In fondo io sono un uomo che, per professione, parla di vita e di morte agli adolescenti. L'altro giorno ho dato da commentare i seguenti versi di Sofocle, tratti da Edipo a Colono:
Non essere nati, è condizione
che tutte supera; ma poi, una volta apparsi,
tornare al più presto colà donde si venne,
è certo il secondo bene.
Quando giovinezza non più sia accanto
con sue lievi follie,
qual mai affanno va lungi,
qual mai pena non v’è?
Fra tutti, mi ha colpito questo passaggio di una sedicenne assai intelligente e, all'apparenza, felice:
“Io vorrei morire giovane. Vorrei morire in un incidente, in un attimo, in uno schianto, prima che la mia vita diventi un semplice susseguirsi di azioni fatte per abitudine, prima di non riuscire più ad innamorarmi, prima di non riuscire più ad afferrare lo splendore di ciò che è la vita stessa”.
possiamo darle torto?
oh, arroganza della giovinezza: mai ci si innamora di una persona come quando il percorso esistenziale e cronologico della propria maturazione sembrerebbe non autorizzarlo o consigliarlo ù più.(erminia)
RispondiEliminaNon lo so.
RispondiEliminaQuand'ero giovane ero si malinconica ma non volevo morire, la morte una cosa di là da venire, esterna, estranea, forse impossibile, inesistente.
Adesso è cambiata ogni cosa.
La prospettiva, i desideri.
Alla tua allieva chiederei perchè crede che non ci si innamori più oltre una certa età. Perchè pensa che poi la vita sia un susseguirsi di abitudini. Non ha vissuto e quindi non sa. Resistere. Se neanche i giovani sanno più inconsapevolmente resistere, per il fatto stesso che giovinezza è (nella loro testa) sinonimo di splendore della vita io chiedo chi li salverà?
Oscar Wilde ha giustamente sottolineato, in un suo famoso aforisma, che la "gioventù è sprecata sui giovani!"
RispondiEliminail giorno del mio diciottesimo compleanno ero infelicissima, non vedevo una speranza di pienezza di vita oltre i 24,come la studentessa in questione...
ma ero immatura: più vado avanti nella vita e più mi sento contenta di stare vivendola...e questo lo confermo anche come poetessa, non solo come donna, madre e insegnante.
Allora, quando ero confusa, ora o a 18 anni? Farai leggere i nostri commenti ai tuoi studenti?
(sempre e.)
...per non parlare degli innamoramenti, dei turbamenti, degli entusiasmi, della creatività e degli appetiti vitali, che con l'età possono anche aumentare, non decrescere , giusto Ali?!
RispondiEliminaE questo coinciderebbe con il cosiddetto "invecchiamento"...
....a meno che sia tutta una illusione, e il tempo psicologico vada invece a ritroso: ovvero, nasciamo spiritualmente vecchi ed esausti, e man mano ci distilliamo alla purezza della vera giovinezza, andando a ritroso nel processo ritenuto stupidamente cronologico e normalmente lineare. (erminia)
Sono d'accordo con Alivento (considera che il mio soprannome al liceo era "Agonia", ed ero convinto di essere la reincarnazione del giovane Werther): a quella ragazza farei la stessa domanda, con la stessa conclusione.
RispondiEliminaÈ strano. E difficile. La mia adolescenza è stata una tortura che allora credevo perpetua. Ora so che mi sbagliavo. Forse il senso della vita non è affatto un senso e l’oggettivo si riduce al soggettivo. La cosa bella che ho sentito io da un sedicenne è questa: il senso del vivere felici è vivere bene con se stessi e con gli altri. Mi pare bello anche se può apparire superficiale.
RispondiEliminagio
grazie amici per i commenti. Gli esempi che lei cita (come negativi) sono i genitori: litigano, stanno tutto il tempo davanti alla TV ecctera. Sono esempi che talvolta ci assomigliano.
RispondiEliminaCredo anch'io che si possa vivere intensamente per tutta la vita, ma ad una certa età "intensamente" significa godere del pane e dei denti che abbiamo.
la ragazza in questione non cerca la morte; fugge un destino che crede già segnato: quello della mediocrità. Ho tre anni per convincerla che si può scegliere diversamente.
dite che sia il caso che lei legga questi commenti?
In questi tre anni puoi cercare di insegnare alla tua studentessa l'accettazione dell'essenza dell'esistenza.
RispondiEliminaChe non è lo splendore della vita in giovinezza ma ad esempio è diventare genitori che danno forza, sicurezza, entusiasmo ai propri figli. Già riuscire soltanto in questo in tutta un'esistenza fa della propria vita un successo, non quello proposto dalla società, ma quello di esseri umani che nascono, si nutrono, si riproducono e muoiono e vivono ognuno di questi atti animaleschi (ai quali mi sembra davvero difficile sfuggire) con l'apporto della propria intelligenza. La mediocrità è quasi inevitabile e senz'altro più difficile da debellare, un modo è quello di accettarla e, nello stesso tempo, seguire le proprie inclinazioni, desideri e passioni e spendersi senza aspettare ritorni.
Erminia, Stefano NOI lo sappiamo che non è come lei pensa, ma l'incoraggiamento può essere soltanto nel senso di "provare per credere", probabilmente la tua stedentessa resterebbe sorpresa. :)
RispondiEliminaConsigli per una adolescente da parte di un vecchio rimbambito:
RispondiEliminastare lontano dalla poesia ma soprattutto dai poeti;
scovare e leggere tutti i fumetti di Andrea Pazienza;
ascoltare solo ottima musica non comerciale;
evitare tutte le buone compagnie;
fare una marea di cazzate;
odiare solo al singolare;
prendersi per il culo da soli almeno una volta al giorno;
non seguire le mode né il branco;
capire che la vita ci rende vivi nonostante tutto e fino alla fine;
essere indulgenti con i vizi degli altri perché i nostri sono anche peggiori;
parlare solo se è strettamente necessario;
diventare tifosi mistici della Roma.
pepe
Gabriele, condivido tutto, tranne la lettura di Pazienza (e la mistica calcistica): è meravigliosmaente virulenta e, per una ragazza, non è salutare.
