Forse qualcuno di voi ricorderà gli interventi esilaranti di Ramona, la mitica badante del "profesore senatore Mario Luzi", nel blog di "Atelier". Non ho mai saputo chi fosse, ma credo che meriti uno spazio tutto per sé, qui. Sperando che le persone citate non si offendano (fido sul loro senso dell'umorismo e sull'acqua passata nel frattempo) posto due suoi interventi, ricavati spulciando l'archivio della pregevole rivista di Borgomanero.
Io chiede scusa se disturba te, già mitico SuperMargiotta Punto Com, Gigi Marzullo di poesia contemporanea: io Ramona. Grazie per tuo complimento. Io emozionata perché sa che tu no essere solito dottorando senza borsa che fa Blanchot de noantri su sito di rivista Atelier, ma essere grande personagio di cinema e TV. Tu no scritto libretto pagato con pensione di nonna circuita ma "Natale su Nilo". Come dice grande poeta Lorenzo Jovanoti: “vai così, è tutta una figata”. Io spiego mia storia perché forse tu no conosce me. Io venuta qui a Italia per fare badante di Profesore Senatore Mario Luzi. Io prepara semolino, pulisce pavimento, cambia panolone; lui guarda Novantesimo minuto e scrive solite poèsie su parola che vola alta alta, ecc. ecc. Poi lui morto – io pensa per grande dispiacere che lui no vinto Premio Ikea di Academia di Svezia – e ora vaga disolto in polvere, ombra, aminoacidi, opere complete. Vita essere molto dura. Io era molto triste e pensava di tornare a Bulgària, ma poi poeta profesore Marco Merlin Teporello offerto posto come badante di piccolo Lorenzo, suo figlio ipercinetico. Io acettato. Ora poeta Teporello messo grande Struzo bianco in giardino di casa e chiede a me di pulire cacca di enorme ucello. Lui dice che Struzo essere regalo di certo signor Bersani, che lui tanto faticato per avere ucello e che a Struzo donato no si guarda in bocca. Io no capisce. Visto che io essere qui, vuole dire due parole su discussione di immenso blog dove vecchio personagio infama nuovo personagio in mondovisione. Io dice che:- giovane poeta Onore deve prendere molto litio e farsi vedere da uno bravo. Io crede di capire perché lui geloso di Peter Gabriel Omar Del Sarto, papaplayboy di West Coast, e di mitico Davide Brulo, tsunami di sintassi italiana, ma no capisce perché lui arabbiato con povero Ninetto Davoli, che molto oprò ma solo col senno e con la mano, come dice il Tasso. - antòlogia scrita da Paola Cortellessi e sette nani essere vasta come anagrafe di medio capoluogo di provincia. Manca solo mia zia Pina. Ora io saluta perché deve guardare “Prova di cuoco”. (22/10/05)
Io chiede scusa se disturba ancora te, Supermargiotta Punto Com, Gianfranco Funari di poesia contemporanea: io Ramona. Io voleva precisare che io no essere poeta professore Merlin Teporello, ma solo badante di piccolo Lorenzo Merlin e di enorme Struzo bianco mangiachiodi che vive e defeca in giardino di poeta Teporello. Io letto tua discussione con mitico Ninetto Davoli e giovane poeta e profesore Mimmo Cangiano Locasciulli su antologia a pois scritta da Paola Cortellessi e i Sette Nani. Io vuole dire che: - signor Dio, come tutti adulti sanno, no esiste. - Come dice nuovo papa reloaded, Benedetto 16.0, ditatura culturale di relativismo che lascia uomo solo davanti a proprie voglie essere atmosfera culturale di nostro tempo. Inutile che tu usa famoso agitatore palestinese Gesù Cristo per criticare antologia della Cortellessi e dei Sette Nani. Cuius vita eius religio.- Uomo solo davanti a proprie voglie sta benissimo. Ora io torna a pulire camera di piccolo Lorenzo, Attila di infanzia italiana. (24/10/05)
Ah ah ah troppo forte! ;o))
RispondiEliminaMa lo tu sai chi si nasconde dietro Ramona? Una minima idea?
Margiotta gigi marzullo di poesia... ah ah ah l'ha preso pieno... ah ah ah... ;o))
pepe
trovo interessanti:
RispondiEliminai link a cui conduce questo post
la contrapposizione d'idee
l'essere ombra (a volte meglio ancora sarebbe essere Ramona)
dare ragione con alto senso del buon senso e dell'educazione
non so chi sia, ma spero tanto che passi di qui. un genio della prosa contemporanea, che è scomparso con la fine del blog di atelier.
RispondiEliminaSecondo me era qualcuno che commentava con due nick: uno per dire in maniera pulita, l'altro per dissacrare in piena libertà.
RispondiEliminaComplimneti Stefano per il tuo libro che ogni giorno riceve ottime recensioni come quella di GRManzoni su l'attenzione.
Una curiosità mia: ma l'ultimo avatar del suddetto GRM con quell'88 in mezzo al sole non ti suggerisce nulla?
pepe
Ramona è tipico nome di gay travestito: il suo profilo rimane ambiguo....(erminia)
RispondiEliminaPepe :la recensione di Gian Ruggero è entusiasmante. Il sua avatar è un mistero (cos'è che si vince se lo si indovina? :-)
RispondiEliminaErminia, qu iil travestimento è d'obbligo. Credo anch'io che si tratti di giovane maschio di razza bianca, dottorando in lettere moderne, ateo. ma non credo sia gay.
E' un simbolo nazista.
RispondiEliminaUtente anonimo
ma per dirlo occorre restare anonimo?
RispondiEliminavecchia questione, gugl. in rete si è tutti anonimi. cambia qualcosa se uno si firma mario rossi? qualunque nome può essere inventato, così come inventati sono anche l'ottanta per cento dei sentimenti che si manifestano, le affettazioni, gli elogi dell'inelogiabile. e tutto questo fa bene alla poesia e alla sua divulgazione?
RispondiEliminaè poi, scusa, visto che anche tu sai cos'è quel simbolo, perché non l'hai detto? paura di rompere qualche rapoporto? quieto vivere? volemose tutti bbene?
mario rossi
sì, no, non so. tu sarai sicuramente migliore.
RispondiElimina88 sta per HH cioè Hadolf Hitler.
RispondiEliminaComunque non c'entra niente con la recensione al libro e con GRM poeta.
Però certi simboli hanno un significato molto forte e sarebbe la stessa cosa se ci avesse messo le 5 punte delle BR o il rtratto di Stalin o la faccia di polpot, che non so come si scrive ma tanto avete capito lo stesso.
GRM almeno non ha mai nascosto il suo pensiero che è lontano anni luce da tutto quello che io sento e sono ma preferisco 1000 volte teste come quella di GRM che non fingono a certi personaggi plitically correct ma falsi fino al midollo. E poi se riusciamo a comunicare tra persone così lontane e diverse grazie alla poesia è una specie di miracolo.
Resta il fatto però che gli uomini si uccidono, distruggono, si immolano per i simboli.
pepe
...tu sarai sicuramente migliore.
RispondiEliminabeh, lo trovo un modo per non affronatare la questione e, detto senza polemica, non rende merito a un intellettuale e a un poeta del tuo calibro.
il tuo blog è nella lista dei miei preferiti, ce ne sono altri tre o quattro. se permetti la questione è un po' come andare a cinema. andiamo tutti a vedere uno spettacolo, ma poi c'è chi entra nella sala dove danno un film dei vanzina e chi va a vedere l'ultimo scorsese, per dire.
se io vengo a visitare la tua sala, vuol dire che mi aspetto di non trovarci ciò che troverei nell'altra, nella quale non voglio nemmeno entrare. o mi sbaglio.
sto solo dicendo, in tutta franchezza, che un intellettuale critico, almeno dal mio punto di vista, non può prestarsi, nemmeno per gioco, a un gioco il cui unico fine, poi, è l'omologazione dei prodotti e delle intelligenze. ma è vigile, sta all'erta, si guarda intorno e, rispetto a ciò che vede, declina in ogni momento la sua *posizione*, dispiega la sua mappa, indica un margine al di là del quale, secondo ciò che la sua cultura gli detta, non gli va. ti sembra un discorso campato in aria? del tipo "lo so che sei meglio tu e o meglio lui"?.
io credo che intellettuali del tuo calibro debbano, invece, coi loro siti, contribuire a dare una sterzata verso la qualità, verso il discorso etico: e l'etica è sempre scelta, scelta tra dimensioni e stili di esistenza, quindi scelta che incide nel contesto in cui si opera.
il tuo specifico è la poesia. bene. inizia a dare il tuo contributo, a stabilire un livello al di sotto del quale non si scende, e vai avanti per la tua strada. a cosa serve trasformare un blog che nasce con certe intenzioni ben precise in un luogo dove si fa salotto, dove entra ed esce chi vuole, dove non esistono differenze, dove si è tutti poeti, dove va tutto bene signora la marchesa anche se ci si presenta con discorsi e simbologie naziste? a te sta bene? benissimo, una scelta tua rispettabilissima.
e allora, però, dimmi, se ti aggrada, quale differenza potrebbe mai esserci tra il tuo spazio e la miriade di blog marchettari che si vedono in giro? quale la differenza tra un poeta rigoroso ed eticamente orientato come te e l'infinita teoria di gente che scrive dieci quindici poesie al giorno? tra te, studioso serio, e la miriade di mentecatti della letteratura che mettoino in piedi un blog all'unico scopo di ospitare tutti per vedersi ospitati e pubblicati da tutti?
se io sono qui, è perché credo che, tra te e loro, esista non un differenza, ma un abisso. sta solo a te vedere quanto misura, quanto è prfofonda, immedicata e immedicabile, la distanza.
saluti.
mario rossi
caro Mario il tuo discorso è chiaro, ma non mi pare di avere pubblicato su questo blog poeti di terz'ordine. Non mi pare di avere postato riflessioni mentecatte. Non mi pare che l'etica necessiti di una password (a meno di non ricominciare a darcele nei rioni con manganelli, spranghe e pugni di ferro). Se ti ha offeso la leggerezza con cui ho trattato il simbolo nazista, chiedo scusa, ribadendo che ogni simbolo è padre assassino, anche quello che rappresenta libertà, fraternità e uguaglianza.
RispondiEliminainfine, sul salotto: si è seri soltanto se parliamo di teoria e prassi, se evitiamo di lasciar-essere la pulsione, addomesticandola in un logos giocoso?
solo per chiudere ed evitare fraintendimenti, caro gugl. quello che ho scritto è là, e se uno lo rilegge attentamente capisce anche che la questione che muovevo è ben altro. sai bene che non parlavo dei poeti che tu presenti. avevo fatto dei ragionamenti di ordine generale, che investivano ben altre istanze. ti pare che uno che scrive quello che ho scritto può acontentarsi di vedersi rispondere con le password da etica?
