Akhamoth è parola d’origine semitica; significa “saggezza”. Sophia (in greco: sapienza), nello gnosticismo diventa appunto Akhamoth oppure Prunikos: lascivia. Grazie a Prunikos, ella s'abbandona alla seduzione dell’altrove; mentre, per merito di Akhamoth, ella ha saputo guardare dentro di sé, per ritrovare la via del Principio. Sophia, in questo senso, è saggezza ma anche lascivia, giustezza del fare, ma anche cedevolezza e disargine. Nella Sophia gnostica convivono, in conflitto, entrambe le accezioni, lasciando così ad intendere che il sapere ha un legame stretto con il fare e la materia, ma anche con il piacere e il superamento del limite.
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domenica 25 giugno 2006
Sophia
Akhamoth è parola d’origine semitica; significa “saggezza”. Sophia (in greco: sapienza), nello gnosticismo diventa appunto Akhamoth oppure Prunikos: lascivia. Grazie a Prunikos, ella s'abbandona alla seduzione dell’altrove; mentre, per merito di Akhamoth, ella ha saputo guardare dentro di sé, per ritrovare la via del Principio. Sophia, in questo senso, è saggezza ma anche lascivia, giustezza del fare, ma anche cedevolezza e disargine. Nella Sophia gnostica convivono, in conflitto, entrambe le accezioni, lasciando così ad intendere che il sapere ha un legame stretto con il fare e la materia, ma anche con il piacere e il superamento del limite.
mi fa piacere (naturalmente senza "pruriti" ulteriori:-)
RispondiEliminahai ragione, qualcuno è convinto che amore sia parola da salottino televisivo, anziché il vero motore del tragico, del compico, del drammatico, dell'elegiaco, del lirico, dle didascalico, del civile.
Sophia come abbandono alla "seduzione dell'altrove", come "disargine", come tensione al "superamento del limite": sophia come poiein, allora. Mi piace, mi ci ritrovo, ci sto.
RispondiEliminagibril
e come giustezza del fare: è importante.
RispondiEliminagibril sta per gabriel?
bellissimo post, Stefano, ci rifletto e poi ti dico
RispondiEliminaNo, gibril sta per gibril. Un saluto e a presto. :-)
RispondiEliminagibril
Ali, aspetto.
RispondiEliminaGibril: bene, un amico in più:-)
buon giorno, anch'io vorrei rifletterci :-)) a.
RispondiEliminadunque il filosofo, cara rita, ama il fare e il pensare e, in ciò prova piacere. ma anche pensa piacevolmente facendo, e fa il bene che pensa
RispondiElimina(non tutti però:)
Pensare. Agire. Oltrepassare.
RispondiEliminaessere sapienti ma anche operare. Quanto a superare il limite, è nel pensare o nell'operare che bisogna lasciarsi andare, Stefano?
Forse in entrambe le sfere con avendo sempre presente il dettato dalla giustezza nel fare. E poi oltrepassare in che senso? nel senso di donarsi generosamente? in quello di non tollerare limiti? nel senso mettersi sempre alla prova?
"con" è da cancellare
RispondiEliminapensare veramente significa toccare le cose come mai prima, oltrepassando i luoghi comuni, le credenze, i pregiudizi. pensare è sperimentare ciò che siamo, quando nessuno può farlo per noi.
RispondiEliminaper questo motivo, raramente pensiamo. e per questo motivo, pensare è un atto creativo. è una forma d'arte.
allora golf temo di non aver pensato mai ;)
RispondiEliminaè un processo che coinvolge l'intelligenza (pensare qualcosa diversamente da altri e ove non arrivano gli altri), mi pare, e la conoscenza del sè
pensare coinvolge l'intelligenza e lo stato emotivo, ma anche il corpo (lo vedi nelle espressioni del viso e nell'articolarsi delle mani, per esempio).
RispondiEliminaanch'io penso raramente, se ti consola.
uno come si accorge d'aver pensato bene o d'aver pensato? a.
RispondiEliminate ne accorgi perché è come volare.
RispondiEliminaBene, qui su questi Blogger i problemi di Splinder non ci sono. Splinder ha raggiunto quota 200.000 blog creati due giorni fa. E festeggiano, mentre i servizi vanno a "farsi benedire" :)
RispondiEliminaPensare è atto creativo, ma anche critico. Se siamo come siamo, e non pensiamo, è anche perché s'è perso il senso critico. Nessun libretto rosso in questa visione. E' che chiunque al giorno d'oggi si può permettere di dire una qualunque castroneria (vedi Dan Brown) ed essere creduto (tanto il rilevamento del vero o del non vero è irrilevante, impertinente, come diceva Antonio Scurati su 24/7). Il peggio è che si è creduto a livello automatico e subito ti viene attribuito l'attestato storiografico o scientifico.
Molto promozionale, fabry :) very advertising :)
RispondiEliminac'era una canzone di de andrè che faceva: com'è che non riesco più a volare?
RispondiEliminagrande de andrè ha pensato a tutto!
antoniellas..
se vai giù è perché pensare stanca e perchè la forza di gravità non è nocciolina:-)
RispondiEliminasi riesce a volare solo quando il tuo pensiero si stacca dal suolo e raggiunge mete alle quali prima non riusciva ad arrivare
RispondiEliminaper me il pensiero ha un andamento circolare che a volte decolla a volte fa precipitare
il pensiero è una spirale? probabilmente! come la vita.
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