Come unire aria di vacanza, Armenia e poesia? Negli anni Settanta, Giulia Niccolai scrisse alcuni versi dedicati ad Adriano Spatola, suo compagno, e a Charles Aznavour, il quale, negli anni Sessanta, aveva scritto una canzone dal titolo "Com'è triste Venezia":
Igea travagliato
trento, treviso trieste
di disgrazia in disgrazia
fino a Pomezia.
Como trieste Venezia...
Bentornato!
RispondiEliminaE in compagnia della mitica Giulia Niccolai, poi!
fm
ciao francesco! ho sentito che tu sarai presto in compagnia dei mitici passannanti e metropoli; buon divertimento eh!
RispondiEliminaCiao Stefano. Niente vacanza, per me. Vado a fare visita a un'anziana signora che mi sta molto a cuore e ne approfitto per incontrare i nostri comuni carissimi amici.
RispondiEliminaA proposito della Niccolai: ho partecipato da spettatore a una sua lettura, un paio di mesi fa: è sempre grande ed è sempre un piacere ascoltarla.
p.s.
Hai visto nel post precedente? Ali ha ricevuto un messaggio da Piero Ciampi in persona. In persona?!?
fm
Ciao rita, bentrovata. le tue vacanze?
RispondiEliminaFrancesco, tiauguro una buona permanenza in quella bella regione.
alivento ha proprietà medianiche?
Ciao,mitico Stefano, bentornato, ci sei mancato. Idealmente avrei fatto una passeggiata a piedi attraverso il Valico di Chiunzi con francesco e luigi, ma pare ci vogliano sei ore e che sia una sorta di pellegrinaggio, dunque devi rinunciare alla dimensione tua di poeta itinerante.
RispondiElimina;) erminia (a Voc e francesco, ah, una bella notizia, sul versante della conterraneità, pare che Stefano as uo dire abbia sangue e geni di Sala Consilina, dunque anche egli è salernitano di origini antiche longobardo-normanne)
erminia, da parte di madre è così. da perte di padre sono un veneto di confine (l'austro-ungarico, infatti,distava circa 20 km sino al 1918).
RispondiEliminasei ore di cammino per me vanno bene:-)
ciao
Da Sant'Egidio Montalbino al Valico di Chiunzi corrono tredici km di ascesa non indifferente. Li avrò percorsi migliaia di volte con la mia bicicletta: al meglio della forma riuscivo a farcela in trenta/trentacinque minuti, prima di tuffarmi nell'inebriante, interminabile discesa da Tramonti verso il mare...
RispondiEliminaE tutto questo, ora, dov'è?
Già, dov'è?
fm
è dentro la tua testa dentro il tuo cuore e magari anche fuori,coi i loro 13 km di curve e vento.
RispondiEliminaa proposito dela mia trisonna, lancio un messaggio, nel caso sia possibile rintracciare ancora qualche parente. Ecco i suoi dati: Graziella De Feis, nata a Sala Consilina il 2 luglio 1856 e morta a Malo (VI) il 6 marzo 1936.
RispondiEliminasto chiedendo troppo?
che bel cognome.....
RispondiEliminaDe Feis Michele
RispondiElimina84127 Salerno (SA) - Lungo Mare Marconi Guglielmo, 15
089 797415
? Stefano: ho trovato solo questo. nessun De Fesi a Sala Consilina: potrebbe questo De Feis Michele avere qualche notizia? Cognome raro, direi, dunque forse imparentato alla lontana con tua nonna?
sorry, volevo dire "Feis" (spesso scrivo alternando le lettere per la fretta: brutto segno!)
RispondiEliminaoh, ciao stefano!
RispondiEliminabentornato! :) spero tutto bene.
Per riprendere da quel che dice Francesco... io il valico di Chiunzi l'ho fatto spesso dall'altro versante, da Tramonti, in bici, per poi tuffarmi in discesa verso Corbara, Sant'Egidio e Pagani e poi rientrare da Nocera verso Castel San Giorgio. Ho ancora un magnifica De Rosa in acciao (che ora non vale un fico secco, ma poco più di 10 anni fa era una bellissima bici da corsa). Il ciclismo è una delle mie grandi passioni... forse non l'ho confessato a nessuno dei blogghisti?
grazie erminia? magari gli scrivo.
RispondiEliminaVoc, questa tua passione, in effetti, mi/ci è nuova. Bene: il ciclismo è uno sport molto bello e molto poetico.
no, stefano, tu lo sapevi già! ;)
RispondiEliminanon bluffare!!! :D
sì, stefano, scriviciviglisi! :)
RispondiEliminanon sapevo nulla! ma anche adesso ci vai in bici?
