Il n. 4 di Trickster, rivista del master in studi interculturali (dipartimento di italianistica dell'Università di Padova) ospita la mia recensione a La parola infetta (Nuova Editrice Magenta) di Giampiero Marano. La lettura ripercorre l'interessante saggio del giovane critico italiano, soffermandosi sui pregi, ma anche su alcuni punti problematici, in particolare quelli riguardanti il concetto di "intramontabile" e il ruolo della poesia nella contemporaneità.
Ricordo poi che è uscito il nuovo numero di Poesia & Blog dove presento i blog di FaraEditore e di LietoColle.
Buona lettura
direi che le hai affiancate bene le due "casette" editrici di poesia
RispondiEliminascelta oculata :-)
RispondiEliminagugl
Caro Stefano ho letto la tua recensione su La parola infetta.
RispondiEliminaLetto con l'attenzione anche se offuscata dal mio stato di salute.
Non ho letto il libro, a questo punto già il tuo scritto è ricco di ogni...
Permettimi solo di chiederti un chiarimento in merito:
scrivi:
Se invece l’intramontabile fosse letto come qualcosa da abbandonare al suo destino di incommensurabilmente grande per il finito, se l’esserci lo riconoscesse (per quel che gli spetta) nell’abbandono in cui è giunto, senza rammemorarlo più, senza provarne nostalgia, si aprirebbe all’esperienza dei viventi quel luogo, che si dà solo nell’intrico degli scarti singolari, che Nancy chiama l’essere-in-comune, ossia di quel «fondo senza fondo... fatto solo della rete, dell’intreccio e della partizione delle singolarità»
me la spieghi meglio questa tua?
ciao Paola
in poche, povere, parole: se l'universale non esistesse (o non lo potessimo cncepire, che è lo stesso). il particolare diverrebbe tutto ciò che è, e gli si aprirebbe finalmente il tempo dei viventi, il possibile in quanto occasione e scelta.
RispondiEliminalo so che non sono concetti semplici. ma questo pensiero ti permette di avere comportamenti eticamente sensibili, senza dover ricorrere alla metafisica (che è sempre stata causa di violenza, proprio perché ad assa si associa sempre il "sacro" e dunque l'agire sacrificale)
RispondiEliminaUllà, i mie tempi di concentrazione a volte si perdono, solita distratta.
RispondiEliminaMa qui mi hai messo il possibile in quanto occasione e scelta... questo pensiero ti permette di avere comportamenti eticamente sensibili( e sull'etica e le sue conseguenze preferisco evitare di dire)
ma più di ogni
la metafisica (che è sempre stata causa di violenza, proprio perché ad assa si associa sempre il "sacro" e dunque l'agire sacrificale)
su questo rifletto, che il sacro porti inevitabilmente al sacrificio ok, anche se discutibile perchè conosco di persona tale meccanismo, ma se alla metafisica non abbiniamo il sacro?
Riusciamo nella parola rendere l'abbandono finito e di questo portare ai viventi un etica rispettabile?
Perdonami il caos ma hai aperto una voragine di riflessioni e la mia ignoranza è enorme.
la metafisica si occupa dell'universale dal quale, per definizione, dipende (trova senso) il particolare. si istituisce così un legame di subordinazione: religione vuol dire questo.
RispondiEliminagugl
Gran bella recensione, Stefano, con la giusta evidenza data agli snodi essenziali della riflessione/ricostruzione di Marano.
RispondiEliminaMolto belle anche le tue risposte, "semplici" (io direi "humiles", id est: profondissime) ai quesiti di Paola.
Sei un ottimo docente, cosa della quale nessuno ha mai dubitato.
Un caro saluto.
fm
p.s.
Sai per caso che "fine" ha fatto il sito di Giampiero? Sembra scomparso dalla rete: e sarebbe un vero peccato...
grazie Francesco. Ci sarai anche tu al montano?
RispondiElimina"Dissidenze" non si trova più, ma non ho notizie in proposito. Sarebbe un vero peccato visto l'altissimo livello dei testi presenti.
ciao
gugl
Sì, Stefano, ci sarò (spero!). E se la lettura avviene per ordine alfabetico, credo di essere subito dopo te e Ferraris.
RispondiEliminaCiao.
fm
Si un ottimo docente che ringrazio per l'interessante lezione.
RispondiEliminaPaola, ho scritto anche qualche poesia :-)
RispondiEliminagugl
Si lo so, ho trovato qualcosa in giro e ti sto leggendo.
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