Scrive Mario Lunetta in Poesia italiana oggi (Newton Compton 1981): "Il principio di questa scrittura attenta, pacata, lievemente sorniona, è nel senso del ridicolo che « ci colpisce a morte»; donde l'indispensabile difesa dell'ironia, esercitata con dolce spietatezza anche su ciò che dorme (inquieto) nelle pieghe più intime dell'io poetante, o narrante, e che tenta costantemente di sottrarsi al coinvolgimento della materia, fluida e acuminata..."
La circumnavigazione
ogni giorno si sveglia con una domanda
che troverà risposta nel giorno segnato
- i denti nel sogno si sono frantumati
come zucchero denso profumato di amido —
la risposta è già pronta vince ogni speranza
nel paradigma rigido dell'inesistente
il senso del ridicolo che ci colpisce a morte
non ha impedito mai il percorso del fiato
a questo siamo giunti malgrado noi e la vita
ma parlare di vita è un vezzo datato
il valletto più ovvio già apre la porta
occhieggia furtivo tende cauto la mano
la mancia sarà scarna - non siamo noi di quanti
sanno segnare d'oro una mano protesa —
non abbiamo casa viviamo sui divani
delle sale d'aspetto in luoghi deputati
agli amori istrionici - modeste rimembranze
la parola detta da non dimenticare -
la scorta di pasticche e sogni sufficiente
a circumnavigare intorno all'isolato
un mare di ciottoli e i labili ricordi
che lasciano le case quando se ne vanno
intorno è l'orizzonte la linea che discende
dalla colazione fino all'ultima cena
delle città visitate ricordiamo i musei
non era nel percorso visitare i bordelli
i tatuaggi segreti che si usano a tangeri
li raccontò un amico una sera sul mare
mentre un nuovo amico porta di lontano
le conchiglie i tori i frammenti di selce
se armati di spade scendessimo in torneo
- e un giorno accadrà: vedevamo errol flynn -
una penna sarebbe il blasone gemello
la mia per ghirigori balbettati nel buio
la tua per tratti e righe e dottrinali curve
e la corazza - ahinoi - un etto di caffè
la semantica affligge la mia troppa memoria
tu hai paura dei topi e dei luoghi comuni
ci affidiamo alla sorte sul vascello fantasma
tenue trama di sogni - d'obbligo nell'andante
un accordo finale in diesis o in bemolle -
da prendersi col dovuto diritto d'inventario.