RispondiEliminaAli, seguirà il tuo consiglio (forse).
Giorgio mi scrive
RispondiElimina"Caro Stefano,
ho letto le parole della tua studentessa sul desiderio di morire giovane.
Credo che la condizione adolescenziale (che per certi aspetti non ci abbandona mai) sia difficile non solo perché è una vita in formazione, ma perché che le convinzioni che si formano sembrano immutabili e ciò che sia pensa sia debba assolutamente essere.
Mi viene in mente una frase che credo sia nel libro di Aldo Busi "Seminario sulla gioventù" (cito a memoria):
Che cosa è rimasto di tutto il dolore che abbiamo creduto di provare da giovani...
Ecco la tristezza di una certa senilità: il dolore che abbiamo creduto di provare..."
però, caro Giorgio, potresti postare direttamente, no? :-)
ed ecco la poesia di Giorgio Bonacini, a cui accennavo nel post precedente :
RispondiEliminaChe cosa sappiamo
della profondità delle stelle
che non sia rabbia e luce
nero e buio caduti in se stessi
o attrazioni di roccia, spaventi?
Traghettano pagine
indimenticate alberi d'acqua
nella desolazione invitante
di un oltredestino e anzitempo...
a 16 anni piangevo sempre e sempre mi divertivo, dicevo anche che se fosse scoppiata la guerra mi sarei suicidata per non vederla, a quell'età tutto ha una dimensione esagerata, è tutto bianco o nero, si rifugge il grigio, poi si impara che anche il grigio è un bel colore e che esistono migliaia di sfumature di questo grigio, a volte tende all'azzurro, altre al rosa, c'è fumo di londra, c'è il grigio chiaro e quello scuro. ci si innamora a qualsiasi età, cosa crede la sedicenne che il mondo appartiene ai giovani? non credo sia preferibile morire in un incidente o in uno schianto, al cimitero le foto dei ragazzi morti sono la cosa più deprimente e banale del mondo. peccato che i morti non possono parlare altrimenti avremmo potuto chiedere a loro se avrebbero preferito vivere o morire a 16 anni. anna d. che è uscita col motorino per andare a studiare da un'amica ed è finita sotto un camion penso che avrebbe preferito vivere piuttosto che avere esposta la sua foto con i capelli biondi nel viale centrale al cimitero e tutta la gente che passa di là, non dice che bella la casetta in canadà, ma si ferma a dire poverina poverina. mah. possiamo darle torto? certamente, chi l'ha detto che ad una certa età non si afferra lo splendore del grigio argento dei capelli di una vecchia? io c'ho tanti guai ma mi sento più viva e ricca di quando ne avevo 16 e guai non ne avevo. a.
RispondiEliminaps. agonia?! :-))
cara Anto, come dare torto anche a te. Ho parlato con la ragazza: si dice "testa calda", ma sa che ogni cosa è metafora (tranne che la morte, che teme). anch'io le ho detto che nel grigio ci sono tutti i colori che abbiamo dentro. Lei ha capito.
RispondiEliminal'agonia viene dopo l'area del pentagono e lei conosce appena le tabelline (anche se sul Pentagono ha le idee chiare)
domani la vedo, le do l'indirizzo del blog. ti/vi saprò dire (magari ci scrive qualcosa, chissà)
RispondiEliminastefano mi correggi gli avessi e gli avrebbero. non si capisce perchè i siciliani diciamo giustamente "se avissimu" e poi traduciamo "se avremmo" :-) non dire niente alla ragazza, le sedicenni amano le frasi ad effetto. ciao a.
RispondiEliminamia figlia, fin da bambina, a tre, quattro, sei anni, ha sempre ritenuto carini i vecchi. Ovvero, non ha mai mostrato quella forse naturale distanza estetica che un giovane prova verso la vecchiaia.
RispondiEliminaRicordo che una volta, a Londra, appena fuori dal metro', nel caos della folla, - aveva allora otto anni - un barbone ubriacone, buffo buffo come un folletto, le venne fin troppo vicino a guardarla diritto negli occhi e lei, invece di spaventarsi, alzo'la testa verso di me.... mi guardo', fece un grande sorriso di sorpresa e mi disse: ""Mamma, che carino questo vecchietto...!""
....questa e' una reazione abbastanza insolita all'impatto generalmente negativo che i giovani hanno con i tratti della vecchiaia ....(e.)
vero, erminia.
RispondiEliminaanto, lascia i verbi come sono. li hai scritti. va bene così (mica ho la penna rossa :-)
Masso, sono lieta che tu la pensi come me, aggiungo che "agonia" in certi momenti dell'adolescenza credo sia soprannome che calzi bene a molti.
RispondiEliminaL'adolescenza è momento di profondi cambiamenti fisici e stravolgimenti chimici, è chiaro che questo influisca sull'umore e sulla visione della vita e del proprio futuro.
A me ad esempio dicevano che non sorridevo mai. :)
Cos'è meravigliosamente virulenta la mistica calcistica o la lettura di Pazienza? :o))
RispondiEliminaSe parli della Roma la devi vedere come sulle poesie di Victor Cavallo ma è un qualcosa che solo chi sta a Roma può capire: va molto al di là del calcio e del tifo calcistico (esclusi gli idioti che espongono celtiche e vanno in giro a spaccare ossa). :(
Se parli di Pazienza sì forse c'è violenza ma è di quella selvaggia interiore molto politicamente scorretta che alla fine salva anche se non ha salvato lui grande artista grandissimo poeta (di quelli che piacciono a me) ;o))
pepe
Pazienza va affrontato da adulti; gli adolescenti, se deboli, con lui sono spacciati.
