Questo post è dedicato a chi non legge Alfredo Giuliani perché è convinto che non ne valga la pena.
Corpus. Frammenti di autobiografia è datato 1950. Credo sia rintracciabile soltanto in Versi e Nonversi (Feltrinelli 1986)
8.
Nei tardi pomeriggi di quegli anni, inforcato
il cappello nero di paglia sulle trecce a torciglio
sopra le orecchie, la nonna trascinava il bimbo
alle novene o al maggio mariano. Renitente
all'assurda costrizione dei ginocchi, stranito di noia,
trattenevo gli scalpiti del cuore nell'odore stordente
di cera e d'incenso tra i mormorii paurosi delle litanie
echeggiati sotto le navate fino al soffitto altissimo.
Lugubre saliva e scendeva la voce falsa e simbolica
del predicatore. La nonna brontolava preghiere, ingobbita,
le mani raccolte sulla fronte sgranava il rosario.
A volte sentivo le rondini garrire a picco sui finestroni
mentre il ciclo struggente imbruniva. Oppure girovagavo
per le navate fioche e irte di lisci meandri tra i pilastri
freddi a toccare, tra i riverberi delle sante candele.
9
La passione era di leggere, correre nel vento, popolare
di storie i giardini striminziti delle piazze di periferia,
essere capo di ragazzi, tramare ciò che amavo nei libri,
giochi furfanti libera vita strade d'avventura tipi segreti.
E come era acerba e liscia a baciare con casta ignoranza
la sorella del compagno, mentre già si cercava dal vano
d'una finestra lo sguardo-ombra misterioso della ragazza
più grande.
11
Amo i gabbiani, pensarli quando al tramonto tornano le
barche
dalla pesca le avanzano i gabbiani e intorno trasvolano voci
d'ali bianche, allegri e affamati, ma non entrano in porto
e li vedi nel pallore della sera riprendere il largo della baia.
Scortiamo i caldi saputi pensieri al loro porto, la mente
è universo per gabbiani e barche e pesci morti.
è giuliani:-)
RispondiEliminaè bello! antos la cazzatrice con l'insonnia
RispondiElimina"Ostico" è il percorso che porta alla poesia. Sempre. E quel percorso è il suo "corpus". E il suo corpo è "spirito" che parla in altri segni e in altre forme.
RispondiEliminagibril
sono d'accordo: ostico cioè duro a sopportarsi per chi non abbia frequentato gli stessi scogli.
RispondiEliminadomanda: quanti poeti, oggi, navigano sulla stessa onda del giuliani anni cinquanta e fingono di essere oginali?
Quanti? Una miriade. Ed è così bello sentirli parlare di sé (magari dopo aver pubblicato pochi testi in un blog), della "originalità" della loro scrittura, nella magioranza dei casi riconducibile alla contemplazione, stupefatta e ammirata, del loro ombelico: un "percorso", mai iniziato, dove reale e storia si risolvono in un accumulo di dati senza pensiero e senza voce, senza spirito.
RispondiEliminaDall'altra parte, invece, una miriade di "illuminati", tutti intenti e intesi a contemplare la "profondità" della loro visione e l'estensione delle loro asureole, dimenticando, o ignorando, che la poesia, per farsi spirito e voce, deve essere, ed essere stata, anche corpo, materia, terrestrità, oscurità urlante, coscienza mai pacificata della finitudine del pensiero e della parola.
Cosa li accomuna? L'idea che la poesia sia un possesso, un'identità definita una volta per sempre, e non quell'incessante metamorfosi che tende alla parola come l'ombra al suo rovescio. E tutti, gli uni e gli altri, convinti di possedere la "ricetta", che non ne esistono altre, che tutto ciò che non si accorda a questo universale dettato/mercato praticamente non esiste, non ha ragion d'essere.
Peccato: perché, forse, la poesia è propria in quell'inesistenza e in quell'assenza: in tutto ciò che i "duellanti", da opposte rive, continuano a negare.
gibril
Molto probabilmente, le "asureole" non sono altro che "aureole".
RispondiEliminaQuesto gibril... me lo dovresti presentare, Stefano.
