi è che si sta qui dimostrando "piccolo" nel portare il lutto per le proprie ferite narcisistiche? Inutile dire che condivido toni e contenuti di Stefano, Francesco, Luigi and the like. Un saluto, Giovanni Turra Zan
Fabiano, mi dispiace immensamente di averti citato, ma l'ho fatto all'interno di un discorso che, se rileggi attentamente, ha ben altro significato di una qualsivoglia richiesta nei tuoi confronti. Né, tanto meno, hai bisogno di scusarti di qualcosa: la stima è intatta, e immutabile.
RispondiEliminaNel merito della "lettera": non ho nessuna ragione per mettere in dubbio la buonafede di qualcuno, e credo assolutamente a quello che dici e alle intenzioni dell'estensore.
Rimane il fatto che la "littera" (dantescamente, stavolta) è lì, ben visibile, e canta in modi e toni ben diversi: chi legge, si porta via ciò che trova, e non è affatto tenuto a conoscere le ragioni segrete del signor Di Scalzo. Se lui è animato da profonde motivazioni etiche (e chi gliele contesta?), a maggior ragione, come etica imporrebbe, dovrebbe ben guardarsi dal dare del mentecatto e dell'idiota culturale e civile a chi nemmeno conosce. E, oltretutto, come aggravante, con motivazioni, e per cause, che sfiorano il ridicolo e muoverebbero al riso, se non finissero per essere offensive. Non trovi?
Ciao, un abbraccio.
fm
Francesco,
RispondiEliminaconcordo con te perfettamente.
Io stesso sono sbiancato quando ho letto lo scritto di Di Scalzo.
Non scuso quel suo scritto. Arrivo pero' a voler capire che c'è dietro, a cercarne le origini nei lati del carattere per quello che mi è dato di sapere (o capire). Di Scalzo è un onesto veemente...
Fabiano
P.S. ti ho appena mandato una mail e grazie delle tue parole.
...e spesso si dovrebbe - proprio per onestà - scrivere IN PRIVATO e non pubblicare pubblicamente cio che è (e dovrebbe restare) un discorso privato. Ancora, Francesco, si: con te concordo.
RispondiEliminaFabiano
E' una discussione interessante; conoscete peraltro la mia posizione molto critica nei confronti dello strumento blog. Vorrei pero' capire bene cosa Di Scalzo si aspettasse dai suoi collaboratori in Tellus e cosa crede che la sua rivista aggiunga al discorso poetico complessivo (che per me rimane fatto di libri e letture formali ai libri e sui libri). E' solo una questione di minima pubblicita'? Saluti. ---GiusCo---
RispondiEliminaVolevo precisare ad Antonio Fiori e a Fabiano che fanno benissimo a collaborare con Tellusfolio perché alzano la qualità della rivista in merito alla poesia. E' appunto su questa relazione con i poeti, come puntualizzano Francesco e Giuseppe, che Tellus dovrebbe interrogarsi, non sulle copie vendute. Il marketing è sacrosanto ma non va chiesto ai collaboratori: 300.000 entrate al mese significa che la rivista cartacea può acquistarla il lettore; chi invece ci scrive, ossia già dedica ore ad essa, avrebbe come minimo il diritto di riceverla gratis. E questo è una questione che riguarda quasi tutte le riviste cartacee. "Dare visibilità" come spesso si sente dire, mi pare che sia reciproco: anche un buon articolo dà visibilità alla rivista, anzi è l'articolo che fa la rivista, non viceversa. Io sono, come già ha detto altrove Giuseppe, per pagare gli articoli che si pubblicano, in base agli sponsor che ha la rivista. Almeno per il corpo redazionale. Magari con contratti annuali o biennali.
RispondiEliminabuona giornata a tutti
gugl
per prima cosa un saluto a tutti; tra gli interventi ne vedo diversi di persone a cui sono in vario modo affezionato.
