Con la poesia di Anna Maria Farabbi ogni cosa è figlia di "falda acquifera", anche la sorgente che muove alla parola e della quale Anna Maria diventa levatrice. Con lei incontriamo maternità e paganesimo, canto che viene dalla terra, come in Ida Travi, ma con maggiore intenzione di genere, là dove il matriarcato è tutto da rifondare e, appunto per ciò, necessario. Un matriarcato del corpo femminile e dell'immaginazione, che pesca nella viandanza, nell'attraversamento, per approdare "nella pancia della concimaia / madre".
Ho trovato la matria........la falda acquifera
l’odore nuovo.....il suono respirando....zitta
la magnifica bestia nella mollica.
Le ho porto corona e regno:
il mio nome e la mia poesia
senza ululato senza melodia......via
faccia e canto:
offro al pane
la soletudine della mia nudità regale.
Oltre le polveri gli acari del vecchio abbecedario
dentro cui il peccato e lo scandalo
il senso di colpa e la vergogna: qui ora:
il viaggio è altro. Oltre
La bacio
mentre sento il divenire della mia sua saliva
e i semi
di lingua in lingua.
[da La magnifica bestia, prossima pubblicazione in Travenbook]
***
epitaffio
anna maria farabbi
piccolissima
dorme.
La casa è grande.
Le acque le terre i fuochi e le arie.
L’amore. Il meridiano che anche nel sonno
mi percorre.
[da La magnifica bestia]
Sorellanza: paesaggio orale
Adesso fai una cosa, sei stanca.
Scendi la testa.
Facciamo terra qui, ora.
Ascolta la mia mano mentre ti cammina.....il cuore
preme scioglie i nodi
della tua friabile vecchissima spina
dorsale. Ascolta
questo nostro ritornare lentamente sale acqua farina
attraversando ad occhi aperti la propria madre
nome e cognome
fino alla bocca sdentata
l’allegria la piccola felicità
della nonna grassa e scalza.
[da Per voce ombelicale, inedita]
***
ma io sono nata sola
dentro il sangue della sua pancia
nel cordone di una conoscenza arcaica che espone il suo punto
di concentrazione
in un semplicissimo ombelico...miniatura del labirinto.
ma io sono morta sola
spesa sul campo. da portare intera a spalla
nella pancia della concimaia
madre. Così da creare il fare
altri figli/e sì
[da Per voce ombelicale, inedita]
Sono nata a Perugia il 22.7.1959. Sono stata redattrice della rivista letteraria "Lo spartivento" di Bologna, ormai chiusa. Ho collaborato per traduzioni recensioni interviste a scrittrici e scrittori e per lavori di critica letteraria a vari giornali e riviste, tra cui ""Legendaria", e per la rivista bilingue africana "Sister Namibia", come corrispondente italiana. Ho pubblicato opere saggistiche sulla rivista letteraria "Il rosso e il nero". Miei racconti e poesie sono apparsi su varie pubblicazioni, tra cui "Poesia", "Atelier", "La Clessidra", "Il vascello di carta", "Versodove", "Poetrywave", "Yale italian poetry", "Pagine", "Famiglia Cristiana", "Letture"… Sto attualmente collaborando con la Fondazione Bianciardi – Il Gabellino – per un lavoro di interviste ad esponenti autorevoli internazionali (storici, poeti, filosofi, traduttori…).
Per poesia:
Fioritura notturna del tuorlo, Tracce,1996
Il Segno della Femmina, Lietocolle, 2000 con cd
Adlujè, Rovigo, Il ponte del sale, 2003
Kite, portfolio di 9 opere grafiche di Stefano Bicini su mie poesie, Studio Calcografico Urbino,2005
Segni, con opere grafiche di Stefano Bicini, Pescara, Studio Calcografico Urbino, 2007
La magnifica bestia, Travenbook, 2007
Per prosa:
Nudità della solitudine regale, Zane Editrice, 2000
La tela di Penelope, Lietocolle, 2003
Per saggistica con traduzioni:
Le alfabetiche cromie di Kate Chopin, Lietocolle, 2003 (monografia su Kate Chopin)
Un paio di calze di seta, Sellerio, 2004 (raccolta di racconti di Kate Chopin)
Il lussuoso arazzo di Madame d’Aulnoy, Travenbook, 2007
Monografia sull’ opera: Francesco Roat, L’ape di luglio che scotta, anna maria farabbi poeta, Lietocolle, 2005
Ritrovo con gran piacere (goduria) la straordinaria voce di Anna Maria Farabbi che ho avuto il privilegio di incontrare in alcune letture e presentazioni pubbliche. Dei suoi libri possiedo "IL segno della femmina" un vero fuoco fascinoso dove eros e dolore si fondono in una scrittura calda ed avvolgente. La Farabbi come la Travi sono per me tra le voci più alte della letteratura contemporanea al femminile e non solo.
RispondiEliminapepe
condivido.
RispondiEliminaLa voce di Annamaria, a differenza di altre, anche molto brave, però settarie nella vita, consiste nella continuazione del discorso della lingua anche fuori la pagina. Lo sento dalle sue lettere, dall'esigenza e dalla richiesta ad essere onesti. Il "fuoripagina" fa crescere il valore della poesia - nel senso di una scrittura che non ammette deroghe, ma che, nello stesso tempo, è sempre in ascolto. E questo chiediamo alal poesia, oggi; non essere solo poesia ma anche ascolto.
