martedì 3 gennaio 2017

Buon anno ai poeti mediocri


Il 2016 è finito e così, pare, anche Blanc. Avevo promesso nuovo impegno e maggiore cattiveria e invece, qui, non ho scritto quasi più nulla da quest'estate.

Alcune impressioni (dalle quali si ricava il senso della premessa):

le recensioni in rete sono inutili (se non all'autore e ai pochi che le leggono);

i poeti che pubblicano bene non hanno bisogno della mia recensione, non sono interessati e, spesso, nemmeno sanno che le scrivo (o le ho scritte);

i poeti che pubblicano (anche con editori a pagamento) sono troppo permalosi e, spesso, convinti di essere più bravi degli altri;

Facebook, oltre ad essere la fiera delle vanità, ha distrutto il piacere del confronto, del commento meditato;

L'impressione di fondo è che, essendo questo abbastanza noto, ci sia una strisciante rassegnazione (tanto, pensa il poeta, io sono sempre un passo avanti);

Conclusione: buon anno, soprattutto ai poeti mediocri.



24 commenti:

  1. i poeti mediocri non acquistano i libri di poesia degli altri ma pensano gli debbano essere donati magari in cambio del libro che hanno appena pubblicato.

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  2. Grazie davvero! Scrivere versi non è essere poeti.
    Sara

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  3. Grazie a voi. Blanc non chiude, tuttavia

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  4. Caro Stefano,
    se ho capito bene chiudi questo prezioso spazio? Spero di aver frainteso.
    Di questi problemi sono decenni che se ne discute e la situazione rimane la stessa. Le grandi case editrici o non pubblicano poesia o pubblicano solo roba mainstream o qualche, autentico, rarissimo, maestro. Le piccole se paghi pubblicano cani e porci, persino il sottoscritto, e in giro trovi maree di libri inutili e gente che se la tira come fossero i Dante redivivi. La critica sarebbe cosa fondamentale se inquadrata in un discorso più ampio sulla storia e lo studio della poesia anche contemporanea ma le cattedre di poesia contemporanea praticamente non esistono. Che fare allora? Non lo so. Però spazi come questo diventano preziosi se cercano di porre l'attenzione SOLO sulla vera qualità, se diventano luoghi di dibattito,e approfondimento fungendo anche da laboratorio di poesia e perché no anche di critica.
    Infine non solo incensare ma bastonbare è cosa buona e giusta. Rosicano? Echissenefrega! :)
    Ciao Stefano e buon anno anche a te poeta sicuramente mai mediocra anche se di non facile lettura.

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    1. Caio Gabriele, il blog resta aperto per essere consultato e per aggiornarlo, quando capiterà.
      Buon anno a te!

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  5. Caro Stefano, il mio pensiero in merito a quanto scrivi è che siamo in un'epoca in cui il consumismo accelerato, l'iperattività ci conduce verso il burrone dove nulla può fermarsi a pensare-ascoltare-osservare. Il libro che rallenta fra le mani, la lettura capace di fermare il tempo e incitarci a quel prezioso ascolto è quasi annientata. Noi stessi ci facciamo fagocitare da tutto questo e non sembriamo capaci di sospendere anche solo in parte questo circolo vizioso. Poi è anche vero che la vita cambia, le mode cambiano, ogni cosa è sempre in movimento, modifica e ci modifica. Di poesia c'è sempre necessità. E non smetterà mai per fortuna di far sentire forte il suo richiamo. Cambia il modo di fruirne. Non cambiano i poeti mediocri o meno. Di sicuro il talento vero è rarissimo. Meno rara - ed è quella la parte essenziale da coltivare - è la capacità di cercare la buona poesia e di poterla vivere pienamente. Grazie per tutto quello che hai dato qui. E se d'ora in poi troverai un modo differente per stare insieme a noi con la poesia, cercheremo (cercherò) di seguirti. Iole

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    1. Grazie Iole. Anch'io ti seguo sempre, lo sai.

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  6. Purtroppo l'industria editoriale italiana di poesia è una guerra fredda tra torri d'avorio. Troppi tatticismi, paura delle parole, amici di amici. Perché un perfetto sconosciuto non potrebbe essere pubblicato se il materiale è più che buono? Perché essere costretti a passare per i concorsi letterari a pagamento se non si pubblica il libro a proprie spese? Perché non fare la guerra alle case editrici da blog ben fatti e professionali come questo, proponendo ottima poesia, accuratamente selezionata, gratuitamente?

