una poesia d'amore, oggi, farà tesoro del sublime e dell'antisublime, così che il corpo dilaghi sulla piega concava dell'anima, facendosi pane e capogiro. Come accade in queste liriche di Rocco Brindisi (in Nuovi poeti italiani 3, Einaudi 1984)
Lucia che non ama il mare
1
La vestaglia unta delle donne povere e malate
la vestaglia delle notti povere
una vestaglia sbiadita che ti copriva appena
giravi per casa facendo tremare malinconicamente
l'eternità col tuo tempo di samba
infatti ballavi o accennavi di tanto in tanto a una samba con la testa
con gli occhi col culo
tu Madre delle Mani trascinavi popoli perduti nei tuoi
assoli di samba
la tua testa pendolo dolcissimo
la tua lingua oscillava tra la neve e Dio
m'invitavi a ballare strizzando l'occhio
ma ero così felice di guardarti
bambino che invitato a creare il mondo
si accontenta di essere il primo ad essere sognato dalla luce
scendevi dalle montagne di Dio per appartenere
soltanto alla tua bellezza
2
Mi avevi detto vieni vieni stanotte
indossavi quella misera vestaglia la tua grande lingua
fatta per spaccare la testa a un toro o a Dio entrò
come un'ombra nella mia bocca
sapeva di sangue e subito la tirasti indietro tu Madre della Lingua
comare di San Giovanni del Palato e del Prurito degli Angeli
stendemmo una coperta sul pavimento cominciammo a
beccarci come due uccelli
stavi male eri pallidissima
si staccava l'amore dai tuoi silenzi e pazziava tra le mie gambe
la coperta non era abbastanza larga per tutti e due
cercavo di tenerti sopra o sotto
faceva freddo
quando me ne andai non era ancora giorno
ti carezzai i capelli di Madre Bambina della Notte
Liriche bellissime.
RispondiEliminagibril
hai ragione. è un peccato che brindisi sia poco conosciuto. Vero che ultimamente si dedica al romanzo e, forse più note, sono le sue liriche in dialetto potentino.
RispondiEliminaSecondo me è un poeta di grandissimo valore, anche e soprattutto nell'espressione dialettale, e sono contento di vedere che anche tu lo apprezzi. La sua opera narrativa non è da meno, almeno stando a quello che di lui ho letto (alcuni racconti sono "poesia" allo stato puro).
RispondiEliminagibril
pare di sì, almeno così si dice.
RispondiEliminamolto erotica, ma si poteva risparmiare il pietismo (patronizing) dell'ultimo verso...
RispondiEliminanon mi convince, quello.
erminia
erminia un poeta è tale anche perché fa versi che non piacciono ad un altro poeta.
RispondiEliminaperfettamente d'accordo un poeta è tale perchè scrive versi che non piacciono a un altro poeta :)
RispondiEliminaè intensa, Stefano fino ad essere sconvolgente eppure sono solo due che fanno l'amore la cosa al mondo più naturale, quasi come vivere o morire
secondo me si sente pure la propensione al romanzo dell'autore
RispondiEliminami sconvolge quel "pazziava", tipico verbo per indicare "giocare" dalle mie parti. "'A pazzia" da noi vuol dire "il gioco", che chiaramente ha etimologicamente un che di eversivo, di non addomesticabile.
RispondiEliminacomuqnue belel poesie
Se vi interessa, www.zibaldoni.it ospita alcuni racconti molto belli di Rocco Brindisi.
RispondiEliminagibril
a me di questo testo sconvolge un altro aspetto, l'unione carnale fantasizzata con tanta intensa reciproca compenetrazione,. e l'enfasi sulla lingua (nel duplice significato poetico-lirico e sessuale). Mi ha fatto chiedere giustamente : ma che ci troverà mai l'uomo nella donna, e la donna nell'uomo di tanto scatenante, di tanto allarmante da stendere coperte insifficienti a terra e improvvisarci una notte di sesso puro al gelo? non è questo il mistero ? erminia
RispondiEliminaAli e erminia: fare l'amore così succede raramente: bisogna coltivare il selvatico che è noi e cercare quello che è nell'altra/o (mica facile).