RispondiEliminasarà per la prossima volta. saluti.
e scusa per l'intrusione.
mario rossi
dovrei dire che con certi uomini o donne non parlo oppure che li dispezzo? dovrei fare i nomi?
RispondiEliminavorresti che mi schierassi, ossia che difendessi interessi di una parte? ma di quale parte, e quali interessi?
la "sterzata etica" non la capisco: che cosa significa? ogni dittatura obbliga ad una "sterzata etica" (anche la dittatura della democrazia, che pur amo infinitamente).
E poi, la moralizzazione della società è solo una ideologizzazione del desiderio di potere. Io non desidero il potere né cacciare i mercanti dal tempio: li posso salutare, i mercanti, invitare a trovarsi un mercato più consono, così come vorrei tanto che i templi cessassero di esistere, e si vivesse tutti ad altezza d'uomo, guardandosi negli occhi. firmando con il proprio nome.
gugl, mi toglieresti una curiosità? se ti va di farlo, naturalmente. come mai con altre persone che si firmano con un nick non hai mai avuto niente da dire? perché tu le conosci, giusto? e hai mai pensato che molti di coloro che leggono non ne sanno niente e che quindi, per loro, sono tutti dei pietro bianchi qualunque? poi, a quanto leggo di tanto in tanto, il tuo blog è frequentato anche da nick di cui ignori l'identità. bene, come mai questi non ti danno fastidio, mentre invece rispondi in modo tanto piccato e risentito al primo mario rossi che capita? ad uno che, oltretutto, in due interventi ti ha fatto dieci complimenti?. ben strano, almeno per me. si vede che una semplice riflessione, di natura critica (non ho bisogno di spiegare a un filosofo cosa significa), ha urtato qualcosa, forse, è andata fuori dal seminato o dalla banalità del luogo comune elevato a sistema. non me lo spiego altrimenti.
RispondiEliminainfatti, quando scrivi: "dovrei dire che con certi uomini o donne non parlo oppure che li dispezzo? dovrei fare i nomi? vorresti che mi schierassi, ossia che difendessi interessi di una parte? ma di quale parte, e quali interessi?", stai rispondendo a un altro interlocutore. io non ho scritto, tantomeno ti ho chiesto, qualcosa del genere.
E poi, "la moralizzazione della società è solo una ideologizzazione del desiderio di potere." anche qui stai rispondendo a qualcun altro, forse, certamente non a me.
non sei tenuto, come dicevo sopra, a rispondermi. e, in ogni caso, fallo con calma, qualora tu ne avessi voglia. purtroppo, sto chiudendo l'ufficio e prima di lunedì non potrei leggerti.
saluti
mario rossi
se non fai domande precise non posso dare risposte precise.
RispondiEliminafine del gioco.
ps. di solito i nick che passano di qui non mi fanno le lastre, non mi dicono sei bravo per poi fucilarmi alla fine. e non di tutti so qualcosa, ma questo non mi spaura.
Passo da queste parti: leggo ed interpreto. Mi firmo con il mio nome e cognome, se lo si accetta come tale. Lo dichiaro e dunque in questo contesto che prevede perfino la funzione “Anonimo”, lo è.
RispondiEliminaMi sembra di capire che la questione sta in questi termini, posta da Mario Rossi: “Stefano, come hai potuto farti fare una recensione da GRM dal momento che si presenta con il simbolo 88, corrispondente a HH?”
Presentarsi con questo simbolo, 88, iscritto nel sole, per GRM equivale a quello che fanno i nostri figli a scuola quando sulle mura , mediante graffiti, si identificano con varie passate icone di destra o di sinistra, nessuna delle quale veramente storicamente gli appartiene o capiscono.
Sarà una cosa seria oppure infantile? Un adulto veramente politicizzato non ricorre a queste cose in un sito poetico, dove evidentemente quest’icona repelle i più (o al massimo li fa sorridere per la puerilità come mera adolescenziale provocazione).
Scaramella, che fa e ha fatto quel che ha fatto, non va sui blog a firmarsi con l’icona dei servizi segreti. Per cui a questa goliardata di GRM non darei troppo peso. D'altra parte, bisognerebbe chiedere a GRM di rinunciare a queste dimostrazioni infantili, per il bene della collettività, chiedendogli di fare dietro-front e usare la sua vecchia immagine, con la quale comunque si rendeva simile a Mussolini. Politicamente GRM è inerte e inerme, a suo dire. GRM stesso ha dichiarato di non “avere potere”. Usa questa veste, mi pare, nel modo più goliardico possibile. Ha ha bisogno di quest’identità non so per quale motivo.
Detto questo, prenderei piuttosto molto sul serio, Stefano, le accuse che ti rivolge Mario Rossi, come attacchi di un intellettuale ad un intellettuale.
Tommaso Bonsanti
........se qualcuno va un ufficio, allora non è un insegnante (per cui, escludi, Stefano, dalle ipotesi di chi sia Mario Rossi, tutti i nostri colleghi!)
RispondiEliminae.
.....nell'inchiesta, Stefano, prendiamo anche in considerazione quanti dei bloggers di poesia sono apertamente schierati sul versante opposto ovviamente a quello di cui sopra (posso pensare ad almneno 7-9 di noi). Avendo fatto un corso accelerato a Scothland Yard, presto verrò fuori con un nome, ed uno solo. Spero che sia chi penso. Sennò anche io comincerò a rivolgermi a Mario Rossi come se fosse la persona che ho in mente.
RispondiElimina;)
(sempre e.)
sinceramente, vorrei capire quali sono le accuse (posto che io debba difendermi o difendere qualcosa). devo difendere un'idea? un mio modo di essere? idee di qualcun altro? se avete delle domande a Manzoni fatele a lui. per piacere, pane al pane e vino al vino.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaMi pare di capire, Stefano, che c'è un tuo lettore che è rimasto deluso dal fatto che tu rimanga indifferente all'uso di un avatar contenente un simbolo nazista.
RispondiEliminaAvrei voluto vedere l'avatar, non l'ho trovato (è vero che non credo valga la pena di cercare a lungo), ho letto invece la recensione de "la distanza immedicata" di Manzoni su l'Attenzione; scritta bene, come tante cose di Manzoni, eclettico vulcanico scrittore. Non per niente qualcuno parla di lui come segue: http://www.agliincrocideiventi.it/
Anno4/Marzo2006/GRM/Ecco.htm
(il link è senza spazi, io l'ho diviso per esigenza di formattazione)
Sull'altra questione quella dell'ideologia e dello schierarsi, la cosa strana è che questo mario rossi si esprime e pretende una posizione precisa da te, Stefano, proponendosi esattamente con lo stesso approccio di GRM al suo "esordio" irruento su fabrypoesiaespirito. In quel caso egli rimase fagocitato dalla nostra pacifica insipienza che ci conquistò l'appellativo di incredibile congrega di miracolati ma lo allontanò da noi. Ora la congrega di poesiaespirito s'è sciolta ed ognuno veleggia per propri lidi. Qualcuno ne sarà felice, io ne provo nostalgia.
Mi dispiace infine che per causa mia (e di qualche altro Mario Rossi) tu, Stefano debba subire degli attacchi che, sul punto degli anonimi e loro falsità che ritengo (per quanto mi riguarda) in buona parte ingiusti, ignoranti, preconcetti e frutto della solita gelosia, naturalmente di contro dico che leggo spesso tra le righe, talora appena appena oltre esse, molta falsità nei blog e commenti tra intellettuali che si firmano con nome e cognome, ancora di più noto fortissima tra loro la filosofia del "do ut des", che maschera verità, valore ed altera ogni autenticità dei rapporti umani.
avevo postato un commento, forse non era bellissimo e il server l'ha eliminato. riprovo, volevo dire al signor mario rossi: scusi mario rossi, GRM qui non c'è, attualmente conversa da matteo fantuzzi, non sarebbe il caso di avvertirlo? io penso che questo 88 sia parte di un suo quadro, quindi un'opera artistica, magari si può chiedere a lui conferma, in ogni caso non vedo cosa c’entri Stefano con l’avatar di Ruggero. oppure dovrebbe rifiutare le recensioni che gli vengono fatte se gli avatar non sono di suo gradimento? scusi mario rossi il suo avatar qual è? in questo blog di stefano non ci sono mai state risse e polemiche, è sempre stato un blog dove si è discusso con serenità e stefano è sempre stato ospite gentile e premuroso con tutti. la differenza la fa stefano. di questi tempi vige la rissa e la polemica, solo per il piacere di farla, in certi blog non si parla mai di poesia, la poesia è solo pretesto per litigare un po', poi si fa pace e si fa la scena di litigare di nuovo, ma sono tutti amici. antonella
RispondiEliminagrazie care Amiche per i due interventi. Anch'io suggerisco di andare a leggere la recensione di Manzoni e semmai di parlare di alcuni passaggi "manzoniani" (magari con l'autore che contribuisca così alla chiarezza del dibattito). Non vedo carriarmati che impediscano questo.
RispondiEliminasul do ut des: questa è una condotta di tipo borghese, è uno degli elemennti della cultura borghese. A me risulta che la poesia moderna sia fenomeno generalmente borghese o che comunque sia un bene che deve sottostare alla distribuzione delle merci se vuole trovare lettori.
Non spetta ai produttori discriminare le merci, bensì ai clienti, che scelgono l'una o l'altra in base a criteri che ritengono migliori. Se tutto questo è poco romantico o poco pasoliniano o poco gramsciano o ferisce chi ha un conflitto inconscio con il padre non so che farci: la mia funzione intellettuale la voglio giocare mostrando le possibilità del "finito" e criticando qualunque pensiero che lo subordini all'universale. nota bene: criticando il pensiero, non la persona che se ne fa portavoce. La persona la rispetto come un fratello e una sorella e come un cane, un gatto, e come un albero e un fiume.
mi pare di essere stato chiaro.
Prima un OT in linea con gli altri: in Universopoesia GRM ha spiegato che il suo avatar è parte di un disegno fatto da sua figlia per il compleanno della nonna.
RispondiEliminaPoi IT: a me quel che succedeva sul blog di Atelier non è mai piaciuto neanche un po' (nonostante la poca simpatia di Merlin). Però Ramona sì. Fossero stati gli altri troll alla sua altezza...
infatti, carissimo Vincenzo, i commenti di ramona li ho postati per evidenziarne lo stile e per ricodare un momento della storia dei blog italiani (quello triste, finito in cagnara universale, del blog di Merlin), non per suscitare un polverone sul ruolo dell'intellettuale o un processo alle mie posizioni, che comunque sono anni luce dall'ideologia nazista o fascista.