RispondiEliminaali, dunque hai un volto, un sorriso, delle piccole rughe ai lati degli occhi, un ricciolo che non sta giù? :-) oramai ti credevo puro spirito!
che poi, manco a farlo apposta, proprio stamattina ho avuto un incidente stradale, sì un botto, uno schianto. vorrei morire vecchia, nel mio letto, attorniata dai miei cari, dopo aver vissuto complesse vicende e mille amori. non nella strada ammazzata come un cane. consiglio alla tua alunna di andare a fare una visitina al sito http://vittimestrada.org ci sei dei bei cataloghi/opuscoli di ragazzi morti. sai cosa non mi piace del tuo post? la domanda che fai: possiamo darle torto? certe cose mi fanno venire una rabbia! saluti a tutti a.
RispondiEliminawww.vittimestrada.org
RispondiEliminaci sono
dovrei imparare a rileggermi prima di fare pubblica a.
Comprendo la tua irritazione antonella e non vado neanche a guardare il sito; gli scempi tragici di qualsiasi natura mi affliggono.
RispondiEliminaDico invece che l'ottica di chi desidera la morte è che da morti tutti i problemi sono risolti, ed è vero, i problemi restano ai vivi, d'altra parte cercare la morte (non solo in genere con sè porta altre morti) ma è anche anche una resa. Molti giovani amano i giochi elettronici, le sfide, la gare sportive, le partite, se rimane un benchè minimo senso competitivo perchè arrendersi nella battaglia più importante di tutte, quella quotidiana?
Alla morte d'altra parte, passo dopo passo si và comunque incontro ma davvero non è il caso di cercarla o anticiparla, in questo senso ci sia compagna sempre presente nel pensare di fare bene, di spandere luce, o volare finchè fare, brillare o volare possiamo.
Stefano, un ricciolo ribelle è vero, sempre solleticato dal vento. :)
RispondiEliminaGugl, ho letto tutto e spero solo questo, che questa tua alunna ti ha detto quella cosa soprattutto per colpire il suo Prof preferito, magari, voleva sicuramente provocare in te una reazione, ma lei stessa mentre te lo diceva non ne era convinta, magari era solo un'idea paradossale, riguardo poi alla scelta del tipo di morte, oltre i 100 anni, ovviamente, magari potrei essere d'accordo, e' meglio morire in un attimo che dopo indicibili sofferenze, Catalano docet !
RispondiEliminaCiao da Fadipao.
la ragazza in questione dovrebbe andare in qualche ospedale pediatrico o in qualche reparto di leucemie giovanili a vedere come muore la gioventu' colpita da disgrazia. e apprezzare la felicita'e la voglia di vivere di coloro i quali sopravvivono e reagiscono alle cure. fare la volontaria in uno di questi reparti e'opera meritoria. e serve ad apprezzare 'la propria vita e la propria salute oltre a quella dei propri cari e amici.
RispondiEliminalo dico senza volere fare polemica. credo che sia una buona terapia alla voglia, certo tragica ed innaturale, di morire giovane. e.
cara Antonella, io mettevo l'accenbto sul desidrio di autenticità, di vitalità, non su quello di scomparire. prova a leggerla in questo modo.
RispondiEliminaAli, cose sagge dici.
Fadipao: penso ach'io che sia così.
Erminia (e Antonella): ma non possiamo evitare di sbattere davanti ai giovani l'orrore che la vita ci riserva? L'amore passa per la sofferenza dell'altro?
stefano, personalmente ho sempre detto ai miei figli la realta' del mondo (che tu chiami 'orrore')....l'ho detta la realta' (e non la verita'), senza mai nasconderne gli eventuali orrori (anche se io non considero la malattia oe l amorte un orrore, ma un accidente). Non sono per essere o per promuovere il genitore del tipo benignano, come nel film La vita e' bella.
RispondiEliminail padre del film, e' il padre che non mette al corrente il figlio, ingannandolo su quello che sta realmente accadendo, fingendo sia un gioco...ma per preservare cosa? l'ínnocenza del bambino?il bambino non e'innocente ma inconsapevole, disinformato........ in effetti ne causa l' íneguatezza storica, la pusillaminita', l'ínettitudine.
il genitore che intendo io dice al bambino gia' a due anni che la macchina si chiama áutomobile e non popo'.e non tent aaffatto di di disinformarlo....
Non bisogna trattare il bambino come un piccolo felice selvaggio nella giungla dei sogni, perche'non lo e'...Non bisogna trattarlo da selvaggio nella jungla dei VOSTRI sogni, e non lo sara' (er.)
ti do ragione, a patto che in questa mania di informazione non ci sia una violenza infruttuosa.
RispondiEliminatrovare le parole giuste per dire che dio non esiste. trovarle in modo che poi non ci si senta orfani per sempre.
Aggiungo che, oltre a me e anto, devi citare anche ali come donna che ti sollecita a contribuire ad insegnare alla studentessa a´vedere´ il reale e ad accettarlo senza drammi (cito ali): ´ In questi tre anni puoi cercare di insegnare alla tua studentessa l'accettazione dell'essenza dell'esistenza.(e.)
RispondiEliminaallora, Stefano, per te, come insegnante di lettere, la Silvia leopardiana, che addita a noi lettori la fredda morte con la giovane mano, non insegna nulla?! E' un esempio da gettare via, non educativo?
RispondiElimina´tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.´
Giacomo Leopardi
A Silvia
(1828)
Metro: Canzone libera. È la prima in ordine
cronologico ed è composta da sei strofe, diverse
tra loro per numero di versi e schema.
