giovedì 2 aprile 2009

Gianluigi Cannella



Gianluigi Cannella segue da alcuni anni i miei corsi di poesia presso l'associazione culturale vicentina Artemis. Dall'inzio in pratica. Non per questa ragione la sua poesia merita di essere conosciuta, bensì perché ha raggiunto una maturità certa.
Connotata da numerosi segnali paratestuali (numero assoluto, titolo, data e, talvolta, ora), che la incorniciano sia rispetto ad un inizio creativo di cui si è perduta la memoria e sia in relazione ad un hic et nunc carico di drammaticità, questa poesia procede per sintagmi analogicamente combinati, ma non lasciati all'arbitrio indiscusso dell'inconscio. con esso dialoga infatti l'intenzione morale, la lucidità intellettuale che guarda e seleziona la materia incandescente, così da fissarla ad una temperatura internamente ancora ricca di calore, ma solida in superficie. Come ho scritto nella prefazione al volume "Orizzonte terraqueo", curato dal Laboratorio di Lettura e Scrittura Poetica di Artemis e da Pittori in Acqua, nel 2008, "i versi di Gianluigi Cannella, veri e propri sentieri per viaggiatori che non temono l'ignoto", rinnovano la coscienza, "così che la conoscenza del mondo sia più profonda, meno prigioniera dei luoghi comuni. [...] In essi, infatti, nulla è scontato: né il paesaggio né il soggetto che lo nomina, con ciò tenendo il lettore sul filo del dirupo, là dove conta il pensiero mai pensato e il gesto creatore"



1729 SENTENZA


In direzione delle emozioni l’innocenza di un dio adulto
quello di una fede ipotecata fuori dalle sfere rotonde
che vuole incontrarla solo all’inizio della fine
facendo gossip da luoghi instabili attraverso la crocifissione di natale.

domenica 18 marzo 2007 - h. 01.50



1748 ESISLIO


In esilio per non morire camminare sui vivi
attraversando la libertà su un marciapiede che non sopporta il silenzio
profeta sopravissuto all’estinzione perché vivi uomini diversi
immortali per chi confonde il chi come dove quando
con i perché degli innocenti
con i mai dei colpevoli confusi dalla vista
dal tatto
dall’olfatto per il gusto della morte
nutrita dai corpi rimasti normali anche nei giorni diversi.

giovedì 9 agosto 2007




1759 OSSIGENO

Procurami ossigeno è diventato un mestiere mi assale la morte ascetica
l’avvicinarsi davanti all’entrata della via lattea
di una famiglia sintetica incriminata dal figlio prediletto costringe
l’uomo nella camera iperbarica sventrato dal buio solido.
Depredare la verità dalla parola dove inizia la figura di venere
con giove protettore complice il dio della guerra che si suicida
tra falene palafitte e caverne di vetro narcotizzate
non dormo mai fino alla fine del silenzio.

Domenica 28 ottobre 2007



1803 ARREDAMENTO D’INTERNI


L’edera soffoca più veloce di un cuore a sonagli
dichiarazioni d’intenti di guerra di pozzanghere d’acqua nera
biasimare tanti perdoni interno terra-pieno
ipermercato dove metti i piedi arredamento d’interni
sembrano gli stessi piedi da questa parte del viaggio
non valgo soldi valore di un amore graffiato dagli orologi
dell’ultimo bicchiere di tè aspirato dall’acqua piovana
con la possibilità di annegare se allargo le braccia
per nuotare potrei essere appeso al solaio vecchio
fuori all’aria resto fermo se mi muovo
se non fossi mai tornato mano a mano che il prezzo lievitava
alla borsa dell’anima di notte passo dopo passo
il fuoco affoga l’acqua non si fermano le mani
accavallate sulla lingua nera sporca la pioggia sui piedi nudi.

Mumbai sabato 14 giugno 2008



1787 ANIMA ANALFABETA


Questa sera voglio che mi trovi sveglio come un santone
in un cucchiaio di fame, per un urgenza
per un’attesa insolita rimasta ferma
nella corte moderna del sonno
dove il dio algoritmo e androgino con l’ anima analfabeta
organizza nuclei di scorribande religiose
zero preti, zero due e zero zero, al traguardo
altre sottovoci zero virtù.
Questa mattina voglio che mi ritrovi addormentato sulla guerra
senza fame, reclutando una sedia qualsiasi
per una donna vista una volta per sempre da uno mai incontrato
superando tutti i santi del calendario.
Mi sono svegliato in un bicchiere di acqua vuoto senza sete
immaginando giardini pensili promessi da altri almanacchi senza rito
senza numeri senza parole combattendo una guerra di codici criptati
dove ci siamo promessi di non vivere mai da soli
al di fuori di questa vita.

domenica 20 gennaio 2008 h. 02.37




1790 NOI


Quando non c’è, io
quando, quanto donna
perché sempre conto il tic dei nervi
la voce bassa, io crudo grido che cuoce
parlo silenzio non vedo il tu che tace
animale che posseggo il tuo segreto che ascolti
tu parola.