RispondiElimina......sì, abbiamo letto su Universopoesia di come l'88 sia rappresentazioone degli anni della nonna. Data l'associazione involontaria, fossi in Gianruggero, proprio perchè opera infantile, sostituirei l'avatar immediatamente con l'ex-sua-foto, per non sottoporre il disegno a possibili mistificazioni: sarebbe oltremodo ingiusto. (e.)
RispondiEliminaScusate come al solito ho combinato un bel casino! Ma vi giuro che non era nelle mie intenzioni. Mi aveva solo colpito il fatto che nessuno, dico nessuno, aveva detto niente sull'avatar di GRM e mi ero chiesto se quel simbolo era riconoscibile o ero io ad aver preso una cantonata. Tutto il resto non c'entra niente come ho tentato di specificare nel mio commento successivo. Rispetto GRM come persona e come artista non rispetto affatto l'ideologie forti, il pensiero forte, auspicato dallo stesso GRM ma questa è tutta un'altra storia.
RispondiEliminapepe
Mi chiedo come si possa unire alla poesia l'ideologia di questo tipo. Il poeta è il critico della società, non il parteggiatore o tanto meno il galoppino elettoriale dei baroni a capo dei vari partiti. Come si può, su un sito di poesia, rappresentarsi con un'icona estremista, come ha fatto un'altra persona di recente su Universopoesia, non me lo spiego. Ripeto, le vedo forme tardo-adolescenziali. Ormai in Italia si è teorizzata l'adolescenza, dunque perchè meravigliarsi di queste "liceate" (peccato per i veri liceali, però: non è mai il loro vero tempo, se gli adulti gli soffiano la prerogativa delle goliardate). Quale significato attribuire a questi raid? Boh? Forme di mite hooliganismo letterario?
RispondiEliminaTommaso B.
Caro Tommaso, se vai a vedere il sito del "carnefice" vedi che di poesia non conosce nemmeno l'iniziale: sarà capitato per caso da Matteo Fantuzzi. Per quanto riguarda Gian Ruggero, piacerebbe anche a me sapere qualcosa di più su questa sua posizione estrema.
RispondiEliminaCaro Gabriele e cara Erminia, credo che sia il caso che senta Manzoni e, se lo ritiene opportuno, dica la sua (sperando che questo non urti la sensibilità di qualcuno)
Mipare cosa buona e giusta....Caro Stefano, il fenomeno dell’”estremista per forza” è tanto interessante quanto quello delle monacate (per forza), e andrebbe studiato in modo ugualmente serio e illuminante sia sul profilo storico sia su quello delle idee ricevute.
RispondiEliminaFenomeni tristi e incivili, che non ledono solo l’integrità della coscienza chi ne è vittima e che li riceve in dote, ma anche della sociètà tutta, che si chiederà. “Dove abbiamo sbagliato!”
L’ “estremista per forza”, come la Monaca di Monza, porta in sé un rancore inarginabile, insondabile.
Che dire….il tempo darà ragione al caro Vattimo, e al pensiero debole.
(e.)
vorrà pur dire qualcosa il fatto che mi sono laureato su di lui, no? :-)
RispondiEliminaah, davvero? mi fa piacere....incidentalmente e non per fare "name dropping", ho conosciuto Vattimo a Oxford come del resto Eco, nell’occasione di “series lectures” - due persone semplici e divertenti, che non prendono troppo sul serio l’accademia, dotati di una sana, affascinante dose di auto-ironia, una davvero per noi mortali strana modestia...(they keep a low profile). Insomma intellettuali vecchia guardia. (e.)
RispondiEliminaHo inviatto a Manzoni un messaggio di scuse non per il fatto in sé ma per aver fatto un bel po' di cagnara, involontaria, alle sue spalle. Se deve esserci dibattito che ci sia con tutti i protagonisti presenti. Odio sparlare alle spalle.
RispondiEliminaSpero che riceva al più presto il messaggio e ci venga a trovare.
pepe
Gabriele, l'ho fatto anch'io, ma sia che Manzoni vaga per i blog dopo mezzanotte.
RispondiEliminaErminia, sei una simpatica vamp :-)
Pur rendendomi conto di non poter aggiungere nulla di nuovo ad una discussione cosi' articolata, voglio solo scrivere questo, essendo io abruzzese:
RispondiEliminaGabriele D'Annunzio e' stato un grande poeta, e su questo, piaccia o no, credo si debba convenire tutti, ma le sue idee politiche non piacevano a tutti, dobbiamo, noi che politicamente la pensiamo in modo diverso, per questo rifiutarci di leggere le sue opere ?
Ciao da Fadipao.
Entrare e commentare nel blog di Stefano è più difficile che diventare onorevole in Italia, ma ce l'ho fatta (vero anche che causa la mia notoria insonnia - perché troppe le malefatte - di solito navigo in web a quest'ora - quindi mi scusino coloro che mi hanno inviato mail nel pomeriggio... solo poco fa le ho lette).
RispondiEliminaCome ho scritto a Pepe in privato (uomo che si è dimostrato degno di rispetto... forse apprezzamento che ad altri potrà far sorridere o non potrà fregare mezza, ma che per il sottoscritto ha ancora un valore), mi sono infatti giunte altre mail che mi segnalavano questo scambio di pareri riguardanti il mio rapporto con Gugl, l'avergli recensito il libro, il mio nuovo avatar... neppure sapevo si chiamasse così quell'iconina che appare in splinder - ma l'avatar non è un qualcosa che sta ad indicare l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio? Se così è, il termine con cui si definisce quell'iconina mi piace molto :-)
Ma veniamo al sodo. Come ho scritto da Fantuzzi l'88 è parte di un disegnino che mia figlia Maria Virgilia ha dedicato a sua bisnonna materna Virgilia (donna forte, donna che ha tenuto su una famiglia di pescatori, di cui molti morti in mare, donna anche lei di rispetto) quando due mesi fa ha compiuto gli anni (appunto 88, ed è ancora una roccia). Che corrisponda a Hitler me lo ha fatto venire in mente un certo Carnefice ultra destrorso che, bombardandomi tutto ieri di messaggi splinder, reputa sia dei suoi (quando io non sono di nessuno se non del Padre Eterno/Ente Supremo/Energia Metemperica - o di chi credo fonte iniziale del tutto, chiamatelo come vi pare -, di mio padre Giovanni e di mia madre Enrica quindi di me stesso... e questo è l'albero genealogico della mia carne). Cmq, detto ciò, terminato questo commento, provvederò a cambiare l'avatar al fine di non creare ambiguità e soprattutto problemi a chi dico di stimare (in questo caso a Gugl, e a tutti coloro con cui sto lavorando)... in verità di problemi io non ne ho, seppure l'avatar abbia generato ambiguità, e neppure sono fuori a goliardare in questa maniera, e ci mancherebbe!, magari in altro modo sì, ma in questa maniera no, so bene cosa i simboli significhino e che per i simboli ancora si sta versando sangue (del resto se fossi per Hitler non avrei alcun problema a dirlo, visto che ho sempre dichiarato tutto e pubblicamente - altrimenti che uomo libero potrei definirmi, così come mi definisco?)(E per inciso: Hitler era troppo volgare, ma volgare nel senso più profondo del termine, perché potesse affascinarmi - di altra pasta l'architetto Speer... ma non divaghiamo).
Bene. Resta un punto che non mi suona nella giusta maniera (messo a fuoco anche da Fadipao... commento sopra a questo): qualora io fossi anche per Hitler, Mussolini o Stalin (come lo furono Pound, Celine, Breton, Borges e mille altri) per quale motivo Gugl. sarebbe da penalizzare perché l'ho recensito, così come perché si dovrebbe penalizzare ciò che scrivo? Al limite potreste penalizzare Gugl. o il sottoscritto se sparassimo alla nuca di un bambino, o siamo, ancora, al fare il processo ai fantasmi o agli intenti? Perché se è così, qui nessuno potrebbe più dire o fare alcunché... visto che tutti, anche solo per una volta in vita loro, hanno desiderato l'annientamento di un loro simile (cristiani credenti compresi... Giovanni Paolo II compreso - essendo stato uomo anche lui, prima che santo)... e che il paradosso mi venga perdonato, così come l'esempio iperbolico.
Per quel che mi riguarda, io, seppure uomo che crede nel Pensiero Forte (e mai ne ho fatto mistero), non mi sono in nessuna occasione permesso di porre degli steccati o di 'penalizzare' un qualcuno se non quando coloro che dicevano di praticare il Pensiero Debole, con annessi e connessi,(così da restare in categorie nette, cioè comprensibili almeno per noi che "sappiamo e facciamo di filosofia e lettere") si allargavano troppo, e per allargarsi intendo il ribadire che loro si consideravano nel giusto e gli altri nello sbagliato (al limite potrei pormi io in questa maniera, visto che credo a delle 'elezioni' di tipo estetico, se non etico, ma non chi dice di essere contro valutazioni di questo genere - entrando, così, in folle e penosa se non piccina contraddizione). Poi ce l'ho sempra avuta coi supponenti mascherati da umili, coi finti (quindi), con gli accademici tromboni e soprattutto con quelli che, anche loro accademici (con tutti quei tic ben evidenti, cioè in mostra: vanagloria, elencazione delle medaglie, delle conoscenze, delle 'scemenze'... cioè 'scorreggioni', si dice da noi in Romagna, 'saputi', da altre parti) sparano, per chissà quale rigurgito post '68ttesco, contro i loro colleghi tromboni, o fingono (e di nuovo la finzione vien fuori) di essere diversi dai suddetti, quando, in toto, ne ricalcano, seppur raccontandosi 'liberal e diversi', gli stilemi comportamentali (e ce ne sono tanti in giro... peteticamente presi dai loro vaneggiamenti, e super incazzosi se gli si fa il pernacchio - ancor più dei tromboni suddetti). Quindi ce l'ho con gl'ipocriti, gli arrampicatori, gli opportunisti, i cretini che le sparono a vanvera, gl'imbecilli, i parvenu(s), i mentecatti caga sentenze, chi sta al giochetto del "do ut des" (visto che qui, Gugl, ti hanno accusato anche di questo), quindi, per farla breve, con tutti i coglioni che l'umanità ci regala (cioè con un buon 70% della popolazione dell'occidente 'emancipato, democratico e civilizzato' del pianeta... e qui, fino in fondo, mi sbellico dalle risa - e se noi ne siamo il campione acculturato, ancora di più me la rido)... e ancor più se si definiscono artisti o poeti. Beh... e qui lo confesso... a quelli, a quei 'coglioni' che si definiscono anche artisti o poeti, nel vero, seppure l'aver ripreso i Vangeli in mano e in tentare di essere comprensivo, una palla nella testa gliela pianterei volentierissimo, perché l'indifferenza non basta... no, non si può sorvolare, ne va dello STILE, ne va dell'OPERA, ne va del SACRO... dell' ASSOLUTO (in cui credo)... e così, almeno per me... ne va della DIGNITA'.