RispondiEliminaGibril, come sempre, grazie per l'indirizzo (e i tuoi testi, quando potremo leggerli?)
Vocativo, anche a me "pazziava" è piaciuto, forse perché, anche qui, rinvia alla selvatichezza, a ciò che non è addomesticabile dell'animo umano.
quando si pazzia è amore. mi piace quando l'amore pazzia. se non si pazzia che amore è? quando una prostituta viene vista come la Madre delle Mani, della Lingua, della Notte, come la Madre Bambina di tutti gli uomini è poesia d'Amore. l'antisublime diventa sublime. il profano diventa sacro. antos (per via che sto cercando di imparare lo spagnolo) :-)
RispondiEliminacondivido cara antos (per via che stai impranado lo spagnolo: sono le dritte di gibril e artur, immagino:-)
RispondiElimina"impranado" non è spagnolo, chiaro, ma solo soliloquio digitale:-)
RispondiEliminasu italia.gov c'è un corso di primo livello gratuito di spagnolo per imbranati o impranadi che dir si voglia :-) hasta luego antos :-)
RispondiElimina@ Anto(s): perché ogni nome è la traccia visibile del destino di chi lo abita.
RispondiEliminaAmado sea el que tiene ambre y sed
pero no tiene ambre con que saciar toda su sed
ni sed con que saciar todas sus ambres
Sia amato colui che ha fame e sete
ma non ha fame con la quale saziare la sua sete
ne sete con la quale saziare la sua fame.
gibril
"né sete..."
RispondiEliminaAnto,ciao...io ho difficoltà ad immaginarmi la lucia del testo com euna "prostituta" come dici tu...a me sembra piuttosto un aragazza giovanissima, indigente,sola. non vedo accenno alla prostituzione in questa poesia...(erminia)
RispondiEliminaper me lucia è una giovanissima prostituta brasiliana povera usa a sniffare colla:-)
RispondiEliminalucia fa luce: potrebbe essere chiara di carnagione, in effetti. il samba lo balla sui fiordi norvegesi, mentre il suo uomo naviga al largo. quandi poi torna, danzano insieme la pazziata suonata da San Giovanni del Palato, cantante del Prurito degli Angeli, famosissima band ugrofinnica
RispondiEliminaper me Lucia non è una prostituta straniera (la poesia è datata con un segno epocale che non mi fa pensare alla presenza in Italia di prostitute straniere, realtà invece attuale). Potrebbe trattarsi di ragazza drogata bisognosa di soldi, ma questo genere di attività non è vera e propria prostituzione , credo...là dove regna la droga ogni altro valore e parametro diventa per il drogato marginale...La ragazza la vedo bruna, anche se si chiama Lucia, proprio come contrasto...al nome...che a volte passa a chi lo porta una qualità lampante ma anche il suo opposto....Dunque, direi una giovane drogata che sta a rota (stavi malissimo , pallida), in una stanzetta in affitto (forse una scappata di casa)....erminia
RispondiEliminapotresti aver ragione, eppure: quando sono marginali le nostre osservazioni poliziesche, le nostre minuziose ricostruzioni fattuali, rispetto alla bellezza (enigmatica) del testo?
RispondiEliminabeh, si certo...hai ragione, Stefano, ovviamente qualsiasi disanima di dati su base filologica non colma l'enigma dell'attimo lirico, che si incontra con la continuità del pensiero poetico, con i suoi percorsi e strategie., Ad esempio potrebbe essere interessante capire in qualche contesto per l'autore si colloca una poesia in cui compaiano queste rotture lessicali con la convenzione, con il sistema letterario (certamente “razziare”, come verbo , è del tutto originale in questo contesto erotico, mentre l'allusione alla Madre Bambina Madre della Notte eccetera non è originale, ma volutamente ridondante e convenzionale……). Che ne pensi, allora? Perché a Lucia non piacerebbe il mare…..
