Nella postfazione a Fernanda Romagnoli, Il tredicesimo invitato e altre poesie (Scheiwiller 2003), Donatella Bisutti scrive: “Ci sono poeti che hanno un destino di silenzio, anche se a tratti sembra che la gloria, o la fama almeno, li abbia per un attimo baciati. Il silenzio, in vita e in morte, tranne che per qualche breve istante, pare essere il destino di Fernanda Romagnoli. Di lei poeti come Bertolucci e Sereni hanno parlato come di una delle voci più alte del nostro Novecento. Ma quanti oggi anche fra i poeti e i letterati conoscono la sua opera? Il decennale della sua morte, nel 1996, è passato quasi del tutto sotto silenzio. E dopo il 1980 non è più stata ripubblicata. Adesso è dunque tempo di misurare questa poetessa che in circa quarant'anni, dal 1943 al 1980, pubblicò solo quattro libri (Capriccio, 1943; Berretto Rosso, 1965; Confiteor, 1973; II tredicesimo invitato, 1980), ciascuno dei quali meditato a lungo, e che ebbe un riconoscimento tardivo, giunto soltanto alla pubblicazione dell'ultimo volume, quando la Romagnoli aveva sessantaquattro anni. Eppure quando uscì da Garzanti Il tredicesimo invitato, alcuni fra i nostri maggiori poeti e critici - Attilio Bertolucci, Vittorio Sereni, Luigi Baldacci, Carlo Betocchi, Pietro Cimatti, Marco Forti e Dario Bellezza - ne scrissero con entusiasmo su importanti giornali come di una rivelazione. Furono usati per la Romagnoli aggettivi come «grande», «misteriosa», «straordinaria». Poi, a un tratto, più nulla. Scomparsa. Come se non fosse mai esistita.
da IL TREDICESIMO INVITATO
Avvento
Mi scinderò dalla perpetua danza,
dal flusso senza fine che mi porta,
creatura di lucente libertà
- io - che piangete morta.
- io - che piangete morta.
Invaderò la casa: un solo giro
come fa il lampo.
In consistenza d'aria
assumerò il colore d'ogni stanza.
Senza toccar le cose - non ho mani -.
Senza lasciare firme sugli specchi
- non ho respiro -.
- non ho respiro -.
Vi stupirà la tenda
che ferma taglia un brivido,
il vermiglio tumulto dei gerani,
lo scompiglio dei libri nell'eremo
della scansia. Poi, subito riemersi
come statue da un vento:
« Che cosa è stato » attoniti
vi chiederete. Diletti, non v'offenda
se durerà il mio avvento solo l'attimo
di rifluire via.
Capro espiatorio
Uggiola alla fessura, cagna-luce.
Qualcuno il mio sonno ha legato
quattro zampe in un mazzo. All'aurora
chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.
Nel pozzo del cranio
- senza uscita -. Nel buio sacrario
sconsacrato. (La luce come un'unghia
sotto le porte). Capro espiatorio
già caduto sul fianco, otre di sangue
già mezzo vuoto - come scalci ancora
forte, mia vita.
In sogno i morti
Vengono i morti nel sogno,
ci affiancano se ne rivanno,
talvolta danno un segno - ma diviso
da noi - candela mossa dietro un vetro.
Così mio padre mi s'accende accanto
nel buio che mi fascia.
«Vieni per dare o per chiedere?» m'affanno.
«È la medesima cosa» - e in un sorriso
si spegne, come annottando sulla riva
l'acqua, che del suo viaggio fiammeggiante
non lascia nessun pegno.
Non leggerò i giornali
II giorno entra con rosa di pozzanghere
e Pasqua fra le nuvole.
Operai ripitturano la casa
che adesso ride a metà, dov'è più chiara;
d'in cima al muro si gettano la voce.
Profumi arrivano e partono. Lo giuro:
oggi non spierò nella vetrina
le mie occhiaie appassite.
Non leggerò i giornali del mattino.
Non mi metterò in croce!