Per venire a questo post di Stefano: in effetti Ramona fu una delle mannaie (intelligenti) che fecero colare a picco lo scafo della 'supponenza bloggaria' di Merlin (ragazzo con dei meriti: si veda Atelier nei suoi primi 10 anni di vita - pur miseramente autosuicidatosi per il troppo peccare di presunzione - nei Ching si legga: stoltezza e 'ingenuità' giovanile - pur ragazzo, il Merlin, a cui, ancora, voglio bene, seppure le sue infinite scivolate di gusto e di tono, e a cui non ho perdonato, come molti altri, l'aver 'illuso' molti giovani poeti che fosse infine giunto il tempo del cambiamento di registro e che lui ne fosse il profeta - ma è fragile l'uomo, si sa, così come il richiamo della vanità è forte).
Buonanotte, cari amici, ed evitate di spararle comuffandovi da un Rossi o a un Bianchi. Firmatevi. Siate coerenti con ciò che pontificate. Non abbiate paura che si possana incrinare delle amicizie o dei legami (se non delle affinità che vi riconoscete). Ditevi. L'anonimato, fra gente che si dice di cultura e d'idee, se non d'ideali (simili), è la menzogna più becera. Abbiate il coraggio delle vostre azioni e affermazioni e non incazzatevi se poi vi si sputa in faccia che siete dei poveretti allo sbaraglio o degli psicolabili. Oppure fa parte anche questo del bagaglio del Pensiero Debole e dell' Occidente Democratico? Mi pare che Vattimo abbia il coraggio di ciò che professa... è uscito anche dai DS perché li reputa troppo 'gesuiti' e codini, nonché traditori e schifosamente imborghesitisi, nonché cacciatori di sedie e opportunisti della politica (e in questo gli do pienamente ragione! Io che i comunisti veri li ho frequentati e ancora li frequento nella Bassa Romagnola-Ferrarese, e so come sono strutturati - come sono molto strutturati ancora)... perciò prendete spunto dai vostri riferimenti intellettuali - a me pare di essere in linea con quelli che definisco i miei maestri. Lo sono un po' meno con ciò che diceva il Figlio del Falegname di Nazareth, seppure, in questa mia fase di vita, mi sforzi in tal senso, ma pur ho chi mi assiste spiritualmente, e quel poco, se non tanto, mi sento, per questo, rincuorato.
Stupendo l'88... numero pieno, numero tondo e ritondo, non certo indicativo per un demone come lo fu il baffettino austriaco con velleità pittoriche... ma pur demone, badate... pur 'grande' nel suo genere (scatenare una guerra mondiale non è da tutti - e lo dico col tono del mitologema tragico, non certo con l'enfasi del sanguinario) - e basta, anche, pensare che questi fossero dei matti... questi sapevano benissimo cosa stavano facendo e il perché - ed è di tale lucidità che infine bisogna aver paura - così come di me quando lo sono troppo, quindi datemi da bere, tenetemi sotto alcool, invitatemi a passare una serata parlando di Kierkegaard e della filosofia e teologia del paradosso mentre ci ascoltiamo un Ryuichi Sakamoto prima maniera e ci scoliamo dell'Armagnac della Grand Maison Janneau alla faccia della morte, ovviamente, che pur c'è, a scapito di tutto :-)
Caro Stefano mi dispiace averti creato dei problemi. Il tuo ultimo libro se l'ho recensito in positivo è perché vale, altrimenti, e penso tu l'abbia già inteso, non ci avrei perduto tempo... sarei andato a pescare, oppure avrei imbrattato un paio di tele per guadagnarmi, fra le tante faccende e i mille mestieri, il pane quotidiano. E non farti mettere sotto da chi non vorrebbe che tu parlassi con preti o gaglioffi come il sottoscritto... se pur qualcuno ci dà credito, significa che del buono c'è anche in noi... e forse quel buono non è visibile, perché di solito il bene lo si fa stando zitti, e anche su questo bisognerebbe meditare, in particolare quando si sa poco o non si sa. Ed è quello il vero potere, fare senza aspettarsi alcunché in cambio.
Un saluto a tutti. Il mio nuovo avatar sarà una sorpresa... forse anche per me.
Cavoli, sono ormai le 6 e mezzo. Adesso preparo la colazione per mia figlia, la sveglio poi la porto a scuola.
un'intervista su Absolute Poetry
RispondiEliminaSebastiano Aglieco
Mario Rossi (1)
RispondiEliminaRicostruisco, a uso e consumo del signor Gugl e, soprattutto, delle signore Alivento e Antonella (e di qualche eventuale lettore di buona volontà), la parte di thread che mi riguarda. Sul resto non ho niente da dire, dal momento che non ho avuto modo di interagire. Io credo che, quando si fanno delle affermazioni, bisognerebbe avere il buon gusto, almeno quello, di citare i passaggi che si intendono criticare; in caso contrario, si finisce, stavolta sì, per essere veramente offensivi, prima di tutto verso se stessi e la propria intelligenza. Nel replicare, anch’io farò delle affermazioni, ma cercherò di motivarle, dati ed esempi alla mano. Si chiama etica. E’ vero che la rete sembra, ed è, un luogo a parte, ma anche qui dovrebbero essere operanti delle regole alle quali tutti si attengono, una in particolare: non attribuire frasi o pensieri, se non espressamente scritti, a qualcuno che nemmeno si conosce, addossandogli, magari, delle intenzioni o delle pretese che sono solo il frutto della nostra fantasia. E’ invalso l’uso di chiamarla “netiquette”. Le persone serie vi si attengono, anche nel confronto critico più aspro: cosa che qui, per quanto mi riguarda, non è mai avvenuto, nonostante il tentativo, invero infantile, per non dire altro, di addebitarmelo.
Ecco quanto.
…Una curiosità mia: ma l'ultimo avatar del suddetto GRM con quell'88 in mezzo al sole non ti suggerisce nulla?
pepe (1/12/06 19:42)
E' un simbolo nazista.
Utente anonimo (2/12/06 08:59)
ma per dirlo occorre restare anonimo? golfedombre (2/12/06 09:42)
vecchia questione, gugl. in rete si è tutti anonimi. cambia qualcosa se uno si firma mario rossi? qualunque nome può essere inventato, così come inventati sono anche l'ottanta per cento dei sentimenti che si manifestano, le affettazioni, gli elogi dell'inelogiabile. e tutto questo fa bene alla poesia e alla sua divulgazione? e poi, scusa, visto che anche tu sai cos'è quel simbolo, perché non l'hai detto? paura di rompere qualche rapporto? quieto vivere? volemose tutti bbene?
mario rossi (2/12/06 11:22)
sì, no, non so. tu sarai sicuramente migliore. golfedombre (2/12/06 11:38)
...tu sarai sicuramente migliore.
beh, lo trovo un modo per non affrontare la questione e, detto senza polemica, non rende merito a un intellettuale e a un poeta del tuo calibro.
il tuo blog è nella lista dei miei preferiti, ce ne sono altri tre o quattro. se permetti la questione è un po' come andare a cinema. andiamo tutti a vedere uno spettacolo, ma poi c'è chi entra nella sala dove danno un film dei vanzina e chi va a vedere l'ultimo scorsese, per dire.
se io vengo a visitare la tua sala, vuol dire che mi aspetto di non trovarci ciò che troverei nell'altra, nella quale non voglio nemmeno entrare. o mi sbaglio?
sto solo dicendo, in tutta franchezza, che un intellettuale critico, almeno dal mio punto di vista, non può prestarsi, nemmeno per gioco, a un gioco il cui unico fine, poi, è l'omologazione dei prodotti e delle intelligenze. ma è vigile, sta all'erta, si guarda intorno e, rispetto a ciò che vede, declina in ogni momento la sua *posizione*, dispiega la sua mappa, indica un margine al di là del quale, secondo ciò che la sua cultura gli detta, non si va. ti sembra un discorso campato in aria? del tipo "lo so che sei meglio tu e o meglio lui"?.
io credo che intellettuali del tuo calibro debbano, invece, coi loro siti, contribuire a dare una sterzata verso la qualità, verso il discorso etico: e l'etica è sempre scelta, scelta tra dimensioni e stili di esistenza, quindi scelta che incide nel contesto in cui si opera.
il tuo specifico è la poesia. bene. inizia a dare il tuo contributo, a stabilire un livello al di sotto del quale non si scende, e vai avanti per la tua strada. a cosa serve trasformare un blog che nasce con certe intenzioni ben precise in un luogo dove si fa salotto, dove entra ed esce chi vuole, dove non esistono differenze, dove si è tutti poeti, dove va tutto bene signora la marchesa anche se ci si presenta con discorsi e simbologie naziste? a te sta bene? benissimo, una scelta tua rispettabilissima.
e allora, però, dimmi, se ti aggrada, quale differenza potrebbe mai esserci tra il tuo spazio e la miriade di blog marchettari che si vedono in giro? quale la differenza tra un poeta rigoroso ed eticamente orientato come te e l'infinita teoria di gente che scrive dieci quindici poesie al giorno? tra te, studioso serio, e la miriade di mentecatti della letteratura che mettoino in piedi un blog all'unico scopo di ospitare tutti per vedersi ospitati e pubblicati da tutti?
se io sono qui, è perché credo che, tra te e loro, esista non un differenza, ma un abisso. sta solo a te vedere quanto misura, quanto è profonda, immedicata e immedicabile, la distanza. saluti.
mario rossi (2/12/06 13:54)
caro Mario il tuo discorso è chiaro, ma non mi pare di avere pubblicato su questo blog poeti di terz'ordine. Non mi pare di avere postato riflessioni mentecatte. Non mi pare che l'etica necessiti di una password (a meno di non ricominciare a darcele nei rioni con manganelli, spranghe e pugni di ferro). Se ti ha offeso la leggerezza con cui ho trattato il simbolo nazista, chiedo scusa, ribadendo che ogni simbolo è padre assassino, anche quello che rappresenta libertà, fraternità e uguaglianza.
infine, sul salotto: si è seri soltanto se parliamo di teoria e prassi, se evitiamo di lasciar-essere la pulsione, addomesticandola in un logos giocoso? golfedombre (2/12/06 14:52)
solo per chiudere ed evitare fraintendimenti, caro gugl. quello che ho scritto è là, e se uno lo rilegge attentamente capisce anche che la questione che muovevo è ben altro. sai bene che non parlavo dei poeti che tu presenti. avevo fatto dei ragionamenti di ordine generale, che investivano ben altre istanze. ti pare che uno che scrive quello che ho scritto può acontentarsi di vedersi rispondere con le password da etica? sarà per la prossima volta. saluti. e scusa per l'intrusione
mario rossi (2/12/06 15:00)
dovrei dire che con certi uomini o donne non parlo oppure che li dispezzo? dovrei fare i nomi?
vorresti che mi schierassi, ossia che difendessi interessi di una parte? ma di quale parte, e quali interessi? la "sterzata etica" non la capisco: che cosa significa? ogni dittatura obbliga ad una "sterzata etica" (anche la dittatura della democrazia, che pur amo infinitamente).