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare 5
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta 10
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri 15
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce, 20
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. 25
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia 30
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura. 35
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, 40
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome, 45
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d'amore.
Anche peria tra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei 50
anche negaro i fati
la giovanezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell'età mia nova,
mia lacrimata speme! 55
Questo è quel mondo? questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero 60
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.
Leggendo 'la distanza medicata'
RispondiElimina(anche se forse non qui dovrei postare questo commento)
Di schiena. Come l’amore che viene senza maniglie.
Così mi arriva la tua poesia, un urto non medicato, sì, acuto,
si dilata in voce che cade e pungola e tiene
il suono sul filo disfa gomitoli ti invischia nella partitura più fitta aggroviglia
ma sfalda fino a sentirla grattarti le ossa
di schiena però e pura di modo che tu la riconosca toccando
di te stessa la fine il moto il condotto dove
ti incanali e conosci
lo stesso nome.
da un po' non mi capitava di trovare versi maschili che mi piacessero così tanto.
iole t.
ops... la distanza immedicata ... mannaggia a word e all'autocorrettore ...
RispondiEliminai.
ooopsss!
RispondiEliminaErminia: i cimiteri sono molto romantici, e vero, specie quelli di montagna o di campagna (cfr. Gray). Io sono del parere però che i bambini, se possibile, vanno protetti dall’orrore (che è ogni cosa che ci lascia una ferita insanabile, e dunque ogni età ha il proprio orrore). A Silvia è una bella poesia, ma non mostra Silvia mangiata dai topi (come una poesia di Benn che ho postato qualche mese fa).
RispondiEliminaNaturalmente ringrazio anche Ali (ma lei lo sa già che le voglio bene, in senso fraterno, ovviamente).
Iole, è un piacere trovarti qui. non sapevo che tu avessi già per le mani "la distanza": i tuoi complimenti sono molto graditi.
Ti faccio anch'io i complimenti visto che sei arrivata finalista al premio Giorgi. ciao
- possibile che la mia studentessa passi di qui oggi pomeriggio e lasci un messaggio.
se si contribuisce a dare ai giovani il senso del reale e della storia, del loro posto nel mondo vero, che ha bisogno di loro, della loro creativita' e partecipazione, questi non sentiranno inutile la vita e non avranno paura del futuro oltre la vuota gioninezza....mi piacciono i giovani impegnati che donano il loro tempo agli altri con cognizione di causa....ci sono tanti ambiti in cui aiutarli ad inserirsi...tanti ambiti hanno bisogno di loro, ....di potere contare su di loro, nel tempo....
RispondiEliminaAllora, se la tua studentessa passa di qui, è necessario che io dica altre cose.
RispondiEliminaE' profondamente vero che ognuno di noi è artefice del proprio destino, non nel senso che si realizzano tutti i nostri desideri ma nel senso che la tensione verso ciò che desideriamo dà alla nostra vita un indirizzo, un corso da noi voluto precisamente e fortemente, anche se poi non raggiungiamo i traguardi sperati, sognati, attesi sono quelli - gli obiettivi - che muovono e devono muovere le nostre azioni. Averli bene in mente aiuta a muoversi nell'esatta direzione. Se ciò che tarpa le ali alla tua studentessa è un'ambiente familiare che non la protegge (se occorre e con buon senso anche dall'orrore, dal lutto, in quanto possibile, per rispondere incidentalmente ad Erminia), indirizza e corregge ma le rende la vita greve, abbiamo già compiuto passo uno e due delle tre azioni risolutrici dei problemi. Analizzare e circoscrivere, resta il passo tre: risolvere. Posto che la resistenza è necessaria base di qualunque processo attivo, intelligente, costruttivo, (altrimenti detta tenacia) nel caso specifico la soluzione io la vedo realizzabile nei prossimi cinque anni. Diplomarsi il più celermente e brillantemente possibile, rendersi economicamente indipendente, vivere una vita secondo i propri desideri di serenità interiore ed esteriore. Aggiungo che l'analisi deve mettere in conto che l'indipendenza economica ed una vita in proprio comportano di saper gestire la propria esistenza senza le ali protettive (in tal caso solo verso l'esterno) dei genitori, che è il passaggio più traumatico del processo di responsabilizzazione e crescita. Di fronte a questa prospettiva tanto attraente quanto onerosa forse i litigi dei genitori possono apparire per qualche anno ancora tollerabili: resistere appunto.
Ecco ci tenevo a dire questo alla studentessa che forse passerà di qua, non è un giudizio sul suo modo di sentirsi adesso, sul suo dediderare la morte, rapida, "eroica" metropolitana, che, anch'esso e per altre ragioni può essere noto, condiviso, compreso anche da NOI, ben più grandi di lei ma un atteggiamento costruttivo di chi suggerisce sempre "getta il TUO cuore oltre l'ostacolo"
che non è gettalo via o regalalo alla grande signora e padrona
RispondiEliminaBye e sopportatemi ;)
Grazie ali. Dunque: 1) obiettivo ben chiaro (ciò implica sacrifici, che verranno poi ripagati dalla soddisfazione di aver raggiunto o avvicinato l'obiettivo); 2) aver chiaro i mezzi epr raggiungerlo; (in questi due punti, un consiglio di adulti di cui ci si fida, aiuta); 3) costruirsi una base professionale sicura, che consenta il taglio del cordone ombelicale.
RispondiEliminagrazie anche a Erminia: anch'io penso che il volontariato sia un modo per crescere dentro.
grazie Ermina per queste testimonianze. sono d'accordo ancora con te (e con Platone): filosofia è imparare a morire.