RispondiEliminaper seconda cosa dico subito che queste mie righe sono per certi aspetti inutili, perchè potrei copiare il post di Pepe e andrebbe benissimo anche per me nei suoi contenuti. la mia vuole essere dunque solo una testimonianza, una presenza.
non ho seguito nel dettaglio l'evolversi della discussione. però voglio sottolineare che, in generale, il web è uno spazio smisurato dove senza dubbio si sono moltissime iniziative valide, e non per tutti è possibile seguirle con assiduità (per tempo e probabilmente anche per incapacità, come nel mio caso).
e poi (sempre in generale, non voglio una critica personale a chi non conosco): quale è il "ritorno" che ciascuno di noi si aspetta dalle proprie iniziative? ammiro francesco e stefano e tutti coloro che gestiscono a vario titolo degli spazi dove la visibilità è poi per tutti senza chiedere in cambio nulla. ma il fatto che così spesso ci siano queste discussioni mi fa dubitare sull'atteggiamento di base che pervade questo "ambiente", e, per il mio modo di intendere la scrittura, anche sul significato della scrittura stessa.
francesco t.
Per l'apertura sempre mostrata nei miei confronti e per ciò che scrivo, per il forte spirito libertario, per questo stesso carattere che lo porta a scrivere in modo così acceso, viscerale ed a confrontarsi in modo altrettanto sincero ed impetuoso, io apprezzo Claudio
RispondiEliminaD'altro canto le sue ragioni, noterete, sono le stesse che periodicamente vedo affiorare nei discorsi di chi deve tenere in piedi una "cosa" editoriale: buone scelte di cose da pubblicare molti acquisti del prodotto per sopravvivere, lui vi si dibatte non meno di altri, ogni tanto invoca aiuto da noi che gravitiamo attorno al sistema poetico/letterario (credo più veementemente quanto più avverte le difficoltà del momento) che invece nè più nè meno di lui, mi sembra, spendiamo tanto tempo ed energie a inseguire le nostre passioni con scarsi (o per meglio dire nulli) ritorni di gloria e ancor meno (o per meglio dire nulli) economici, per cui, per gli altri, per i loro desideri e bisogni, si fa semplicemente quel che si può.
ali
PS. le parentesi finali valgono certamente per me...per altri non so :)
pepe, sei forte, anzi diciamo pure che sei tutti noi moscerini come te :D
RispondiEliminadi scalzo ci sta leggendo? perchè sarei curiosa di conoscere la sua.
RispondiEliminauna cosa mi colpisce, tra le tante lette: la questione "disponibilità/gratuità".
io non credo che nessuno faccia niente senza averne un ritorno. che sia il piacere personale, la gratitudine, l'attenzione, i soldi, la fama...etc etc etc.
di scalzo ha un modo tutto suo (mooolto acceso) di dire quel che pensa. ma è pur sempre e solo la sua opinione. (che leggono 300.000 persone, è vero...:)
s.
300.000 entrate non corrispondono ad altrettanti lettori. Oltre al fatto che uno entra più volte nella medesima pagina, il totale delle letture non è comunque eqilibrato: per esempio, solo pochi dei miei post su tellus hanno superato le mille letture (e sono lì da un anno, circa).
RispondiEliminaIo non metto in questione l'integrità morale o l'entusiasmo di Claudio, ma piuttosto l'insistenza con cui - la direzione tutta - mercanteggia le collaborazioni (vedi il commento di Giovanni Turra).
gugl
Vero silvia niente per niente, io mi ricordo che quando accettai di scrivere per tellus, fu come una sorta di sfida personale, vediamo se riesco a mettere giù qualcosa su un tema così importante ed "esausto" come l'amore :)
RispondiEliminaIn quel momento non ho pensato a nessun altro ritorno, riuscirci poteva avere come premio la sola soddifazione personale, anche di queste misere cose vive l'uomo (e la donna) :)
"mercanteggia"?