E poi, la moralizzazione della società è solo una ideologizzazione del desiderio di potere. Io non desidero il potere né cacciare i mercanti dal tempio: li posso salutare, i mercanti, invitare a trovarsi un mercato più consono, così come vorrei tanto che i templi cessassero di esistere, e si vivesse tutti ad altezza d'uomo, guardandosi negli occhi. firmando con il proprio nome. golfedombre (2/12/06 15:35)
gugl, mi toglieresti una curiosità? se ti va di farlo, naturalmente. come mai con altre persone che si firmano con un nick non hai mai avuto niente da dire? perché tu le conosci, giusto? e hai mai pensato che molti di coloro che leggono non ne sanno niente e che quindi, per loro, sono tutti dei pietro bianchi qualunque? poi, a quanto leggo di tanto in tanto, il tuo blog è frequentato anche da nick di cui ignori l'identità. bene, come mai questi non ti danno fastidio, mentre invece rispondi in modo tanto piccato e risentito al primo mario rossi che capita? ad uno che, oltretutto, in due interventi ti ha fatto dieci complimenti?. ben strano, almeno per me. si vede che una semplice riflessione, di natura critica (non ho bisogno di spiegare a un filosofo cosa significa), ha urtato qualcosa, forse, è andata fuori dal seminato o dalla banalità del luogo comune elevato a sistema. non me lo spiego altrimenti. infatti, quando scrivi: "dovrei dire che con certi uomini o donne non parlo oppure che li dispezzo? dovrei fare i nomi? vorresti che mi schierassi, ossia che difendessi interessi di una parte? ma di quale parte, e quali interessi?", stai rispondendo a un altro interlocutore. io non ho scritto, tantomeno ti ho chiesto, qualcosa del genere.
E poi, "la moralizzazione della società è solo una ideologizzazione del desiderio di potere." anche qui stai rispondendo a qualcun altro, forse, certamente non a me.
non sei tenuto, come dicevo sopra, a rispondermi. e, in ogni caso, fallo con calma, qualora tu ne avessi voglia. purtroppo, sto chiudendo l'ufficio e prima di lunedì non potrei leggerti. saluti
mario rossi (2/12/06 16:18)
se non fai domande precise non posso dare risposte precise. fine del gioco.
ps. di solito i nick che passano di qui non mi fanno le lastre, non mi dicono sei bravo per poi fucilarmi alla fine. e non di tutti so qualcosa, ma questo non mi spaura. golfedombre (2/12/06 16:39)
Mi pare di capire, Stefano, che c'è un tuo lettore che è rimasto deluso dal fatto che tu rimanga indifferente all'uso di un avatar contenente un simbolo nazista.
Avrei voluto vedere l'avatar, non l'ho trovato (è vero che non credo valga la pena di cercare a lungo), ho letto invece la recensione de "la distanza immedicata" di Manzoni su l'Attenzione; scritta bene, come tante cose di Manzoni, eclettico vulcanico scrittore. Non per niente qualcuno parla di lui come segue: http://www.agliincrocideiventi.it/Anno4/Marzo2006/GRM/Ecco.htm
(il link è senza spazi, io l'ho diviso per esigenza di formattazione)
Sull'altra questione quella dell'ideologia e dello schierarsi, la cosa strana è che questo mario rossi si esprime e pretende una posizione precisa da te, Stefano, proponendosi esattamente con lo stesso approccio di GRM al suo "esordio" irruento su fabrypoesiaespirito. In quel caso egli rimase fagocitato dalla nostra pacifica insipienza che ci conquistò l'appellativo di incredibile congrega di miracolati ma lo allontanò da noi. Ora la congrega di poesiaespirito s'è sciolta ed ognuno veleggia per propri lidi. Qualcuno ne sarà felice, io ne provo nostalgia.
Mi dispiace infine che per causa mia (e di qualche altro Mario Rossi) tu, Stefano debba subire degli attacchi che, sul punto degli anonimi e loro falsità che ritengo (per quanto mi riguarda) in buona parte ingiusti, ignoranti, preconcetti e frutto della solita gelosia, naturalmente di contro dico che leggo spesso tra le righe, talora appena appena oltre esse, molta falsità nei blog e commenti tra intellettuali che si firmano con nome e cognome, ancora di più noto fortissima tra loro la filosofia del "do ut des", che maschera verità, valore ed altera ogni autenticità dei rapporti umani. Alivento (2/12/06 20:11)
avevo postato un commento, forse non era bellissimo e il server l'ha eliminato. riprovo, volevo dire al signor mario rossi: scusi mario rossi, GRM qui non c'è, attualmente conversa da matteo fantuzzi, non sarebbe il caso di avvertirlo? io penso che questo 88 sia parte di un suo quadro, quindi un'opera artistica, magari si può chiedere a lui conferma, in ogni caso non vedo cosa c’entri Stefano con l’avatar di Ruggero. oppure dovrebbe rifiutare le recensioni che gli vengono fatte se gli avatar non sono di suo gradimento? scusi mario rossi il suo avatar qual è? in questo blog di stefano non ci sono mai state risse e polemiche, è sempre stato un blog dove si è discusso con serenità e stefano è sempre stato ospite gentile e premuroso con tutti. la differenza la fa stefano. di questi tempi vige la rissa e la polemica, solo per il piacere di farla, in certi blog non si parla mai di poesia, la poesia è solo pretesto per litigare un po', poi si fa pace e si fa la scena di litigare di nuovo, ma sono tutti amici. antonella (2/12/06 21:35)
grazie care Amiche per i due interventi. Anch'io suggerisco di andare a leggere la recensione di Manzoni e semmai di parlare di alcuni passaggi "manzoniani" (magari con l'autore che contribuisca così alla chiarezza del dibattito). Non vedo carriarmati che impediscano questo.
sul do ut des: questa è una condotta di tipo borghese, è uno degli elemennti della cultura borghese. A me risulta che la poesia moderna sia fenomeno generalmente borghese o che comunque sia un bene che deve sottostare alla distribuzione delle merci se vuole trovare lettori.
Non spetta ai produttori discriminare le merci, bensì ai clienti, che scelgono l'una o l'altra in base a criteri che ritengono migliori. Se tutto questo è poco romantico o poco pasoliniano o poco gramsciano o ferisce chi ha un conflitto inconscio con il padre non so che farci: la mia funzione intellettuale la voglio giocare mostrando le possibilità del "finito" e criticando qualunque pensiero che lo subordini all'universale. nota bene: criticando il pensiero, non la persona che se ne fa portavoce. La persona la rispetto come un fratello e una sorella e come un cane, un gatto, e come un albero e un fiume. mi pare di essere stato chiaro. golfedombre (3/12/06 07:54)
P.S.
Mi permetto di invitare alla lettura, se vuole, anche il signor GRM, al solo fine della chiarezza e per evitar(gli) di farneticare, in merito alla mia persona, su cose che non ho mai affermato. E, in ogni caso, gli piaccia o meno, io mi chiamo Mario Rossi.
Mario Rossi
Mario Rossi (2)
RispondiEliminaEgregio prof. Gugl, le rispondo solo, e unicamente, per rispetto alla persona, un carissimo amico, che, alcuni mesi or sono, mi indirizzò sul suo blog, parlandomi ampiamente di lei, in toni più che lusinghieri. Mi diceva di un poeta di grande valore e maturità stilistica, cosa sulla quale concordo pienamente, avendo letto la sua produzione; di uno studioso serio e preparato, e non ho motivo di dubitarne; di un intellettuale rigoroso e critico: e qui, mi permetta, ho qualche dubbio, stando almeno al tenore delle risposte che nel merito ha voluto elargirmi: un vero incidente di percorso, immagino, visto che di “rigore” e “critica” non ce n’è traccia alcuna. Questa amicizia, quindi (qualcosa di profondamente “diverso”, comunque, da quello che è emerso in questo thread), è l’unico motivo che mi ha spinto a intervenire, anche se, avessi previsto le sue reazioni e quelle, assolutamente fuori luogo (come poi dimostrerò) delle sue “fans”, me ne sarei guardato bene. Lungi da me, infatti, rompere la quiete caramellosa e artefatta della magione di bambagia e zucchero filato in cui lei, contro le sue stesse intenzioni e dichiarazioni della vigilia, o qualcuno dei suoi commentatori abituali, state trasformando questo blog negli ultimi tempi. Avrà le sue buone ragioni, chi può mai discuterle? Ma forse si è dimenticato di una “cosa”: era sua volontà, chiaramente, e più volte, espressa, creare un luogo volto alla riscoperta e alla valorizzazione di voci poetiche dimenticate; un modo come un altro, mi era parso di capire, e non solo a me, di fare un minimo di “lavoro critico” e, contemporaneamente, differenziarsi dalla marea montante di blog e siti che sono soltanto poverissime finestrelle aperte sul nulla. Tanto per capirci (mi permetto di usare delle categorie “idealtipiche”, la buonanima di Weber mi perdonerà sicuramente), per prendere le distanze da quanto segue. Ad esempio, dal “blog marchetta”, solitamente gestito da mezze figure di intellettualini che masturbano versi, e il cui unico scopo è quello di rendersi visibili, di pubblicare ovunque capiti: i gestori, a parte la poesia, ospite indesiderata, accolgono tutto e il contrario di tutto, sempre a prescindere, perché il loro intento è chiaro, quello di essere “amici” di tutti e di essere pubblicati in altri blog, meglio ancora se su riviste cartacee (conosco due “direttori” che mi hanno parlato, a più riprese, di liste d’attesa di centinaia di nomi, alcuni dei quali accampano, come credenziali per l’inserimento, il passaggio dei suddetti sui loro blog!). Ed infatti, in tantissimi casi, il “miracolo” è perfettamente riuscito: quindici venti nomi, di cui a malapena se ne salverebbe uno, si scambiano favori, anche sotto forma di recensioni reciproche, pacche sulle spalle, partecipazioni a letture dove è presente tutto, tranne, purtroppo, il “pubblico” dei non addetti ai lavori. E poi, ancora, distinguersi dal “blog dell’autore arrivato”, che si autocita e che si è creato uno “spazio di riflessione” (sic!) sulla propria opera; dal “blog dell’autore che vuole arrivare”; dal “blog spazzatura” dei mentecatti che millantano ascendenze e crediti solo per aver vinto un premio dato da una giuria presieduta dall’amico del cuore; dal “blog rivista”, aperto a tutti, cioè agli amici e agli amici degli amici”; dal “blog editoriale”, con premio incorporato; dal “blog salotto”, dove la letteratura è presente sotto forma di chiacchiera da parrucchiere e di tartina al caviale. Mi fermo qui, continui lei se ne ha voglia, tanto le tipologie da inserire sarebbero ancora millanta.
