Nata in Angola nel 1952, si è laureata in storia ed ha conseguito un master in Letteratura Africana di Lingua Portoghese. Ha pubblicato i seguenti libri: Ritos de Passagem (poesia, 1985) ; O Sangue da Buganvília (saggio, 1998) ; O Lago da Lua (poesia, 1999) ; Dizes-me Coisas Amargas como os Frutos (poesia, 2001) e Ex-Votos (poesia, 2003). Ha pubblicato poesie in varie antologie in Portogallo, Brasile, Francia, Germania e Spagna. Vive attualmente in Portogallo. In Italia è uscito Cerimonia di passaggio (trad. it. Prisca Agustoni, Heimat edizioni 2005)
Il mio amato arriva
Il mio amato arriva e mentre toglie i sandali di cuoio
marca con il suo profumo le frontiere della mia stanza.
Libera la mano e crea navi senza destino nel mio corpo.
Pianta alberi di linfa e foglie. Dorme sulla stanchezza
cullato dal breve momento della speranza.
Mi porta delle arance. Divide con me gli intervalli della vita.
Poi parte.
Lascia dispersi come un sogno i bei sandali di cuoio.
Quella donna che straccia la notte
Quella donna che straccia la notte
con il suo canto d'attesa
non canta
apre la bocca
e libera gli uccelli
che le popolano la gola
(dedico questi versi a Grace)
Grazie infinite.
RispondiEliminaGrace.
sei stata tu a farmela conoscere. Grazie a te.
RispondiEliminaMi piace il tocco di questa mano.E' vicino al mio sentire.
RispondiEliminaCiao Sandra
oh ma che bella, si può dire ma che bella? io lo dico, l'ho pensato mentre la leggevo, mi imnpressiona molto perchè ci vedo delle immagini di sicilia, nelle navi create senza destino, negli alberi, nelle arance, nella partenza, nella stanchezza e nell'attesa, invece la poetessa è nata in angola. che strano. direi tutto il mondo è paese. m'avessero detto poetessa siciliana ci avrei creduto. antonella
RispondiEliminaè una voce singolare se pensiamo che ha origine in africa. Certamente, il fatto che viva in Portogallo ha il suo peso.
RispondiEliminaUn erotismo marcato e delicato allo stesso tempo. Nella prima si nota anche una certa passività, di chi vive, forse, in una terra dominata.
RispondiEliminaLa seconda è effettivamente un urlo liberatorio.
mi fa piacere che sia piaciuta.
RispondiEliminaforse i sandali, le arance, la partenza sono una memoria che risale ai viaggi degli antichi: i fenici, i greci, i romani. E, probabilmente, ancora più indietro.
E' questa commistione spazio-temporale a dare linfa alla poesia, a farne scommessa per il futuro.
bella!
RispondiEliminamagistrale resa di come un momento felice possa essere un breve intervallo tra due lunghe attese... nelle sue parole si avvertono i sospiri e le ansie e gli odori della vita. Notevole!
sì, hai ragione Alessandro.
RispondiEliminaun caro saluto
ciao, poesia, la prima realista, ma di un realismo lieve, quasi hyppie, carico di echi e affetti e magie create dagli oggetti della presenza effettiva. la seconda poesia è surrealista e mi ricorda La montagna sacra dove appunto c'è un effetto di uccelli che escono in volo dal petto di un uomo (qui è la bocca di una donna, ma il nesso è chiaro). probabile che Tavares abbia visto questo film di Jodorowsky, del 1973. per quanto riguarda il tema del sentimento erotico/amoroso e della consonanza tra donne nell'ascolto della voce, lo trovo delicato, sì, ma non particolarmente attuale. vale a dire che un uomo potrebbe pronunciare la frase: "che darei per un adonna così---"
RispondiEliminaquanto a me, sento che bisognarà attendere una epoca successiva a questa per riabilitare tale genere di poetiche.
ah, prendo l'aereo: costa uguale.
:) saluti a tutti
sull'hippy potrebbe averti indotto l'idea del viaggio e quello dei sandali in cuoio, te li ricordi negli anni settanta?
RispondiEliminanon mi ricordo quelli degli anni settanta, ma mi ricordo quelli degli anni ottanta....che perduravano nel loro fascino "ereditato". era quella l'epoca della mia giovinezza.
RispondiEliminabax come pax
ermi
Che delizia!
RispondiEliminaCredo che queste voci da lontano, che secondo me si fanno un baffo del tempo così come noi lo conosciamo, dimostrino come la poesia sia, sostanzialmente, uno sguardo "altro".
Ciao Silvia: un sguardo altro, sempre, sì.
RispondiEliminaCiao Erminia, beata te che negli anni ottanta eri ancora giovane! :-)
beh sì, lo ero davvero, ma...pensavo lo fossi anche tu, a giudicare dalle foto....
RispondiEliminasì, anagraficamente, alla fine degli anni settanta ero un adolescente, ma poi mi sono impegolato in avventure impegnative...
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