RispondiEliminaSebastiano Aglieco
ora pe non far torto alla farabbi devo dire "magnifica!" giusto?
RispondiEliminatantopiù che lo è per davvero
Condivido anche quello che dice Sebastiano.
RispondiEliminaAli, non devi dire nulla, per forza. ma lo so che queste poesie "ti arrivano".
il nono verso della prima poesia contiene il neologismo "soletudine". Anna Maria mi spiega così il suo senso:
RispondiElimina"Trasforma la verticalità solitaria ascensionale ascetica assoluta della "i" verso la curviilena congiuntiva della "e", verso il divinere, la fede nell'umanità e nella significanza dell'altra, Verso il sole, la luce.
dico che l'identità viaggia in sé ma in congiuntura con gli altri, si affianca di tanto in tanto. Dico il non isolamento, il non separatismo. Il lavorare interiormente in sé ridistribuendo all'altro, in terra in/sieme."
nulla ti sfugge, Stefano, neanche lo sforzo che, a volte, e senza nulla togliere al pregio di ciò che si legge, si fa per dare anche un solo segno
RispondiEliminasapere che niente è preteso, niente è necessario
una notazione amena
RispondiEliminanella foto l'autrice sembra ben più giovane di quel la biografia dice
ciao cara Annamaria...
RispondiElimina:)
erminia
ali, la tua osservazione è tipicamente femminile:-)
RispondiEliminaLa foto, in verità, l'ho scaricata io da google senza chiedere il permesso ad Anna Maria.
Bentornata Erminia... è vero che ci vedremo a Monfalcone?
ciao stefano, spiegami meglio...sono in mezzo alla neve...nemmeno posso uscire di casa...non ho la pala...monfalcone in che senso....
RispondiEliminaerminia
posto che tu sia l'erminia che dico io, leggi qui:
RispondiEliminaLa poesia ha trovato in internet e nei blog collettivi ed individuali i veicoli più accessibili della sua diffusione, aiutata dalle sinergie create dai bollettini spediti via e-mail e dagli aggregatori, siti che aggiornano in tempo reale gli utenti sull’uscita dei nuovi articoli pubblicati in rete: blog, bollettini e aggregatori, informano quindi su eventi e nuove pubblicazioni, danno notizia di ciò che accade sui quotidiani, pubblicano esordienti o riscoprono autori dimenticati, muovono gli orizzonti del dibattito culturale.
Sullo sfondo, in perenne movimento, di alcuni tra gli spazi in rete più visitati, i protagonisti di un anno di dibattiti si confrontano dal vivo a Monfalcone; la loro intenzione è quella di lanciare una sfida all’ambiente della poesia e alla sua critica in attesa che qualcosa accada…
Partecipano: Manila Benedetto (Booksblog), Vincenzo Della Mea (PoEcast), Gianfranco Fabbri (La costruzione del verso), Francesco Forlani (Nazione Indiana), Massimo Gezzi (AbsolutePoetry/Atelier), Stefano Guglielmin (Blanc de ta nuque), Andrea Inglese (Nazione Indiana), Giampiero Marano (Dissidenze), Stefano Massari (FuoriCasa.Poesia), Giulio Mozzi (Vibrisse), Luigi Nacci (AbsolutePoetry), Massimo Orgiazzi (LiberInVersi), Erminia Passannanti (Erodiade).
A cura di Christian Sinicco ed Adriano Padua
Venerdì 23 marzo 2007 - Monfalcone - Galleria Comunale d’Arte contemporanea - ore 10.00 / 18.00
tornando alle poesie di anna maria farabbi che sprizzano luce interiore tanto più profonda è la vicinanza ad una origine terrestre e carnale così da ridare 'fiducia' in una possibile comunione con creato e creature: meraviglia a noi concessa non scevra da profonda responsabilità. Con l'augurio per il nuovo libro. E come sempre grazie stefano per queste scelte.
RispondiEliminapaola febbraro
quando dici "noi" intendi "creature" oppure "donne".
RispondiEliminaIl tema della possibile comunione fra creato e creature non mi sembra infatti molto praticato dalla poesia maschile. Se lo è, passa sempre per il concetto, per il principio. In Anna Maria e in te, invece, la creatura viene prima del movente, sguscia dalla bocca (per citare un mio verso:-) ed è, nella sua bella e sempre eccedente presenza.
la prima frase, ovviamente, termina con il punto interrogativo.
RispondiEliminaah, ok, adesso ricordo:sì, avveo aderito, e confermo...
RispondiEliminadevo prenotare il volo, ovvero ricordare di prenotare il volo...ma dove è monfalcone?
devo parlarti con urgenza, stefano.
annamaria farabbi è sublime....
erminia
con quel noi intendevo sia donne che uomini anche se quel che dici mi sembra possa essere vero per certi versi. Il rapporto con la natura e con le concretezza della vita mi sembra comunque essere una via per non rimanere nell'idea astratta che toglie respiro e energia.
RispondiEliminapaola f
Paola, mi pare che la poesia femminile sia più aderente alle cose, senza pensarle quali copie delle idee.
RispondiEliminaErminia, conosci la mia e-mail!
La poesia di Anna Maria Farabbi è un cammino, un sondare gli strati più arcani e autentici del vivere
RispondiEliminaenricocerquiglini
ni fa piacere che abbia tanti lettori d'una intelligenza aperta alle forze arcane delle origini.
RispondiEliminaciao e benvenuto in questo blog.