Il suo blog, ammesso che l’abbia notato anche lei, ha cambiato pelle rispetto ai primi mesi. Non sto a discutere se è un bene o un male, non sono affari miei, è lei che deve scegliere la direzione “tipologica” verso la quale indirizzarlo. Ma è un luogo pubblico, egregio professore, e, fintanto che resterà tale, cioè aperto ai commenti, sarebbe cosa veramente squallida ritenere che gli unici commenti validi siano quelli degli “amici”, di coloro che dicono sempre “sì”. Che, a volte, nemmeno leggono ciò che scrive l’eventuale interlocutore, ma, come per riflesso pavloviano, non appena sentono un tono risentito nelle parole della loro guida, ecco che si scagliano, in questo caso in modo davvero poco elegante (vedi signore Alivento e Antonella: ma ne parleremo dopo), contro il malcapitato. Ed è proprio quello che è successo, signor Gugl. Nei miei confronti, lei, forse per “stanchezza”, si è mostrato un cattivo insegnante, uno di quelli che si rifiutano di rileggere il “compito” dell’alunno per paura di scoprire di aver scritto un giudizio frettoloso, utilizzando termini che non le fanno onore, secondo me: “fucilazione”, ad esempio. Veda, professore, nella memoria della mia famiglia quello è un termine, purtroppo, ben presente; mi basterebbe andare indietro di sessantacinque anni per mostrarle delle eloquenti istantanee. Quindi, mi permetta di consigliarle di non usarlo a sproposito (uno attento al rigore del linguaggio come lei, poi!) e di lasciarlo, semmai, ai suoi visitatori, o interlocutori in altri siti, che presentano come biglietto da visita credenziali del genere. E contro i quali lei non sente nemmeno il bisogno di prendere le distanze. Mai. Ma anche questi sono affari suoi, della sua coscienza e delle sue convinzioni: che, d’altra parte, io mi sono guardato bene dal contestare. Ora io le chiedo solo una cosa. Ho letto, di tanto in tanto, che lei è un amico di intellettuali che anche io apprezzo e stimo molto, pur non avendo mai avuto il piacere di conoscerli di persona, ad esempio Flavio Ermini e Tiziano Salari. Le lancio questa “simpatica” sfida, professore: gli faccia leggere i miei interventi all’interno del contesto in cui sono stati postati, nel rispetto della cronologia della discussione alla quale sono, improvvidamente, intervenuto, e poi mi faccia sapere: se le diranno che i miei interventi contengono anche il sia pur minimo accenno irriguardoso nei suoi confronti, io verrò a casa sua a chiederle umilmente e pubblicamente scusa, glielo posso giurare se vuole. In fondo, lei non corre che un unico rischio: quello che le facciano notare, come è possibile, che il suo interlocutore ha usato termini e concetti mutuati sull’asse Kant –francofortesi (dalla definizione di etica a quella di critica applicata alla letteratura) per esecrare non un “suo” utilizzo del mezzo (le ripeto, sono affari suoi!), ma una pratica diffusa che sta affossando qualsiasi possibilità che dalla rete emergano proposte degne di scalzare il “malgoverno” letterario contro il quale, a parole, tutti strepitano. E l’intervento qui sopra, che lei lascia a futura memoria - (“sul do ut des: questa è una condotta di tipo borghese, è uno degli elementi della cultura borghese. A me risulta che la poesia moderna sia fenomeno generalmente borghese o che comunque sia un bene che deve sottostare alla distribuzione delle merci se vuole trovare lettori”) - è quanto di più infelice e fuori luogo lei abbia mai scritto: perché, al di là di ogni considerazione di opportunità, è quanto di più lontano possa esistere dalla condotta di questi intellettuali ai quali io, testardamente, continuo ad accostarla. Sa, voglio troppo bene al mio amico, per pensare di deluderlo: non vorrei provocargli un trauma.
Le faccio un esempio, uno solo, per darle conto di ciò che era chiaro da subito nel mio scritto, a volerlo leggere per quello che era, e soprattutto quando, utilizzando il metodo dell’inversione dialettica, non scrivevo altro che un elogio dell’operato di cui la ritengo capace. Prenda il post su Toti Scialoja. Onore al merito: si tratta di un poeta importante, di un innovatore, e lei fa bene a farlo conoscere a chi ne ignora perfino l’esistenza. Ci si aspetterebbe, quindi, un minimo di “lavoro critico”, un invito, da parte sua, ai suoi commentatori, a confrontarsi, a ricercare, a operare un qualsivoglia approccio analitico. E invece? Quattordici interventi, di cui uno solo, dico uno (quello di Cerrai) che avanza un minimo di giudizio e, sconfortato dal tenore degli altri, si guarda bene dal replicare. Ecco il pericolo, secondo me: che il poeta “dimenticato” diventi solo un “pretesto” di facciata, lo schermo che fa gridare al miracolo sulle virtù di “restauratore” e “scopritore” di chi posta, mentre invece lo scopo reale è ben altro… Quale? Ma qui potete rispondere solo voi, i diretti interessati. Guardi, invece (e basta far scorrere il cursore del mouse ai primi mesi di vita del blog), cosa è successo quando vi siete incamminati sulla strada della scoperta, del confronto tra indizi e ipotesi di lettura, della memoria, dell’analisi e della critica: lei, e i suoi commentatori (alcuni dei quali, chi sa mai perché, si sono in seguito dileguati), avete scritto, a mio parere, tra le pagine più belle e più utili che un lit blog abbia prodotto negli ultimi anni. Ecco il senso. Peccato lei abbia fatto finta di non vederlo, fissando la sua attenzione su un particolare e tralasciando l’intero quadro, cornice compresa. Chi le muove un appunto del genere, egregio professore, la sta solo lodando: sta dicendo che la ritiene in grado di fare, e di dare, ben altro.
Un’ultima considerazione, da lettore attento, almeno fino a qualche tempo fa, del suo sito. Ha mai provato a riflettere sul perché ha sentito fastidio, a stento trattenuto come nel mio caso, in due altre precise “situazioni”? Gliele cito: l’apparizione di una critica, anche rude se vuole, ma non per questo campata in aria, a firma “cara polvere”, credo; e il rilievo, mosso da un altro commentatore, di cui mi sfugge il nome, che chiedeva lumi sull’utilità del “pescare” in rete testi di autori disponibili per tutti. Ci ha mai pensato?
Un saluto, professore. Anche da parte della signora Ramona. Peccato che, pur avendola apprezzata, lei abbia dimostrato di non averne ricavato niente. E pubblicare due suoi commenti sul marzullo di turno è stato solo un vezzo, visto che alla prima “critica” si è inalberato, insieme alle sue dolcissime “groupies”.
La aspetto a ben altre imprese, signor Gugl. Me lo concede?
Mario Rossi
Mario Rossi (3)
RispondiEliminaCare signore Alivento e Antonella,
ecco alcune “perle” (ometto, solo per rispetto, di qualificarle) tratte dai vostri commenti a me indirizzati.
“Mi pare di capire, Stefano, che c'è un tuo lettore che è rimasto deluso dal fatto che tu rimanga indifferente all'uso di un avatar contenente un simbolo nazista.”
- Ho solo risposto ad un’osservazione di Pepe, senza fare nessun commento. Lei legge per caso nel pensiero?
“Sull'altra questione quella dell'ideologia e dello schierarsi, la cosa strana è che questo mario rossi si esprime e pretende una posizione precisa da te”. - Mi citi il passo, egregia signora. Non è detto da nessuna parte che ci si debba avventurare per forza in analisi testuali più grandi di noi. Per il resto, se lo desidera, la rimando alla mia risposta a Gugl.
“Mi dispiace infine che per causa mia (e di qualche altro Mario Rossi) tu, Stefano debba subire degli attacchi che, sul punto degli anonimi e loro falsità che ritengo (per quanto mi riguarda) in buona parte ingiusti, ignoranti, preconcetti e frutto della solita gelosia, naturalmente di contro dico che leggo spesso tra le righe, talora appena appena oltre esse, molta falsità nei blog e commenti tra intellettuali che si firmano con nome e cognome, ancora di più noto fortissima tra loro la filosofia del "do ut des", che maschera verità, valore ed altera ogni autenticità dei rapporti umani” - “Qualche altro Mario Rossi”, signora Alivento, è veramente volgare e di dubbio gusto: io non direi mai “una certa Alivento”, perché dietro quel nick c’è una persona che non conosco e che, comunque, sia d’accordo o meno con me, merita tutto il mio rispetto, proprio in quanto persona. Si dà il caso, poi, che Mario Rossi sia il mio nome e non un nick. Veda un po’ lei. Se lo desidera, le lascio l’indirizzo e la mail, così può accertarlo. Il resto si commenta da solo. Mi permetta, però, di farle notare che, se uno vuole “nobilitare” un blog, potrebbe anche cominciare, volando un po’ più terra terra, a dare un’occhiata alla grammatica, in particolare alla sintassi.
* “volevo dire al signor mario rossi: scusi mario rossi, GRM qui non c'è, attualmente conversa…” - Scusi, signora, chi le ha mai nominato la persona in questione? Io? Rilegga, la prego.
“non vedo cosa c’entri Stefano con l’avatar di Ruggero. oppure dovrebbe rifiutare le recensioni che gli vengono fatte se gli avatar non sono di suo gradimento?”
