Quando un poeta raccoglie la propria opera in un unico volume, qualcosa si chiude, qualcos'altro si apre. Gennaro Grieco raccoglie, e in parte riordina, trent'anni di scrittura nel volume apprendimento di cose utli, in un'elegante edizione curata da Sandro Gros-Pietro. Il quale, nella prefazione, parla di coincidenza fra bellezza e operosità, alludendo non soltanto all'ottima tecnica dell'autore ma anche alla sua cultura d'origine, la lucania, terra in cui il saper-fare incontra il sudore della fronte, la fatica contadina "dei diseredati del meridione". Tuttavia non tutte le poesie attraversano questa esperienza, quest'epica familiare e di classe, pur avendo, tutte, nella propria meccanica, un procedere meditato, come di chi rompe le zolle con le dita e ne misura la qualità. E se una vena di questa terra poetica è ricca d'ossigeno ed ebrezza, di quel giocoso nato dall'amaro che la vita offre agli esseri intelligenti, altrove tale amarezza diventa occasione di pensiero, come nelle poesie che qui presento.
Il sudario
L'aria si sgretola in acqua sul collo.
Porta all'abisso dell'acqua, il pensiero,
e alle preoccupazioni del sangue.
(3 sett. 1994)
La alba
E' l'alterità diafana
...................... - per pudicizia;
il tocco umido
di un fresco irripetibile;
il chiarore sui denti
da lavare con urgenza.
E' urgenza della vita
..................... - quando si conviene.
(2 aprile 1994)
Il viola
Troppo sole e mal t'incoglie l'abbaglio
o il viola che profondissimo muore
nel nero cieco di un colpo di testa
(5 sett. 1994)
Il riscatto
Ma un brodo povero, appena pacifero
come la paglietta inclinata in fronte
- il sole è di un solstizio alquanto pieno
e il riscatto si trova in cose poche,
come lavarsi le mani a una fonte.
O sarà sempre un alibi l'ortica
per disdegnare il nitore di un'acqua,
sminuirne il sollievo sulla ferita?
Neppur vale nascondersi la sete
se sul ventre della terra è il riflesso
e dall'esito dipende la quiete.
(21 giugno 1994)
Il paradosso
Metti che si vada presto a morire.
E parlarne? Parlarne, sì, perché
per paradosso si possa emendare
la storia nella sua unica certezza
che si muore, e troppo presto si muore.
Sia sancito per legge che in attesa
del fatale evento uno non ne muoia,
ma piuttostosi prepari vivendo.
(26 giugno 1994)
La tattica
Nella nominazione della morte
io ti vedo, e ne prendo le misure.
Per dove piace, da qualunque luogo
io, terra, voglio conoscerti tutta,
seguendo attento ogni piccolo solco.
Di te voglio impregnarmi pelle e scarpe
: per cogliere in contropiede la sorte
sapendo già i rigori della notte.
(26 giugno 1994)
mi scuso con Gennaro Grieco per la formattazione. Malgrado in anteprima il testo appaia corretto, qualdo lo posto mi cambia gli spazi. dovrò cambiare piattaforma.
RispondiEliminanon conoscevo –non conosco- Grieco la sua alba è spettacolare
RispondiEliminagrazie Paola.
RispondiEliminaGrazie, Stefano. Onorato.
RispondiElimina(Naturalmente ho già messo l'annuncio sul mio blog).
Grazie a pao, che per aver lasciato il primo commento merita un premio: andrò a visitare il suo blog.
(Magari la mia alba è - fu - spettacolare - non mi ricordo -; è il tramonto che mica tanto mi riesce...).
gen
Leggerò il libro di Gennaro, i cui versi già conosco e apprezzo: sono felice di trovarlo qui, in questa prestigiosa vetrina.
RispondiEliminaStefano, qualora ti interessi, anche la piattaforma wordpress fa lo stesso scherzo: non mi riesce, infatti, di pubblicare testi di autori che utilizzano una particolare impaginazione e disposizione dei versi. Ma forse sono io ad essere incapace...
Un cordiale saluto a te e a tutti i tuoi ospiti.
fm
caro Francesco, questo in effetti è un problema. questa piattaforma lo fa ogni tanto, ma ultimamente lo fa spesso. infatti non metto nemmeno la foto perché allora mi raddoppia gli spazi fra i versi. un disastro!