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    1. Blog come questo potrebbero cercare di proporre vie di promozione alternative ai soliti canali già accuratamente saturati. Credo che se ne guadagnerebbe in energie ed entusiasmo.

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    2. lo è stato per 10 anni questo che tu dici. Non se ne è accorto quasi nessuno degli operatori culturali. Malgrado due libri che raccoglievano il lavoro fatto.

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    3. Questo è il cuore del problema. O sei parte del mainstream o non ti fila nessuno soprattutto a livello di critica, studio, proposta di autori ecc.

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    4. Buon anno a te, Stefano.
      Qualcuno se ne è accorto, invece.
      Certo, non chi avrebbe dovuto e potuto. Ma il seguito di stima e apprezzamento che hai qualcosa vorrà pur dire.

      Francesco t.

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    5. Grazie Francesco!

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  7. Per rafforzare la proposta perché non organizzare di tanto in tanto degli incontri, dibattito, proposte ecc. dal vivo? In qualche bella libreria o spazi culturali disponibili in giro per la penisola? Invitando magari di volta in volta personaggi importanti della critica, studiosi, editori, operatori culturali e via discorrendo? Si potrebbero creare anche delle sinergie con altri blog simili a codesto. Che ne dite/dici?

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    1. io dico che non vengono. Già provato. Se non ci sono editori forti alle spalle, nessuno si muove.

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  8. Non parlavo di editori forti ma uomini giusti, riviste serie, critici free lance, caseeditrici piccole ma di valore: "LietoColle; Le Voci Della Luna; Passigli e via discorrendo. E' secondo me, il solo modo per uscire dall'impalpabile virtualità dei "mi piace" e "condividi". Vedersi, discutere, criticare, leggere, leggersi, proporre... faccia a faccia. Usciamo dal nonluogo e facciamoci noi stessi luogo e movimento. Almeno i più giovani e in forze di noi... :)

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  9. Mi dispiace tanto, ma rispetto la tua decisione, che penso a lungo meditata. Per me Blanc è stato un bellissimo punto di riferimento e laboratorio a distanza. Grazie a te ho conosciuto, per esempio, le poesie di Paola Febbraro. Penso a questo spazio come a un luogo di confronto autentico. Grazie di cuore Stefano!

    Martina Zadra

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    1. Grazie Martina. Sei sempre a Bologna?

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    2. Sì, sempre lì...per ora! Un grande abbraccio.

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  10. Mi dispiace molto, Stefano, che blanc de ta nuque chiuda, perchè non credo affatto che le tue recensioni e introduzioni siano scivolate via senza lasciare sedimenti e pure di spessore, nella memoria dei tuoi lettori, spesso anche acuti commentatori . E credo pure che lo scambio sia sempre necessario e fertile per qualunque artigiano della parola(non chiamiamoci poeti!)che voglia dilatare le proprie visioni e conoscenze. Di sicuro imperversano presunzione, mancanza di autocritica, ego smisurati e quella opaca attitudine ad accontentarsi di apprezzamenti amicali invece di ascoltare pareri fuori dai denti a persone competenti per chilometraggio di letture, sensibilità e profonda cultura , come te. E poi gli operatori culturali di cui parli… ma chi sono? Non di sicuro le testate giornalistiche, che da tempo hanno schizzato la poesia, non le radio e tv con la scarsissima attenzione alla poesia e meno che mai gli accademici,che addirittura(quanti ne ho sentiti!)si vantano di non navigare nel web per non “esserne inquinati “, e dunque è bene che rimangano nelle loro torri di miopia. Tu hai fatto un lavoro utilissimo, mappando la penisola della poesia e facendo conoscere l’humus, che è fatto di fermenti e pure di materiale basso, da cui qualche rarissima voce potrà distinguersi, tra decenni, forse. Lo hai fatto per e tra i tanti che davvero amano la poesia e che ti sono infinitamente grati. Spero che tra non molto ti inventerai qualcosa di frappant per blanc de ta nuque…no? Io continuo a sperarlo.

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  11. Grazie Annamaria per le parole gentili nei miei confronti. Speriamo nel "frappant" allora :-)

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