RispondiEliminaDi una cosa mi sono sempre più convinto man mano che accumulavo esperienza nella vita. Non esiste vera comunicazione tra la vecchia e la nuova generazione. Nessuna generazione riesce a insegnare nulla di nulla a quella che si affaccia alla ribalta che compierà i suoi errori/orrori e imparerà da questi, almeno nel periodo giovanile, soltanto dopo quando si matura si ripensa al passato e si riescono a capire tante cose ma solo dopo aver compiuto il proprio folle destino. Questo è ancora più vero in questa società dei consumi che tutto usa e tutto getta nel volgere di poche ore.
RispondiEliminapepe
dire che le farfalle sono effimere e'una ridondanza, no?
RispondiElimina:)
Cara Patrizia, noi adulti soffriamo di disincanto tuttavia non accettiamo che ne soffrano i nostri giovani, perchè è dai loro entusiasmi che troviamo ragione e proiezione dei nostri, questa è la vostra inconsapevole responsabilità: essere la nostra speranza.
RispondiEliminaQuanto all'incapacità di provare emozioni forti ricrediti sulla fiducia, noi sappiamo solo camuffarle bene, e pretendiamo di non darne conto a nessuno in ragione della nostra maggione età.
Ma quanto a intensità non c'è paragone con la vostra acqua tiepida :P
E non parlo sono di passione amorosa beninteso, ma di rabbia, dolore e quant'altro.
Prof, vedo che la "professitudine" ce l'hai nel sangue. :)
Buona domenica ad entrambi.
Cara Patrizia, quello che scrive Alivento mi sembra molto vero: noi adulti ci vergognamo un poco a mostrare agli adolescenti l'intensità delle nostre passioni. Poi conviene distinguere: ci sono adulti mediocri così come ci sono adolescenti mediocri. Di solito, gli adolescenti mediocri diventano adulti mediocri. Chi passa per questo blog, credimi, non è per niente mediocre: avrebbe un sacco di cose intense e drammatiche da raccontare, ma non lo fa per pudore e per rispetto del dolore degli altri. Ma chi passa di qui sa anche ridere, scherzare e lo fa pur sapendo di vivere sulle pendici di un vulcano attivo.
RispondiEliminaSpero fortemente di riuscire a darti la forza affinché tu possa trovare la tua strada.
un bacio
stefano
si chiama Patrizia, allora, la ragaazza. beh, ciao.
RispondiEliminanon posso accettare che una ragazza creativa e intelligente si ancori alla nozione primitiva che la gioventú stia in un corpo giovane. la gioventú della mente e la capacitá di intensitá dei sentimenti non si calcola affatto dal numero degli anni. vi son ragazzi mie amici (non pochi) vecchissimi dentro, nati vecchi, apatici e appunto irresponsivi, al cui cospetto il cuore giovane di un adulto, di tanti adulti che conosco (ad esempio, tra i miei professori), o di un vecchio (penso ai miei bei nonni) pieno di passioni é pari ad un fiore, e non dico altro. ci sono categorie che dovrai imparare a superare, patrizia, perché ti vedo molto ancorata a divisioni settarie che scatenano conflitti e guerre. la realtá umana é molto piú sfumata e non c'é bisogno di crescere nel numero degli anni per capire queste sfumature. sono convinto vi siano tantissimi nostri compagni sedicenni capaci di coglierle. se tu sei strutturata e bianco e nero, per intenderci, come dimostri, sarai molto probabilmente una di questi adulti arroccati che tu tanto critichi (massimino, etá 2, del tuo stesso liceo)
Cara Patrizia,
RispondiEliminaci siamo passati tutti, tutti siamo stati prima bambini, adolescenti, maturi e infine vecchi.
Domani riderai di te stessa, di queste tue emozioni così categoriche.
La vita non si limita alle forti emozioni ma è molto molto di più e questo sarai in grado di comprenderlo solo crescendo.
Io conosco giovani adolescenti di un cinismo, una banalità, una superficialità aberrante, dove le uniche preocupazioni sono le griff o la paghetta. Adolescenti ignoranti,egoisti, viziati, xenofobi, omofobi ecc. ma mi sbaglierei di grosso a credere che tutti i giovani siano fatti così.
Così ti sbagli di grosso anche tu nel pensare che tutti gli adulti sono come tu li descrivi. Basterebbe il tuo prof a dimostrati il contrario.
Un consiglio appassionato impara a guardare oltre l'apparenza e i luoghi comuni.
Con simpatia.
pepe
grazie Pepe per avermi salvato. condivido pienamente ciò che dici.
RispondiEliminacosì come condivido il discorso di "massimino" che non so chi sia, ma spero che me lo dica lui stesso domani (se davvero frequenta il Martini)
Ciao sono Patrizia dal computer di Cristina. In effetti molti di voi mi hanno dato dei consigli che mi sono veramente piaciuti. Consigli che dimostrano che in effetti non tutti i quarantenni sono persone vuote. L'unica cosa che ancora non mi convince è quel dannatissimo colore grigio. Spero di riuscire ad accettare che prima o poi le picchiatte e le salite non si alterneranno più con la frequenza con cui lo fanno ora.
RispondiEliminaGrazie a tutti e buona serata.
Ps: Prof, io non l'ho mai considerata un mediocre.
...ci mancherebbe altro che una sedicenne avesse i criteri per giudicare se un professore è o meno un mediocre.....ma cresci! ci fai fare la figura dei cretini arroganti a tutti noi! (massimino)
RispondiEliminabene, allora, cari patrizia e massimino, visto che è così, oggi vi interogo :-))))))
RispondiEliminaA Massimino: beh, forse io avrò una bassa opinione degli adulti, ma tu hai una bassa opinione dei tuoi stessi coetanei se credi che io non abbia criteri per valutare un insegnante. Un bravo professore lo si riconosce! Non puoi dirmi che credi che siano tutti uguali, che per te uno vale l'altro! Avrai giudicato pure tu qualcuno nella tua vita! Tutti giudicano, non lo negare. Io lo ammetto, a volte sono un tantino arrogante con chi non stimo, spesso faccio razzismo intellettuale. Purtroppo sono fatta così. A volte esagero anche, ma non dirmi che non ho il diritto di esprimere le mie opinioni sui professori. Un bravo prof. non ti fa semplicemente imparare dei concetti a memoria, come purtroppo fa la maggior parte. Un bravo professore ti insegna anche qualche cosa sulla vita in base a questo li divido in mediocri e non mediocri.