RispondiEliminaciao Gennaro, va a vedere il blog di paola perché è interessante.
gugl
Francesco, grazie per l'apprezzamento.
RispondiEliminaSe vuoi, per il libro ci penso io. Lasciami solo un recapito a
info[at]nomecognome[dot]it
gen
Grazie Gennaro, lo leggerò con grande interesse. Stasera ti scrivo.
RispondiEliminaStefano, la butto lì: prova a postare l'immagine dopo aver formattato e salvato il testo. Magari funziona...
Ci vediamo sabato.
fm
già provato. qualche tempo fa, senza immagine, gli spazi restavano quelli. adesso nemmeno questo capita. ma ogni volta è diverso.
RispondiEliminagugl
ovviamente, adoro "il viola". Grieco ha una presa diretta sulla realtà: la fissa. E la inchioda, oggettivamente, senza amore nè odio. Sembra quasi un colare dello sguardo diritto nella parola, senza intermediari. Un saluto, Viola A.
RispondiEliminaecco, neanche io conoscevo.
RispondiEliminaHo riparato al danno .. e devo dire che sono rimasta meravigliosamente colpita da questi versi così veri, pieni, carichi di un senso di sintesi poetica che è la vita stessa. Questo rapporto poetico con la morte poi, lascia un senso di consapevole "certezza" ..
complimentissimi davvero
Oggettivamente, Viola? Magari fosse così. Comunque, sì, mi applico in quel senso (come del resto tutti dovremmo fare).
RispondiEliminaGrazie della testimonianza,
gen
Ringrazio Francesca due volte. Intanto per le belle parole che mi indirizza, e poi perché mi offre lo spunto per toccare una questione sulla quale da tempo rifletto (e sulla quale, almeno noi bloggers, dovremmo tutti interrogarci).
RispondiEliminaPoniamola così, con una domanda (e con ampio sorriso, evidentemente): com’è 'sta storia, Francesca, che non mi conosci, quando invece io vi conosco tutti (o quasi)? Naturalmente mi rivolgo a Francesca per comodità discorsiva e perché, come detto, mi offre infine l’occasione. Ma la platea è più estesa, perché Francesca non è la sola, posso dire, che per quanto mi riguarda sottolinea preliminarmente questa “non conoscenza”. E la cosa è un po’ strana, mi fa pensare.
Restando solo alla rete e solo agli ultimi sei sette mesi, ho messo su un blog personale che, almeno dai numeri (per “drogati” che possano essere), sembrerebbe molto frequentato; ma, soprattutto, sono stato ospitato (e di ciò sono grato ai curatori), in alcuni casi più volte, da alcuni dei blog che vanno per la maggiore: Erodiade, Viadellebelledonne, LucaniArt, Tra nebbia e fango, Arpa Eolica, ora qui da Stefano (magari qualcuno lo dimentico e mi scuso). Eppure…
Ora, a parte la disponibilità di ciascuno di noi - in termini di tempo, di curiosità, di voglia di interessarsi ad altri, di documentarsi (che è anche una sorta di dovere) - che in parte fa la differenza circa il grado di “conoscenza”, è evidente che qualcosa non quadra.
E mi chiedo se l’impedimento per caso non sia in certa maniera di “fare blog” che, sempre più, si avvicina a quell’eccesso di informazione che più in generale registriamo e che sostanzialmente si risolve poi in una “non informazione”. Mi chiedo, in altre parole, se non sia dannoso quello che già in altra occasione definivo “parossismo postatorio”, un vizio che sembra caratterizzare ormai non soltanto i blog collettivi. Faccio proprio l’esempio di questo post, che Stefano ha pubblicato nella serata di domenica. Ebbene, io che di solito una prima cernita la faccio su Poecast, ho notato che già nella tarda mattinata di lunedì il titolo del post non era più visibile nella prima schermata del suddetto aggregatore, buttato giù irrimediabilmente soprattutto dalla forsennata attività dei blog collettivi. Insomma, sappiamo tutti quanto possa disturbare, già solo visivamente, certa abbondanza. Sappiamo tutti di certi elementari meccanismi psicologici.