In sogno i morti
Vengono i morti nel sogno,
ci affiancano se ne rivanno,
talvolta danno un segno - ma diviso
da noi - candela mossa dietro un vetro.
Così mio padre mi s'accende accanto
nel buio che mi fascia.
«Vieni per dare o per chiedere?» m'affanno.
«È la medesima cosa» - e in un sorriso
si spegne, come annottando sulla riva
l'acqua, che del suo viaggio fiammeggiante
non lascia nessun pegno.
Non leggerò i giornali
II giorno entra con rosa di pozzanghere
e Pasqua fra le nuvole.
Operai ripitturano la casa
che adesso ride a metà, dov'è più chiara;
d'in cima al muro si gettano la voce.
Profumi arrivano e partono. Lo giuro:
oggi non spierò nella vetrina
le mie occhiaie appassite.
Non leggerò i giornali del mattino.
Non mi metterò in croce!
Entrerò nel bar che si sbrina
in vapore vermiglio sugli specchi,
scavalcando i due cani stesi al sole
- madre e figlio. - Avrò l'aria felice.
Ordinerò un caffè, sceglierò
cartoline per amici lontani.
Da CONFITEOR
Eredi
Legati all'ombelico della terra
Da CONFITEOR
Eredi
Legati all'ombelico della terra
da troppi millenni - ora è tempo.
Spezzare l'incantesimo.
Svellersi da ogni grumo di radici.
Lavarsi da ogni sale di battesimo.
E tocca ai figli. Noi li sentiamo urlare,
li vediamo contorcersi nel fumo.
Ah, teneri, tremendi: e ancora eredi
dei nostri occhi infelici.
Da BERRETTO ROSSO
Io
Da BERRETTO ROSSO
Io
Quella donna dal viso indifeso
un poco sfiorita -
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
senza fruscio, di fretta,
rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall'anima dimessa
dicono che son io.
gli spazi interlineari di ciscuna strofa dovrebbero essere sempre uguali, ma così non è, in questo marchingegno incontrollabile che is chiama blog! chiedo scusa ai lettori.
RispondiEliminanema problema. Hai messo questa straordinaria voce sul tuo blog e questo è importante. La Fernanda noi la si ama profondamente. Io vorrei anche un giorno passare sulla sua tomba e lasciare un fiore. Grazie, GTZ
RispondiElimina"II giorno entra con rosa di pozzanghere / e Pasqua fra le nuvole.": questo è straordinario, niente da invidiare a nessuno.
RispondiEliminaQualcuno, tempo fa, proprio qui, aveva chiesto di postarla proprio per questo. E' straordinaria.
RispondiEliminaR.S.
straordinaria voce, di una bellezza incredibile....
RispondiEliminagrazie, Stefano. (erminia)
davvero notevole.
RispondiEliminapreziosa.
quel "qualcuno" è l'amico poeta Francesco Marotta.
RispondiEliminaFernanda Romagnoli
RispondiEliminaTu
Tu, che chiamiamo anima. Tu profuga,
reietta, indesiderabile. Tu transfuga
dal soffio dell'origine.
Non ti spetta razione né coperta
né foglio di reimbarco.
Per registri e frontiere:
non esisti.
Ma in sere come queste, di cangianti
vaticinii fra i monti,
ad ogni varco
può apparire improvvisa la tua faccia
d'eremita o brigante.
«Fronda smossa,
pietra caduta» trasale in sé il passante
che la tua ombra assilla
di crinale in crinale,
mentre corri ridendo nell'occhiata
del cielo, che ti nomina e sigilla.
(R.S.)
Se qualcuno volesse approfondire l'argomento, leggere altri testi e testimonianze di persone che l'hanno conosciuta:
RispondiEliminageorgiamada.splinder.com
insonnoeinveglia.splinder.com
Basta inserire il nome "Fernanda Romagnoli" nello spazio in bianco della ricerca splinder, e il gioco è fatto.