RispondiEliminaerminia
scusa, volevo dire "pazziare"....essendo campana, davvero mi piace il modo in cui l'autore ha così disinvoltamente e perfino scaltramente introdotto questo verbo dialettale (che non vuol dire fare pazzie, come dice Voc, ma 'giocare', semplicemente) in una poesia il cui lessico è d un italiano standard. ‘Pazziare’ tra le gambe è iper-ironico sulle circostanze dell'atto sessuale, e inoltre il beccarsi è anche abbastanza geniale.....eminia
RispondiEliminaa me Madre bambina eccetera, ricorda i santi pagano-cattolici dei paesi sudamericani: una forma di devozione in qualche modo animista: per questo mi piace che lui ami lucia con questa carica primitiva (il dialetto entra in gioco a questo livello: di trasgressione del codice linguistico della civis e di recupero del selvatico presente nella lingue madri).
RispondiEliminaLucia non può amare il mare perché esso simbolizza la morte, lei che probabilmente -come dici tu - vive con l'ago conficcato nel braccio. Inoltre mare è madre (anche per paronomasia), per cui lei è, in un certo senso, tagliata fuori da questa responsabilità, per le scelte deviate che ha fatto. lei insoma non ama di sé la parte che crea vita, eppure, nella sessualità, lei è la vita stessa che agisce.
il verso finale della seconda poesia, mette insieme madre morte notte amore, l'impasto con cui fa aderire i ponti
RispondiEliminala vestaglia è qui da intendersi con vestaglietta da casa e non camicia da notte? la copre a stento e dunque è una vestaglia, aperta, cortissima (moda anni Settanta) ....inoltre la lunghezza dell'incontro amoroso (fino all'alba) convalida la mia tesi che Lucia non sia una giovane prostituta ma una giovane insonne dolente forse drogata.....("la tua grande lingua sapeva di sangue" può alludere al fatto che le drogate dopo il buco si succhino la ferita procuratasi, e dunque il sangue che ne cola...è una pratica consueta)-.....Perché stendono una coperta sul pavimento? perchè non giacciono sul letto? questa è una soluzione erotica che non mi fa pensare ad un amplesso veloce e indifferente di una prostituta con un cliente...mi sembra una invenzione peculiare a chi trovi il letto insufficiente al piacere che esige asprezza....quale amante non stenderebbe a terra una coperta quando il letto inizia ad apparire troppo angusto e convenzionale? (perchè il letto di Lucia è un lettino ad una piazza, mentre a terra c'è tutto lo spazio per le evoluzioni amorose...) Lucia non ama il mare, perchè è una ragazza alternativa...non ha tempo da perdere a fare mostra di sé, di creme solari, teli da bagno e e di costumi , sulla spiaggia come le altre ragazze, quelle borghesi...non ha soldi da spendere in queste velleità e nemmeno ha un corpo abbastanza decente da mostrare (coperto com'è di buchi). Ai drogati non piace il sole...
RispondiEliminaInsomma questi sono due ragazzi sballati....questa è la storia di Lucia e di Rocco, due amanti liberi degli anni settanta.....
Anto, ho pensato la stessa cosa, lei sembra Italia la donna di "non ti muovere" della Mazzantini. una figura di donna che fa arrabbiare tutte le donne che vorrebbero affrancare le donne dalla loro più forte catena: l'amare
RispondiEliminaIo invece la trovo sublime, misteriosa, profondamente femminile, un segreto insondabile fatto persona, non bella, non viva, non intelligente, niente di niente, che spicchi, che entusiasmi, che esalti, che prenda, malata o quasi e per tutto il resto sfumata indefinita, pare che esista solo per l'altro, per quell'uomo, per amarlo, esattamente come questa figura qui.
Ma questa passività non è sconfitta, nè vittoria, è viaggio, attraversamento, istante che non può durare, coraggio, è un'immersione nella morte/passione, e suscita nell'altro un sentimento selvaggio, come dice stefano, che non si può placare. La donna che sembra schiava conduce l'altro alla sua schiavitù. E' un rapporto pazzesco che normalmente non si vive ma qualora lo si incontri è sconvolgente appunto, come riesce a trasmettere questa poesia.
E concordo sulla simbologia anch'io uso a volte mare per intendere il male, ma non perchè me lo dica l'apocalissi, (e figuriamoci!) bensì perchè, come la forza opposta bene/amore, è senza confini.