Mi sa che bisogna darsi una regolata. Perché non si può stare dietro a tutto (e quindi “conoscere”). Perché il rischio, ormai prossimo, è quello che il tutto si risolva in un vano agitarsi. Qui ci andrebbe proprio un bel dibattitone, che dite?
gen
Hai ragione Gennaro tant'è che su viadellebelledonne abbiamo deciso di darci una regolata e di dimezzare il numero dei post giornalieri perchè non si ha il tempo di "conoscere" appunto. buona notte antonella
RispondiEliminaSì, Antonella, è una buona idea la vostra, ormai è indispensabile mettere un qualche freno. Mi pare proprio che non ci voglia molto a capire che vale più un solo messaggio per un tot di tempo e con reale, ragionevole possibilità di ascolto, piuttosto che una raffica di proposte che, oggettivamente, rischiano di andare in conflitto fra loro, di morire precocemente, di passare sostanzialmente inosservate.
RispondiEliminaProprio su viadellebelledonne, per dire, tante volte mi sarebbe piaciuto lasciare una parola di commento, ma poi osservavo che l'attenzione era ormai rivolta altrove, ovviamente a contributi più "freschi", e quindi (per non parlare nel deserto) rinunciavo.
Una buona giornata a te (e a quanti di qua avranno la ventura di passare),
gen
sono d'accordo Gennaro. l'autoregolamentazione sarebbe necessaria,specie nei blog collettivi.
RispondiEliminainoltre, per non farlo diventare un semplice contenitore, bisongerebbe che ogni blog (specie se collettivo) avesse una linea, seppur larga, di riferimento.
Sono tornata qui con l'intenzione di esprimere il mio apprezzamento a Gennaro Grieco che ho avuto modo di leggere anche altrove, spesso senza commentare, trovando quanto scrive sempre interessante, particolari e profonde le sue poesie.
RispondiEliminaA proposito del conoscersi in rete devo dire che non c'è da stupirsi del fatto che un autore serio, preparato e noto venga notato in ritardo da qualche estimatore, innanzitutto questo significa appunto aver conquistato un altro lettore che è sempre cosa buona in sè (non dimentichiamo quanti pochi siano i lettori di poesia), poi la conoscenza dipende dalla frequenza e rapidità con cui il lettore accede alla rete e naviga, dalla molteplicità dei luoghi virtuali che frequenta. E possono accadere singolari coincidenze di non conoscenza. Per fare un esempio concreto, di recente ho letto che un autore scopriva per la prima volta un altro autore ed io, che leggevo i commenti, mi sono chiesta come ciò fosse possibile giacchè il secondo "lo sconosciuto" per intenderci è stimatissimo da molti poeti e spesso al centro di polemiche che è difficile siano passate inosservate, salvo appunto navigare in altri luoghi e saltuariamente.
Infine, Stefano, vorrei capire meglio cosa intendi per linea di riferimento nei blog collettivi.
Cari saluti a tutti, in particolare alla dolce Francesca, con stima a Gennaro ed a Stefano sempre immancabilmente.
ciao Ali.
RispondiEliminaIntendo una coerenza di fondo rispetto il progetto. per esempio, rinspondendo a domande tipo: che utilità ha il mio blog? che radici ha? che obiettivi? eccetera. Se un blog è segnato troppo da eterogeneità, presto si sfascia, o manda in periferia le forze meno carismatiche eccetera. è la dinamica di gruppo, che si applica a tutti i sistemi aperti.
gugl
Scosto, per un attimo, un lembo del sipario ormai calato. Perché lusingato dalle parole di Ali. E quindi per ringraziarla, di vero cuore.
RispondiEliminaResto profondamente grato a Stefano per la sua attenzione, che mi onora. E richiamo infine in un abbraccio, uno per uno, Paola, Francesco, Viola, Francesca, Antonella e ancora Ali per le loro testimonianze che mi sono state di conforto.
Ad una prossima occasione,
gennaro
caro Gennaro, il sipario è sempre aperto. se il colloquio prosegue, io lo alimento.
RispondiEliminaintanto, ciao.
gugl
occaspita non ho salutato il caro Francesco! sto diventando più sbadata di una vecchia talpa :)
RispondiEliminain effetti stefano, un lavoro di definizione degli ambiti non è idea malvagia, anche limitare i post altrimenti il blog diventa assorbente e non si riesce al leggere altro o all'opposto non si legge più quel blog perchè troppo frenetico. dunque ben venga l'autolimitazione.
difficile l'autolimitazione. ci vorrebbe un codice condiviso.
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