RispondiEliminami sembra eccessivo, stefano... (quando claudio mi ha chiesto di collaborare ho detto di no quando non avevo tempo/voglia/idee.)
non so...
considero tellus uno spazio con i limiti e i difetti di tanti altri.
perlomeno, a me così è capitato...
(e comunque era una battuta, quella dei 300.000... so bene come vanno fatti i conti, in rete...)
s.
Silvia,
RispondiEliminain tutta onestà: io scrivo per Tellus, come come scrivo per altre riviste esclusivamente per dare spazio ad altri.
Mi fa piacere farlo perchè di poesia ci campo, mi piace, ho la stessa febbre di Di Scalzo, la stessa malattia.
Visto che poi la leggono - di quanti io conosco - davvero in pochi, il piacere o meglio ancora l'ego personale non è che se ne nutra poi tanto.
Le stesse modalità di sofferenza e incazzatura le avemmo ai tempi della fondazione della rivista L'ATTENZIONE: al lancio del numero, nei mesi che è stata in vita, tutti con l'occhio al counter, per vedere quanti sono entrati, quanti si poteva sperare l'avessero letta.
Poi - E SOLO PER AUMENTARE LA VISIBILITA - si è pensato di fare rivista E blog, perchè il blog tira....(o cosi si pensava) ed è piu fluido di una sola usciota mensile di rivista.
Nulla toglie alla qualità che io ancora vedo altissima, per i numeri de L'ATTENZIONE vissuti.
Ma ci si è avvelenati per il numero di visite, di lettori. Da li in poi, è stato un andare in vacca, primo fra tutti i rapporti personali.
Stesse modalità che leggo adesso tra Di Scalzo e Stefano....uguali precise.
Fabiano
"mercanteggia" è impegnativa, vero, ma talvolta dice bene la "cosa". Non è peccato comunque, è funzione.
RispondiEliminagugl
su questa questione avevo lasciato un commento direttamente su Tellusfolio, ma non è ancora apparso. In esso (sintetizzo)oltre a dispiacermi di questo "divorzio" con Stefano, persona che stimo molto e che aveva fatto un ottimo lavoro, lamentavo una commistione tra ragioni editoriali e "politiche" di una scelta e vecchi risentimenti personali, che da quello che so risalgono a parecchio tempo fa. Di Scalzo ha i suoi meriti ma il fatto che lo scontro sia più caratteriale/ideologico che culturale crea non pochi problemi, a cominciare dalla difficoltà di scorgere a mente fredda la "grana" delle cose (per dirla con Heaney), la loro qualità. Personalmente preferisco di gran lunga l'atteggiamento che Francesco Marotta ha espresso nella parte centrale del suo intervento (quello del 24/3/08 15:39), atteggiamento che tra l'altro permetterebbe di depotenziare certi circoli viziosi, a favore di un approccio non condizionato alla lettura e, perchè no, alla critica.
RispondiEliminaun saluto a tutti
G. Cerrai
Ciao Giacomo, grazie della testimonianza e delle lodi per il lavoro fatto su tellusfolio.
RispondiEliminala stima è reciproca.
gugl
Avevo letto questo post, probabilmente fra i primissimi (non c'erano ancora commenti), passando da Poecast. E stavo per... Ma vivo, ancora troppo vivo era il senso di fastidio (diciamo così) procuratomi dalla precedente lettura di quell'articolo su Tellusfolio. Avrei forse fatto danni... E mi ha salvato il pensiero al noto savoir-faire di Stefano.
RispondiEliminaCi sono tornato ieri sera sul tardi, mi sono spazzolato con interesse, uno dopo l'altro, ben 28 commenti. Ho poi scritto qualcosa, pesando bene le parole. Quando infine ho cercato di caricare il commento, l'ho perso del tutto, perché nel frattempo era caduta la connessione. Con l'adsl succede davvero di rado. Voglio quindi interpretarlo come un segno del destino. E lascio perdere... Francesco, del resto, ha ben detto (e condivido in toto).