RispondiEliminacredo anch'io che bisognerebbe, ogni tanto, mettere in chiaro che la poesia contemporanea fa i conti anche con la deriva del senso.
RispondiEliminacone dice gibril, che ringrazio per l'intervento, la poesia non è oggetto d'uso; è semmai il contrario: soggetto che ci invita ad attraversarla così come si attraversa un'intuizione: ci vuole il lampo e la memoria. bisogna portarli dentro. e coltivarli.
leggere con il lampo e la memoria la poesia che citi, carissimo Fabry, la trasforma in esperienza concreta, in un viaggio nei luoghi comuni nostri e delle nostre amatissime e povere juliet
ali, quando sarà pronto, gibril si presenterà da solo.
RispondiEliminaa me è sempre piaciuta la definizione di Marco Giovenale sulla poesia come il fenicottero che Alice tenta maldestramente di usare come mazza da cricket :)
RispondiEliminasì, è suggestiva. in effetti, la poesia ha il becco:-)
RispondiEliminaA scanso di qualsiasi equivoco: la mia riflessione non era minimamente diretta a ciò che ha scritto Fabrizio. Anzi, se c'è una dote che lo caratterizza, questa è proprio la sua innata capacità di andare verso l'altro e di porsi in ascolto: cioè, in definitiva, di creare "communio", indipendentemente dal fatto che questo possa essere un suo dovere "istituzionale".
RispondiEliminaScrivo e dico molto liberamente quanto sopra, perché, non avendo velleità poetiche di sorta, almeno non mi si potrà accusare di aspirare ad essere pubblicato in qualche sito o a finire in una prossima antologia.
Ormai, se ci si guarda in giro, i tempi e i modi (del sospetto e della pochezza umana) sono questi. Beati coloro che hanno la forza di rimanerne fuori, anche a rischio di passare l'esistenza a dialogare con se stessi.
Perché, come diceva una grande saggia, "tutto è rivelazione; tutto lo sarebbe se fosse accolto allo stato nascente". E la poesia, in fondo, non è altro, non chiede altro: per la parola che "rivela" senso e fa balenare il bagliore o la penombra di un dire possibile, non ci sono classifiche, graduatorie, conventicole create ad arte: c'è solo il senso dell'umano, nella finitudine struggente del suo darsi, nella consapevolezza del suoi limiti da varcare, per farsi dono, atto ab-solutus che crea legami.
Il lampo dell'intuizione, custodito come una reliquia nel calice inquieto di ogni memoria: come giustamente chiosa il nostro gentile e colto ospite.
gibril
gibril, credo che Fabry abba inteso corettamente le tue osservazioni. che poi erano molto chiare.
RispondiEliminacon i poeti bisogna avere pazienza perchè sono uomini o donne difficili.
ma se sono la semplicità fatta persona! :P
RispondiEliminaVo cattivo. Scommetto che il fenicottero era felice di farsi cosa che voleva Alice. Ecco!
RispondiEliminafelice di farsi strapazzare come un testo qualsiasi?
RispondiEliminafabry: sono pronto. credo che anche Ali abbia una sorpresina: insomma: un week end de paura:-))))
Strapazzarlo è inevitabile per colpire il riccio l'importante è tenere il fenicottero ben stretto sotto il braccio, come Alice.
RispondiEliminama no, non è ostico... ecco magari che i poeti siano "particolari", e ci voglia pazienza... ecco questo...