RispondiEliminama come stefano? e allora come potevo sapere del Monte Zovo, del Pian delle Fugazze... se non con la passione per il ciclismo? :)
RispondiEliminaComunque adesso non vado più in bici, ho davvero poco tempo. Ad un certo punto si decide come impiegare il tempo nelle passioni: o per la poesia (e altre arti) o per il ciclismo. Purtroppo ho scelto la prima passione ;)
Ciao. Ho trovato il tuo blog. L'ho letto tutto, compreso l'archivio. Fai un'ottima selezione. Ci risentiamo presto.
RispondiEliminavoc, in effetti, c'è sempre l'occasione per appendere qualcosa al chiodo. s'invecchia troppo in fretta.
RispondiEliminaciao carolina, benvenuta. sei stata molto testarda a leggere tutto; grazie.
ho visitato il sito di Carolina: è fantastica. (erminia)
RispondiEliminaMOSTRO
RispondiEliminaOpposto potrei dire
O ambivalente
Che dell’individuo adulto
Non ho niente
Dal punto di vista del benessere
Sembro destinato all’interesse
Pretesto indubbiamente
Preso in prestito
Da chiunque
Si dica utilizzabile
Inibito in questo scambio
Dalla meta
Che richiama l’orror del figliol
Maschio preferendo
Omettere passioni
Bramosie pulsioni e irritazioni
Invece di queste antiche
Punizioni
Che al nero mostro
Tagliano la testa.
[erminia passannanti, 11 agosto 2006]
Mi scuso per il post: vi prego di non commentarlo. Non era una submission. Ma uno sfogo...
RispondiElimina(erminia)
questa poesia (e la niccolai mi perdonerà) mi ricorda un indovinello geografico della mia infanzia "tre città di lombardia una milano l'altra pavia como si chiama l'altra città? " bentornato gogl (golf e gugl)a.
RispondiEliminaciao erma,
RispondiEliminaallora "pizziamo"? :)
no, risottiamo!
RispondiEliminae anche etiliamo....(erma)
RispondiEliminagrazie erminia per l'omaggio poetico.
RispondiEliminahai ragione, la carolina è una ragazzina tosta.
rita, gio sta nel reale, fa fatica, ma insiste. farà bene? Credo di sì.
Anto, adesso la niccolai fa la laica zen; a quel tempo, si divertiva con spatola a dissacrare mondo e poesia.
ciao voc: attento a non etilare troppo con l'erma pizza e 'l marotta:-)
LO SPOSTAMENTO DIAIRETICO DI GIULIA NICCOLAI
RispondiEliminadi V.S.Gaudio
Lo spostamento di Giulia Niccolai è diairetico: dallo schema verbale all’archetipo, al simbolo. Eroina del regime diurno, sale di sintagma in sintagma aggrappata allo schema verbale DISTINGUERE. Ma, in questo continuo “salire/cadere” entro una situazione concreta e limitata, l’argomento può diventare infinito. Come se fosse in atto un continuo passaggio dal repertorio dei “sensoriali” a quello dei “presentati”, da quello delle relazioni a quello dei segni:fantasie, stimoli, personaggi, metafore,etc.(…)G.N. non ha usanze germaniche, il suo “tempo della vita rinchiusa” non lo mesce Aegir, il dio dell’acqua. Dal sogno,tocca l’orizzonte del paradigma:l’orco Cronos tutt’al più la nausea con gli orologi della pubblicità che indicano sempre le 10 e 10. Tutta percezioni rapide, la freccia getta un ponte verso la trascendenza. Ma chissà se tende l’arco con un tuffo mentale nel sentimento dell’unità e penetra nell’Eterno come se tirasse a un bersaglio ? Che il fine dell’arciere sia davvero e sempre l’ascensione? Nel quotdiano, la freccia, per quanto potesa verso ciò che è lontano, non sostituisce l’uccello: mi chieo se la celerità espressiva di Giulia(sì, d’accordo, dà forma al genus subtile, gracile) possa essere alla parte dello scettro non essendo intima come la coppa. Tutta senon non è , scrittura cortra e perciò pura e perspicua, come lo stile epistolare.
da:V.S.Gaudio, L'immaginario e la fenomenologia dell’Altro nella poesia contemporanea, “La Battana”n.130, Rijeka,ottobre-dicembre 1998.