Le due poesie presentate a Bologna in Lettere. La prima versione, che qui è da ritenersi definitiva, la trovate in Le volpi gridano in giardino. Ringrazio Enzo Campi per l'ospitalità.
Voglio dire
Batto il tempo con i chiodi e cerco
rime
sopraffine come nice / camice, ano
/ gozzano
per fare festa freudiana e ancora
godere
della parola fantola, per quanto crudele
forse, e
malata. E poi, sia detto con chiarezza
rompe di più Caparezza, l'effervescenza
della sua catena non interrotta
di motti, o l'odore
lungo del pastore, lurido d'erbe
e d'animali
che la poesia civile, oggi, di
più il camallo
stramazzato che la politica,
spesso, io comunque
adesso, muovo da porta nuziale,
attraverso il canto
cauto, lo sformo, seguo, della
teoria dei giochi
il suo programma solidale, anche
se poesia
tende a / stampa per / niente, a
volte, come del resto
il tentacolo senza spettatore, il
naufragio
di cui siamo spettri, fragili
plettri.
E dunque mi chiedo: meglio
D'Elia, il poeta
che chiama padre Pasolini, o
Lina, la bianca pollastra
di Saba, regina serena tra le
braccia di Dio?
Ed è più degno il legno o
l'amianto, il corpo teso
del discobolo o quello che muove
all'obolo
il marmo o il karma, o la Marna,
invece, che è roccia
sedimentaria e la prima forma di
trincea precaria
dove ricevere la qualità dei
tempi e far poesia
come ripete, in Laborintus,
il caro estinto
alla vigilia della rivoluzione
(linguistica, almeno
e meno fascista dunque) quando al
cottolengo
si votava, e senza vergogna,
pare. D'altro canto
nemmeno il comunismo s'ha da
fare, in quel frangente
ma da dire, appunto o, meglio, in
contrappunto
s'ha da smontare.
Però, davvero, ancora mi domando
se questo paravento abbia un
senso, se questa messa
in pena valga la cera e quanto o
invece
buchi meglio lo scherno l'impiego
crudo del vero
con corpi monchi e scalpi o la
ferocia
che fa da linfa alle feste del
potere
dalle undicimila verghe alle
centoventi
di Salò, baionette antiborghesi, vero,
anche se poi
tutto rapprende in solida bolla e
lancio editoriale.
Eppure la borghesia, forse, per
quanto
piccola, e il proletariato e
l'ospite indesiderato
sono comode figure,
semplificazioni che sporcano
di meno. Ideologie, appunto,
tare. O almeno, così pare
se questo il mondo teme e non
invece
come credo, la bestia oscena, il
maschio
disumano lanciato contro la
femmina
motrice, chimera che spaùra
perché più dell'uomo penetra
più di lui domina la scena. Forse
di questo stiamo parlando
anche quando cantiamo l'amore o la
vittoria al palio
quando chiediamo se val bene
questo
quello o l'erba in mezzo, come a
beato confine
poetando.
Come vedi mi cito, mi chioso
con tutto il corpo che posso,
scopro la voce, le voci
che come a Giovanna mi sparlano
dentro, per liberare
la faglia, così che spiffero e
buio e quanto rimane da dire
come da botte larga escano fuori
o da bottega
ch'è un fare felice, se campana,
per esempio, nasce
da terra ed ingegno, come in un
film di Tarkosvkij
o da una poesia di suo padre,
dove "l’erba come un flauto
- d'improvviso - cominciava a
suonare".
Io credo, davvero, che di
traverso
si metta comunque l'uomo, non il
verso
e che quanto piace al mondo sia
greve, unto
come l'amaro Belice e la calce
viva sui corpi
a Dachau. E credo, anche, alla
complicazione
radicale, che non è un partito
ma un'idea, un segno d'affetto
verso il vero
e, il mio, un omaggio a
Sanguineti.
Complicazione, dico, non
sabotaggio, ronda
o l'invasione del Sudeti, bensì
il volo
suadente di Palomar dentro l'onda
o il radente
suo scrutare l'infinito, l’ascolto
dell'amore tuo
nervoso e di chi ancora respira
laggiù, lumino
zoppo dei morti, cuore remoto.
compro corpo smontabile per
serate
a villa certosa. e termometro
vaginale
pininfarina. cerco macchina per
lavanda
gastrica, massima riservatezza.
regalo la primavera araba o
permuto
con risorgimento italiano. compro
regolo
ostetrico per gravidanza
democratica.
parto domani: affittasi libertà
vigilata.
Vendo foto di marilyn per atti
impuri. regalo
se serve, vento e vasellina.
compro la vita agra
senza ricetta o scambio con donna
letale.
insegno a scendere le scale
tenendomi al laccio.
smonto teoremi e piccole chiese.
sbanco terra
promessa. cerco garanzie sulla
morte di Dio.
offro collezione in plastica di
falle e reliquie
praticamente eterne.
cerco tempo che non aspetti. e
spazio nei cuori.
cerco a come amore, b
come seconda chance.
offro correzione onanista a
maternità sgradita.
presto le dita a personalità
monca.
compro fumo afgano con rudere. no
corpi
carbonizzati né madri o piccoli
bastardi. vendo
gagliardetto fascista e ritratto
del presidente.
missile intelligente cerca mina brillante.
seleziono razze. no negri o
gialli. no ebrei.
seziono gemelli e profili ariani.
cerco pelle
da conciare per magnifico gilè. e
denti per
bottoni. elimino gratis vicini di
casa.
offresi compagnia casta a signora
perversa.
regalo topolino bianco sodomita,
vera occasione.
cedo parete nord per carezze
artiche.
cerco lingua ruvida che
solluccheri. no yeti.
scrivo poesie e porcate. regalo
balbettio
d'amore a legionario di bergerac.
insegno carattere
orale, anale e cuneiforme. uomo
pigro offresi
per pausa pranzo.
scambio glicemia con colesterolo.
presto
referenze all'uomo invisibile.
pratico inseminazione
padana. mezzano disposto ad
ingoiare veleno,
vende storia commovente.
baratto collera di amleto con
collirio. e ghetto
con gatto, gitto con altro verbo
arcaico.
compro sentenza d'assoluzione o
scambio
con la fine di questo incanto. cedo
la parola.
Stefano Guglielmin
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