- Qui lei si supera, egregia signora: in un moto di incontrollabile amore verso il maestro, e addebitandomi un’intenzione mai avuta e mai espressa, l’inconscio la tradisce, portandola a denunciare la vera ragione del “suo” intervento e della stizza (ma lui è stato un vero maestro nel trattenersi) del signor Gugl. Complimenti!
“in questo blog di stefano non ci sono mai state risse e polemiche, è sempre stato un blog dove si è discusso con serenità e stefano è sempre stato ospite gentile e premuroso con tutti” - Ha letto nel mio intervento un tono di rissa, signora? Dove? Citi, citi, la prego, o dà solo aria ai polmoni.
“la differenza la fa stefano” - Non ho fatto altro che elogiarlo per tre lunghi commenti. Veda un po’ lei…
“in certi blog non si parla mai di poesia, la poesia è solo pretesto per litigare un po', poi si fa pace e si fa la scena di litigare di nuovo, ma sono tutti amici” - Qui, mi permetta, lei sfiora il sublime, o il comico involontario (do you remember Pirandello, I suppose), il che poi è la stessa cosa. Sulla poesia: veda quanto ho scritto sopra a proposito del post su Scialoja. Sull’amicizia: è un valore grandissimo, signora, una delle poche cose certe della mia vita. Nasce dall’accettazione e dal rispetto dell’altro, soprattutto dal rispetto: il che non significa che, tra amici, ma “veri”, non ci si possa confrontare, che si debba pensare e dire allo stesso modo, che non ci sia dialettica, che c’è accordo e armonia su tutto… Poiché non esistono, in natura, due esseri simili, un’amicizia impostata su questi presupposti, e praticata in questi termini, ha un solo nome: finzione, affettazione o, se vuole usare un’espressione cara al professore, “do ut des”. E non c’è niente che uccide la vita, sentimenti compresi, più della mancanza di dialettica, della finzione. Così come non c’è niente che uccide la poesia più del credere che si sia tutti poeti, tutti bravi, tutti buoni…
Buon Natale, mie care. Ho letto ben altro di voi. Ed è solo per questo che vi ho risposto. Proprio perché ho letto ben altro.
Mario Rossi
Il signor Mario Rossi scrive il 4/12/06 alle 09:58: "Mi permetto di invitare alla lettura, se vuole, anche il signor GRM, al solo fine della chiarezza e per evitar(gli) di farneticare, in merito alla mia persona, su cose che non ho mai affermato. E, in ogni caso, gli piaccia o meno, io mi chiamo Mario Rossi."
RispondiEliminaCaro signor Mario Rossi di fatto (visto che si chiama così ed è pronto a rendere noto il suo indirizzo o che altro per confermare ciò - ed oltre a conoscerlo, tale indirizzo, sarebbe interessante anche sapere chi è l'amico che le ha consigliato di leggere il blog di Guglielmin, così da tracciare, infine, una mappa più accurata/dettagliata di chi lei sia - cmq persona addentro, dal come si esprime e dal come gira per blog -, ma mi fermo qui, visto che poi, adesso-ora, la questione ha assunto più chiaramente un'altro profilo, e l'attacco ad un certo o presunto modo di muoversi di Guglielmin è ormai più che evidente, così il come ri-chiamarlo ad una sua vera-solida 'immacolatezza' umana, critica nonché poetica espressa in una prima fase della gestione di questo blog, e adesso, in parte o totalmente polverizzatasi, è lo scopo di tutta questa querelle), dicevo, caro Rossi, che prima di inserire il mio commento avevo già letto tutto il papiro che lei ha ricostruito, quindi non era necessario che lo riportasse, seppure in maniera così precisa (e sempre parlo per me, visto che mi ha tirato in ballo), infatti, anche se malandato e con l'avatar 88 (ora mutato per le giuste osservazioni rivoltemi e per mia stupidità-ingenuità) non sono ancora del tutto rincoglionito, così come non sono rincoglionito nel dirle che ribadisco ciò che ho scritto nel mio commento: "Buonanotte, cari amici, ed evitate di spararle comuffandovi da un Rossi o (d)a un Bianchi. Firmatevi. Siate coerenti con ciò che pontificate. Non abbiate paura che si possan(o) incrinare delle amicizie o dei legami (se non delle affinità che vi riconoscete). Ditevi. L'anonimato, fra gente che si dice di cultura e d'idee, se non d'ideali (simili), è la menzogna più becera.", affermazione che direi può suonare (con stile mio) come una sorta di controcanto a quella chiamata all'etica (con annessa coerenza) che poi lei fa, visto che etica è parola che pare usi col giusto peso. Quindi se le mie sono farneticazione padronissimo d'intenderle come le pare, per me sono il mio solito modo di essere e di pormi, come il suo è l'inserire tre commenti come sopra, per molti, forse, modo farneticante anch'esso, non tanto per i contenuti, quanto per la sorta di 'puntigliosità' che lei dimostra nel ri-sottolineare e ri-sottolineare 'robe' che penso tutti noi, qui, avessero già inteso alla prima formulazione... e poi con tanto di chiamate all'uso della sintassi, a certe contraddizioni nel Guglielmin stesso, a piaggerie di vario ordine e grado messe in atto da Alivento e antonella, a cori di osannanti il buon Guglielmin (che lei non vorrebbe sensibile a certe manifestazioni di amicizia, stima, consenso, ma uomo integerrimo, pronto a 'fucilare' l'ammiratore, e non il dissenziente, pur di non sembrare colui che se blandito/ruffianato cala le braghe... una sorta di Robespierre veneto... e lo vedrei, Stefano, poi ghigliottinato a sua volta).
Ma poi, dove avrei farneticato su ciò che lei ha affermato? Mi pare di aver parlato in generale, a tutto campo, senza neppure rispondere, nominalmente (cioè a questo o a quella - ad Alivento e ad altri che mi avevano tirato in ballo), in modo da non scendere/trascendere in ulteriore 'bagarre', visto che anch'io trovo questo spazio (in cui mai avevo commentato) luogo rivolto ad una mitezza e ad una pregevole civiltà di rapporti.
Io, signor Rossi, fino ad ora non mi ero permesso di prendere in considerazione le sue entrate ed uscite, reputadole materiale sul quale il Guglielmin doveva rispondere di persona (come sempre faccio io in tali evenienze) e non il sottoscritto, visto che di un vero e proprio regolamento di conti fra di voi, infine, e a quel che adesso più chiaramente risulta, tutta la questione pare sia diventata.
Detto questo vi comunico che ho cambiato l'avatar (di Dio che ha preso sembianza fisica) e ho messo l'immagine di un mio vecchio quadro, che potrete trovare pubblicato in maniera maggiormente visibile nel sito di Nabanassar. Il quadro, una sorta di autoritratto scherzoso, mi raffigura quale Buddha sorridente con una croce appesa al collo. Se anche questo può disturbare, sempre pronto a cambiarlo ancora, magari in un punto interrogativo come certuni ancora hanno.... punto interrogativo messo a disposizione, d'uffcio, da splinder.
Bene. Ora sono curioso di leggere la risposta di Stefano al signor Rossi, nonché quelle di Alivento e Antonella... perché la ditriba mi pare abbia nel vero preso una piega più che interessante.Di nuovo: come usare internet, come un blog, come porsi in rete, come impostare le conversazioni, come non apparire una baldracca pronta a vendersi alla prima leccata di labbra (per non dire altro), come figurare schierati nel 'giusto', come schierarsi (cioè sfruttando-sostenendo quali argomenti), come ribadire una propria identità, com'essere coerenti (vedi sopra), come dimostrare di essere democratici, civili, emancipati, come non fare le banderuole, come tirare avanti con risolutezza, come non tentennare di fronte allo 'smargiasso' di turno etc.(del resto tutti argomenti che ho più volte sollevato-tirato in ballo anch'io e che, in verità in verità vi dico: mi stanno molto a cuore, considerati i tempi e lo sfacelo di una società borghese... società nella quale, ed è inutile ribadirlo, non mi riconosco e sulla quale ho sempre sputato, da 35 anni a questa parte).
PS. Caro signor Rossi lei avrà avuto dei fucilati in famiglia (da quel che ho inteso) dai nazi-fascisti (sempre se non erro), io ne ho avuto 4, di cugini (una madre e i suoi tre figli), massacrati a colpi di pistola e di bastone nel luglio del 1945, dai comunisti (uno dei ragazzi sepolto addirittura vivo, e la madre tenuta per ultima, così che vedesse bene come le riducevano i figli, per poi spappolarle il cranio a randellate e a calci, quindi gettarla sul corpo dei suoi) ... e solo nel '48 i cadaveri furono ritrovati... quindi non stiamo a rivangare certe storie, perché potremmo raccontarcene fino a domani (legga eccidio Manzoni Ansidei, riportato anche nel libro di Pansa "Il sangue dei vinti", poi in altre infinite pubblicazioni più o meno note o storicamente attendibili).
Solo una brevissima risposta, signor GRM, prima del lungo addio. Avrei avuto anche piacere a dialogare con lei, ma me lo impedisce il linguaggio che lei usa ("duello", "regolamento di conti", "affari personali") che travisano, in modo irricevibile, le mie intenzione, le stesse che lei, in qualche passaggio, dimostra di avere ben chiare, anche se preferisce tenersele per sé o stemperarle in una farsa di tipo western. Le faccio l'ultimo riassunto. Io ho solo chiesto al signor Gugl, vista la stima che tante persone nutrono nei suoi confronti, di non trasformare il suo sito in una delle tante pagliacciate di cui straborda la rete. Questo è quanto, e lo sa benissimo anche lei. Ma intendo interrompere qui la conversazione soprattutto in relazione a delle affermazioni che lei fa, utilizzando termini e riferimenti che albergano solo nella sua mente. Sto parlando ai riferimenti alle donne che sono intervenute nella discussione: io non mi sognerei mai (e glielo sottolineo: mai!) non dico di pronunciarle, ma nemmeno di pensarle certe espressioni, ho troppo rispetto, da sempre, per le donne e per ciò che rappresentano. Quindi, la prego, non mi attribuisca intenzioni che, a questo punto, sono solo sue. Non a caso ho virgolettato il termine "fan" (alla Ramona, se vuole) per accentuarne il carattere ironico e canzonatorio; e se mi sono dilungato nell'analisi testuale del loro intervento, è solo perché ne uscivo come un mentecatto venuto a seminare zizzania e a rompere amicizie. E, invece, non facevo altro che ribadire quanto sopra: se si vuole creare un lit blog che abbia qualche funzione e non si riduca a salotto da parrucchiere e tartine, bene, si inizi anche ad entrare nell'ottica di idee che, accettare un rilievo, non significa veder dimidiato il proprio carisma e che, se si vuole costruire qualcosa di significativo, si può anche pensare, ad esempio, a non attribuire agli altri intenzioni che non hanno e che non hanno mai avuto: basta solo leggere con attenzione il commento in questione e, nel caso specifico, trattandosi di scrittori, curare un po' di più la forma: proprio per dare maggiore dignità alla proposta che si offre.
