Fra i poeti che visitano, con discrezione, questo blog c'è anche Giorgio Bonacini, il quale mi scrive: "Caro Stefano, leggendo sul tuo blog i commenti (belli e malinconici) al tuo intervento intitolato "SCUOLA" mi è venuto il desiderio di dedicare a tutti una poesia che ho scritto un po' di tempo fa pensando a chi scrive poesie, a chi le legge, a chi ne ha timore, a chi non le conosce, a chi non vuole saperne nulla, a chi..."
Ecco la poesia. Chi volesse conoscere meglio Giorgio, rinvio alla sua voce che trovate qui e ad uno studio sulla sua poesia che ho pubblicato qui
Né uccelli né angeli
consideriamo noi stessi
come esseri alati - non solo luce
becco o la capacità di deviare
da un’immaginazione
che fissa i ricordi nella musica
di un’illusione interiore
o nella difficile ala
che non cerchiamo in noi stessi
ma nel perdurare del volo
nella geometria assurda di una linea
d’incanto - allucinante
tra un’ingiustizia e l’altra -
come sanno gli uccelli nel reciproco
mondo - come saprebbero
gli angeli al terrore di esistere.
Vorrei dire a Giorgio che quando Flavio mi inviò qualche anno fa Falle Farfalle dicendomi - sono certo amerai questo libro - be', aveva assolutamente ragione.
RispondiElimina(Ciao, Giorgio, un bacione sulla fronte)
aida
- allucinante
RispondiEliminatra un’ingiustizia e l’altra -
dirlo in poesia così pacatamente tra voli d'ali e angeli mi avvince e colpisce molto più di ogni rabbia inutile e repressa che è cosa sola e tutta mia, (e l'amico che nemmeno capisce...)
leggerò di più e meglio di questo autore e grazie sempre, Stefano
bell'uomo, se posso permettermi di commentare l'aspetto esteriore del poeta.(e.)
RispondiEliminacaro Giorgio, tre donne (sole?) che ti leggono: niente male (ma non dirlo a Grazia :-)
RispondiEliminaCredo che Giorgio sia fuoriporta, ma appena torna farà un commento.
RispondiEliminaErminia, leggi? c'è grazia, temo che dovremo arrenderci ;). O no?
RispondiEliminaio stavo solo facendo un apprezzamento spassionato...non voglio nulla! ho già troppo....
RispondiElimina:)
erminia
Giorgio, arriva: non ho più cartucce! :-)))
RispondiEliminaErminia, credevo che facessi come coi biscotti! ;)
RispondiEliminaMa questo non era un blog letterario?
Golf commenta la poesia please, non dirmi che ti mancano parole, o cartucce, che è lo stesso.
io vorrei ad esempio vorrei un'interpretazione del
RispondiElimina"terrore degli angeli di esistere"
gli angeli, lì, nell'ultimo verso siamo sempre noi stessi?
no, i biscotti sono leggeri e digeribili.... gli uomini sono pesanti e indigesti. Ecco, l'ho osata, la mia "political incorrectness." Uno basta e avanza.
RispondiElimina(sai che faccio, Ali? non mi firmo!)
ehmm, che dire di queste poesie? Che hanno in mente Wim Wenders e il Cielo su Berlino? (e.)
RispondiEliminaNB: ma quando passi da Erodiade, Stefano? (il libro è arrivato: grazie. Lo leggero con intensità maniacale...appena finisce il conveno su Domenico Rea al quale mi sto preparando spiritualmente e fisicamente, anche perchè la cena principale sarà a base dei cibi preferiti dal defunto romanziere salernitano, ...ehm, tutto cibi pesantucci, tra cui...ahhahaha, il pero e il musso (di porco!)...nessuno lo conosce? una prelibatezza da necrofagi.) Per onorarne la memoria, bisognerà mangiarne. Mica voglio fare la figura della puritana.
