sabato 1 luglio 2006

Alfredo Giuliani

Questo post è dedicato a chi non legge Alfredo Giuliani perché è convinto che non ne valga la pena.

Corpus. Frammenti di autobiografia è datato 1950. Credo sia rintracciabile soltanto in Versi e Nonversi (Feltrinelli 1986)


8.

Nei tardi pomeriggi di quegli anni, inforcato
il cappello nero di paglia sulle trecce a torciglio
sopra le orecchie, la nonna trascinava il bimbo
alle novene o al maggio mariano. Renitente
all'assurda costrizione dei ginocchi, stranito di noia,
trattenevo gli scalpiti del cuore nell'odore stordente
di cera e d'incenso tra i mormorii paurosi delle litanie
echeggiati sotto le navate fino al soffitto altissimo.
Lugubre saliva e scendeva la voce falsa e simbolica
del predicatore. La nonna brontolava preghiere, ingobbita,
le mani raccolte sulla fronte sgranava il rosario.
A volte sentivo le rondini garrire a picco sui finestroni
mentre il ciclo struggente imbruniva. Oppure girovagavo
per le navate fioche e irte di lisci meandri tra i pilastri
freddi a toccare, tra i riverberi delle sante candele.


9

La passione era di leggere, correre nel vento, popolare
di storie i giardini striminziti delle piazze di periferia,
essere capo di ragazzi, tramare ciò che amavo nei libri,
giochi furfanti libera vita strade d'avventura tipi segreti.
E come era acerba e liscia a baciare con casta ignoranza
la sorella del compagno, mentre già si cercava dal vano
d'una finestra lo sguardo-ombra misterioso della ragazza
più grande.


11

Amo i gabbiani, pensarli quando al tramonto tornano le
barche
dalla pesca le avanzano i gabbiani e intorno trasvolano voci
d'ali bianche, allegri e affamati, ma non entrano in porto
e li vedi nel pallore della sera riprendere il largo della baia.
Scortiamo i caldi saputi pensieri al loro porto, la mente
è universo per gabbiani e barche e pesci morti.

39 commenti:

  1. è bello! antos la cazzatrice con l'insonnia

    RispondiElimina
  2. "Ostico" è il percorso che porta alla poesia. Sempre. E quel percorso è il suo "corpus". E il suo corpo è "spirito" che parla in altri segni e in altre forme.

    gibril

    RispondiElimina
  3. sono d'accordo: ostico cioè duro a sopportarsi per chi non abbia frequentato gli stessi scogli.

    domanda: quanti poeti, oggi, navigano sulla stessa onda del giuliani anni cinquanta e fingono di essere oginali?

    RispondiElimina
  4. Quanti? Una miriade. Ed è così bello sentirli parlare di sé (magari dopo aver pubblicato pochi testi in un blog), della "originalità" della loro scrittura, nella magioranza dei casi riconducibile alla contemplazione, stupefatta e ammirata, del loro ombelico: un "percorso", mai iniziato, dove reale e storia si risolvono in un accumulo di dati senza pensiero e senza voce, senza spirito.

    Dall'altra parte, invece, una miriade di "illuminati", tutti intenti e intesi a contemplare la "profondità" della loro visione e l'estensione delle loro asureole, dimenticando, o ignorando, che la poesia, per farsi spirito e voce, deve essere, ed essere stata, anche corpo, materia, terrestrità, oscurità urlante, coscienza mai pacificata della finitudine del pensiero e della parola.

    Cosa li accomuna? L'idea che la poesia sia un possesso, un'identità definita una volta per sempre, e non quell'incessante metamorfosi che tende alla parola come l'ombra al suo rovescio. E tutti, gli uni e gli altri, convinti di possedere la "ricetta", che non ne esistono altre, che tutto ciò che non si accorda a questo universale dettato/mercato praticamente non esiste, non ha ragion d'essere.

    Peccato: perché, forse, la poesia è propria in quell'inesistenza e in quell'assenza: in tutto ciò che i "duellanti", da opposte rive, continuano a negare.

    gibril

    RispondiElimina
  5. Molto probabilmente, le "asureole" non sono altro che "aureole".

    RispondiElimina
  6. Questo gibril... me lo dovresti presentare, Stefano.

