martedì 3 luglio 2007

Gianmaria Giannetti


Ho incontrato Gianmaria Giannetti ne La coda della galassia, l'antologia curata da A. Ramberti per Fara, che contiene altre chicche di cui parlerò ancora. Per intanto: Giannetti, in questi versi, mette nel cono di luce Vera Blu, vecchia barbona della stazione di Bologna, sorella degli immobili vagabondi beckettiani. Di sé, lei dice: amo ripetere, amo dimenticare e fa pensieri sulla divinità assai intriganti: dio è sorto dall'uva dei campi......dio ha la velocità di un pavimento.


"poi alle 24.01: - lei la lei come cascata nella pancia, lei la braccia l'aria, lei della poltiglia si muscola, lei maschia e cadavere, lei gregge e foresta, lei giganteggia nana, lei matta, lei sputtana e sputacchia il sole nero al più nero, lei si gode di lei."


"Le tue mani consorte verso il punto luminoso covano un fiordo. Mani consorte di lei sporche, detrito di lei, di lei atomo, di lei atollo. Lei è la lei, e si monda di cenere e si stende alle nuvole e ha i polsi di spazio, e nelle vene i suoi fiumi.

.......................................................Lei dona uova al divino. Vera mettiti i guantini bianchi, le scarpette rosse, vai alla stazione e grida, grida Vera un po' il vero un po' il falso."


...

e io Vera Blu avanzo alla collanza ancorpiù della mia morte della mia non morte, odio la vicinanza odio la lontananza, vivo forse?


...

noi siamo fiumane e femminino siamo il tremolio di davide e simone


"Lei pensa uno spillo è freddo e il pino gracida. Lei pensa sono io la biologia bianca. Lei il planetario, il teschio. Lei dà al Re da bere la sua piscia colorata."



è il mio corpo bruciato, è il mio corpo di un fiore, e vomito tutto vomito tutto il nero che dio è il fuoco, il vomito, 50% di acqua, 50% di fuoco, e l'elefante muore nel forno degli dei, e la zingara nera prega S. Francesco, e il forno è fatto per morire di fame come se dal pane si potessero togliere le spine, come se da ogni testicolo la divinità coincida con la planimetrìa ài un occhio. Il sangue brucia, il rene spurga kerosene, tigri mangiano gazzella. C'è la prima comunione. C'è il tutto compiuto e qualche motivo per morire:


-
il soldato si toglie il metallo e cammina a quattro zampe, 50% di aria, 50% di zanne da Mozambico al Friuli, aspiro fiamme. Combatterò nella vagina di cristo, il cristo ateo che traballa, mi manca di nuovo la mia pancia nella bocca, mi manca il mio corpo.



Di sè, lui dice: sono nato a Milano nel 1974. Ho studiato filosofia estetica all’Università degli Studi di Milano. Il mio metodo ricerca l’ignoto, l’errrore e la contemporaneità. Uso deliberatamente sia la pittura che la poesia, la fotografia o l’istallazione. L’artista è il tramite tra l’ignoto e il noto, e può utilizzare qualsiasi forma per esprimere l’incontenibilità dell’arte. Ho curato con Nicola Monti, in collaborazione con la Galleria Pio Monti di Roma (Flash Art Fair di Milano), serate di poesia sperimentale. Ho pubblicato tre raccolte di poesie, Escatologia di (una piuma), (Edizioni il Filo, Roma), La storia di Vera Blu (primi appunti) (Fara Editore, Rimini), Appunti di un terrestre, (Giulio Perrone Editore, Roma). Vivo e lavoro tra Bari e Finale Ligure.

17 commenti:

  1. bellissimo testo questo di Giannetti

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  2. " ha i polsi di spazio, e nelle vene i suoi fiumi."

    bellissimo.
    ricorda Campana

    valvola

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  3. dunque esiste una via giovane che conduce alla grande tradizione simbolista e che fa i conti con l'immobilità e il movimento di douve?

    gugl

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  4. non so cosa esiste.
    di certo questa cosa si sente e muove come una fionda l'aria che non si sposta ma sibila.

    mi piace molto questo modo che fa la parola coriandola e gioca e si solleva fino a dove non

    i.

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  5. e certo quel "non" è centrale. :-)

    gugl

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  6. incanta già incanta e il suono è fermo: immagino l'incanto per tramite di voce che la canta...
    i. s.

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  7. sicuramente è performativa una poesia così, ma tiene anche nel silenzio della lettura, direi.

    perle mie corde, talvolta eccede in compiaciuti giochi verbali, ma credo che, per le sue, le cose stiano diversamente.

    gugl

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  8. Chiunque può scrivere "alla Giannetti", non ci vuole molta intelligenza, solo furbizia per far credere a chi legge che si tratti di poesia sperimentale. In realtà sono parole vuote, senza senso, idiozie, cazzate da buontempone.

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  9. l'opinione è legittima, ma va firmata.

    comunque "cazzata" è una categoria interpretativa che mi sfugge. E poi, a patto che Giannetti non dica nulla di sensato, il "non senso" è già canonizzato da un bel pezzo. E' arte almeno dai Dada.

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  10. la prima parte mi piace di più anche se secondo il mio modestissimo parere bisogna lavorare ancora un pochino su questi versi - più tagliando e strappando che aggiungendo altro. a tratti pare poco convincente nelle immagini e ci sono magari parti straripanti.
    comunque merita approfondimento come autore.

    ciao stefano

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  11. sì, lo straripamento mi pare il "modo" di Giannetti, condito con da una buona dose polemica verso l'occidente.

    gugl

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  12. fantastici versi. devo per forza motivare? :-) ci provo, mi piace la reiterazione del lei, la forza prorompente, mi piace perchè è parola sincera e sentita, che forza e preme per uscire. se giochi verbali e performativi ci sono, sono necessari secondo me, è la cifra delle poesia. antonella

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  13. non devi per forza motivare, ma quando lo fai, si capisce che dovevi farlo, per forza!

    gugl

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  14. L'Anonimo commette un errore vecchio: "ciò che io non comprendo sarebbe uno scherzo rifarlo". Hanno affrontato così tanti artisti, in passato- presente, ma chi lo dice suona mortalmente ignorante.
    C'è senso e verità vera in qualunque emozione che, espressa, generi un concetto mobile, e che a sua volta questo arieggi, con significatati non concepibili formalmente dai più, almeno la loro massa cerebrale.
    E' difficilissimo scrivere così e far nascere una persona, il suo contorno,far brillare i colori senza magari proninciarne uno, unire parti di mondo in un solo corpo. Potremmo continuare per parecchio.

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  15. Ho dimenticato la firma:Cristina Annino.

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  16. Patetico ed ormai desueto ciò che ho letto...."pseudo -poesia" ,poiché fu scritta in passato da troppi VERI POETI!!! Per non parlare della pittura....un "copia-incolla", facilmente riscontrabile, per tutti coloro che "masticano "almeno un po' di Arte! che TRISTEZZA!!!

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    1. se sei l'anonimo del 4/7/07 devo dire che sei coerente con te stesso, anche rispetto alla cattiva abitudine di non firmarsi.

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