Effettivamente Erminia, c'era altro da dire. :)
sono contento che la poesia abbia mosso gli animi e le intelligenze.
RispondiEliminadovrò podtasrne ancors di poesie d'amore, allora.
a me piace il bosco. ma anche il letto. ma anche la coperta nel soggiorno, ma anche... :-))))
golf!!!
RispondiEliminati richiamo all'etica maestra
un'ala scandalizzata, l'altra invece no
Possiamo parlare all’infinito di questa poesia perché implica due entità, il maschile e il femminile in colloquio dinamico e intenso e massimamente significativo…antonella, anto, avete proprio ragione, Lucia è vicina all’ Italia della Mazzantini (di nuovo una scrittura travestita - nel mio volume che adesso esce c'è un saggio di una mia collega sul travestitismo letterario di Non t i muovere e di quello che succede in questo libro alla mazzantini-timoteo). Lucia è modello, figura, come dicono anto e ali,….di una donna che sembrerebbe schiava, ma che schiavizza….(si veda La condizione dello schiavo, per un’analisi di queste dinamiche)…..
RispondiEliminaTuttavia, io non vedo affatto Lucia come un elemento “passivo” della coppia, tutt’altro: tra i due è Lucia che invita l’altro ( Rocco) al sesso…., che gli suggerisce quel “Vieni, vieni stasera!”. Insomma, prende l’iniziativa…infila la lingua nella sua bocca: lo tocca come Madre delle mani, eccetera, del fare, dell’intervenire.
Quanto al mare, Freud lo interpreta attraverso il filtro della sessualità come paura-desiderio della sua impetuosità, vastità, forza, ricchezza riproduttiva, terribilitèà…Forse lucia teme il diventare madre, immergersi nella seminalità procreativa dell’acqua marina da cui tutto nasce.
Dato il distacco pretestuoso del titolo, che informa il lettore di questa peculiare avversione di Lucia al mare – infatti il suo non amare il mare non è successivamente nominato nel corpo della poesia –
Il titolo ha funzione didascalica esterna: ci dice che Rocco ne è o al corrente avendone forse parlato con Lucia (‘reported speech’) , oppure che la suppone e ce la propone come sua personale analisi del carattere della donna, e dunque allude evidentemente ad un’atra paura. Questo non gusto per il mare è massimamente ambiguo e strategico per la presentazione successiva del tema e delle immagini…
Sembra che l’eros serpeggi in questa poesia tra realtà, culto e fantasia…. serpeggia in un modo premuroso, senza obiettivi o aderenza alla soggettività poetante, anzi sembrerebbe che la trascuri. Rocco come poeta ci affida una sorta di ruolo di voyeur , spettatori del fenomeno “ Lucia e il sesso’.
Dati i presupposti (la povertà, la triste allegria)…. entrambi Lucia e Rocco (Rocco come poeta e Lucia come lingua della poesia) indicano al lettore l'uso del sesso come metafora di un’altra dimensione insondabile, al contempo potenzialmente vitale e mortale. Entrambi richiedono all’altro l’ abbandono. Entrambi insistono sull'importanza dell’altro NON come proprietà personale, ma complementarietà….
C’è una forza archetipa in questo consesso notturno… Lucia è anche un poco strega…La vita psicologica e sessuale di Lucia sembrerebbe interamente archetipa da una parte (la sua) e completamente immaginativa dalla prospettiva del suo amante (Rocco la mitizza malgrado la realtà della sua esistenza in vita, dissecata e verificata dai tanti lemmi che ne definiscono la miseria materiale).
(erminia)
carissime, pecato che non conosca rotto brindisi altrimenti gli spedirei quelle belle riflessioni.
RispondiEliminaqualcuna ha la sua e-mail?
mi hai tolto la parola, Stefano. nemmeno io lo conosco, ma forse possiamo provare a rintracciarlo? Io adesso 'devo' sapere, devo chiedergli chi sia questa Lucia. mi sembra di starci in quella stanza, di avere assistito alla scena, questo gergo mi pare di conoscerlo...(madre di questo, madre di quello, delle mani , delle canne, della neve, bambina della notte, è il linguaggio dei freaks...anni Ottanta) e.