    RispondiElimina
  7. credo anch'io che bisognerebbe, ogni tanto, mettere in chiaro che la poesia contemporanea fa i conti anche con la deriva del senso.
    cone dice gibril, che ringrazio per l'intervento, la poesia non è oggetto d'uso; è semmai il contrario: soggetto che ci invita ad attraversarla così come si attraversa un'intuizione: ci vuole il lampo e la memoria. bisogna portarli dentro. e coltivarli.

    leggere con il lampo e la memoria la poesia che citi, carissimo Fabry, la trasforma in esperienza concreta, in un viaggio nei luoghi comuni nostri e delle nostre amatissime e povere juliet

    RispondiElimina
  8. ali, quando sarà pronto, gibril si presenterà da solo.

    RispondiElimina
  9. a me è sempre piaciuta la definizione di Marco Giovenale sulla poesia come il fenicottero che Alice tenta maldestramente di usare come mazza da cricket :)

    RispondiElimina
  10. sì, è suggestiva. in effetti, la poesia ha il becco:-)

    RispondiElimina
  11. A scanso di qualsiasi equivoco: la mia riflessione non era minimamente diretta a ciò che ha scritto Fabrizio. Anzi, se c'è una dote che lo caratterizza, questa è proprio la sua innata capacità di andare verso l'altro e di porsi in ascolto: cioè, in definitiva, di creare "communio", indipendentemente dal fatto che questo possa essere un suo dovere "istituzionale".

    Scrivo e dico molto liberamente quanto sopra, perché, non avendo velleità poetiche di sorta, almeno non mi si potrà accusare di aspirare ad essere pubblicato in qualche sito o a finire in una prossima antologia.

    Ormai, se ci si guarda in giro, i tempi e i modi (del sospetto e della pochezza umana) sono questi. Beati coloro che hanno la forza di rimanerne fuori, anche a rischio di passare l'esistenza a dialogare con se stessi.

    Perché, come diceva una grande saggia, "tutto è rivelazione; tutto lo sarebbe se fosse accolto allo stato nascente". E la poesia, in fondo, non è altro, non chiede altro: per la parola che "rivela" senso e fa balenare il bagliore o la penombra di un dire possibile, non ci sono classifiche, graduatorie, conventicole create ad arte: c'è solo il senso dell'umano, nella finitudine struggente del suo darsi, nella consapevolezza del suoi limiti da varcare, per farsi dono, atto ab-solutus che crea legami.

    Il lampo dell'intuizione, custodito come una reliquia nel calice inquieto di ogni memoria: come giustamente chiosa il nostro gentile e colto ospite.

    gibril

    RispondiElimina
  12. gibril, credo che Fabry abba inteso corettamente le tue osservazioni. che poi erano molto chiare.

    con i poeti bisogna avere pazienza perchè sono uomini o donne difficili.

    RispondiElimina
  13. ma se sono la semplicità fatta persona! :P

    RispondiElimina
  14. Vo cattivo. Scommetto che il fenicottero era felice di farsi cosa che voleva Alice. Ecco!

    RispondiElimina
  15. felice di farsi strapazzare come un testo qualsiasi?

    fabry: sono pronto. credo che anche Ali abbia una sorpresina: insomma: un week end de paura:-))))

    RispondiElimina
  16. Strapazzarlo è inevitabile per colpire il riccio l'importante è tenere il fenicottero ben stretto sotto il braccio, come Alice.

    RispondiElimina
  17. ma no, non è ostico... ecco magari che i poeti siano "particolari", e ci voglia pazienza... ecco questo...

    matteo fantuzzi

    RispondiElimina
  18. ciao Stefanuccio, ti voglio bene e ti penso sempre con affetto, (va bene così?) La prima poesia di Giuliani postata è potente....la sua potenza consiste nella forza di penetrazione dell'occhio del bambino che già sa! il poeta da adulto solo trascrive, ricorda, rende sulla carta quello che il piccolo bambino poeta trascinato dalla nonna in chiesa aveva già visto con acutezza e intelligenza. questa poesia di Giuliani è ottimo esempio, perfetta didascalia alla mia teoria sulla poesia come dote innata, occhio che sa come guardare il mondo. Posterò questa poesia su Erodiade all’interno del mio minisaggio. Stefano, ‘tesoro’, ti ringrazio immensamente. (continuo bene in stile?...) erminia