RispondiEliminamatteo fantuzzi
ciao Stefanuccio, ti voglio bene e ti penso sempre con affetto, (va bene così?) La prima poesia di Giuliani postata è potente....la sua potenza consiste nella forza di penetrazione dell'occhio del bambino che già sa! il poeta da adulto solo trascrive, ricorda, rende sulla carta quello che il piccolo bambino poeta trascinato dalla nonna in chiesa aveva già visto con acutezza e intelligenza. questa poesia di Giuliani è ottimo esempio, perfetta didascalia alla mia teoria sulla poesia come dote innata, occhio che sa come guardare il mondo. Posterò questa poesia su Erodiade all’interno del mio minisaggio. Stefano, ‘tesoro’, ti ringrazio immensamente. (continuo bene in stile?...) erminia
RispondiEliminaerminia, tutti questi sbaciucchiamenti... però se ti piace Giuliani allora falli pure:-)
RispondiEliminala poesia che citi lui l'ha scritta a 25 anni. E' come Pin del sentiero di Calvino, o il Meneghello di "libera nos a malo": è lo sguardo della fanciullezza, ma che eiste solo se lo recuperi da adulto. Da fanciullo, al massimo ,ti commuovi, ma la conoscenza è zero. Si potrebbe dire che il sentimento è innato, ma la poesia non è soltanto sentimento (ma penso che tu non sia d'accordo)
A Matteo: come dici tu, con i poeti (e con i bambini) ci vuole pazienza. A volte bisognerebbe mandarli a lavorare nei campi:-)
RispondiEliminamando tutti questi baci come sai (come d'accordo) per adeguarmi allo stile, sennò dicono che sono fredda....
RispondiEliminauna salernitana non può essere fredda:-)
RispondiEliminama Erminia ormai è inglese :)
RispondiEliminapotrebbe essersi raffreddata per strada :D
non credo, leggendo ciò che csrive:-)
RispondiEliminaah via accordate sui baci via mail :)))
RispondiEliminanon sei affatto fredda Erminia, anzi sei impetuosa e viscerale.
Quanto agli sdiliquimenti via blog non t'impressionare, il più della volte sono forma, ma come dite voi tutti letterati sapienti? "la forma è contenuto".
Voc, io raffreddata per strada, che stai dicendo?! diciamo che gli inglesi sono molto caldi ed anche molto molto impetuosi, hooliganismo del cuore!) solo che non lo danno a vedere...
RispondiEliminama si, hai ragione, Voc, mi sono raffreddata, sono come un pezzo di ghiaccio informa umana. e poi,...teorizzo il gelo....e voi invece, come siete? f(u)ocosi? appassionati? Voc, tu come sei?
Alivento, ciao tesoro, ti ho pensato, mi sei mancata, davvero!
RispondiEliminadimmi di te....
erminia
Sù, sù, Erminia, è uno scherzo. Non sei fredda, anzi, sei una sorta di vulcano, a dire il vero!
RispondiEliminaComuqnue ci tengo a dire che il 90% delle cose che scrivo sono scherzose e/o ironiche. :)
Io come sono? e che ne so come sono. Me lo devono dire gli altri! :)
beh, se come sei te lo devono dire gli altri, allora si devono pur basare su qualche dato o qualche dimostrazione, ovviamente offerta da te.....(ehmmm), di come sei (se caldo o freddo)
RispondiEliminaoffresi giovine uomo per prestazioni a caldo o a freddo :)
RispondiEliminaok, quando è così, ne prendo una a freddo....please, with lemon ice-cream.
RispondiEliminagiuliani si rivoltola in quel di roma a sentirvi, cari voc&ermy:-)
RispondiEliminaciao ali: la forma è contenuto, ma se il contenuto non è in forma? gli diamo un ricostituente?
Voc, sei un pezzo di ghiaccio che cova un vulcano. :)) Schee bisognerebbe chiederlo alle tue fidanzate!
RispondiEliminaErminia, non prendermi in giro, basta che tu visiti ogni tanto il mio blog, come io faccio col tuo, (belle le tue ultime, ci sento dentro sapore di rosa e cosa :))saresti aggiornata in tempo quasireale delle variazioni viscerali/umorali del mio ventrespirito.
cari saluti
ali, corpus del ventre e corpus dello spirito, amen:-)
RispondiEliminalo diceva anche Fortini che la forma è garante del contenuto, Gugl. erminia
RispondiEliminaCiao Alivento, non sapevo che tu avessi un blog. Scusami...lo metterò tra i mie favori se mi dici qual è e ti visiterò. erminia
RispondiEliminalo so erminia cara:-)
RispondiEliminaOra che ci penso, Erminia mi riprendi in giro?
RispondiEliminaTe l'ho linkato in una delle nostre conversazioni via mail e tu mi hai risposto "l'ho letto" e che non devo compiacere il lettore e ma scrivere anche cose sgradevoli
scusa ma cosa hai letto? :)))
PS in ogni caso quando scrivo non compiaccio nessuno