Ciao a tutti. Volevo solo segnalare che sul sito La Poesia e lo Spirito c'è una nuova puntata di Ultime dalla Poesia. Questa settimana, l'inedito di Sylvia Plath di recente scoperto e pubblicato oggi sulla rivista letteraria on line Blackbird.
RispondiEliminaL'ho già letto, Massimo.
RispondiEliminaRoberto, bella idea, speriamo che Giorgio acconsenta. Bella spiegazione, grazie, in effetti, tra un'ala e l'altra la sento ancor più mia/nostra.
Erminia che dire? Mi sono incartata, di fronte a cotanta dichiarazione di eticità e connessa critica (condivisibilissima) dell'altra metà, credo mi convenga mangiare due biscotti.
lascio a voi due donne la discrezione. quanto a me, preferisco sgranocchiare biscotti che leggere versi mal tradotti.
RispondiEliminaMS
questa poesia, mi pare, lega insieme l'albatros baudelairiano (colto però in volo) e altri fiori del male con "Il cielo sopra Berlino" (come giustamente scrive erminia): ne esce l'ostinata rotta che persegue il bene o il sogno quale metafora del poetare, di contro ad un mondo condannato all'ingiustizia. La poesia non salva il mondo, dunque, bensì salvaguardia la possibilità di scegliere ("deviare") altro.
RispondiEliminaricevo e giro:
RispondiElimina"Caro Stefano,
sono impressionato (favorevolmente) dai commenti alla mia poesia (e alla mia persona!) ricevuti, con tanta amicizia.
Non ho il collegamento internet a casa, perciò devo recarmi ogni giorno in biblioteca o leggere e scrivere da scuola nei momenti liberi, Ecco perché i miei tempi sono lunghi e lenti (incoerenti con il mezzo elettronico?) e così mi affido ancora a te, alla tua disponibilità, per questo messaggio a tutti, fino a quando non riuscirò ad entrare nel blog e a commentare direttamente.
Mi fa piacere sapere che Aida (Maria Zoppetti) abbia ricevuto e letto il mio Falle Farfalle. Io ho ben presente la sua "Coltivazione di forme" e le altre piccole verbo-visualità pubblicate da Anterem.
"NE' UCCELLI NE'ANGELI" è una condizione di esistenza. Una scelta obbligata dalla nostra decisione di riflettere sul mondo (nel mondo) in poesia. Un andamento vitale in cui non abbiamo (e forse non vogliamo) la libertà di volo degli uccelli
ma nemmeno ricrearci in una condizione angelicata
(eroica?) che non ha nessun reale legame con il nostro essere qui.
La poesia (come la intendo io) non è uno stato curativo fisico o mentale, ma una concretezza linguistica sostanziale che ci permette di percepire e di indicare certe condizioni di malessere e qualche volta anche di felicità. Senza euforia (in negativo o in positivo) ma con qualche, forse piccola, consapevolezza che molto è "illusione interiore" che però coincide spesso con le utopie, anche velate di pessimisimo, che ci consentono ancora di scrivere.
Ti ringrazio di tutto e ti invio e miei più cari saluti.
Un abbraccio a tutti.
Ciao, a presto.
Giorgio"
c'era allegata anche una poesia; la posto nei commenti appena Giorgio mi dà il consenso.
Grazie, Giorgio, ricordo che in occasione di una giornata di premiazione del Premio Montano (correva l'anno della pubblicazione di "La misura del respiro" di Giulia) Flavio ci ha presentati. Ho realizzato solo dopo alcuni minuti che tu eri l'autore di Falle Farfalle. Avrei voluto rincorrerti come la vispa Teresa, ma ormai eri già nascosto tra i cespugli del pubblico :)
RispondiEliminaah, la poesia l'ho inserita nell'ultimo post, verso le 15,00 di ieri.
RispondiEliminaciao a giorgio e ciao a matisse, farfalla da cespuglio, l'uno, farfalla en plain air, l'altra :-)