RispondiEliminacarissimo, devi solo postare più spesso poesie d'amore, come vedi fanno audience :)
RispondiEliminacerto la partecipazione dell'autore aprirebbe nuovi varchi all'interpretazione, perchè l'innegabile attivismo sessuale di lucia non rende, secondo me attiva e viva la figura, se non sessualmente appunto. Le stesse definizioni del suo amante ci fanno pensare che lui pensi lei come tante altre cose, perchè lei esiste come suo unico pensiero-amante. Non c'è complementarietà nell'amore selvaggio ma esigenza, premura, urgenza, abbandono, necessità, totalità, irragionevolezza. Il fatto che lei stia male accentua il senso di insoddisfazione che scaturisce da un amore che consuma, si desidera, si consuma ma mai sazia.
Questi comunque sono solo pensieri, il ritorno della lettura poetica il modo in cui si impastano i versi con le nostre sensibilità e personali modi di percepire, vivere, immaginare l'amore, la passione, e ahimè la morte.
e chissà che cosa pensava/sentiva monna lisa mentre il da vinci la obbligava a stare in quella posizione.
RispondiEliminaerminia, si può dire che hai fatto il palo?:-)
ali, non sempre gli autori gradiscono intervenire a proposito della loro poesia. però, se mi capiterà di avere l'e-mail di brindisi, gli farà avere queste riflessioni.
la prossima volta posterò una poesia d'amore femminile.
posso suggerire una di Sylvia Plath?
RispondiElimina(erminia)
beh, no, Stefano, non è andata proprio così....essi volevano ,s peravano...entrambi fossi la terza in causa, ma sono riuscita a defilarmi...ehmmm...(sebbene lui sia un pezzo di uomo davvero bellissimo! .....non mi piacciono troppo le bionde malaticce....) e.
RispondiEliminaerminia, ma come: non sei la morigerata intellettuale di ghiaccio, forgiatasi nelle letture sanpaoline? :-)))
RispondiEliminasulla plath, ci penso, va bene?
appunto, lo sono, sennò sarei rimasta alla festa, no?.....avrei accontentato le brame di questi due cari amici....ma no,... mi attendeva a casa il fervore del mio freezer e il Vangelo...secondo Pasolini.
RispondiEliminae.
sei una diavolessa:-)
RispondiEliminaposta quella della rosselli:
RispondiEliminatutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora. a.
posterò una poetessa che non conoscete
RispondiElimina(basta che poi però non diciate che erano meglio le vostre:-))) niente gare, eh!
allora lo possiamo dire prima?
RispondiEliminale mie poesie d'amore sono più belle!
si, ma quali? :(
difficile scrivere una poesia d'amore. difficile scrivere una poesia perché, in fondo, tutte le poesie sono poesie d'amore.
RispondiEliminanon sono d'accordo, Stefano, che tutte le poesie siano d'amore...scusa...I do not wish to upset you, but I disagree.
RispondiEliminaio condivido, in fondo lo sono
RispondiEliminasi, è così la forza più forte che muove il mondo
forse dovevo scrivere: mosse da un sentimento intenso (quindi amore, odio, gelosia, tenerezza, amicizia ecc), ma probabilmente il sentimento che muove i versi non è presente all'autore, non di di proprietà dell'autore.
RispondiEliminaè inquietante che tu consideri 'forme di amore' i seguenti sentimenti che hai elencato...(odio, gelosia, ecc)....
RispondiEliminaper me l'amore è il non-odio, la non-gelosia, il non-eccetera....(dunque evento rarissimo, difficile, diciamo...puro e quasi unico)
solo l'ampore è come l'amore così come solo il vetro è come il vetro....
e.
aggiungerei, gelosia e odio possono diventare squisite forme di perversione se si manifestano in forme mitigate, sottili, tolte dall'ambito della lotta di potere economico ed politico....e travasate nell'erotismo magari... ma gelosia e odio nell'amore coniugale, ad esempio, sono morbosità deleterie, distruttive....