RispondiEliminaPatty
Ps: ma prof! Oggi non mi ha interrogata!!!! :) :) :) :)...comunque sono sempre pronta ad ogni evenienza!
hai ragione Patty; a dire il vero non ti ho nemmeno salutata.
RispondiEliminache pessimo prof!!! :-)
A me piace risulatre antipatica ai mie studenti! Necessariamente "antipatica". Non faccio con loro nessun giochetto di Captatio benevolentiae! Dico loro quanto sono insopportabile e quanto loro sono insopportabili se abbandonati allo stato brado.
RispondiEliminaI miei studenti non potranno mai avere in me l'assistente sociale delle loro quotidiane cretinate ( o menate!)
Credo fermamente che a 14 anni si sia “quasi” adulti. La nostra società, incapace di offrire riscontri pratici al naturale sviluppo tipo psico-fisico dei giovani, li illude e li trattiene in una falsa ed eterna insulsa adolescenza, che di fatto non esiste e che li castra come dementi in un manicomio (questo manicomio è la famiglia): è una invenzione moderna per neutralizzare la forza giovanile.
Romeo e Giulietta si sono sposati a 14.15 anni e sono stati capaci, così giovani, della più grande tra le più nobili passioni. E’ uno dei mille esempi dell’eroismo delle passioni giovanili.
Datevi da fare a dimostrare che siete nell'età della grande intelligenza, invece di fare i bambocci oppositivi, stretti,soffocati nella morsa di atteggiamenti iper-protettivi, creati su misura per voi a tavolino, da quel potere e da quel tipo di famiglia patriarcale freudiana che vuole tenervi a freno per acquisire e consolidare il loropotere...per non morire.
Dunque ha ragione Massimino: “Gow up! Get a life!”
(si dice così in ogni cultura e dunque anche in quella inglese. (“ Crescete, e fatevi una vita ! Basta menarvela!”)
(erminia)
(ermi)
Opps, sorry, era un typo: Leggi e correggi: "Grow up! Get a life!" (ermi)
RispondiEliminaLa maturazione non ha gli stessi tempi per tutti. A 16 anni alcuni sono già quasi pronti a formarsi una famiglia, altri sono poco più di bambini.
RispondiEliminaE' inutile forzare i tempi, la scelta è tutta loro, come amo dire a coloro che educo: "tutte le strade sono vostre, abbiate la consapevolezza della vostra potenza e potenzialità, sentitevi forti, liberi, capaci di raggiungere le vostre mete, e nel rispetto dei valori fondamentali della vita, delle regole sociali, e di correttezza morale, nell'osservanza del divieto di fare danno agli altri, a sè stessi, alle cose, ebbene: VIVETE"
Stefano, son lieta che ti abbiamo fatto fare bella figura con i tuoi studenti, evidentemente le tue frequentazioni virtuali non sono così malvagie.
Erminia il timore che deve incutere un professore è analogo a quello che deve ispirare un genitore. Non un timore da succubi, reverenziale e supino, bensì più similare al rispetto del ruolo di guida nella vita e nella formazione della personalità e culturale.
Ali, ciao: intendo la comunicazione come incontro di istanze personalizzate. Comunque, ho detto semplicemente che mi piace rendermi “antipatica” (ma era una provocazione),.... non c'è da avere nessun timore di insegnanti del mio tipo, pure molto diffuso...essi non sono lì come docenti a sostituirsi o a subentrare ai genitori. non credo, ali, in questa sinergia scuola-famiglia nel senso dell'essere forze analoghe. le vedo sì complementari, ma profondamente diverse nei loro obiettivi.
RispondiEliminaCredo, certo sbagliando, che il compito dell'insegnante sia quello di un istruttore, mentre quello dei genitori sia quello di guida.
non desidero guidare spiritualmente nessuno perché so essere settaria la mia ideologia e non valida per tutti.
Come tipologia di un certo tipo di insegnate, posso solo “istruire” delle menti assorbenti nel senso della conoscenza oggettiva dando loro strumenti critici e credendo come faccio nella loro potenziale capacità e maturità intellettiva.
Per insegnanti di questo tipo, la sfera spirituale è lasciata alla famiglia e alla "Chiesa".
Non è che tra gli studenti, in pratica, sono poi tanto impopolare, ad essere così antipatica, anzi!
:)
chiaro che io invece tendo a propormi come guida, ma che aiuta a trovare i propri sentieri.
RispondiEliminavedo che questo post vi ha appassionato: mi fa piacere.
Ho accettato l'invito e letto i tuoi post. Questo mi ha un poco intristito, devo dire, e spero solo che la tua allieva in realtà abbia sempre un bel sorriso sulle labbra e quello che ha scritto sia solo una "romanticheria" da adolescente. Io ho scelto di non dare più tracce di questo tipo. La motivazione di questa scelta credo sia in parte legata al fatto che qualche anno fa nella scuola in cui insegnavo un ragazzino, bocciato due volte in prima, si è ucciso, in parte però è legata anche alla convinzione che c'è tanto tempo per imparare a essere tristi e a soffrire e non c'è davvero bisogno, secondo me, di impararlo da giovani. Nel crescere, o nell'invecchiare, se preferisci, ho deciso di sfruttare al massimo la felicità che a volte i giovani portano dentro e di non contribuire a intristirli. Ma questo non vuole assolutamente dire che scelgo di lasciarli nell'inconsapevolezza o che coltivo in loro false illusioni di felicità: a scuola si parla anche di sofferenza, ma semplicemnete non la si coltiva come un bene. Perdona questo scritto,nel caso tu ti senta offeso da quello che ho detto. Non ti conosco e quindi posso anche aver frainteso.
