Presento oggi un poeta del quale ho sempre ammirato gli equilibrismi politicamente scorretti, ma anche la sua capacità d'essere discreto, fuori dalla calca. Scrive Mario Lunetta in Poesia italiana oggi (Newton Compton 1981): ecco gli "sfavillanti deliri lessical/sintattici/semantici di quell'inguaribile cultore dell'infra-metaetimologia che è Toti: la cui sfrenatezza ha sempre le briglie sul collo, ben tirate, e il collo sotto la testa. Che è poi il testo, con la sua lucida ragione motoria a pieno regime. Toti è maestro in una pratica della scrittura come contraddizione tutta giocata sulla rissa sulfurea dei significanti che partoriscono da sé, in una serie di giostre acri e gioiose, catene e catene di significati, praticamente all'infinito. La sua «padronanza assoluta» della retorica e delle lingue (morte e viventi) ne fanno un caso radicale di fortissimo poeta «inattuale» dotato di irriverente attualità."
Brevidia
(prime vociferazioni per un Contraddizionario)
ricomincerò dalla tua faccia senza faccia tutta dita
perché se dico ti prendo la mano ti tocco
con queste parole che bucano l'aria
se ti prendo la mano se ti dico ti prendo
la mano ti tocco anche con le parole
con cui ti prendo intanto la mano
se sul silenzuolo ci prendiamo tutto
che altro tocchiamo intangibili intatti
là dove si tocca ciò che non si tocca
con la mano e con la parola?
se noi ci scateniamo allo smontaggio del tatto
con silenzi incrociati a verbi scritti
e nomi d'azione e piccole verghe accentuate
che cosa rimonteremo se non quelle catenule
di polpastrelli tenui muscolature lisce?
work in regress
col cerebronico e gli interminali
già i futuri commemorizziamo
pessime ottimalizzazioni ottime
pessimazioni poetelematiche
cosmatiche cosmetiche...
dati i dati date le date
alle banche date dei "data"
videostampàtevi in ufania:
qui i finzionari che fanno
pensare le macchine che fanno
impensare gli uomini che non fanno
ciò che spensano e sfanno
quando esonerano il cerebello
qui work in regress
contrattacizione
alacriloquente il tuo è un tristilòquio
irsuta lallazione nel poetorio
senza giardino e senza purgazione
meglio tacere paraulando
Gianni Toti. Nato a Roma nel 1924, laureato in legge. Partigiano, poi cronista de “l’Unità”. Toti gira il mondo come inviato speciale, passando per congressi e rivoluzioni. A partire dagli anni Ottanta, la sua volontà di sperimentare nuovi linguaggi gli fa scoprire il mezzo video; e Toti diventa un “poetronico”, realizzando negli ultimi dieci anni numerose “VideoPoemOpere”.
RispondiEliminavideopoemopere?
RispondiElimina...
fruibili come cortometraggi?
vaan
io non sono mai riuscito a vederne uno, ma magari tu sei più fortunato.
RispondiEliminaciao
il laureati in legge con le parole ci vanno a nozze, è inevitabile...
RispondiEliminaBella presentazione Stefano, fossi Toti ne sarei felice.
Voto la prima. Verso uno di uno, due di due, tre di tre e quattro di quattro. Parole che bucano l'aria.
Adesso aspettiamo Erminia che dice che le piace tutto il resto ;)
la prima, è in linea con la poetica di corrado costa, mi pare.
RispondiEliminaAnch'io la preferisco, amnche se le altre sono più in linea con l'idea poetronica dell'autore.
dici che i laureati in legge siano abili con le parole? ne sai qualcosa? :-))))
ciao Stefano e Alivento. Mi piace molto la prima (soprattutto l'invenzione surrealista del primo verso), ma le altre no. non ne riesco a raggiungere il ritmo... ;)
RispondiEliminaerminia
cara erminia, credo che le altre vadano lette silenziosamente e guardate in tutte le loro sillabe incidentali: la difficoltà fonetica penso sottenda la critica alla (la paura della) civiltà informatica, elettronica. Ciò diventa però paradossale nella misura in cui Toti, poi, usa questi strumenti per lavoro, per i suoi video poetronici.
RispondiEliminaD'altro canto è nelle corde del gruppo 70 (di cui Toti non fece parte, mi pare, ma che ben conosceva) l'uso degli strumnenti massmediali del "nemico".
1.
RispondiEliminaLa carta della tigre la carta del gatto
eccola dammi le unghie la zampata
da questa a quella gamma di tasso dell’antinulla
incartami adesso spediscimi da te
impianta gli ioni alle tempie
termoluminesce e splende buio
carta azzurra più pallida di questa
carta paglia carta detta cristallo
2.
che cosa non facendo stavamo chiedete?
stavamo il tempo poetosofando
studiando la scienza della guerra privata
ma quest’altro alto ramo della scienza
è guerra lunga forse è pure eterna
3.
parole di legno adesso
il legno che negli alberi tristi adolesce
neppure con gli spettri le parole si essiccano
elegante l’uso delle lame che ad aria
drenano refili e scarti di pensieri
4.
stavamo facendo “Uh” e tu mi scrivesti
caro Vuessignorìa torinotrebisaccosentinese
carta paglia carta bibbia e carta
del pioppo che in silenzio incarto
legno fino rozzo da intreccio e intaglio?
da uno a diciannove piume di uccelli
fino a 400 con il 20 che era una bandiera
e il tlacuilo che disegnava i libri
tonalàmatl la carta dei giorni, giorni coccodrillo
giorni vento, giorni casa, giorni morte,giorni
scimmia avvoltoio selve fiore giaguaro canna erba
e ogni giorno dondola come vedete
tra l’acqua e i denti è così che
misuravano con la mano il corso degli astri
la mano sestante ti ossitaglierai su questa carta
punto boccio talea
con la bacchetta ironica la penna tragica
leggitela tutta scrivitela contro
l’infinitura liscia l’altra parola infingibile
con il conto dei giorni tonalpohualli
V.S.Gaudio, La carta della tigre.La Stimmung con Gianni Toti sul poeta ipotimico, "Zeta"n.91, Campanotto editore, Udine gennaio 2010.