RispondiEliminanell'amore coniugale e filiale, perfino amicale, bandirei assolutamente queste varianti della crudeltà mentale.....
che ne dite?
comunque, scusate, queste ovvietà----tra un esame e l’altro….un caffè e una brioche….
e.
per me anche l'odio e la gelosia eccetera sono forme della vita che, attraverso di loro, si ricrea.
RispondiEliminala vita, dunque, quale creatività costantemente accesa, è amore. sarà pure un concetto vagamente new age, ma a me piace:-)
AAA. avendo già chi mi ama, cercasi qualcuno che mi odi e che sia geloso di me ! creativamente parlando, non ho ancora fatto questa esperienza....
RispondiElimina:)
non intendevo in questo senso.
RispondiEliminamettila così: la tua gelosia ti fa scegliere questo o quello. e così contribuisci a creare destini.
lasciando una persona, la rendi libera di andare. e così lei crea altre situazioni, altre vite.
se ci pensi, ogni cosa che accade produce degli effetti mai prima accaduti: questa è la creatività della vita. se pensi a ciò come amore universale l'equazione regge.
uhmmm, could you please expand on this?
RispondiEliminami pare che alivento, nelsuo ultimo post, abbia tentato di farlo (rispondendomi).
RispondiEliminaio ora chiudo baracca e mi cucino un po' di salmone alla brace, bye bye
Il mutarsi del soffio vitale degli enti propri della natura umana nel corpo sociale – definita dall’incessante falsificazione dei lacci e dei rendiconti sopraggiungenti fra affiliati—ha scorto un tramutarsi della pubbliche facoltà mentali del sistema di portare in grembo e riferirsi al mondo epidermico, per il quale brandelli degli attuali mutamenti consegnano all’individuo benigno il bisogno di arrangiare nuovi precetti di contegno del macchinato statale in guisa crescentemente riformata e flessuosa, così da giungere a rimodernare le suddette sagome e le sostanze giuridiche comprovate dalle leggi vigenti alle mutevoli concretezze della macchina tecnologica che troppo spesso impaglia e lede la dignità dei terzi finanche perpetrando nel lungo patimento giurisprudenziale il danneggiamento biologico. (erminia)
RispondiEliminaermy, parli come un libro stampato (come un tuo libro stampato:-)
RispondiEliminaStefano, hai ragione, ....è che sono uscita fuori dall'immediatezza....(processo irreversibile! sigh!)
RispondiElimina:(
rocco, mi sono infatuata (literary speaking and not literally...) di Rocco Brindisi...ma quanti anni avrà adesso? lo devo rintracciare...voglio vedere se posso capire chi era Lucia.... (e.)
RispondiEliminaBeh, è del 44: vecchietto per te:-)
RispondiEliminadobbiamo ancora trovare il suo indirizzo; a chi potremmo chiedere, ermy, tu che conosci un sacco di gente importante?
stefano, io telefonerei a un paio di quei numeri che ti ho mandato e domanderei "Scusi, lei è rocco brindisi poeta? e se non lo è, potrebbe dirmi come rintracciarlo?"
RispondiEliminacertamente alla fine qualcuno saprà dirci qualcosa essendo di potenza.
bisogna chiedere di fare queste telefonate a qualcuno che abbia Fast web e che dunque non paga le telefonate verso i telefoni fissi. io non ce l'ho senno l'avrei già fatto. ep.
ma daresti al rocco tutto intero il nostro commentario, comprese le cazzatine che ci siamo scambiate?
RispondiEliminanooooo, vero? :-)
ecco, mandategli solo i miei che cazzatine non ne dico mai :DDD
RispondiEliminaa beh, sì beh, a beh, sì beh...:-)))
RispondiEliminaA me sembra il ritratto della madre Superiora del Convento di Santa Cunegonda delle allupate beate sorelle affaticate ma mai saziate.
RispondiEliminachi me lo doveva dire che quest'anno avrei conosciuto la moglie e la figlia di Rocco? la vita è strana. antonella senza più spagnolo che ho rinunciato ad impararlo :-)
RispondiElimina