RispondiEliminaanch'io parlo più della vita che della morte. I ragazzi hanno bisogno di credere nel futuro. ma devono affinare lo sguardo, saper distinguere il fumo dall'arrosto, il bello dal banale, il necessario dal faceto.
RispondiEliminagrzie per essere passata.
il figlio di un mio carissimo amico di giovinezza si è ucciso a 17 anni al ritorno da scuola dopo avere scoperto di essere stato bocciato. bisogna parlare di gioia, speranza,di futuro, di possibilità ed accettabilità dell'errore , non di morte, con i giovani...sono d'accordo con "pessimoesempio". (e.)
RispondiEliminanon vorrei che si credesse che io parlo solo di morte con i miei studenti. tanto è vero che il giornaslino di istituto è pieno di battute umoristiche fatte in classe (segno che il clima in classe è sereno).
RispondiEliminasalve prof!da sabato pomeriggio c'è una domanda nella mia testa:l'ho scritta sui muri,l'ho scritta nel treno,ho chiesto risposta ai passanti nel centro...l'ho urlata al cielo.Ora lo chiedo a lei:...a che cosa pensa la sera?
RispondiEliminaScherzi a parte...ho letto alcune delle sue poesie.Mi piacciono!anche se alcuni passaggi mi sfuggono.Per quello che può contare...le faccio i miei complimenti!Patty
P.s.comunque,sul serio ho scritto quella domanda sui muri,nel treno,l'ho urlata e ieri sera,a Venezia,io e cristina abbiamo fermato alcune persone chiedendo loro cosa pensasse la sera..era tanto per fare una pazzia!
io credo che ogni cosa pensi, làdove pensare sia l'esercizio stesso del propri esse qui. Cambiano soltanto i modi.
RispondiEliminaciao e grazie
Intuisco la sua teoria: una cosa, poichè esiste, ha anche una sua forma di pensiero! E' una delle cose che mi affascina. Mi è rimasta dentro quella poesia....Se penso che, in questo momento, la sera pensa come sto pensando io....Mi sento quasi meno sola....
RispondiEliminaMa non è soltanto questo. Se assumo questa consapevolezza e poi mi metto ad ascoltare, sembra di sentire frusciare. Quasi un fluire di ciò che mi circonda, immerso nella sera. Il respiro della sera stessa....Non lo so. E' più che altro una bella sensazione. Ma ci sarebbero tante altre cose che vorrei farmi spiegare da lei riguardo le sue poesie (e non solo)! Farsi parafrasare dei versi dal poeta stesso è ciò che volgarmente definirei "una figata"!
Patty
che bello avere studenti come te!
RispondiEliminaSalve. Sono un'amica(dispersa) della patti. Possimo darle torto? Possiamo, forse dobbiamo. Sarà xkè il pigafetta nn mi lascia molto tempo per vivere, sarà perchè mi sento in debito con il mondo, sarà. Ma ciò che penso è che noi abbiamo una responsabilità, proprio un debito verso chiunque altro: per ogni sorriso, per ogni vestito nuovo, per ogni lacrima, per ogni desiderio. Come possiamo permetterci di lasciare tutto a metà? Io nella vita voglio fare cose Grandi, veramente. Ora posso divertirmi, ora posso ridere o scherzre o disperarmi. Posso anche "aiutare il mondo"(espressione oscena e presuntuosa), in parte. Ma per saldare pienamente il debito con tutto ciò che mi circonda, con tutto ciò che esiste ed è esistito.....ho bisogno di tempo. Bisogno di consapevolezza. Forse anche di saggezza, per quanto la parola suoni anche a me come vecchia e squallida....
RispondiEliminadimenticavo: ovviamente il mio prec commento vale solo se nn si pone se stessi al cento dell'universo........Ma. Anche facendolo, anche non considerando nessun altro(gesto k definirei un po' egoistico..)ecco, anche allora. Non potrei essere daccordo con te, patty. Questa volta non xk nn è giusto, ma semplicemente xk nn ha senso......Se potessimo sapere cosa ci riserva il domani, allora potremmo forse scegliere: se vivere o lasciar perdere, se o se. Non lo sappiamo. Te la senti davvero di dare un calcio a tutto, così, all'improvviso? Ogni attimo racchiude la sua profonda meraviglia, ogni attimo è pronto a dischiudersi davanti a noi. Vivere non è scoprire? Qualsiasi cosa, e continuare a meravigliarsene. Perchè ogni cosa è nuova, sempre. Avete presente i sofisti? Tutto cambia, tanto la materia quanto l'uomo...Vivere è come bere da una fonte sempre fresca. Morire è smettere di bere nonostante si abbia ancora sete.
RispondiEliminaNon ci si innamora più? e i poeti?qllo k ha scritto
Meravigliosamente
un amor mi distringe
i due versi+belli della storia della poesia non aveva certo16 anni......
by cucino patate
una ragazza come patty non poteva che avere amiche come te, carissima pigafettiana. Hai detto cose saggissime. Se sicura di avere 16 anni?
RispondiEliminaCosì piccoli e già frequentano il Martini?!
