Un'autrice poco conosciuta in rete, ma che merita d'essere letta, è Marta Rodini, nel cui recente Entrata in scena (Anterem, 2011) evidenzia una scrittura che fugge il luoghi comuni, le immagini facili, l'equivoco che la comprensione, in poesia, debba coniugarsi con l'ordine visibile del mondo. La Rodini, viceversa, metaforizza l'umano dentro i ricami della natura («amore impone nel ventre della neve», oppure «bentornato nel mondo dei respiri / refolo novembrino»), figurando tensioni che spaccano la superficie, le apparenze, obbligandoci a dialogare con gli archetipi, compito fondamentale della poesia.
A rinnovare l'attenzione al sintagma, ponendolo al centro della relazione io-natura, non quale effetto linguistico di un profondo esistenziale, bensì quale darsi stesso della relazione, è il calembour, (sotto pressione diventa «sotto passione», rosei seni «rosei suoni», vuoti a perdere «astri a perdere»), figura che arricchisce il significante di un'energia inaspettata, che s'irradia intorno, rompendo il guscio del prevedibile ed evidenziando sub specie rhetorica, il legame originario – dunque archetipico – tra soggetto e oggetto, in un movimento in cui il sovrapporsi del microcosmo con il macrocosmo (e dell'io con il tu) non è mai perfetto, ma lascia spifferi, fecondi e inquietanti nel contempo, scarti e lacune in cui la singolarità cerca collocazione.
La scelta della stagione autunnale – novembre, in particolare, dove massimamente s'instaura il dialogo fra i vivi e i morti – l'insistenza sull'aria che s'insinua tra fessure o nelle sue declinazioni instabili (refolo, aeree tracce, vento, alito, cieco tremolìo) e, ancora, il tema della tensione amorosa, mi pare sostengano quella crepa, che non è da sanare, in quanto luogo stesso dell'entrata in scena dell'identità, all'interno di un interrogare continuo di quell'oscuro da cui la luce scaturisce.
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trapassa il garrito dell'inizio
la primizia dei giorni; veloci
chiaroscuri le stagioni guidano
l'arco dei germogli: sul palmo
il globo vellutato allegra
spira tra le bacche un fiato di condensa
forse novembre, forse l'inizio dell'inverno
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gran pregio il corpo quando sotto passione
si scompiglia nell'unione della forma
con gli occhi rovesciati ai cieli di novembre
si inseguono i riccioli del gelo
scocca il tempo nella carne della madre
quella radice rossa cocciutamente
amore impone nel ventre della neve
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piccolo grumo d'inizio grumo
d'amore oggi spezzettato all'infinito
e intorno le sembianze a roteare
si staccano nei vuoti le punte
delle stelle i cuori dei pianeti
gli uteri dei fiori. Tutto si
dirada e si allontana. Le linee
si tendono alla chiusura, corolle
di carne bocche di rosei suoni
case delle lingue come mani amanti
si sfiorano fino all'ultimo minuto
per lasciar la presa in lontananze
ancor riconosciute ed altre perse
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sollevava il vento la foglia controluce
la nervatura intimamente si disvela
telaio della cosa indagata dall'amore
dal pensiero o dalla mano che la va a cercare
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vivere intera gli occhi capovolti
a divorare lo smalto del tramonto
a saziare amori mai rimessi
o sgretolare altari, rassegnar le stelle
e i loro cicli o anche smembrarsi
nel tempo ritrovato, gettare il cuore
al di qua e la bocca al di là a mozzare
la testa della serpe
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incamminati a ritroso e duplice sia l'evocazione
nel tuo corpo specchiante, non me trasparenza di musico,
ma lei alle spalle, la sfuggente, la appena intravista,
la troppo amata, la semprepersa; flettine l'immagine
un po' a lato, guizza e cattura al pizzico concorde
ed entrambi sopporta sulla soglia.
Fuori, due passi nella veglia e il mio ovunque divenir banchetto
qui poesia, voce della poetessa
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-50dd49fc-8b07-46ed-8f42-bc90f3af3a60-radio1.html
Marta Rodini, nata nella provincia di Cremona, vive e lavora a Milano. Dal '92 fa parte del gruppo di scrittura Sinonimi & Contrari, fondato da Marina Incerti. Sue poesie sono state pubblicate su diverse riviste, tra cui "II Segnale", "Le voci della Luna", "Poiesis", con note critiche di Giorgio Linguaglossa e Franco Romanò. Suoi testi sono presenti in varie raccolte antologiche e partecipa a letture poetiche e manifestazioni letterarie. È segnalata nel 2007 e nel 2010 alla Biennale di Poesia di "Anterem" nell'ambito del premio Lorenzo Montano. Fra i suoi lavori più recenti: Parole in gioco (2005); Arabesco al nero (2008), edito dagli Archivi del '900 come vincitore della VII edizione del Premio Nazionale di Poesia Antonia Pozzi; Poesie dell'acqua (2009) edito da Le voci della Luna e questo Entrata in scena (Anterem. 2011)
È una poesia che sento molto vicina.
RispondiEliminaMi procurerò il libro.
Grazie per questa proposta.
Complimenti all'autrice!
Anila Resuli
...forse l'inizio dell'inverno
RispondiElimina.........
...nel ventre della neve
.......
si staccano nei vuoti le punte
delle stelle i cuori dei pianeti
gli uteri dei fiori.
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...il mio ovunque divenir banchetto
........
Proposta interessante...da approfondire...
grazie
un saluto
mm
Poesia metafisica...
RispondiEliminaritmo nel corpo poetico sostenuto...
immagini potenti....
Però testi difficili,
voi li capite?