Una cosa, però. Anzi due, strettamente connesse. La prima è che personalmente su Tellusfolio (che non conoscevo) in passato ci sono andato, guarda caso, proprio fidandomi della firma di Stefano (e poi anche di Ali e di Fabiano). Bene (anzi male), l'effetto di quell'esemplare articolo su Tellusfolio è che, e siamo alla seconda cosa, d'ora in poi a quelle 300.000 (?) visite occorrerà necessariamente sottrarre le mie. Necessariamente, che si tratti di una pur umanissima, involontaria scivolata del Di Scalzo (che non ho il piacere di conoscere) o – non mi sento di escluderlo, data l’abnorme pacchianata – di giornalistica furbata.
Un caro saluto a tutti gli amici intervenuti,
gennaro
caro Gennaro, difficile propendere per l'involontaria scivolata, anche se davvero Di Scalzo è un carattere verace, eroico, oserei dire; difficile anche leggerela come "giornalistica furbata", anche se Di Scalzo è un uomo molto arguto.
RispondiEliminaDi sicuro ti sconsiglio di non frequentare più le pagine di Tellusfolio perché sono sempre di buona qualità, con qualche goliardia, là dove si può.
gugl
Claudio Di Scalzo mi scrisse proponendomi di scrivere per la rubrica discorso amoroso, accettai con entusiasmo e scrissi nel sito 3 - 4 volte, poi lessi che sarebbero stati pubblicati prima i pezzi di chi si abbonava alla rivista e poi quelli degli altri, oh bella, mi dissi, io mi spremo tutta per scriverli :-) era anche estate e non avevo tanto voglia di scrivere, questo mi fece passare totalmente la voglia e non gli mandai più nulla. In verità Claudio è stato molto gentile e disponibile e si è offerto di dare spazio alle mie poesie ma io fra una cosa e l'altra ho sempre rimandato l'invio. Tellufolio è un portale interessante e che visito spesso, l'ho linkato su VDBD e sul mio letture e scritture e noticine di una finta critica senza chiedere in cambio il link ai miei blog. Concordo però sull’esistenza di certi atteggiamenti di sfruttamento da parte di sedicenti santi e poeti che ti lisciano e ti leccano fino dentro l’anima fin quando puoi servire ai loro scopi, poi non ti mettono neppure un misero link e non perché il tuo blog non sia di valore ma con l’intenzione di colpirti, sono piccoli dispettucci di animelle meschinelle e poverelle che non hanno altro nella vita che sentirsi chissà cosa e chissà che, solo perché hanno un blog che fa un sacco di visite, le visite non significano nulla e non danno valore a chi non vale. concludo questo mio sconclusionato e inutile commento dicendoti stefano che mi dispiace che hai lasciato la rubrica che spesso andavo a sbirciare per vedere se c'erano novità. E ora via allo spot pubblicitario: viadellebelledonne, 400000 pagine viste e lurkato in dieci mesi da 200000 visitatori silenziosi. Totalmente snobbato dalla maggioranza dei maschietti, ma le belledonne resisteranno gentili e belle come sono sempre state. baci a tutti antonella
RispondiEliminacar Antonella, in questa tua noticina critica hai dato carne a tutti i maschetti del reame :-)
RispondiEliminane hai ben donde, ovviamente!
gugl
Giacomo,
RispondiEliminaClaudio Di Scalzo ti ha pubblicato - e riposto - in prima pagina su TELLUS.
Fabiano
strategico?
RispondiEliminaad ogni modo ho risposto nel sito di Tellus.
RispondiEliminaMi fa piacere che vi siate chiariti; vedo che la poesia e' ancora intesa come l'unica arte umana nella quale il cuore, le buone intenzioni, le ottime ragioni e le straordinarie motivazioni prevalgono sull'esito specifico della fredda entita' libro. Gugl, ti pare plausibile nel nostro occidente? Ciao. ---GiusCo---
RispondiEliminadipende dal gioco linguistico che decidiamo di usare.
RispondiEliminanevica lassù?
gugl