mercoledì 20 febbraio 2008




1805 DENTRO L’ALBERO BAMBINO


Il sonno se fosse fame aritmetica
prendo il verbo essere senza oscurarlo
non abbaiare e poi sciolto il sapere dei silenzi intatti
silenzio rigido incorruttibile complice del buio
di traverso quanto un amore che mangia l’area quadrata del tempo
lo spazio l’ovale delle forme ambigue e quelle precise
di un altro passato
trangugia un futuro più che da indovinare da costruire
verità virtuale a velocità del silenzio virale
un contratto di luce bianca
con l’amore fregiato di eccesso ordinato con catene di cotone
colare come miele sopra gocce di saliva
dentro un focolare lento all’apice dell’incendio
e dentro l’albero di natale da lacerare vivo
toccare e prendere in mano la corteccia dura
far cadere a terra la linfa senza farsi male
due occhi grossi caduti dalla sedia alta sull’angolo del camino
cancellare le frasi d’amore dalle fotografie ingiallite
tagliare i sostantivi consumati dall’attesa
in una fossa comune, dove sei, quello che cerco
lungo fossati svestiti sulla tavola rotonda dove un posto vale l’altro
è la che si curva la mente rimasta senza racconti
dei vecchi si ha la tenera età del sapere invano
prima di avere voglia di vivere ancora tutto
tutto il resto che suggerisce la terra.


giovedì 21 agosto 2008




1816 AMORE CANE


All’ordine del giorno amore cane arresto il cuore
lo porto nel labirinto osé del cervello, lei l’amore che non è
vado lontano arriva prima l’ombra poi l’oggetto
il soggetto la forma più riconoscibile non si riconosce
sotto una luce accecante non conosco nessun animale
che faccia l’amore guardando negli occhi
ma tu che mi guardi non ti ho detto sì.

lunedì 12 gennaio 2009



Gianluigi Cannella, nato il 30 dicembre 1949 e risiede a Castelgomberto (Vi). Scrive poesie dal 1968 e dedica una breve parentesi alla pittura tra il 1966 e il ’72. Fotoamatore, ha sempre associato la poesia alla fotografia, ritenendoli due «luoghi di ricerca dove posso star bene, ritrovarmi e ritrovare le cose di ieri, vedere meglio le cose di oggi». Frequenta il Laboratorio di poesia condotto da Stefano Guglielmin da otto anni; ciò gli ha «permesso di entrare dentro la poesia e capirla, capire non tanto cosa si vuole dire, ma come dirlo, farla diventare una comunicazione emozionale». Nel 2005, la personale poesia-fotografia Dalla nascita alla vita, racconta le stagioni di un uomo, che sarà presto presentata su Magazine periodico online del forum italiano dei fotografi del sistema reflex, 4/3 photographers di Olimpus. La personale fotografica Bianco Colore, imperniata sul viaggio fatto in Perù nel 2006 e realizzata nel febbraio 2007 presso Palazzo Pisani a Lonigo, è ancora motivo di “ricerca poetica”. Nel 2008 esce nell'antologia Orizzonte terracqueo. Cannella è ancora inedito in volume autonomo.

12 commenti:

  1. Com'è vera e palpabile questa poesia!
    Ci ritornerò...

    Anila

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  2. Gianluigi3/4/09 08:36

    un grazie senza limiti a Stefano

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  3. gianluigi3/4/09 08:48

    Grazie Anila , "vera" credo sia esistere e "palpabile" credo sia toccare e intaccare la propria vita con i sentimenti renderli visili

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  4. È assolutamente realistica questa poesia, assolutamente piantata sul s’ultimo miglio, sul bilico. Davvero bravo. E forte nel dettato.

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  5. bella scrittura, piena, presente ed al tempo stesso capace di fughe che aprono nuovi sguardi.
    complimenti.

    francesco t

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  6. un saluto a gianluigi e un grosso complimento per la sua scrittura, precisa, efficace ed evocativa insieme.
    roberto

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  7. gianluigi5/4/09 15:54

    grazie non so che dire se non, che sono qui per imparare

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  8. grazie a te per la disponibilità e il garbo con cui hai partedipato

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  9. Gianluigi6/4/09 18:25

    Ricevo dalla mia Amica Laura

    Ciao gigi, che cosa dire?
    Ci conosciamo da un pò di tempo ormai e certamente le tue poesie hanno raggiunto una eleganza stilistica e una freschezza poetica, vorrei dire, insuperabile...anche dalla tua stessa penna.
    Una cosa che accomuna tutto il tuo lavoro però è certamente la dolcezza, la sincerità e l'immediatezza con cui sei riuscito a parlare al cuore delle persone vicine e di chi ha avuto il piacere di ascoltare le tue poesie.
    Nelle tue poesie io ti riconosco, alle volte mi ricosco e se è vero che il mio essere amica alle volte è sfuggente è altrettanto vero che riconosco in te la generosità di saperti donare agli altri, senza timori e con profonda verità d'animo.

    un abbraccio,
    a presto
    laura

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  10. Gianluigi6/4/09 19:18

    Garzie, parole che aiutano a fare bene e stare bene ,
    grazie con tutto il cuore, magari è troppo quello che dici, ma lo conservo per migliuorare.

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  11. Le Tue foto e poesie sono biglietti di viaggi in mondi concreti e astratti, che Tu ci invvi per farci compagni di viaggio e condividere emozioni...frammenti di percorsi a volte in salita, per giungere a vette dell'anima che sono poi tappe per ulteriori vette. Respira così la Tua anima...e le nostre. Grazie. Giancarlo U.

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  12. Gianluigi2/5/09 10:11

    Grazie GianCarlo, condido con te un breve ma intenso viaggio in India dove le parole e le immagini sono state una cosa sola, essenza dell'anima.
    E' vero a volte è salita per trovarne un'altra ancora e ascoltare il respiro e il battito del cuore anche dell'altro forse diventa meno faticoso il nostro. Grazie, grazie.

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