Visto che si parla tanto di classifiche, mappe & affini, "Il tredicesimo invitato" è uno dei dieci (non di più) grandi libri di poesia del Novecento italiano.
Buona scoperta. I tanti poeti qui presenti non possono fare a meno di leggerlo.
Saluti.
R.S.
Conosco Fernanda e insieme ad Anelia sono i miei poeti più cari, Straordinarie come solo le donne sanno essere. Io le amo alla follia mi piacerebbe avere un millesimo della forza della loro, presunta,debolezza.
RispondiEliminaTutti i miei poeti di riferimento sono donne.
pepe
"R.S" sarebbe bello sapere qualcosa di più anche su di te:-)
RispondiEliminaGugl, non si finirà mai di ringraziarti. questa Voce un prodigio assoluto.
RispondiEliminacome ti spieghi che nonostante i critici ne avessero scritto bene poi è scomparsa nel nulla, come se non fosse mai esistita? a.
RispondiEliminaps. ahò, la poesia "io" è come se l'avesse scritta per me :-))
ps2 correggi quarantenni
ps3 non riesco ad entrare nel sito di ali, anche lei scomparsa nel nulla? a.
RispondiEliminaChe vai a fare nel mio sito eh, Anto? Vedi l'effetto deleterio che fa a Stefano, da quando lo frequenta non scrive più poesie.
RispondiEliminaChiarimenti: ho lasciato il mio sito in fase d'importazione per ricevere aiuto tecnico, al momento l'aiuto tecnico ha lasciato me senza aiuto, io allora ho ripristinato il blog nella sua presentazione normale.
Ora è a posto di nuovo.
Quanto alla Romagnoli Stefano, è di una bellezza così bella da essere dolorosa. Di una donna così, solo leggendola, ci si potrebbe innnamorare.
ps4 - ho fatto un giro nel sito suggerito dall'anonimo/a, questa poetessa è meravigliosa. grazie stefano, grazie anonimo/a. a.
RispondiElimina"R.S" sarebbe bello sapere qualcosa di più anche su di te:-)
RispondiElimina"Molto presto mi sono trovato di fronte all'incomprensibile, all'impensabile, alla morte.
Da quell'istante ho capito che niente quaggiù si poteva condividere perché niente ci appartiene...
C'è una parola in noi più forte di tutte le altre - più personale anche.
Parola di solitudine e di certezza, così nascosta nella notte che a malapena è udibile da se stessa.
Parola di diniego ma, al contempo, del coinvolgimento assoluto. Parola che forgia i suoi legami di silenzio nel silenzio abissale del legame. Questa parola non si condivide. Si immola".
...
"Un volto di cui non resteranno che rughe. Un volto nella sua quotidianità frantumata, nella sua eternità confusa...
Questo volto sconosciuto ai miei occhi ma così familiare alla mia anima, lo ricostruisco nei minimi particolari. Fu, una volta, luogo puro dello spirito, prima di essere, al culmine della sua miseria, volto d'abisso".
...
Buona traversata a tutti.
Solo la poesia sa farsi lume e rischiarare lembi di sentiero.
Quando ci si incammina sulla via delle sorgenti.
Alla ricerca del proprio volto perduto.
R.S.
Reb Stein, un caro saluto.
RispondiEliminaAnto, la memoria è fatto per dimenticare ha scritto una volta Montale.
Ali, delle donnne ci si innamora per forza.
grazie a tutti per la passione con cui leggete queste mie note.
ci si innamora di tutte le donne, ma non tutte le donne vogliono che ci si innamori di loro....
RispondiElimina:) (S.B.)
l'acqua non sopporta briglie (e nemmeno la briglia sa trattenere l'acqua):-)
RispondiEliminaPermettetemi: vorrei invitarvi a leggere un articolo di Artur su una poetessa di fine del settecento, tale Pellegra Bongiovanni, di recente riscoperta...Please, come and contribute to the ongoing discussion.
RispondiEliminawww.erodiade.splinder.com (team di erodiade)
R.S. = Reb Stein?
RispondiEliminaforse
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