RispondiElimina:)
già, che mascalzoncelli sti veneti :-)
RispondiEliminaBenny, benny...cara la mia amica dispersa...Una volta tanto ti sei degnata di darmi un tuo segno di vita! Sarò schietta con te, come sono sempre stata: sai, è facile dire che ogni giorno è una sorpresa, che la vita vale la pena di essere vissuta e sparare tutto il resto di frasi fatte e rifatte. Ma io non credo sia così...Io ho paura che la mia vita diventi monotonia. Perchè, ora, a sedici anni, è vero che l'acqua della fonte è fresca, ma non sempre potrebbe essere così. Mi conosci e lo sai behe che ho sempre odiato la mediocrità, il qualunquismo. Ho paura di trasformarmi in tutto ciò che ho sempre odiato. Comunque in tutta sincerità...Mi suona un po' ipocrita sentirmi dire quanto la vita valga la pena di essere sempre vissuta, proprio da te, che non osi mai, che non ti spingi mai oltre il limite consentito. O forse tu riesci a dirmi queste cose proprio, perchè tu, l'abitudine, la monotonia, la mediocrità, le hai già accettate. Io le temo ancora.
RispondiEliminaBenny, sono dieci anni che ti conosco e non ti capisco ancora! comunque sai che ti voglio bene!
Prof...dopo tutto quello che ho letto in questo blog sono più consapevole del fatto che "la morte a piccole dosi" si può evitare, che si può scegliere. Ma ho ancora tanta paura di "finire male". E non mi è passata affatto la smania di voler sempre toccare il limite, al fine di sfuggire dal grigio.
Patty
"finire male" è una triste possibilità; "finire" è una condizione per essere felice.
RispondiEliminaquand'è che parliamo con più calma io e te?
si può toccare il limite in molti modi: forse, sicuramente, io me ne sono preclusi alcuni. La mia vita non è certo sregolata, questo di sicuro mi dispiace, questo in passato mi ha messo in crisi. Ora...ora so che non ho rinunciato a fare follie per niente...Il pensiero tocca limiti che la vita concreta, per quanto folle, per quanto bella, non potrà mai sfiorare. Io odio la mediocrità tanto quanto te, patty, io non sopporto le mezze misure. Solo, io supero i miei limiti, esco dalla banalità in modo diverso. Il pensiero è ciò che rende più libero l'uomo, meno mediocre, e il pensiero riempie la mia vita, la anima come il divertimento anima la tua.(ovvio. non significa k tu nn pensi o io nn mi diverta, è sl questione di priorità) Penso che sia più importante essere Grandi che felici, tu forse no....tutto qui.
RispondiEliminaQuesto per dire k è riduttivo considerare una sola la fonte, una sola l'acqua, uno solo il suo sapore.
by la solita benni alias cucino patate
Prof. dobbiamo ASSOLUTAMENTE PARLARNE io e lei con calma! Quello che ha detto oggi in classe mi ha fatta stare male. Non posso credere che gli amici esistano soltanto alla mia età. Non voglio crederlo! Mi rifiuto! Io posso continuare a sperare nel mio futuro, posso credere che il mio domani non sarà solo monotonia, routine, se cisarà qualcuno a dimostrarmi che non è vero. Avevo cominciato a credere che potevo scegliere del mio futuro, avevo cominciato a credere che sono in pochi quelli che si "salvano" ma ci sono! Lei aveva cominciato a farmi credere che non per forza si finisce nella mediocrotà. Che non per forza si finisce con lo smettere di sognare. Ma allora perchè ha detto quelle parole? Io dico: "io sono solo un povero cadetto di guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna" il grande Guccini.
RispondiEliminaSto leggendo "come a beato confine". Mi suscita tante immagini, tanti spunti...Ma sento che c'è qualcosa che mi sfugge. Me lo spiegherà vero? Vero? :-)
Patty
stamattina ti vengo a prelevare in classe, come un principe azzurro, così vediamo se riesco a convincerti che il beato confine esiste :-)
RispondiEliminaNon credo sia giusto, no! istigare questo stato mentale, questo rapporto esclusivo con il prof. in una adolescente di per sé già tanto esaltata, incitare tanta fantasia auto-ossessiva. La modestia , la misura e l' umiltà sono le doti delle vere principesse e dei veri principi. Che non sono necessariamente coloro i quali sono assisi in trono. E nemmeno quelli che saltano in groppa dietro al primo venuto, non avendo nessun altro a cui pensare ovvero, per citare Patty, tanto per "fare una pazzia".
RispondiEliminapeppe
purtroppo le scrivo tardi, ma non non ne avevo più avuto occasione. la ringrazio veramente per avermi concesso di parlarle sul serio sabato mattina, per avermi concesso di spiegare cosa intendo per mediocrità, per avermi dato la possibilità di farle capire perchè io tengo a lei, perchè vedo in lei un po' una guida,un esempio. non è un capriccio, ma è che lei è uno dei pochi che mi possano capire e consigliare. in effetti non ho molte basi per dirlo, ma è anche un fatto di pelle! ho bisogno di un adulto di cui fidarmi, a cui credere.certo, mi reputo abbastanza intelligente da capire che anche ciò che dice lei non lo devo prendere come "oro colato".non si preoccupi...potrei anche contestarla! ma se non credo a lei...a chi credo? sa che è così.
RispondiEliminaps. non è stato molto simpatico a mia mamma. non so cosa le abbia effettivamente detto, mia mamma rigira sempre le cose un po' come le pare! ma anche questo è a prova del fatto che chi va a genio a me...non va a genio a mia mamma! la ringrazio ancora per il tempo che mi ha concesso! la saluto...professor "principe azzurro"... potrei chiamarla così anche in classe d'ora in poi :) :) :)!!!!!
Ascoltate qua (è decisamente in tema):
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=saWsc5bSdhI
Splendido.
"Parlare di vita e di morte agli adolescenti"?
RispondiEliminaIn teoria per mestiere dovrei farlo anch'io.
Ma è del tutto inutile.
Non gliene importa nulla né della prima, né tantomeno della seconda.
Vivono e basta, senza farsi domande.
Forse è meglio così per loro.