    RispondiElimina
  19. erminia, tutti questi sbaciucchiamenti... però se ti piace Giuliani allora falli pure:-)

    la poesia che citi lui l'ha scritta a 25 anni. E' come Pin del sentiero di Calvino, o il Meneghello di "libera nos a malo": è lo sguardo della fanciullezza, ma che eiste solo se lo recuperi da adulto. Da fanciullo, al massimo ,ti commuovi, ma la conoscenza è zero. Si potrebbe dire che il sentimento è innato, ma la poesia non è soltanto sentimento (ma penso che tu non sia d'accordo)

    RispondiElimina
  20. A Matteo: come dici tu, con i poeti (e con i bambini) ci vuole pazienza. A volte bisognerebbe mandarli a lavorare nei campi:-)

    RispondiElimina
  21. mando tutti questi baci come sai (come d'accordo) per adeguarmi allo stile, sennò dicono che sono fredda....

    RispondiElimina
  22. una salernitana non può essere fredda:-)

    RispondiElimina
  23. ma Erminia ormai è inglese :)

    potrebbe essersi raffreddata per strada :D

    RispondiElimina
  24. non credo, leggendo ciò che csrive:-)

    RispondiElimina
  25. ah via accordate sui baci via mail :)))

    non sei affatto fredda Erminia, anzi sei impetuosa e viscerale.
    Quanto agli sdiliquimenti via blog non t'impressionare, il più della volte sono forma, ma come dite voi tutti letterati sapienti? "la forma è contenuto".

    RispondiElimina
  26. Voc, io raffreddata per strada, che stai dicendo?! diciamo che gli inglesi sono molto caldi ed anche molto molto impetuosi, hooliganismo del cuore!) solo che non lo danno a vedere...

    ma si, hai ragione, Voc, mi sono raffreddata, sono come un pezzo di ghiaccio informa umana. e poi,...teorizzo il gelo....e voi invece, come siete? f(u)ocosi? appassionati? Voc, tu come sei?

    RispondiElimina
  27. Alivento, ciao tesoro, ti ho pensato, mi sei mancata, davvero!
    dimmi di te....

    erminia

    RispondiElimina
  28. Sù, sù, Erminia, è uno scherzo. Non sei fredda, anzi, sei una sorta di vulcano, a dire il vero!
    Comuqnue ci tengo a dire che il 90% delle cose che scrivo sono scherzose e/o ironiche. :)
    Io come sono? e che ne so come sono. Me lo devono dire gli altri! :)

    RispondiElimina
  29. beh, se come sei te lo devono dire gli altri, allora si devono pur basare su qualche dato o qualche dimostrazione, ovviamente offerta da te.....(ehmmm), di come sei (se caldo o freddo)

    RispondiElimina
  30. offresi giovine uomo per prestazioni a caldo o a freddo :)

    RispondiElimina
  31. ok, quando è così, ne prendo una a freddo....please, with lemon ice-cream.

    RispondiElimina
  32. giuliani si rivoltola in quel di roma a sentirvi, cari voc&ermy:-)

    ciao ali: la forma è contenuto, ma se il contenuto non è in forma? gli diamo un ricostituente?

    RispondiElimina
  33. Voc, sei un pezzo di ghiaccio che cova un vulcano. :)) Schee bisognerebbe chiederlo alle tue fidanzate!

    Erminia, non prendermi in giro, basta che tu visiti ogni tanto il mio blog, come io faccio col tuo, (belle le tue ultime, ci sento dentro sapore di rosa e cosa :))saresti aggiornata in tempo quasireale delle variazioni viscerali/umorali del mio ventrespirito.

    cari saluti

    RispondiElimina
  34. ali, corpus del ventre e corpus dello spirito, amen:-)

    RispondiElimina
  35. lo diceva anche Fortini che la forma è garante del contenuto, Gugl. erminia

    RispondiElimina
  36. Ciao Alivento, non sapevo che tu avessi un blog. Scusami...lo metterò tra i mie favori se mi dici qual è e ti visiterò. erminia

    RispondiElimina
  37. lo so erminia cara:-)

    RispondiElimina
  38. Ora che ci penso, Erminia mi riprendi in giro?
    Te l'ho linkato in una delle nostre conversazioni via mail e tu mi hai risposto "l'ho letto" e che non devo compiacere il lettore e ma scrivere anche cose sgradevoli

    scusa ma cosa hai letto? :)))

    PS in ogni caso quando scrivo non compiaccio nessuno

    RispondiElimina