RispondiEliminaNient'altro, egregi. Ogni altra considerazione è frutto di elucubrazioni che non stanno né in cielo né in terra.
Ribadendo che sfido chiunque a trovare nei miei interventi qualcosa di irriguardoso nei confronti del professor Gugl, vi lascio, insieme agli auguri per le prossime festività, il mio più convinto "farewell". Difficilmente sentirò ancora il bisogno di disturbarvi o di distogliere qualcuno di voi dalle incombenze a cui tiene di più.
Addio, signori.
Mario Rossi
Pepe, vedi di non sentirti male in quella tua risata da tricheco allupato!
RispondiEliminaA te o a quelli come te, ho già risposto nel mio blog...
Quanto a Ramona – e qui passo a interloquire con Gugl che spero mi insegni prima o poi ad andare sulle moto superiori agli scooterini – è divertente letta una prima volta… Ma non regge alla seconda: quando si fa questo tipo di ironia mascherata, ci si deve calare completamente e mimeticamente… Prendete per esempio le belle “Recinzioni” del Palomba (che ho scoperto lavorando da Fandango): quelle sì che sono forti perché si mantiene sempre lo stesso tono e punto di vista, dunque risultano credibili… Qui invece stonano molte cose, ci sono sbavature: questa fa le citazioni in latino, parla di amminoacidi… Ho risposto anche a questo nell’ultimo post…
Vedo che nominate Eco e Vattimo: premetto che ho seguito le lezioni di entrambi (il 1 anno di Lettere lo feci a Torino, poi passai a Bologna) … Umanamente mi stanno anche simpatici perché io mi trovo bene con le persone pacate, gentili e autoironiche…
Tuttavia, tralasciando per ora Vattimo, devo dire che Eco, stringi stringi, cosa ha dato alla cultura italiana?
Non è un grande scrittore (come Landolfi, o Gadda o Manganelli o Brancati o Parise o Berto ecc. ecc.): è un grande creatore di plot, di fiction, un po’ come Brown o altri americani…
è un grande combinatore di segni, di strutture, di macchine narrative ma senza Substantia…
Un uomo simpatico, ironico di grandissima cultura, più erudito che maestro di sapienza, insomma, un enigmista…
Ma in fondo con la sua semiotica si azzerano i valori e un romanzetto rosa può stare allo stesso livello di Dante… Cosa si perde? La grandezza, le strutture qualitativo-gerarchiche, l’auctoritas, il presentimento del vero e molto altro…
Per esempio, non mi piace per nulla quella sua intervista a Beatrice, tipico prodotto anni ’70, ritirato fuori da Donzelli e sponsorizzato dal Corriere della sera… c’è stata una polemica a suon di articoli tra Avvenire e Corriere, potete averne notizia in
http://www.lietocolle.com/index.php?module=subjects&func=viewpage&pageid=1945
saluti
andrea margiotta
"Buon Natale, mie care. Ho letto ben altro di voi. Ed è solo per questo che vi ho risposto. Proprio perché ho letto ben altro."
RispondiEliminaA mia volta, le rispondo per quello che qui sopra riporto e che si ripete in testa e in fondo di commento ed io intendo nel senso che credo.
Proseguendo. Mi dia la sua mail Sig. Mario Rossi, la fermezza del suo approccio è interessante ma il sito è inappropriato per conversazioni così lunghe, Le scriverò a mia volta con una mail mariorossi, spero di non far troppa fatica a trovare un server che mi permetta di crearmi un account con tale nome, giacchè, come credo sappiano tutti, mario rossi è, per antonomasia, il nome italiano più diffuso, anche se poi, statistiche alla mano, non lo è. Di questo sono certa lei sia cosciente, sig. rossi, dal che ne può agevolmente dedurre che io (che talvolta commetto il grave peccato di leggere nel pensiero, nonché di immaginare cose che non sono, per paranoia e vena creativa) ho inteso il suo nome come a dire unqualsivoglialettore. Mi perdoni, di certo non intendevo offenderla. Invece di Alivento, eccetto un omonimo che si occupa di adozioni, nel web ci sono solo io, ciò significa che questo nick potrebbe diventare persino più identificativo del mio stesso nome reale. E poi non mi sarei offesa se avesse detto una certa Alivento, letteralmente avrebbe potuto significare io che, nel mio “anonimato”, sono più certa di tanti anonimi di passaggio.
La sintassi la conosco, se ha letto altro di me se ne sarà reso conto, ho visto il mio errore (un che di troppo) e non ho ritenuto di correggere, era evidente la svista ed il senso si capiva ugualmente.
Il do ut des (incidentalmente, io non penso che Stefano Guglielmin sia un artefice di questo sistema, anzi in certo qual modo è una figura che attua una forma di resistenza interna) mi sembra di capire che lo intende anche Lei, nel senso che io attribuisco all'espressione, è in definitiva una sorta di autoreferenzialità circolare del mondo letterario, ma tant'è, e vede bene, io sto alle porte con molta modestia, definendomi poetessa e chiamando i miei testi poesie con reticenza. Nel caso ritenga che io abbia più alte responsabilità nel campo letterario, temo sia uno dei pochi a crederlo, di certo però ho il merito di aver convinto Gugliemin ad aprire questo blog che poi significa anche credere convintamente che la divulgazione di poetiche e poesia possa oggi avvenire più UNIVERSALMENTE con questo mezzo piuttosto che sulla carta stampata.
Ma è cosa che non penso solo io e già da qualche anno, infatti è è idea che sta penetrando nelle più alte sfere. Ed è un editore ramberti sul blog lapoesiaelospirito a riconoscere quanto oggi sia diventata produttiva di scambi, confronti e fermenti la cultura letteraria virtuale.
Non mi piace invece che si definisca l’ambiente di questo blog caramelloso, per quanto Lei possa avere ragione sul punto. Vuole che limitiamo la libertà d'espressone per il bene supremo della letteratura? Oppure mi sta richiamando ad una condotta più seria, Le sembro leggera, come ali, come vento, come un qualcosa che svanisce sullo sfondo?
Nonostante quanto Lei pensa o lascia intendere (paranoie permettendo) questo blog, a mio avviso, ha mantenuto un elevato livello culturale e il clima rilassato dei commenti è per consentire a persone come me di sentirsi come a casa loro, e non allontanarle, come avviene da altri luoghi, di modo che crescano in conoscenza del mondo poetico, dunque svolgere appunto concretamente quella proba opera di diffusione che è principale intento e merito dell’autore.
egregio dottor Margiotta lei ha ragione da vendere mi sono laciato andare a risate sguaiate ma il pezzo di Ramona mi ha fatto scompisciare pensando e questo è quanto.
RispondiEliminaPer il resto con me sfonda una porta aperta io so benissimo di stare alla poesia come lei sta al servizio militare. Per fortuna non sono nessuno e quello che scribacchio è solo nulla avvolto nel nulla.
Prima o poi se ne accorgeranno anche quei pochissimi che ancora mi danno retta ma sono preparato anche a quel momento visto che sono perfettamente cosciente della mia totale nullità.
pepe
ps al post successivo: sicuramente il signor Rossi mi sta dando dei consigli utili a sviluppare il blog in senso costruttivo; purtroppo il mio tempo a disposizione è limitato (sono appena tornato da un consiglio docenti, devo fare i compiti di inglese per donami mattina e devo finire di preparare la lezione su pagliarani per domani sera); quando potrò, comunque, cercherò di presentare poeti con qualche nota critica originale (come del resto ho cercato di fare con la poesia di Alborghetti)
RispondiEliminanon mi va di rispondere al sedicente signor mario rossi, perchè sono stanca, perchè credo che il sedicente signor mario rossi sia una signora che ho avuto occasione di conoscere in altri luoghi, lo stile è quello, brava senza dubbio, però polemica. ho promesso a me stessa che mai più avrei discusso con lei, così come penso di conoscere due dei quattro siti che dice di frequentare: nazione indiana, bombacarta. mi tolgo la polvere dagli abiti e saluto calorosamente e caramente e con grande affetto il padrone di casa, gian, pepe, ali. buona serata a tutti. antonella
RispondiEliminaEhi, men, cool down your jets... raffreddate i bollori. che è tutto questo sangue, questo dispiego di energie con sconosciuti? ma non avete la fidanzata/o o moglie/marito con cui litigare e prendervi a padellate in testa? Vedete? i matrimoni pure servono a qualcosa? Solo mio marito ha il beneficio, il privilegio di un eventuale litigio con me. Get a life! (ermi)
RispondiEliminail signor rossi una donna?
RispondiEliminaribadisco che se vuole possiamo parlarne per telefono.
ah ah Stefano, se fosse una signora Rossi sarebbe tutt'altra cosa?!....I conflitti con una donna si risolvono a volte in una passione folle.(e.)
RispondiEliminami permetto di farvi notare - a tutti - che mentre noi cazzeggiamo con questi micro conflitti, nel frattempo tra urss e uk è ricominciata la guerra fredda con terribili crimini, con agenti segreti con licenza di uccidere che eliminano altri agenti (una ventina in due mesi?). questa cosa mi sta totalmente assorbendo l'interesse di cronaca. dunque: uni maior minor cessat.
RispondiElimina(erminia)
c'è sempre un universale che imperversa. c'è sempre un particolare che tempesta.
RispondiEliminaoppps, volevo dire "ubi",sorry.
RispondiEliminaStefano, beh, sì, ma vuoi mettere il thriller di uno 007 dal vivo qui, a Londra, proprio a sushi bar mio preferito? (e.= 00345)
ma sei tornata in UK?
RispondiEliminafeste, si. e.
RispondiEliminaStefano, non ho però mai sentito o letto di questa Ramona...dunque mi sono gettata a indovinare fosse un travestito. Mi rendo conto che conosco meno della metà delòl agente di cui parlate apertamente e non. (e.)
RispondiEliminaErminia, non il mio primo commento in commento del sig. Rossi e neppure il secondo volevano essere animosi, l'animus casomai era dell'incuriosita perplessità, della volontà di capire.
RispondiEliminaAli, non mi riferivo a te!
RispondiElimina:)
(infatti, l'esclamazione "Ehi, Men! traduce "Ehi, uomini...." - inltre il riferimento a "jets" (cool down your jets) è un invito a raffreddarsi, a sedare, placare, la furia della contesa a tutti i costi....)
e.